LE INONDAZIONI DEL «RE DEI FIUMI, ERIDANO»
Quando il treno veloce s’inoltra su qualche ponte sul Po, e lo sferragliare della locomotrice e delle carrozze sulle rotaie s’infrange contro la gabbia in ferro che imprigiona il convoglio, i bambini si alzano in piedi, gli uomini e le donne si voltano verso i finestrini oltre i quali è l’onda fulva che pare immobile, e tutti esclamano: il Po!
Le placide acque continuano la loro marcia metodica verso la foce senza curarsi degli uomini che sulle sponde del fiume si bagnano e si divertono nei mesi estivi, o tremano quando lo vedono ingrossarsi. I poeti lo hanno cantato, gli scrittori l’hanno esaltato, i pittori lo hanno ritratto sulle loro tavolozze e i fotografi l’hanno ripreso infinite volte. Il poeta latino Virgilio l’ha chiamato «il re dei fiumi, Eridano».
E il Po cammina da secoli nella strada che si è scavata nel centro di una delle più belle e più ricche vallate del mondo col suo carico di acque apportatrici di vita e di morte. Percorre i suoi seicentocinquanta chilometri di strada assorbendosi anche il carico di ventiquattro affluenti, occupando un bacino di settantacinquemila chilometri quadrati. La forza del leone è ridicola nei confronti della sua, la potenza dell’uomo non riesce ad imbrigliarlo. In poco più di venti secoli ha portato tanta terra alla foce da allungare il suo percorso di sessanta chilometri ed attualmente s’avanza nell’Adriatico di circa settanta metri all’anno.
Dicono che i fiumi non abbiano coscienza di quello che fanno, altrimenti nel giorno del Giudizio ci sarebbe un gran daffare per passare in rassegna tutto il bene e il male che il Po ha compiuto nel suo corso secolare. Ma se Dio gliela manda buona, questo nostro fiume non potrà certo evitare i rancori che le popolazioni da lui colpite sentono verso di lui per le sue frequenti inondazioni.
Cause dell’inondazione
Noi daremo un elenco di inondazioni del Po dall’anno 204 avanti Cristo fino ai giorni nostri. Naturalmente il gran carico di acque di questo grande fiume collettore spiega da solo il fenomeno troppo frequente delle alluvioni le quali, se in tempi remoti arrecavano danni limitati per lo spopolamento della valle padana e la minore intensità di coltivati, oggi presentano spaventosi consuntivi di disastri.
Un tempo il fiume era evidentemente più incassato nel suo letto e nei confronti del terreno circostante: prova ne sia la navigazione che nell’epoca romana era frequentissima anche a mezzo di grosse imbarcazioni. Per questo e per la maggiore estensione che aveva l’alveo del fiume, era più facile si contenesse la portata delle acque. Inoltre le zone golenali erano sterminate sicchè permettevano al fiume un maggior gioco di elasticità. In epoche più vicine a noi furono costruiti gli argini maestri che racchiudono, sì, le zone golenali, ma in misura strettamente necessaria ad un normale flusso di acque ; e questo per consentire una maggiore utilizzazione di territorio a coltivazione intensa. Secondo un documento storico dell’anno 924 sembrerebbe, ad esempio, che a quei tempi Sabbioneta fosse costruita sulle sponde del Po, mentre oggi sappiamo che ne dista sei chilometri. Prova, questa, del più vasto alveo che il Po aveva un tempo. D’altra parte è noto che alcune valli adiacenti al corso del fiume erano paludi padane.
Inoltre il disboscamento indiscriminato che è stato operato sulle nostre montagne negli ultimi secoli ha danneggiato immensamente le valli favorendo le inondazioni dei fiumi.
Continua a leggere”LE INONDAZIONI DEL PO, DALLA NOTTE DEI TEMPI.”