Gen 07 2020

IL VERO NOME DI GESÙ

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Gesù Yeshùa

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È probabilmente la persona più conosciuta al mondo. Parliamo di Gesù. Ma chi era davvero Gesù? Su di lui si pensa di sapere molto. Ma qual era la sua vera identità? Era un visionario?, un personaggio mitico non esistito veramente?, solo un uomo?, un profeta?, un rivoluzionario?, era Dio fattosi uomo?, era una potente creatura spirituale con una esistenza preumana?

   La Bibbia ci dice chi fu veramente questo “Gesù”. C’è molto da scoprire, ma occorre mettere da parte le nozioni religiose date per certe e indagare invece le Sacre Scritture. Si faranno allora scoperte sorprendenti. Si scoprirà – tanto per cominciare – che “Gesù” non è il suo vero nome.

   Il nome Gesù è la traslitterazione in italiano del nome greco Ỉησοῦς [Iesùs].

Il cosiddetto Nuovo Testamento fu scritto in greco (meglio sarebbe chiamare questa parte della Bibbia Scritture Greche). Il nome Iesùs è quindi la traduzione greca del suo vero nome ebraico, dato che egli era un ebreo. Sappiamo il suo nome ebraico? Sì.

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Dic 12 2019

IL PRIMO CRISTIANO DI VERONA ERA UN BIMBO DI 3 ANNI

L’epigrafe a San Procolo per Victor(i)nianus, morto a due anni e 11 mesi dopo essere stato battezzato (BATCH)

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Si chiamava Victorinianus, è vissuto alla fine del IV secolo dopo Cristo ed è morto in tenerissima età (per un motivo che si è perso nella notte dei tempi), a nemmeno tre anni: è lui il più antico cristiano veronese di cui abbiamo testimonianza. Il primato, appunto quello di iscrizione paleocristiana più antica di Verona, appartiene a un’epigrafe ritrovata lungo le scale che conducono alla cripta dell’antica chiesa romanica di San Procolo, a poche decine di metri da San Zeno.

Un’iscrizione riaffiorata durante i lavori, datati anni Ottanta, di recupero funzionale dell’edificio sacro sorto sull’area di un sepolcreto romano dove, evidentemente (grazie al piccolo Victorinianus ne abbiamo ora le prove) già nel IV secolo era previsto un settore dedicato alla comunità cristiana. Già allora era stata fotografata e studiata.

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Apr 15 2019

CHIESA E SCANDALI SESSUALI. IL TESTO DI PAPA EMERITO BENEDETTO XVI

Category: Chiesa Cattolicagiorgio @ 08:41

Benedetto XVI

 

 

Di seguito il testo integrale che il papa emerito Benedetto XVI ha scritto a proposito della crisi da abusi sessuali che è scoppiata in maniera dirompente nella Chiesa.

 

 

Dal  21-24 febbraio , su invito di Papa Francesco, i presidenti delle Conferenze episcopali mondiali si sono riuniti in Vaticano per discutere dell’attuale crisi della fede e della Chiesa, crisi vissuta in tutto il mondo dopo le scioccanti rivelazioni di abusi clericali perpetrati contro i minori.

 

La portata e la gravità degli episodi denunciati ha profondamente angosciato sia i sacerdoti che i laici, e ha fatto sì che parecchi abbiano messo in discussione la Fede stessa della Chiesa. Era necessario inviare un messaggio forte, e cercare un nuovo inizio, per rendere la Chiesa di nuovo veramente credibile come luce tra i popoli e come forza al servizio contro le potenze della distruzione.

 

Poiché io stesso avevo servito in una posizione di responsabilità come pastore della Chiesa al momento dello scoppio pubblico della crisi, e durante il periodo precedente, ho dovuto chiedermi – anche se, come emerito, non sono più direttamente responsabile – come avrei potuto contribuire a un nuovo inizio.

 

Così, dopo l’annuncio dell’incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali, ho compilato alcuni appunti con cui poter contribuire con una o due osservazioni per aiutare in questo momento difficile.

 

Dopo aver contattato il segretario di Stato, il cardinale [Pietro] Parolin e lo stesso Santo Padre [Papa Francesco], mi è sembrato opportuno pubblicare questo testo nel Klerusblatt [un periodico mensile per il clero in gran parte delle diocesi bavaresi].

