Mag 02 2014

IL PATRIARCA MORAGLIA FRA L’INCUDINE DELL’INDIPENDENZA E IL MARTELLO DELL’ITALIA

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di MILLO BOZZOLAN

Pubblichiamo questa lettera aperta dello studioso veneto Millo Bozzolan al Patriarca di Venezia

 

 

A Sua Eminenza  il Patriarca dei Veneti FRANCESCO MORAGLIA

 

Eminenza, ieri ho appreso che, in una dichiarazione pubblica, Ella disapprova la volontà, ormai maggioritaria, dei Veneti a tornare ad autogovernarsi, cosa che hanno fatto per tanti secoli e con ottimi risultati, memori anche dell’antica e particolare autonomia di cui essi godettero prima e fin dall’epoca romana. Fu un periodo quello dello Stato veneto, rimasto alla storia; anche nel secolo del suo cosiddetto tramonto, la civiltà veneta brillò di una luce propria e la Chiesa veneta seppe tenere il popolo attaccato ai valori cristiani della famiglia, del lavoro, della carità. Caratteristiche che, anche grazie ai parroci di tante parrocchie, non abbiamo perso del tutto e di questo i Veneti vi sono grati. Essi col loro lavoro e il loro sudore, han «tirato la carretta» fin che han potuto, ma ora è l’Italia che ha rotto ogni patto con la nostra Nazione, sperperando e rubando a man bassa, pretendendo ormai il nostro sangue, e credo di non esagerare se dico che il suo dominio è del tutto simile a quello del tanto odiato Napoleone, che mise fine alla nostra libertà.

 

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Mag 02 2014

SAN GIORGIO E IL DRAGO: LE ORIGINI DELLA LEGGENDA

Category: Chiesa Cattolica,Religioni e rasie,Storia e artegiorgio @ 01:10

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San Giorgio è il santo uccisore di draghi per eccellenza. Eppure le più antiche rappresentazioni del martire-cavaliere ci raccontano tutta un’altra storia.

 

 

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In quanto simbolo del paganesimo e del male, il drago è un personaggio frequente nelle storie dei santi medievali. La lista dei santi sauroctoni – cioè uccisori di draghi – è infatti molto lunga: Teodoro, Silvestro, Margherita e Marta (che però si limitò ad ammansire il mostro) sono solo i più famosi. A questi si aggiunge l’arcangelo Michele, alla guida della battaglia contro il drago apocalittico.

 

Tra gli uccisori di draghi, tuttavia, nessuno ha riscosso tanta venerazione popolare quanto san Giorgio, scelto come patrono dall’Inghilterra e dal Portogallo.

 

Della sua vita non ci sono notizie storicamente fondate, se non che fu un soldato originario della Cappadocia, martirizzato sotto Diocleziano. Le storie che lo riguardano sono quindi il risultato di elaborazioni medievali, che si arricchivano progressivamente di dettagli.

 

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Apr 27 2014

IL PIÙ GIOVANE OSTAGGIO DEI RIBELLI SIRIANI È UN BAMBINO CRISTIANO DI POCHI MESI

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Il fanciullo  cristiano in ostaggio

 

 

Elementi dell’Esercito siriano libero (ribelli) hanno pubblicato una fotografia dove appare un bambino cristiano con le armi puntate alla testa. Hanno inserito una frase esemplificativa: “E ‘il nostro più giovane ostaggio della setta Kessab.”

 

La piccola popolazione di Kessab è prevalentemente cristiana e si trova vicino al confine con la Turchia. Il passaggio degli islamisti in quel luogo ha lasciato una scia di sangue e di distruzione: chiese devastate, case bruciate e oltre 2.000 sfollati. Attualmente, non si sa se un centinaio di cristiani di Kessad che sono stati rapiti sono morti, ma i rapitori hanno dimostrato che uno di loro, un bambino di pochi mesi, ancora vivo.

 

La foto del piccolo prigioniero, terrorizzato e circondato da musulmani sunniti armati di fucili che mirano alla testa, è stata pubblicata in rete sui social radicali come trofeo di guerra e come monito alla minoranza della comunità cristiana siriana sempre puniti dagli “avversari” e ignorati dall’Occidente.

