Mag 27 2016

STEVIA: UNA PICCOLA PIANTA CONTRO L’INDUSTRIA SACCARIERA

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 00:06

 

Stevia_rebaudiana_p3

 

Di Corinne Smith* – tratto da “L’Ecologist italiano” nr. 4

 

Originaria del Paraguay, Gli indios Guaranì la chiamano Ka’a He’e (Ka’a = erba He’e = dolce), la Stevia rebaudiana Bertoni presenta delle foglie che hanno un potere dolcificante quaranta volte superiore a quello dello zucchero. La Stevioside estratta dalla pianta è, a sua volta, trecento volte più dolcificante! La Stevia è attualmente utilizzata come edulcorante in Giappone, in America latina, in Cina, e come complemento alimentare negli Stati Uniti ma è… proibita in Europa.

 

Un’alternativa allo zucchero, ai dolcificanti di sintesi… e agli industriali del settore?

 

La Stevia rebaudiana Bertoni fa parte della famiglia delle Asteracee e del genere Stevia che raggruppa 154 specie. Questa pianta alta circa 60- 100 cm , resistente e non selvatica, è originaria del nord-est del Paraguay. Gli indiani Guaranì utilizzarono questa “erba dolce” fin dai tempi precolombiani per dolcificare la loro bevanda principale, il màte.

Il nome della specie, “rebaudiana“, le è stato conferito in omaggio al chimico Rebaudi che per primo è riuscito ad isolare la sostanza edulcorante contenuta nella pianta.

Moises (Mosè) Bertoni, direttore della facoltà di agraria di Asuncion in Paraguay, è stato invece il primo a pubblicare una descrizione della pianta nel 1899, ma l’aveva confusa con un’agrimonia e l’aveva chiamata infatti Eupatorium rebaudiarium. Il qualificativo “Bertoni” sarà accolto solo più tardi, in seguito a ricerche portate avanti da botanici tedeschi che hanno corretto l’errore. Si può comunque ascrivere a merito di Bertoní il fatto che la sua “scoperta” ha facilitato la diffusione e portato in tutto il mondo la fama della Stevia.

 

Così questa pianta, per il grandissimo potere dolcificante delle sue foglie, è attualmente coltivata e commercializzata in Paraguay, in Messico, in Brasile, in Giappone – dove è presente nel 50% dei prodotti dolcificanti – in Cina, in Malesia e in Corea del Sud. Le sue foglie sono lasciate seccare per essere poi ridotte ad una polvere più o meno raffinata, che può essere verde o bianca. Il suo successo commerciale in quei paesi è dovuto al grande potere dolcificante conferitole dal composto molecolare “stevioside” che rappresenta all’incirca il 10% della materia secca della pianta.

 

Commercializzazione limitata


 

La Stevia, molto popolare in America Latina e in Asia, non può essere commercializzata in Europa; non essendoci infatti mai stati dei consumi significativi di essa all’interno dell’Unione Europea, è considerata fuori legge.

Le decisioni della Commissione Europea sono particolarmente chiare: la Stevia , “pianta e foglie secche”, non può essere messa sul mercato come “alimento o ingrediente alimentare” (1) o come edulcorante (2) – ma nulla ne vieta la commercializzazione come pianta ornamentale.

 

La Commissione si basa non su una presunta tossicità, ma sulla mancanza di dati disponibili.

Il deputato europeo Graham Watson in una petizione rivolta alla Commissione (3) fa notare che i dati sono insufficienti sia per autorizzare che per proibire definitivamente la commercializzazione della Stevia a fini alimentari. Il commissario Byrne di rimando sostiene, nella sua replica del 3 luglio del 2000, che possono esser presentate nuove domande. In pratica, la decisone della Commissione ha portato ad un quasi totale abbandono delle varie iniziative in favore della Stevia in Europa e in particolare di un programma di coltivazione di questa pianta nel sud Europa (4).

