UNA MAGLIE FIAMMEGGIANTE AFFONDA LA SEA WATCH: ”NON CI STO A PASSARE PER DISUMANA E ORA ANCHE PER FESSA DOPO LA DECISIONE DEL MAGISTRATO. NON CI STO A SENTIRE CAROLA DIPINTA COME UN’EROINA DELL’ILLEGALITÀ MORALE CONTRO SALVINI BULLO DELLA LEGALITÀ BELLUINA. SE LEI SI VERGOGNA DI ESSERE OCCIDENTALE, IO SONO INVECE ORGOGLIOSA E ARRABBIATA. SE I GIORNALI NON VENDONO PIÙ È PERCHÉ IGNORANO BIBBIANO E POMPANO CAROLA. IGNORANO L’ITALIANA PRO-MIGRANTI CONDANNATA IN FRANCIA, MENTRE TRATTANO DA ANALFABETI FUNZIONALI IL 60% DEL PAESE. INSULTATEMI PURE PERCHÉ IO INVECE PENSO CHE…”
Lettera di Maria Giovanna Maglie a Dagospia
Caro Dago, eh no che non ci sto a passare per disumana e ora anche per fessa, viste le decisioni della ineffabile magistrato che non ravvisa nel comportamento di Carola Rackete alcun reato, e loro sì che applicano la legge, nessuna ombra di uso politico della giustizia li sfiora.
Non ci sto a sentire che c’è addirittura allarme rosso, e Salvini rischia di alimentare il clima di odio in Italia. Parola dell’Associazione Nazionale magistrati, rappresentanti di quella categoria che si riuniva con politici del PD per decidere posti e poltrone, in un giro di toghe retribuite o castigate, di processi da tenere bassi o da esaltare per rovinare gli avversari politici, che un momento di silenzio per vergogna non lo osserva neanche a morire.
Non ci sto a sentire che lui, Salvini, e’ cattivo, non la gip che ha deciso che tentare di ammazzare dei finanzieri in servizio non è reato, figurarsi tentata strage, alimentando così qualunque tipo di clima di odio e aggressione futura verso qualunque iniziativa e presenza di forze dell’ordine.
E non ci sto a sentire in televisione, era da Nicola Porro se non sbaglio, qualcuno di quelli veramente buoni e umani, non disumani e cattivi come me, che assomiglio o imito per piaggeria Salvini, sostenere che è colpa della motovedetta della guardia di Finanza, che si è messa in mezzo invece di lasciar passare la capitana mia capitana, in missione per conto di Dio.
Non ci sto ad apprendere che si è scandalizzata doverosamente anche l’Anpi, associazione zombie di partigiani che dovrebbero aver terminato il lavoro nel 1945, e che invece ci affliggono 74 anni dopo, e intervengono non si capisce a che titolo nella politica italiana stabilendo chi è buono e chi è cattivo, naturalmente a seconda della vicinanza politica alla sinistra.
Cattivo, ammoniscono, Salvini, che “compie un attacco eversivo alla magistratura”; pessimo il professor Marco Gervasoni, del quale si chiede la testa per aver scritto che, una volta svuotata di tutte gli esseri viventi, la Sea Watch utilmente si potrebbe affondare, un bel bum bum ed è finita la iacovella dell’ avanti indietro con le coste libiche, puntando dritti solo ed esclusivamente verso l’Italia.
Buono invece, e già ricoperto di solidarietà partigiana, il sindaco PD di Bibbiano, Reggio Emilia, dove sta venendo fuori una terrificante storia di bambini manipolati e sottratti alle famiglie naturali e legittime per essere ceduti ad in un giro micidiale di affari, favori, complicità sociali.
Il Comune era il vertice, sia pur solo burocratico, della banda di medici, psicologi, assistenti sociali tutti ideologicamente motivati oltre che spinti dal portafogli, ed è difficile credere il sindaco nulla sapesse, non l’avesse capito in tanti anni e con tante nefandezze compiute e tanti bambini torturati. Staremo a vedere, ma l’Anpi già deciso che lui è buono, e dal PD quartier generale silenzio di tomba. Stai a guardare il capello, a rispondere di Reggio Emilia o delle truffe della Regione Umbria o di Lotti e Csm, una spiegazione si troverà, intanto tutti sulla prossima barca.
Io non ci sto se la vulgata è che dalla barca è scesa la buona per definizione, una che ha invece violato tutte le leggi che le riusciva di violare, italiane, europee, del mare, ed anche quelle umane, visto che pur di arrivare e sbarcare in Italia i suoi migranti li ha lasciati friggere su un ponte bollente in mezzo al Mediterraneo per due settimane invece di sbarcarli in Tunisia.
Non ci sto, se nessuno si è mai occupato del caso di Francesca Peirotti; lei la chiamiamo con nome e cognome, perché non è di casa, non le vogliamo tanto bene. 31 anni, studi internazionali, legami con Ong, è stata condannata a sei mesi di prigione dai giudici francesi per avere introdotto dalla frontiera di Ventimiglia in Francia alcuni clandestini, cioe’ lo stesso reato di cui è accusata Carola.
Le due ragazze infatti hanno la stessa idea del mondo, la certezza che le leggi sono un optional per loro, e che certe volte è un dovere morale infrangerle, E chi se ne frega se tanto l’Italia quanto la Francia sono a tutti gli effetti Paesi democratici. Loro si comportano come se fossero in Corea del nord, tanto di quello che succederebbe se fossero in Corea del Nord per davvero a fare le loro bullate, non hanno la minima idea.