 

 

Fonte: visto su Imola Oggi del  27 aprile 2014

Link: http://www.imolaoggi.it/2014/04/27/il-piu-giovane-ostaggio-dei-ribelli-siriani-e-un-bambino-cristiano-di-pochi-mesi/

 

 

 


Apr 27 2014

IL GRIDO DELLE SUORE SIRIANE: «I JIHADISTI CROCIFIGGONO I CRISTIANI CHE RIFIUTANO DI CONVERTIRSI»

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Cristiani in Siria

 

Cristiani siriani crocefissi se rifiutano di abiurare la loro religione e di abbracciare l’Islam; jihadisti che giocano a pallone con le teste delle loro vittime fra cui dei bambini: a denunciarlo è una suora siriana in un’intervista a Radio Vaticana in francese, in cui racconta di atrocità commesse dai ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati nel conflitto siriano.

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Feb 16 2014

IL CULTO DI MARIA

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 18:25

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Annunciazione della Vergine  in atto di filare: secondo il Giuliari, l’idea è presa da qualche scritto neotestamentario apocrifo. Chiesa di San Giovanni in fonte, Duomo di Verona.

 

 

EPOCA II – CAPO XVII

 

SOMMARIO. – S. Zeno – Raterio – « Le Laudes » – Chiese ad onor di Maria in Verona – Pitture e sculture – Chiese nel territorio veronese – S. Maria «in stele » – Pieve di Cisano – S. Maria alla Bassanella.

 

 

Il culto di Maria, naturalmente connesso col culto del divino suo Figlio, apparisce tale anche di fatto a chiunque studii la storia della chiesa, sia negli scritti dei padri, sia nelle antiche memorie delle catacombe.  Tra queste memorie sono celebri l’immagine di Maria col bambino in braccio segnata dal profeta Isaia, e l’altra di Maria salutata dall’angelo Gabriele: ambedue appartengono alla prima metà del secolo II (1).

Perciò è ben naturale che anche la chiesa veronese sino dai suoi primordi abbia onorato Maria quale Madre del Figlio di Dio, eccitando i fedeli ad amarla ed invocarla qual loro amorosissima Madre. Del culto tributato dalla chiesa veronese a Maria nelle prime due epoche della sua storia daremo brevi accenni, riproducendo forse qualche notizia datane altrove, secondo che esigeva la materia che avevamo fra le mani.

 

Primo documento del culto di Maria in Verona abbiamo i Sermones del nostro vescovo e patrono S. Zeno.  Egli saluta Maria quale Vergine predestinata e fiorentissimo domicilio di  castità, quale reintegrazione di Eva: la celebra quale santuario, in cui si compiacque abitare il Figlio di Dio, quale vera Madre di Dio, quale Vergine illibata e prima e dopo del parto immacolato (2).

 

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Dic 05 2013

BASILICA PALEOCRISTIANA E COMPLESSO TARDO-ANTICO – CONCORDIA SAGITTARIA (VE)

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Descrizione: Il sito comprende resti di una trichora martyrum e di una basilica paleocristina a tre navate, pavimentata in mosaico con motivi geometrici, e con bancone presbiteriale rialzato.

Davanti all’edificio si estende un ampio quadriportico con pozzo centrale, al quale si accede da una strada romana ben conservata.

Rimangono anche i resti dell’episcopio.

A fianco della trichora si sviluppa un’area sepolcrale con sarcofagi.

 

Costo del biglietto: gratuito

Giorni e orario d’apertura: 9.00 – 19.00

Proprietà: Statale 
Città: Concordia Sagittaria

Indirizzo: Piazza della Cattedrale 
CAP: 30023

Provincia: Venezia

Regione: Veneto

Telefono: 0421/275677

 


Nov 29 2013

ISRAELE. UN OSSUARIO CON I RESTI DI: “MARIA, FIGLIA DI GESÙ FIGLIO DI CAIFA SACERDOTE DI MAAZIAH DI BET ‘IMRI”

Category: Bibbia ed Egitto,Chiesa Cattolicagiorgio @ 15:19

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Mercoledì 29 Giugno (2011) è stata annunciata, dagli archeologi israeliani Boaz Zissu e Yuval Goren, la scoperta di un ossuario di circa 2000 anni, appartenuto a un parente del sacerdote Caifa. L’identificazione è stata possibile per mezzo della traduzione, a opera di Boaz Zissu, di un’iscrizione in aramaico incisa sull’ossuario stesso:

Maria, figlia di Gesù figlio di Caifa sacerdote di Maaziah di Bet ‘Imri”

 

Quindi, secondo l’iscrizione, l’ossuario doveva appartenere alla nipote di Caifa, componente di un’importante famiglia di sacerdoti del I secolo d.C., appartenente alla classe di Maaziah di Beth Imri. Caifa, grande sacerdote dal 18 al 36 d.C., è ricordato nei vangeli per il suo coinvolgimento nel processo e nella crocifissione di Gesu Cristo. Secondo l’iscrizione, deve essere appartenuto a una delle ventiquattro classi sacerdotali del Tempio di Gerusalemme.