 

Tuttavia alcuni scienziati, come il Dottor Jan Geuns della Università Cattolica di Lovanio, la cui richiesta di autorizzazione è all’origine della presa di posizione da parte della Commissione, hanno continuato le ricerche e sono categorici sull’innocuità della pianta.
Il dossier della Stevia potrebbe dunque essere riaperto, su pressione scientifica e mediatica, visto che una società francese che distribuiva polvere di Stevia è attualmente sotto processo.

 

La Stevia fa concorrenza ai dolcificanti


 

La Stevia è una concorrente diretta dei dolcificanti di sintesi poiché come questi non contiene calorie e ha un grande potere dolcificante. Anzi sembra che la Stevia non presenti rischi per la salute.

La questione del possibile effetto cancerogeno dei dolcificanti di sintesi è stata più volte sollevata.

7000 reclami contro l’aspartame sono stati inviati tra il 1982 e 1995 alla Food and Drug Administration (FDA) americana, mentre nessun reclamo è mai stato registrato finora sulla Stevia.

Non esiste alcuno studio sulla salute degli Indiani Guaranì che abbia sollevato dubbi riguardo ai possibili effetti negativi del loro consumo quotidiano di 10 caraffe di màte dolcificato con la Stevia.

 

Può essere la Stevia oggetto di censura?

 

Negli Stati Uniti nel 1991 la FDA aveva proibito l’uso della Stevia come additivo alimentare e ne aveva vietata l’importazione. Sotto la pressione di consumatori e produttori, la FDA ha accettato nel 1995 di autorizzare la vendita della Stevia a titolo di “complemento alimentare”, ma la sua commercializzazione come dolcificante è tuttora vietata.

 

La commercializzazione della Stevia è autorizzata in Giappone e nei paesi dell’America Latina dove gli studi necessari a consentire l’immissione sul mercato hanno determinato la sua innocuità. E governo canadese sta sviluppando attualmente un programma scientifico per incoraggiare la produzione della Stevia.

 

Un sostituto dello zucchero


 

Certamente la Stevia è un concorrente per l’industria dello zucchero, dato che non è calorica e può facilmente essere coltivata, come il basilico, da chiunque per uso personale. L’Afssa ha raccomandato in un recente rapporto una diminuzione del 25% nel consumo quotidiano di zucchero, responsabile, almeno in parte, del sovrappeso che affligge, secondo alcune stime, il 19% dei bambini.

E’ meglio trovare i glucidi negli zuccheri lenti, che si digeriscono e si assimilano lentamente, favorendo l’aumento regolare e la stabilizzazione del tasso di glucosio nel sangue. Secondo i sostenitori della Stevia, questa pianta, diversamente dallo zucchero, presenta dei vantaggi per la salute, come ad esempio la regolazione del diabete e dell’ipoglicemia, a condizione di un consumo sufficiente di zuccheri lenti che la Stevia non rimpiazza, permettendo però di soddisfare il nostro fabbisogno profondo, e difficilmente eludibile, di zucchero.

 

Una pianta per uso industriale?


 

La questione non si può ridurre tuttavia all’opposizione tra gli zuccherifici chimici “grandi e cattivi” e i “piccoli” produttori di Stevia, perché nei paesi in cui la Stevia è entrata nel mercato a pieno titolo, è diventata un prodotto industriale come tutti gli altri. Così ad esempio nel 1970 il Giappone ha bandito l’uso degli edulcoranti artificiali (aspartame e saccarina) per motivi sanitari e nello stesso momento un consorzio giapponese metteva a punto un metodo per l’estrazione dei glucosidi della Stevia. Lo Stato giapponese ha allora autorizzato l’estratto di Stevia come dolcificante alimentare e in questo paese l’estratto è ormai presente in una grande quantità di prodotti agro-alimentarí: dalla salsa di soia alle bevande gassate, dalla gomma da masticare alle focacce e ai dolci di riso.

Se si vuole consumare la Stevia in Europa, dunque, il mezzo più sicuro per sfuggire alla logica industriale è di coltivarsela da soli: le foglie si possono consumare così come sono, al naturale!