 

Il mio lavoro è diviso in tre parti.

 

Nella prima parte, mi propongo di presentare brevemente il più ampio contesto sociale della questione, senza il quale il problema non può essere compreso. Cerco di dimostrare che negli anni Sessanta si è verificato un evento vergognoso, di dimensioni senza precedenti nella storia. Si potrebbe dire che nei vent’anni dal 1960 al 1980, gli standard normativi precedenti sulla sessualità sono crollati del tutto, e si è creata una nuova normalità che è stata ormai oggetto di laboriosi tentativi di rottura.

 

Nella seconda parte, mi propongo di evidenziare gli effetti di questa situazione sulla formazione dei sacerdoti e sulla loro vita.

 

Infine, nella terza parte, vorrei sviluppare alcune prospettive per una risposta adeguata da parte della Chiesa.

 

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Mar 06 2019

DIO È ALTROVE …. LA DERIVA DELL’ARCHITETTURA SACRA MODERNA

 

 

La chiesa di Palù appena ristrutturata in provincia di Verona! L’orribile senza storia nella Bassa Veronese.

 

 

La vecchia chiesa restaurata per altri usi  dopo essere stata lasciata nell’abbandono per 30 anni

 

 

DIO È ALTROVE

 

Le Chiese costruite dalle archistar fanno schifo, e Dio è traslocato altrove. Un saggio corrosivo di Angelo Crespi …

 

Costruito da dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali” 

 

 Nuova Chiesa di San Paolo a Foligno, Foligno 

 

“Chiediamoci: queste chiese sono davvero orrende? Se sul bello oggettivo molti nicchiamo, convinti che il nostro personale gusto sia imprescindibile nel valutare una cosa, sul brutto oggettivo ci troviamo d’accordo. Se una cosa è brutta spesso lo è in modo oggettivo e totalmente irredimibile. Tralasciamo per clemenza le chiese di periferia frutto delle scarne linee guida della Cei e progettate da oscuri architetti, e concentriamoci invece sulle elaborazioni delle archistar che hanno misurato il proprio ingegno anche nel campo del sacro. Edifici che – spesso in opposizione, spesso in ossequio alla disciplina postconciliare – sono o anonimi e cheap, oppure magniloquenti nella “ricerca forzata della monumentalità”, oppure frutto di mera esibizione strutturale, ma il risultato non cambia.

 

La chiesa del Santo Volto a Torino, disegnata da Mario Botta, è stata consacrata nel 2006. È un edificio a pianta centrale di dodicimila metri quadrati con sette torri perimetrali alte trentacinque metri, tutto in pietra rossa nel tipico stile dell’architetto svizzero.

 

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Feb 28 2019

BISOGNA CAMBIARE IL SANTO PATRONO D’ITALIA

 

 

A Bobbio abbiamo avuto un santo strepitoso:  San Colombano….l’Italia  ha avuto un altro santo strepitoso simile a San Colombano: San Benedetto,quello che aveva messo a punto la regola ora et labora….

 

E invece l’Italia si è andata   a scegliere come  patrono un certo Francesco che è campato fino a 46 anni… e  mentre sia San Colombano  che  San Benedetto      avevano  questa regola di  lavorare,   quella di san Francesco era di vivere di carità, non hanno mai lavorato … l’unica cosa che facevano nel 1200 era di raccogliere la legna  perché, secondo me, gli abitanti di Assisi   e  d’intorni se non si raccoglievano la legna  li  avrebbero lasciati morire di  freddo.

 

E l’Italia si è   scelto il santo secondo me sbagliato, perché l’Italia è un popolo che cerca di vivere di carità.    È stato messo appunto il reddito di cittadinanza:   regalare soldi alle  persone  senza sudarseli,  senza guadagnarseli, senza   “l’ ora et labora”.   È tutto qua il guaio  e l’Italia non se la caverà  mai.    

L’unica possibilità  per l’itala è quella di cambiare patrono…trovare un patrono  che dice: lavorare,  lavorare,  pregare anche,  meditare,  ma  lavorare… lavorare, lavorare, … e basta!

Finché avremo questo santo,  niente!……. Eppure    tutti lo portano in palma di mano…. Uno che ha sempre vissuto  di carità che non si è mai fatto neanche   un orticello…incredibile!  

