.
Fabio Crivellente, presidente della Consulta del lavoro, ha donato al «Silva – Ricci» due panchine invitando gli studenti a non stare in silenzio
.
Testimonianza «La prima volta avevo 16 anni e non ho avuto il coraggio di difendere la mamma da mio papà. Per questo mi appello ai ragazzi affinché denuncino subito»
LEGNAGO «Avevo 16 anni quando ho visto per la prima volta mia madre vittima di violenza. Questa esperienza terribile l’ho vissuto sulla mia pelle, per cui quando una vostra insegnante mi ha chiesto se volessi contribuire al progetto della scuola non ho avuto dubbi. Ho donato due panchine pensando alla mia storia, ma soprattutto a voi che avete gli strumenti per cambiare davvero le cose». È un messaggio forte, che arriva dritto al cuore, quello che Fabio Crivellente, presidente della Consulta comunale dell’Economia e del lavoro, ha lanciato agli studenti dell’Iss Silva- Ricci di Legnago, dove l’altra mattina, nell’ingresso dell’istituto, sono state inaugurate due panchine speciali: una rossa, emblema della lotta contro la violenza sulle donne, ed una blu, per dire basta ad ogni forma di esclusione ed emarginazione.
.
Cerimonia toccante
Due simboli di grande impatto, che entrando nella quotidianità di tutti gli studenti, come hanno ricordato le docenti referenti del progetto Romana Rossin, insegnante di lettere e vicepreside, e Patrizia Ferraro, di Scienze motorie – potranno fungere da stimolo ad un maggiore impegno personale nel combattere ogni forma di violenza e di discriminazione.
.
Istituto «Silva-Ricci» Le panchine regalate da Crivellente
.
«Ho sofferto molto», ha rivelato Crivellente con la voce rotta dalla commozione, segno evidente di un dolore mai sopito, «sia da ragazzo quando vedevo stare male mia madre, sia dopo perché a quel tempo non ho avuto il coraggio di intervenire, di fermare, nel modo giusto, quella violenza subita da mio madre. E il senso di colpa, che ha iniziato a manifestarsi già allora, mi accompagna ancora. È un peso che non mi abbandona mai».
«Per questo», ha aggiunto il termotecnico 67enne rivolgendo un accorato appello agli studenti, «non dovete aver paura e se vivete situazioni come la mia agite, naturalmente nel modo giusto, perché in futuro non dobbiate anche voi portarvi sulle spalle e sul cuore un macigno come il mio. Avete tutti gli strumenti per farlo: parlate, denunciate, senza alcun timore».
Progetto scolastico
Una testimonianza carica di dolore che ha esplicato più di qualsiasi altra considerazione i veri obiettivi del progetto al quale la scuola lavorava da oltre un anno, con un particolare coinvolgimento della quinta A di Chimica e della quinta di Biotecnologie sanitarie.
Grazie a questa iniziativa, che mira ad azioni concrete, tutti gli studenti dell’istituto avranno un’opportunità in più per diventare parte attiva nel combattere la violenza di genere, ma anche ogni forma di sopruso e di mancanza di rispetto per le differenze di cui ciascuno può essere portatore: fisiche, anagrafiche, etniche e di orientamento sessuale.
Ilprogetto è stato presentato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con un momento di riflessione in cui, oltre a Crivellente, sono intervenuti in aula magna il dirigente scolastico Alessio Mario Annolfi che ha parlato «di un’azione di sensibilizzazione intrapresa dalla scuola proprio in relazione alla nostra quotidianità», le docenti referenti Rossin e Ferraro, e due componenti della Commissione Pari Opportunità del Comune, Alessandra Tadiello e Elisa Peroni.
«Per dare continuità all’iniziativa», ha spiegato Rossin, «accanto alle panchine abbiamo collocato una cassetta postale rossa dove ciascun alunno potrà lasciare, anche in forma anonima, dei biglietti con segnalazioni che verranno poi ritirati mensilmente e consegnati alla Cpo e al Centro antiviolenza Legnago Donna
.
Fonte: srs di ELISABETTA PAPA, da L’Arena di Verona del 28 novembre 2024