 

Note


 

1) -Decisione della Commissione del 22 febbraio del 2000 n’2000/196/CE relativa A rifiuto di autorizzazione di immissione sul mercato della Stevia rebaudiana Bertoni: “pianta e foglie secche” considerata come nuovo alimento o nuovo ingrediente alimentare, in conformità alla normativa (CE) n’258/97 sugli alimenti nuovi.

 

2) – Commissione Europea, Scientific Committee on Food, CS/ADD/EDUL/167 finale, 17 giugno 1999, “Opinion on stevioside as eweetener”.

 

3) – Official Journal of the European Communities, written question E- 1466/00. Il documento è  del 10 maggio del 2000, la risposta del Commissario Byrne è del 3 luglio del 2000 e la pubblicazione del 18 aprile 2001.

 

4) -Studio realizzato presso l’Istituto di tecniche agrarie dell’Università di Hobenheim dal prof. Thomasjungbluth in collaborazione con l’università di Algarve de Faro in Portogallo. Sito: http://www.uni-hohen-heim.de

 

 

Fonte: da srs di Corinne Smith, editorialista dell’edizione francese de L’Ecologiste

Link: http://www.ecologiste.org/

Fonte: Disinformazione.it

Link: http://www.disinformazione.it/stevia2.htm

 

 

ASPARTAME & SOSTITUTI NATURALI (STEVIA)


 

Che l’aspartame sia un edulcorante (dolcificante) insicuro è da diverso tempo un dato di fatto.
Recentemente la conferma diretta della FDA (Food and Drug Administration), che ha stabilito che l’aspartame è collegato con l’insorgenza di tumori al cervello, oltre che ha una comprovata neurotossicità ed è la causa di “92 sintomi” allarmanti, come cecità, problemi neurologici (parkinson, alzhaimer) e vascolari, paralisi. 
E’ anche un dato di fatto che però questo tipo di dolcificante, si adatta a particolari situazioni ed esigenze a cui i più comuni dolcificanti naturali, non possono competere. Quale sono i Pro di un dolcificante come l’aspartame rispetto ad altri dolcificanti?

Essenzialmente Due:

– Basso potere calorico (essendo circa 200 volte più dolce del saccarosio) ne viene impiegato a quantità bassissima.

– Non innalza la glicemia (adatto a pazienti diabetici)

 

Faccio notare, che è molto di moda inserire aspartame in prodotti light, o diet, appunto per le due cause esposte pocanzi. 
Alzare la glicemia, significa aumentare i livelli di zuccheri nel sangue, il che comporta l’innalzamento dell’insulina per “pareggiare” il suo eccesso, e riportare il tutto a una situazione bilanciata.
E’ anche vero che come ben sapranno medici, e sportivi, che il cosiddetto Picco Insulinico, ha come effetto “Collaterale” quello di “Sparare” nutrienti anche negli adipociti, ossia ci fa ingrassare.
Tanto per rimanere in tema, la nota dieta a Zona proposta da Barry Sears, si basa proprio sull’evitare questo picco insulinico.

E’ anche noto che in particolari regimi dietetici (Ipocalorici) molto di moda tra gli sportivi, avere l’insulina alta comporta delle conseguenze relativamente “pesanti” per uno sportivo: bloccare la lipolisi (l’uso dei grassi come fonte di energia = dimagrimento) e la produzione seppur minima di Gh endogeno. (Ormone della crescita) 
    Non dimentichiamo poi gli amici diabetici, che non possono permettersi fisicamente di bilanciare la glicemia producendo insulina propria (Endogena), ma si debbono aiutare con l’insulina fornita dall’esterno con un’iniezione (Esogena). 
L’aspartame teoricamente permette di dare un sapore MOLTO GRADEVOLE ai cibi, evitando il surplus calorico e l’innalzamento glicemico.