 

Bisogna creare   le possibilità per le persone,  per i giovani soprattutto, di vivere del   proprio lavoro,   questa è la cosa stupenda. Non chiedere niente  ai giovani,    non dar loro  niente,  ma lasciar loro la possibilità   di tirare fuori il meglio di sé,   inventarsi, crearsi  il lavoro,   come lo hanno fatto i nostri padri,  i nostri nonni,  soprattutto chi è stato reduce  dalla guerra tremenda.. che però subito dopo la guerra tutti hanno potuto inventarsi  un lavoro… Stop!

P.M.

 

 

 

 


Feb 13 2019

ANDARE A MESSA

Category: Chiesa Cattolica,Società e politicagiorgio @ 21:21

 

 

Non so se vi capita mai di andare a messa, io quasi tutte le domeniche mattina e uso il pieghevole per seguire meglio le letture, si chiama La Domenica. L’ultima pagina non segue la liturgia della messa bensì riporta testi vari e comunicazioni dei redattori e collaboratori, che possono prestarsi a qualche considerazione come questa che segue (che ho prontamente spedito al diretto interessato).

 

Gentile Mons. Giuseppe Greco,
su La Domenica di domenica 8 gennaio Battesimo del Signore /A, lei scrive: “Se ci sono ancora i poveri è perché esistono i ricchi”. Mi permetto di confutare radicalmente questa sua affermazione anche se appena ieri papa Francesco ha ribadito che “il capitalismo genera povertà” (chissà che intende con la parola capitalismo). 

 

Mio padre 95enne l’altro giorno -guardavamo insieme il tg- riguardo a parole di lamento sulla disoccupazione, ha detto testualmente: “Quando ero ragazzino io (anni ’20 e ’30 del Novecento, Ponte Pattoli a quel tempo 1.500 abitanti alle porte di Perugia) tutti erano disoccupati. A parte dei mezzadri che vivevano del podere da condurre, gli unici stipendi erano quelli dello stradino, della maestra e dei due carabinieri, tutti gli altri non avevano un vero lavoro e men che meno uno stipendio, ognuno si dava da fare a suo modo per mettere insieme il pranzo con la cena. Alla fine degli anni ’20 nacque la fabbrica di Simonetti che faceva le conserve di pomodoro e una quindicina di persone vi trovarono un lavoro regolare più gli stagionali. Invece tutto cambiò come hai visto -rivolto a me- dagli anni ‘60: nacquero allora da vecchie botteghe tre belle fabbriche, quella di Pucciarini (che arrivò a 90 operai negli anni ’80), Ciaccarini (cinquanta operai) e lo stesso Simonetti per il parquet (cinquanta operai), più una miriade di altre aziende come Argentari (30 operai), Monni (25 operai), e altri che ora non mi vengono in mente”.

 

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Nov 21 2018

LA BRUTTEZZA NELLA CHIESA

Gallarate Chiesa Madonna della speranza 

 

 

Che Dio perdoni gli architetti per le chiese che gli hanno dedicato 

 

In seguito alla realizzazione dell’altare di Gallarate (città già duramente castigata dall’edificazione della chiesa della Madonna della speranza) ingiustificabile da ogni punto di vista, sto cominciando a pormi la domanda: ma perchè è entrata così tanta bruttezza nelle chiese? Cosa dicono i documenti scritti a tal proposito dopo il Concilio Vaticano II, momento a partire dal quale si è innescato un meccanismo infernale di produzione dell’orrido?

 

Sono veramente stanco, e sento tanta gente che la pensa come me, e mi sono messo in testa che va fatto qualcosa, va attivata l’opinione pubblica, per fermare questa malintesa ricerca del rinnovamento attraverso forme che non portano più né bellezza, né, tantomeno, sentimenti di serenità e di spiritualità.

 

Altare della Basilica di Gallarate 

 

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Ott 28 2018

LA FESTA DEI MORTI DE ‘NA OLTA” SU PAR I NOSTRI MONTI DELLA LESSINIA

Cimitero di Roconi

 

 

La Commemorazione dei defunti (in latino Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum, ossia Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti), è una ricorrenza della Chiesa cattolica.

