Marino Colombari
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20.01.2017
È andato in un mondo migliore»: così recita l’epigrafe della necrologia di Marino Colombari, 73 anni, morto in seguito a una caduta accidentale nel giardino di casa e ricoverato in terapia intensiva dove però la sua forte fibra ha ceduto dopo pochi giorni. Era conosciuto in Lessinia, e non solo, per le sue decise prese di posizione su ambiente, migranti e ordine pubblico.
Nacque in Lussemburgo, da genitori originari di Badia Calavena: il papà aveva trovato lavoro in miniera. Lui fu sempre operaio, allo stabilimento dolciario «Motta» di San Martino Buon Albergo; con la pensione decise di trasferirsi da Marcellise, dove passò la maggior parte dei suoi anni, a San Rocco di Piegara di Roverè, dove finalmente si trovò a contatto con quell’ambiente naturale che frequentava giornalmente e difendeva a spada tratta.
Era un combattente nato, infatti, Marino, diventato segretario di sezione del Movimento sociale italiano di San Martino prima della trasformazione in Alleanza nazionale, dalla quale uscì in malo modo dopo un breve periodo da presidente del circolo, cacciato dai nuovi politici. «Fu decisivo l’episodio della tazzina», racconta l’avvocato Giovanni Settineri, che gli successe nella carica e che, con Marino e la sua famiglia, ha sempre conservato un rapporto d’amicizia: era infatti finita sui media nazionali la sua intransigenza di portarsi al bar la tazzina per il caffè, non volendo bere in quella che forse era già stata usata da extracomunitari. I neri non li voleva neanche vedere in fonderia, perché diceva che «inquinavano il ferro».
Ma lui era così: «feroce» quando sosteneva che l’unica salvezza era una nuova marcia su Roma e nello stesso tempo generoso all’inverosimile con chi suonava al suo campanello: teneva a bada il suo feroce pastore belga Adolfo, addestrato per mordere chiunque eppure poi metteva a disposizione tempo e cose per chiunque.
Sono celebri i suoi interventi a Canale Italia, nelle trasmissioni della mattina, nelle quali interveniva con la sua irruenza, tagliando di netto sofismi e discorsi politicamente corretti. «È stata persona che dalla politica non ha mai avuto un tornaconto personale ma alla quale ha dato moltissimo. Andavamo insieme ad affiggere i manifesti del Msi per tutto l’Est Veronese, fino a Selva di Progno e Marino ci metteva i soldi per la colla e per la benzina dell’auto», aggiunge Settineri.
La salvaguardia dell’ambiente era diventata ultimamente la sua priorità, con importanti denunce se trovava zone inquinate mentre passeggiava. Amava farsi chiamare anche come «La volpe della Lessinia» per il suo fiuto per chi non rispettava le regole: fossero agricoltori che spandevano liquami sui campi, o amministratori che ignoravano scarichi abusivi, o vigili che non multavano chi parcheggiava in modo scorretto.
I funerali saranno domani, alle 9.30, nella chiesa di Marcellise, paese dove sarà sepolto accanto all’amata moglie Giulietta con la quale fino allo scorso anno ha condiviso la vita.
(V.Z.)