 

Per chi è ancora scettico faccio un esempio pratico: 
Prendiamo la bevanda più bevuta (e anche più criticata) al mondo : Coca-Cola 
Vi sarà noto che ne esistono sostanzialmente due versioni: quella normale, in lattina o bottiglia rossa, e quella dietetica in lattina o bottiglia grigia metallica.

Riporto la tabella Calorica per 100ml (una lattina ne ha 330) per ogni tipo:

Coca Cola Normale: 
Valore Energetico: 42 Kcal 
Proteine: 0 grammi 
Carboidrati:10,6 grammi 
Grassi:0 grammi

Coca Cola Light: 
Valore Energetico: 0,4 Kcal 
Proteine: 0 grammi 
Carboidrati: Assenti 
Grassi: 0 grammi

 

Facendo un rapido conto, ossia il valore energetico della Normale, diviso quelle della Light, ossia 42 diviso 0,4 = 105.

Conclusione Pratica …… bere 105 lattine di Coca Cola light al giorno caloricamente parlando equivale a bere 1 sola lattina di Coca Cola normale al giorno.

Se non ci fossero i GRAVISSIMI effetti collaterali citati all’apertura di questo articolo tutto sommato non sarebbe nemmeno poi tanto male come dolcificante viste le proprietà. 
La domanda che qualcuno si starà ponendo: “Ma possibile che non esisti un dolcificante con le stesse (o comunque simili) proprietà, e che sia INNOCUO per la salute ?!??!” 
Una possibile risposta è la seguente: STEVIA.

 

Cos’è la Stevia ?

 

E’ una piccola erbacea arbustiva perenne della famiglia dei crisantemi, nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile.

Ha una straordinaria capacità dolcificante: nella sua forma naturale è circa 10/15 volte più dolce del normale zucchero da tavola.

Nella sua forma più comune di polvere bianca, estratta dalle foglie della pianta, arriva ad essere dalle 70 alle 400 volte più dolce dello zucchero, pertanto è il dolcificante naturale più potente.

Una sola fogliolina fresca sprigiona al palato, dopo qualche istante, una fortissima sensazione dolce, e resta alla fine un lieve retrogusto di liquirizia.

 

Le caratteristiche principali…

 

– non causa diabete

– non contiene calorie

– non altera il livello di zucchero nel sangue

– non ha tossicità (al contrario dei dolcificanti sintetici)

– non avendo zuccheri non provoca carie e placca dentale

– non contiene ingredienti artificiali

– può essere usata per cucinare

 

Impieghi medici ipotizzati

 

– diabete, obesità, iperattività, pressione alta, ipoglicemia, indigestioni;

– diminuendo l’intossicazione dell’organismo provocata dallo zucchero raffinato, probabilmente giova alla pelle;

– poiché soddisfa la voglia di dolce, quasi sempre mette a tacere la “fame psicologica” di carboidrati (pane, pasta, ecc.) e di dolci;

– fornendo una gradevole soddisfazione primaria (il dolce) è probabile che diminuisca i bisogni compulsivi di fumare e bere alcool.

 

Ci serve sapere che

 

– durante l’essiccazione il peso del prodotto fresco si riduce ad 1/5;

– 15 ml di estratto sono pari a 370 gocce circa; foglie di Stenia

– 15 ml di estratto corrispondono al potere dolcificante di circa 1 kg di zucchero;

– una goccia di estratto di Stevia equivale a circa 3 gr di zucchero;

– 1 cucchiaino da caffè di zucchero pesa circa 2 gr., mentre 1 bustina preconfezionata di zucchero contiene circa 5 grammi ;

– 1 goccia di estratto di Stevia equivale a circa 1,5 cucchiaini di zucchero, e 3 gocce di estratto di Stevia equivalgono quasi ad una bustina  di zucchero a CALORIE 0

 

Gli scettici cominceranno a chiedersi : “Ma funziona davvero ?!??” “Perché allora non si usa?!?”