Anticamente preceduta da una novena, è celebrata il 2 novembre di ogni anno. Nel calendario liturgico segue di un giorno la festività di Ognissanti del 1º novembre. Il colore liturgico di questa commemorazione è il viola, il colore della penitenza, dell’attesa e del dolore, utilizzato anche nei funerali; è possibile usare anche il nero.

 

Nella forma straordinaria del rito romano è previsto che, nel caso in cui il 2 novembre cada di domenica, la ricorrenza sia celebrata il giorno successivo, lunedì 3 novembre. In Italia, benché molti lo considerino come un giorno festivo, la ricorrenza non è mai stata ufficialmente istituita come festività civile.

 

L’idea di commemorare i defunti in suffragio nacque su ispirazione di un rito bizantino che celebrava infatti tutti i morti, il sabato prima della domenica di Sessagesima – così chiamata prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II° – , ossia la domenica che precede di due settimane l’inizio della quaresima, all’incirca in un periodo compreso fra la fine di gennaio ed il mese di febbraio.

 

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Set 10 2018

QUANDO RATZINGER PREDISSE IL FUTURO DELLA CHIESA

Category: Chiesa Cattolicagiorgio @ 23:14

 

 

 

In una trasmissione del 1969 alla radio tedesca

 

Non fingeva di predire il futuro. Era fin troppo saggio per farlo. Di fatto, temperò le sue considerazioni iniziali dicendo:

 

 “Dobbiamo quindi essere cauti nei nostri pronostici. Quello che ha detto Sant’Agostino è ancora vero: l’uomo è un abisso; nessuno può prevedere quello che uscirà da queste profondità. E chiunque creda che la Chiesa sia non solo determinata dall’abisso che è l’uomo, ma raggiunga l’abisso più grande, infinito, che è Dio, sarà il primo a esitare con le sue predizioni, perché questo ingenuo desiderio di sapere con certezza potrebbe essere solo l’annuncio della sua inettitudine storica”.

 

Ma quest’era, traboccante di pericolo esistenziale, cinismo politico e caparbietà morale, anelava a una risposta. La Chiesa cattolica, faro morale nelle acque turbolente del suo tempo, aveva sperimentato di recente alcuni cambiamenti sia tra i propri aderenti e che tra i dissenzienti, che si chiedevano cosa sarebbe diventata la Chiesa in futuro.

 

E così, in una trasmissione della radio tedesca del 1969, padre Joseph Ratzinger offrì la sua risposta accuratamente pensata. Ecco le sue considerazioni conclusive:

 

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Ago 28 2018

PAPA BERGOGLIO E I MIGRANTI: «SE NON SI PUÒ INTEGRARE, MEGLIO NON ACCOGLIERE»

 

 

Durante l’intervista sul volo di ritorno da Dublino, al Papa è stato chiesto un giudizio sulla vicenda italiana della nave Diciotti e sul tema dell’immigrazione. «Accogliere lo straniero è un principio morale», ha ribadito il Pontefice. «Ma non si tratta di accogliere “alla belle étoile”, no, ma un accogliere ragionevole». Perciò occorre parlare «della prudenza dei popoli sul numero o sulle possibilità: un popolo che può accogliere ma non ha possibilità di integrare, meglio non accolga. Lì c’è il problema della prudenza. E credo che proprio questa sia la nota dolente del dialogo oggi nell’Unione Europea».

 

Salta così, una volta di più, l’immagine costruita da certi media di un Pontefice immigrazionista, schierato irrazionalmente per un’accoglienza selvaggia dei migranti. Non è la posizione della Chiesa. Il Papa ha anche citato la Svezia: «La Svezia è stata un modello. Ma, in quel momento, la Svezia incominciava ad avere difficoltà: non perché non avesse buona volontà, ma perché non aveva le possibilità di integrazione», di migranti. Giudizi in continuità con quanto aveva già detto tante altre volte. Ma avvertendo anche prudenza nel volerli rimandare indietro: «Ho visto in un filmato registrato di nascosto dove si vede ciò che succede a coloro che vengono rimandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti. È doloroso: le donne e i bambini sono venduti, ma gli uomini ricevono le torture, le più sofisticate. Prima di rimandarli indietro, si deve pensare bene, bene, bene».

