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“La scrittura in corsivo è la base dell’umanità, la PAROLA: stampato e tastiere da computer deprivano il bambino. A scrivere si impara scrivendo”.
Intervista a Piero Crispiani
Siamo sempre stati sostenitori della scrittura corsiva. È, inutile ribadirlo, ma lo sottolineammo, nuovamente, per correttezza: la scrittura creativa è il modo migliore affinché tutti pensino in modo diverso.
Perdere la scrittura manuale e in corsivo fa parte di una maggiore spinta sociale a diminuire l’espressione di sé attraverso le arti. Perché il corsivo è, indubbiamente, un’espressione artistica del sé, una rappresentazione del sé nel mondo. Ne parliamo con un’autorità nel settore, il professore Piero Crispiani (Professore Onorario Università di Macerata e Professore Straordinario Link Campus University di Roma) che da anni è uno dei più convinti assertori dell’indispensabilità del corsivo per la formazione completa dell’individuo.
I motivi dell’importanza della scrittura in corsivo sui piani grafo motorio, semantico, del pensiero e della produzione sintattica
Sono diversi i motivi dell’importanza della scrittura in corsivo sui piani grafo motorio, semantico, del pensiero e della produzione sintattica del testo. In più sedi, unitamente a molti osservatori, se ne è parlato. La pratica del corsivo sviluppa e potenzia:
- Lo scorrimento da sinistra a destra.
- La fluidità della scrittura e, del pari, della lettura.
- La corrispondenza temporale con il pensiero di ciò che si scrive (penso e scrivo in tempi abbastanza prossimi o sovrapposti): si tratta di una forma di “sinestesia”, essenziale funzione cognitivo-motoria.
- La personalizzazione del proprio tratto grafico della scrittura (quindi la firma).
- Il piacere di scrivere (benché funzione oggi derisa da molti o, comunque, evitata).
Nel corsivo si riversano tratti personali sia di ordine psico-emotivo che di natura grafo-motoria, prassica
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