 

Purtroppo, però, l’ossuario non è stato rinvenuto durante scavi archeologici sistematici ma da saccheggiatori, già un anno fa, in una grotta della Valle dell’Elah, ubicata a ovest di Gerusalemme, che non è stata ancora localizzata. L’ossuario, data la sua provenienza, sta ricevendo una serie di analisi che hanno accertato l’autenticità dell’iscrizione.

 

Questa scoperta si inquadra bene con la prossima missione archeologica dell’Istituto Biblico e Orientale di San Isidoro in Spagna, che ha come obiettivo l’identificazione e la localizzazione della casa di Caifa, nel cuore di Gerusalemme. Gli scavi, diretti dal Prof. Florentino Dìez Fernàndez, direttore degli scavi al Santo Sepolcro e dell’Istituto Spagnolo Biblico a Gerusalemme, si concentreranno in un’enclave nei pressi della basilica di Santa Elena dove, nei cinque anni scorsi, sono state realizzate alcune prospezioni geofisiche.

 

Fonte: da Antika nitizie del  4 luglio 2011

Link: http://notizie.antika.it/009382_israele-rinvenuto-un-ossuario-con-i-resti-di-un-parente-del-sacerdote-caifa/

 


Ott 20 2013

CATENA UMANA DI MUSULMANI PROTEGGE I CRISTIANI A MESSA

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PAKISTAN 09/10/2013

 

di Gabriella Meroni

 

Nel paese dilaniato dagli attacchi contro le minoranze religiose, un’associazione musulmana ha “protetto” una chiesa di Lahore contro possibili attacchi terroristici. “Siamo pakistani, abbiamo lo stesso sangue”, dicono i promotori, che hanno già organizzato un’altra catena umana per il 13 ottobre. E il sacerdote si unisce al corteo

 

L’immagine è di quelle che potrebbero fare epoca, e in Pakistan hanno segnato davvero una svolta: domenica 6 ottobre a Lahore una catena di “scudi umani ” formata da circa 300 musulmani ha protetto una chiesa cristiana in cui era in corso la Messa per evitare possibili attacchi terroristici. L’iniziativa, portata avanti dal gruppo Pakistan For All, favorevole al dialogo interreligioso, ha visto la paetecipazione di un Mufti che ha letto alcuni brani del Corano sulla tolleranza e la pace, ed è stata applaudita dal sacerdote che stava celebrando la funzione, padre Nasir Gulfam. I due religiosi si sono stretti la mano mentre i partecipanti al raduno innalzavano cartelli con scritto “One Nation, One Blood” (una sola nazione, un solo sangue).

 

La manifestazione è avvenuta, spiega il quotidiano pakistano The Express Tribune, in seguito all’ennesima strage di cristiani compiuta da terroristi islamisti a Peshawar lo scorso 22 settembre, che ha provocato oltre 100 vittime.

 

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Ott 07 2013

C’È UN CUORE CHE BATTE NEL CUORE D’ITALIA: LIBERIAMOCI DAI SIGNORI DEL DENARO, LIBERIAMOCI DAGLI USURAI FINANZIARI

 

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Tommaso d’Aquino

 

 

di Francesco Filini

 

La crisi dell’euro, o dei cosiddetti “debiti sovrani”, che sta flagellando il Vecchio Continente, si caratterizza per un assurdo specifico molto particolare: l’artificiale rarefazione monetaria nell’economia reale, voluta e imposta dal sistema speculativo finanziario internazionale. L’anemia monetaria nell’economia reale, ovvero la mancanza di denaro circolante (sotto qualsiasi forma: cartamoneta, assegni, transazioni elettroniche, ecc..), innesca l’inevitabile spirale recessiva che porta alla progressiva e sistematica chiusura delle partite IVA. Il denaro – si sa – è il sangue del mercato: se ad un corpo comincia a mancare sempre più sangue le cellule prima si ammalano, poi muoiono quelle periferiche e successivamente collassa tutto l’organismo. Il corpo è l’organismo sociale, le cellule siamo noi, il sangue è il denaro.

 

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Set 27 2013

DALGA, EGITTO, IN ATTESA DELLA VENDETTA

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L’esercito egiziano ha attaccato la città di Dalga nel sud dell’Egitto ed ha arrestato 60 persone coinvolte nell’incendio di alcune chiese e nella distruzione di negozi appartenenti ai Cristiani.

Quest’ultimi ora temono che i Fratelli Musulmani stiano aspettando la fine delle operazioni militari per poi infierire di nuovo contro di loro.

