SPQR, acronimo del latino Senatus PopulusQue Romanus.
In italiano “Il Senato e il popolo romano”.
Racchiude in sé le figure che rappresentano il potere della Repubblica romana: il Senato e il popolo, cioè le due classi dei patrizi e dei plebei che erano a fondamento dello Stato romano.
Significati “ironici”
Il personaggio dei fumetti Obelix, creato da René Goscinny e Albert Uderzo, interpreta umoristicamente l’acronimo come Sono Pazzi Questi Romani!
Un’altra storpiatura comica di SPQR è nel film S.P.Q.R. 2000 e ½ anni fa, in cui Massimo Boldi esclama, inseguito da soldati romani: “Sono Porci Questi Romani!”
“Sono Porci Questi Romani!” è stata ripresa anche da Umberto Bossi, che naturalmente ha fatto arrabbiare i “SPQR” de Roma.
Battute irriverenti, ma niente in confronto a quello che già gli antichi pensavano di Roma e delle nefaste conseguenze del suo imperialismo.
Sallustio e Tacito ci hanno lasciato pagine molto critiche nei riguardi di Roma, che ci spingono a riflettere sulla situazione politica del nostro tempo, per certe analogie molto simili col passato.
LO STESSO GIULIO CESARE NEL DE BELLO GALLICO FA DIRE AL CAPO GALLICO CRITOGNATO
“Ma i Romani, gelosi di tutti coloro di cui conoscono la nobile fama e la potenza guerriera, che altro chiedono o vogliono, se non stabilirsi nelle loro campagne e nelle loro città ed infliggere loro un eterno servaggio?
Nessuna guerra con altro scopo essi fecero mai.
Che se voi ignorate ciò ch’essi fanno in lontani paesi, guardate la Gallia a noi vicina, che, ridotta a provincia, privata dei suoi diritti e delle sue leggi, soggetta alle scuri, si trova oppressa da una servitù senza fine”.
GAIO SALLUSTIO CRISPO IN LETTERA DI MITRIDATE, FA DIRE AL RE MITRIDATE
“Il re Mitridate al re Arsace salute…
Romani hanno un sola ragione, peraltro molto antica, di far guerra alle nazioni, ai popoli, a tutti i re: la smisurata una insaziabile cupidigia di dominio e di ricchezza…. l’uso loro di sovvertir tutti i regni…. che fin da principio nulla per loro vi fu, patria, mogli, terre, potenza, che rapinato non fosse… che vagabondi un tempo, senza patria e bastardi, si sono uniti per esser la peste della terra…. che non si lascian fermare da nessuna legge umana e divina nell’assorbire e annientare alleati ed amici, vicini e lontani, deboli e forti…. e che chiunque non obbedisce loro, i re anzitutto, è un nemico…..
I Romani han pronte le armi contro tutti, ma più furibonde contro coloro da cui la vittoria potrà trarre un bottino più grande.”
LO SCRITTORE LATINO TACITO IN AGRICOLA FA DIRE AL COMANDANTE DEI CALENDONI CALGAGO:
« …Perché per voi tutti che siete qui e che non sapete cosa significhi la servitù, non esiste altra terra oltre questa e neppure il mare è sicuro, da quando su di noi incombe la flotta romana… avevamo persino gli occhi non contaminati dalla schiavitù.
Noi, che siamo al limite estremo del mondo e della libertà, …. dopo di noi non ci sono più altre tribù, ma soltanto scogli e onde e un flagello ancora peggiore, i romani, contro la cui prepotenza non servono come difesa neppure la sottomissione e l’umiltà.
Razziatori del mondo, adesso che la loro sete di universale saccheggio ha reso esausta la terra, vanno a cercare anche in mare: avidi se il nemico è ricco, arroganti se povero, gente che né l’oriente né l’occidente possono saziare.
Loro bramano possedere con uguale smania ricchezze e miseria.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero.
Fanno il deserto, e lo chiamano pace. »
Altro che l’ ironica battuta SPQR: “Sono Porci Questi Romani”.