 

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Ago 05 2018

LE CAUSE REMOTE DELLA DISTRUZIONE DI GERUSALEMME E IL CONCILIO DI GERUSALEMME

Category: Chiesa Cattolica,Religioni e rasiegiorgio @ 09:22

 

 

PRIMA  PARTE. (1 DI 2)

 

 

Gli antefatti della distruzione di Gerusalemme  dal 7 d. C. al 66 d. C.

 

La distruzione di Gerusalemme nel 70 d. C. viene letta comunemente come l’avveramento di una profezia di Gesù(Lc., XIX, 411). Da allora il popolo ebraico ha perso la sua patria, che ha riacquistato solo parzialmente e con la forza nel 1948 a danno dei Palestinesi, i quali vi abitavano da circa duemila anni, ma il Tempio è andato distrutto completamente e con esso è cessato il Sacrificio della Vecchia Alleanza, che è stato rimpiazzato dall’Olocausto del Verbo Incarnato con cui è iniziata la Nuova ed Eterna Alleanza.

 

Gli antefatti che portarono alla conquista e distruzione di Gerusalemme da parte di Roma sono poco conosciuti.

 

Innanzitutto sorge spontanea la domanda sul come sia potuta avvenire una guerra talmente assurda in cui il piccolissimo popolo ebraico provocò nel 66 d. C.  il gigantesco Impero romano. Una guerra del genere non poteva che essere vinta da Roma e persa dagli Ebrei. Eppure essi non esitarono a provocare Roma, come mai?

 

Per poter rispondere occorre conoscere lo stato d’animo degli Ebrei di quei tempi acceso dall’Apocalittica e dal Messianismo temporale2

 

La Palestina, sotto il governo di Roma, non si trovava poi tanto male, ma vi fu un avvenimento che fece insorgere la maggior parte degli Ebrei contro Roma.

 

Quest’atto fu il censimento degli abitanti la Palestina, che Roma indisse 7 anni dopo la nascita del Salvatore. La reazione a questo censimento romano fu grande e fu capitanata da Giuda il Galileo coadiuvato da un sacerdote di nome Sadduc. Essi incitarono il popolo alla rivolta contro il censimento e l’autorità di Roma che lo aveva ordinato.

 

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Lug 29 2018

I CRISTIANI DI SIRIA E LA CECITÀ DELL’OCCIDENTE

 

 

La Siria era e rimane una terra ricca di spiritualità, nonostante il lungo conflitto che continua a tormentarla. Una domanda sorge spontanea: come hanno vissuto la guerra i cristiani di Siria? In questa intervista (seconda puntata del nostro dialogo-approfondimento sul conflitto nel Paese arabo) il reporter di guerra Fulvio Scaglione ci racconta la vita e le sofferenze di una comunità antichissima, che abita quelle terre da due millenni.

 

D: In questi anni c’è stata nella guerra siriana anche una forte persecuzione anticristiana. Com’è il rapporto fra cristiani e musulmani che vivono fianco a fianco?

 

R:Se si guarda al Medio Oriente in generale, la Siria era quasi un’oasi dal punto di vista dei rapporti interreligiosi. C’erano decine di gruppi diversi che comunque convivevano e andavano avanti. Adesso i rapporti fra cristiani e musulmani sono improntati a grande comprensione, tolleranza e stima reciproche. I cristiani hanno sicuramente fatto tanti punti durante questi anni della guerraperché, avendo una maggiore esperienza e capacità nell’intervento umanitario e caritativo, hanno oggettivamente fatto tanto e per tutti: porte aperte, nel senso che anche tanti musulmani hanno goduto dell’accoglienza nei tempi difficili.

 

Quindi, a livello di gerarchie, c’è sicuramente una grande disponibilità all’intesa, il che non vuol dire che non ci siano poi dei problemi sul terreno. Per fare un esempio, ad Aleppo, ma non solo lì, molti cristiani sono scappati e nei quartieri cristiani sono arrivati a vivere molti musulmani, molti più musulmani di prima. Questo, detto così, non sembra niente. Però in una situazione come quella del Medio Oriente, dove le comunità hanno un fortissimo ruolo, cominciare a incrinarle non è una cosa piacevole; è una cosa che i cristiani non vivono bene e che molti musulmani vivono come una sorta di occupazione, perché nei quartieri cristiani si vive bene, sono di solito quartieri più calmi, più ordinati.