“Questo è solo uno degli esempi della dinamica dei rapporti tra Cristiani e Musulmani in Egitto da quando i Fratelli Musulmani hanno dominato l’Egitto ed hanno poi perso il controllo del paese”, ha commentato un cristiano egiziano.

Dalga, 120mila abitanti con una popolazione cristiana pari al 16%, è conosciuta come centro di contrabbando di armi e come roccaforte dei Fratelli Musulmani.

 

 

Fonte: visto su http://www.cristiani.info

Link: http://www.cristiani.info/dalga-egitto-in-attesa-della-vendetta/

 

 


Set 27 2013

TRAGEDIA CRISTIANA NEL MONDO MUSULMANO

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15 settembre 2013

 

Pochi si rendono conto che oggi stiamo vivendo la più grande persecuzione dei cristiani della storia, peggiore persino di quelle subite sotto gli antichi imperatori romani come Diocleziano e Nerone.  Le stime del numero dei cristiani perseguitati va dai 100 ai 200 milioni.  Secondo una stima, ogni cinque minuti un cristiano viene martirizzato. E la maggior parte di questa persecuzione avviene per mano di musulmani. Dei 50 paesi che perseguitano i cristiani, 42 sono di maggioranza musulmana o ad alta percentuale di popolazione musulmana.

 

L’entità di questo disastro, le sue origini e le ragioni per cui viene accolta dalla maggior parte dei media occidentali con una scrollata di spalle, sono i temi che Raymond Ibrahim tratta in “Crucified Again”. Conoscendo bene la lingua araba, egli ha tracciato quello che definisce “una delle storie più drammatiche” del nostro tempo nei reports e nelle testimonianze che compaiono nei giornali arabi, news di spettacoli, e siti web, ma che raramente vengono tradotti in inglese o rilevati dalla stampa occidentale.  Ciò che documenta in questo libro, frutto di meticolose e ben argomentate ricerche, è una catastrofe dei diritti umani di proporzioni monumentali.

 

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Set 27 2013

SIRIA, FATWA DEGLI ULEMA SUNNITI: «LECITO CONFISCARE PROPRIETÀ DEI CRISTIANI PER AIUTARE LA RIVOLUZIONE»

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Settembre 26, 2013 Leone Grotti

 

Secondo 36 leader religiosi islamici, nemici degli sciiti e di Assad, è giusto requisire i beni delle minoranze per «comprare armi» e aiutare «le famiglie dei martiri»

 

«È lecito confiscare i beni dei cristiani per acquistare armi». Con questa fatwa 36 ulema siriani si sono rivolti ai loro fedeli musulmani sunniti, che combattono contro gli alawiti (sciiti) di Assad.

 

«REQUISIRE CASE DEI CRISTIANI». La notizia, riportata da Fides, specifica che i leader religiosi islamici sono di Douma, uno dei maggiori sobborghi di Damasco, e che la fatwa dà il diritto ai musulmani di «requisire e appropriarsi di beni, case, proprietà appartenenti a cristiani, drusi, alawiti e membri di altre minoranze religiose che non professano la religione sunnita del Profeta».

 

«ARMI PER LA RIVOLUZIONE». Secondo gli ulema, inoltre, bisogna «boicottare e rompere qualsiasi relazione con gli abitanti di Damasco che hanno tradito i rivoluzionari o li hanno abbandonati». Anche i soldi derivati dalla confisca delle proprietà cristiane devono essere usati per la rivoluzione, per «acquistare armi» e aiutare i poveri e le famiglie dei martiri caduti combattendo Assad.

 

VIOLENZA CONFESSIONALE. Conclude il testo: «Chiediamo al nostro popolo di aggrapparsi alle nostre tradizioni islamiche e a frequentare regolarmente la case di Dio al fine di salvaguardare la nostra anima e la società». La fatwa è stata accolta con preoccupazione dai cristiani, che temono l’aumento della violenza su base settaria e confessionale.

 

Fonte: visto su TEMPI di giovedì 26 settembre 2013

Link:  http://www.tempi.it/siria-ulema-islam-fatwa-confiscare-proprieta-cristiani-perseguitati-ribelli#.UkRwuRZH-gc

 


Set 27 2013

SIRIA. NINAR UCCISO PERCHÉ CRISTIANO DAI RIBELLI, CHE MINACCIANO: «VI TAGLIEREMO LA TESTA PER ESPORLA IN MOSCHEA»

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Un cristiano di 26 anni è stato ucciso lo scorso 21 settembre in Siria dai terroristi di al-Nusra. La notizia è stata riportata oggi dall’agenzia Aina.