La prima risposta è molto facile. 
Non sarò io a rispondervi, ma la Coca Cola indirettamente risponderà a posto mio, basti pensare che in Giappone viene usato come dolcificante per la Coca Cola Light. (Potrebbero farlo anche da noi non credete ?!?!?!?)

 

Chi usa la Stevia e come? 


 

Nel mondo cosiddetto “incivile” e poco o nulla tecnologico…

La Stevia è conosciuta da molti popoli, oltre che per il suo potere dolcificante, anche per le sue proprietà medicinali ed è stata usata dagli indiani per le sue doti curative per centinaia di anni.

Negli USA e nel mondo civilizzato…

Ne è approvato ufficialmente l’uso in 10 paesi, inclusi Giappone, Paraguay e Brasile.

Negli USA può essere venduta come supplemento dietetico ma non come dolcificante o additivo per cibi.

In Giappone è usata per produrre la Diet Coke ®

E’ comunque generalmente usata nei soft drinks, nelle chewing-gum, come tavolette dolcificanti, negli sciroppi e nei prodotti farmaceutici.

 

In Italia e in Europa…

 

Nel 1999 la Commissione sugli Additivi nei Cibi del WHO (World Healt Organization), e il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell’Unione Europea, riesamina i dati disponibili sullo stevioside e decide che non è accettabile come dolcificante.

Successivamente, il 22 febbraio del 2000 la Commissione Europea , seguendo le opinioni del Comitato Scientifico per gli Alimenti – SCF, confermando la precedente decisione del 1999, ha deciso che la Stevia Rebaudiana (pianta ed estratti secchi) non può essere inserita nel mercato comunitario come alimento o come semplice ingrediente.

 

Chi non vuole la Stevia ?

 

Alcune “ipotesi”

– Forse perchè come pianta spontanea non è brevettabile, e quindi di per sè non è sfruttabile?

– Forse perchè se si diffondesse nell’uso domestico al posto dello zucchero raffinato, le potentissime industrie e coltivazioni collegate (coltivazioni di barbabietole e di canna da zucchero, raffinerie, trasporti, ecc.) ne sarebbero tremendamente colpite?

– Forse perchè se si diffondesse come dolcificante la lobby chimico-farmaceutica dovrebbe dire addio ai suoi preziosissimi (e quasi tutti dannosi) dolcificanti di sintesi?

 

Chi vuole la Stevia ?

 

Alcune certezze… I consumatori, fra cui:

– chi è attratto dai prodotti naturali

– chi ha problemi di linea e magari usa i dolcificanti

–  chi sa che i cibi sono quasi sempre pieni di additivi di ogni sorta, e gradisce eliminarne qualcuno quando è possibile

– I negozi e le ditte che trattano prodotti erboristici e naturali.

 

Conclusione:


 

Ci troviamo di nuovo di fronte a un problema burocratico che si sta ripercuotendo sulla NOSTRA SALUTE, ci è stata negata la libertà di scelta, e siamo costretti ad ingozzarci di zuccheri cancerogeni facilmente sostituibili con prodotti del tutto SANI.

Se questa la chiamate libertà…..

 

Link Utili anzi… utilissimi:

 

http://www.xmx.it/stevia.htm (da cui ho riportato la descrizione della Pianta) da visitare assolutamente !

http://www.xmx.it/stevialibera.htm (Campagna STEVIA LIBERA)

http://www.stevia.net/ (Tutto su questa DELIZIOSA pianta) In inglese

http://www.dorway.com/stevia.html (alcune parole del Dr. Julian Whitaker riguardo la Stevia e l’FDA)

http://www.sportmedicina.com/giovaniatavola.htm (alcune tabelle caloriche) Motori di ricerca : Inserite le parole magiche STEVIA e vedrete quanti bei link compariranno.

 

 

Fonte: srs di Marco “J3njy” Marcoaldi da Disinformazione.it

Link: http://www.disinformazione.it/

Link: http://www.disinformazione.it/stevia.htm

 

(VR 06 marzo 2010)

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