 

 

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Lug 03 2018

NASCE SOS CHRÉTIÉNS D’ORIENT ANCHE IN ITALIA: INTERVISTA A SEBASTIANO CAPUTO

Sebastiano Caputo, responsabile di SOS Chrétiéns d’Orient in Italia: i bisogni dei Cristiani sono molto diversi in tutta la Regione.

 

 

di Edward Pentin*, National Catholic Register

 

traduzione: Gb.P.

 

Molti cristiani hanno lasciato l’Iraq e altri vogliono andarsene, a causa di conflitti apparentemente perpetui, instabilità e mancanza di posti di lavoro.

Ma in Siria la situazione è molto diversa, e la ragione è da attribuire principalmente al presidente Bashar Assad che garantisce la sopravvivenza dei Cristiani.  “Se ci fosse un cambio di regime in Siria”, avverte Sebastiano Caputo, a capo di SOS Chrétiéns d’Orient in Italia, un ente umanitario cattolico, “i Cristiani se ne andranno, come hanno fatto in Iraq”. “Ecco perché” aggiunge,” è molto importante offrire un aiuto umanitario, ma allo stesso tempo rendere consapevole la gente in Occidente sulla loro situazione, e portare il loro messaggio ai nostri paesi”.

 

Recentemente, Caputo ha contribuito a creare una filiale italiana dell’ente benefico che è cresciuto rapidamente da quando è stata fondato da un gruppo di giovani Cattolici Francesi nel 2013. Ora ha oltre 1.400 volontari che lavorano in cinque Paesi.

 

In questa intervista rilasciata al National Catholic Register a Roma il mese scorso, Caputo ha chiarito meglio il lavoro di SOS Chrétiéns d’Orient, su come i bisogni dei Cristiani variano ampiamente in Medio Oriente e perché SOS Chrétiéns d’Orient potrebbe, a un certo punto, anche indirizzare il suo aiuto ai Cristiani in Occidente, dove dice che la persecuzione è “psicologica” piuttosto che fisica.

 

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Giu 30 2018

2013, BERGOGLIO IMPUGNA IL TELEFONO E PARTE MARE NOSTRUM: LE RIVELAZIONI

 

 

 

L’operazione Mare nostrum è la missione di “salvataggio” gestita nel 2013-2014 dalla marina e dall’aeronautica italiana, sostituita poi dall’operazione Frontex a responsabilità europea. Considerata un aiuto al traffico di esseri umani, è una trovata del governo comunista di Roma guidato allora da Enrico Letta. Ma, secondo Marco Tosatti(un vaticanista dalle formidabili fonti nei “luoghi giusti” della Santa Sede), il vero ispiratore della nefandezza fu Bergoglio. L’informazione proviene da un alto funzionario, oggi in pensione, del ministero degli Interni: nell’ottobre 2013 il papa avrebbe telefonato al premier sollecitando un intervento dell’Italia.

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Giu 13 2018

IL VATICANO AL CLUB BILDERBERG

 

 

– DI ROBERTO PECCHIOLI

 

Aria nuova alla Santa Sede. Negli stessi giorni di giugno, due eventi vedono protagonista la bimillenaria Chiesa fondata da Gesù Cristo. Nessuna spiritualità, tanto meno cura delle anime. Mentre Bergoglio riceve in Vaticano i vertici delle Sette Sorelle, i giganti dell’energia fossile come Exxon, Royal Dutch, la famiglia Rockefeller, tutti signori di assai incerta devozione ma certissimo potere, il suo collaboratore più importante, il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin è ammesso all’annuale riunione del Club Bilderber

 

L’allegra brigata si riunisce a porte chiuse e nella consueta ostentata riservatezza da ben 66 anni. Quest’anno l’onore di ospitare l’evento spetta a Torino, la città degli Agnelli. I membri del circolo sono i più cospicui rappresentanti delle oligarchie al potere: banchieri, finanzieri, azionisti e dirigenti di vertice di multinazionali, i loro maggiordomi politici e i chierici del giornalismo embedded. Gli argomenti trattati, come sempre, sono l’agenda politica, economica, culturale da imporre a gran parte del mondo. Dopo decenni, l’invito di questa loggia esclusiva, tutt’altro che versata in affari religiosi, si è esteso al ministro degli esteri vaticano.

 

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