Però Francesca Peirotti non ha portato migranti sul territorio europeo, ci stavano già, non ha aggredito o speronato nessuna forza dell’ordine per aiutarli. Ma e’ italiana, il reato lo ha commesso In Francia. Ergo per lei nessuno si è mobilitato. Nessun Sofri ha perso la brocca insultando Salvini, nessun piddino ha trovato barche su cui salire, nessuna lucrosa raccolta di fondi, nessuna vocazione a vanvera di Antigone, nessun ricordo di Schindler’s list, niente Gino Strada che evoca Hitler, niente, nemmeno per notare la piccola contraddizione per la quale Le President Micron trovi degno a casa sua quel che trova indegno in Italia.
A me viene in mente che in Europa tutti zitti perché Francesca è italiana, e non ci sto.
Dicono: zitta tu che sei sovranista. Certo che sono sovranista, è legittima difesa.
Io non ci sto perché la conosco bene la sinistra italiana e del mondo, quella tradizionale dalla dialettica macha violenta e le nuove versioni metoo e politically correct, ma sempre lo stesso veleno e’.
L’ho frequentata, e sono scappata quando sono diventata grande e ho capito quale miseria si nasconde dietro la superiorità morale ostentata. So quale mondo ha prodotto Bibbiano e i bambini torturati e sottratti ai genitori in nome di un’educazione più evoluta.
Io non ci sto a sentire Carola Rackete dipinta come un’eroina della illegalità morale contro Matteo Salvini bullo della legalità belluina, quando è soltanto una ragazza arrogante e confusa, culturalmente munita solo di autofobia, anti occidentalismo, culto del multiculturalismo, contro un politico che ascolta le sofferenze e la richiesta del popolo e che si espone con coraggio per affermare la legalità.
Io non ci sto, non ci sono mai stata, che il moralismo si sostituisca a una concezione razionale della politica.
Se Carola si vergogna di essere bianca e occidentale e di essere nata in un Paese del primo mondo, se si sente in colpa, io sono invece orgogliosa e sono molto arrabbiata, parafrasando Oriana Fallaci, all’idea che qualche sventato che ci casca e più di un progetto politico demenziale, tentino di togliermi la forza di queste prerogative e di questa storia .
Io non ci sto al racconto opaco di tv e giornali, ai commossi inviati con la lacrimuccia sul porto di Lampedusa, anche loro, i media, tutti intenti a raccontare il lato morale e politically correct, tutti a misurare il buono il cattivo, l’umano il disumano, mai preoccupati di capire dov’è l’italiano e l’antitaliano. Non sia mai, questo è fascismo.
Io non ci sto naturalmente neanche alla barbarie degli insulti che alcuni esagitati e maleducati e incivili hanno rivolto alla Rackete nel momento dello sbarco con arresto, con tanto di auguri di stupro e misurazione dei falli dei migranti che hanno ispirato la prosa di Saviano in una originalissima intemerata sull’invidia Italica del pene.
Però mi aspetto dagli indignati speciali altrettanto orrore per coloro che hanno ricoperto di insulti Giorgia Meloni che è tanto cattiva visto che ha proposto di affondare le navi delle ong una volta sbarcati i migranti, così non potranno reiterare il reato. «Ti devono sbranare i cani» è la frase più gentile rivoltale su Twitter e Facebook, insieme a «Puttana». «A quando il prossimo marito». «Zoccola». «Topo di fogna». Siccome per una donna di destra va bene tutto, anche gli insulti più feroci, e gli intellettuali di sinistra in questo caso si danno compiaciuti di gomito, io non ci sto.
Io non ci sto infine alla vulgata diffusa secondo la quale sono tutti i voti per Salvini e la Lega. Che più li attaccate, più gli date del fascista, più dite che dovremmo aprire i porti, essere buoni e accoglienti, come se la crisi economica già non mordesse gli italiani, più sostenete cavolate contro il sovranismo contrapposto al globalismo, come se il primo non fosse un’esigenza maturata naturalmente e il secondo un fallimento misurato mondialmente; che più negate che i migranti arrivano in Italia nell’indifferenza, nell’egoismo del resto d’Europa, che ci tratta come una pattumiera, soprattutto giovani uomini africani dotati di forte fede musulmana e di grande disprezzo per il mondo occidentale e cristiano, misogini, omofobi, destinati a non integrarsi, non trovare lavoro, a vagare sempre più disperati per il Paese, a diventare manovalanza per la criminalità, per la mafia nigeriana; insomma, che più negate tutto ciò da sinistra e più i media polarizzati nascondono la realtà, più la reazione popolare è forte e il consenso a un partito come la Lega aumenta
Questo è sicuramente vero e lo dimostrano i voti e i sondaggi, ma non è giusto, è un racconto falso e pericoloso della realtà. Non è giusto che gli italiani siano dipinti come dei rancorosi reazionari chiusi nelle loro case, rinserrati, spaventati di ciò che di buono verrebbe dal mondo, perché non è vero, come non è giusto dire che gli italiani non lavorano, che sono le cicale d’Europa, che meritano i richiami severi di quei vampiri che stanno a Bruxelles.
Non è per reazione la loro scelta politica, non sono gli analfabeti funzionali del racconto di certi piddini, e non smettono di leggere e comprare giornali perché sono ignoranti e privi di interesse, e’ perché sanno che ci sono un sacco di bufale, e che è meglio internet e i social. Come e’ accaduto nel racconto di Carola e della Seawatch.
Io non ci sto e sono certa di essere in foltissima compagnia, perciò insultatemi pure.
Fonte: Dagospia del 3 luglio 2019