 

UCCISO IN QUANTO CRISTIANO. Ninar Odisho, insieme a due amici musulmani, si trovava ancora nella città di al-Tabqah, da oltre un anno nelle mani dei ribelli, per controllare che la casa della sua famiglia non venisse distrutta. Nel pomeriggio di sabato, per strada, il cristiano e i suoi amici sono stati avvicinati da alcuni jihadisti, che dopo avergli puntato contro le armi hanno lasciato andare gli altri due uomini, perché musulmani, mentre hanno pestato fino a ucciderlo Ninar, dopo aver appreso che era un cristiano.

 

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CHIESA DEMOLITA. La città di al-Tabqah, che si trova a oltre 300 chilometri da Damasco, è stata presa dai ribelli nel 2012 ed è finita sotto il controllo dei terroristi di al-Nusra, gli stessi che occupano anche Maloula. La maggior parte dei cristiani è già scappata da mesi perché vittima di angherie da parte dei ribelli, che hanno confiscato le loro proprietà. La chiesa dei Santi Sergio e Bacco (nella foto prima della distruzione), una delle due presenti in città, è stata bruciata e demolita dai ribelli, come racconta ad Aina uno dei cristiani fuggiti dalla città.

 

«TI TAGLIEREMO LA TESTA». La violenza dei jihadisti è stata confermata da un altro cristiano costretto a scappare: «Io sono fuggito ma i ribelli continuano a scrivermi sul cellulare che se tornerò ad al-Tabqah mi taglieranno la testa e la esporranno in moschea, così che tutti i musulmani la vedano e ne siano orgogliosi. Ora non accendo più il cellulare se non quando ne ho strettamente bisogno, per paura di ricevere telefonate da loro». I ribelli hanno anche imposto ai cristiani rimasti di convertirsi all’islam, se non volevano essere cacciati dai posti di lavoro o, peggio, uccisi.

 

 

 

Fonte: visto su TEMPI.it  di sabato 34 settembre 2013

Link: http://www.tempi.it/siria-cristiano-ucciso-ribelli-conversione-forzata-islam#.UkQdVRZH-gc

 

 

 


Ago 23 2013

MANUELE II PALEOLOGO AL MUSULMANO: CHE COSA GLI HA DETTO PER DAVVERO

DIALOGHI CON UN MUSULMANO

 

La benemerita collana italiana di “Sources Chrétiennes” (vedi in questo post la notizia del lancio) ha pubblicato la settima discussione tra l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un dotto musulmano di Persia: testo divenuto famoso perché citato da Benedetto XVI nella sua lezione di Ratisbona del 12 settembre 2006.

 

Nel brano riprodotto qui sotto trovi l’insieme del ragionamento dell’imperatore bizantino dal quale il papa ha tratto le sue brevi citazioni. In breve: quello che di buono c’è nella Legge musulmana Maometto l’ha preso, prima ancora che da Mosé, da Abramo; così facendo non ha quindi stabilito nulla di nuovo; ciò che invece Maometto ha introdotto di nuovo nella Legge musulmana non è buono, in particolare l’uso della spada nel propagare la fede; e non solo non è buono, è anche irrazionale e quindi “estraneo a Dio”.

 

La traduzione italiana, che nel volume ha l’originale greco a fronte, è di Federica Artioli. Nel testo qui riportato c’è una nota a piè di pagina, anch’essa citata dal papa a Ratisbona: la nota è del curatore originale della pubblicazione, uscita in Francia nel 1966, l’islamologo Théodore Khoury.

 

Ecco dunque cosa dice Manuele II Paleologo al persiano, nei punti 2c-3d della settima discussione:

 

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Ago 22 2013

DISCORSO DI BENEDETTO XVI ALL’UNIVERSITÀ DI RATISBONA. TESTO INTEGRALE. 12 SETTEMBRE 2006.

Category: Chiesa Cattolica,Cultura e dintornigiorgio @ 11:24

BENEDETTO XVI  UNIVERSITÀ DI RATISBONA

Benedetto XVI durante l’incontro con i rappresentanti del mondo scientifico nell’aula magna dell’Università di Regensburg, il 12 settembre 2006

 

Fede, ragione e università.

Ricordi e riflessioni.

 

Illustri Signori, gentili Signore!

 

È per me un momento emozionante stare ancora una volta sulla cattedra dell’università e una volta ancora poter tenere una lezione. I miei pensieri, contemporaneamente, ritornano a quegli anni in cui, dopo un bel periodo presso l’Istituto superiore di Freising, iniziai la mia attività di insegnante accademico all’università di Bonn.  Era – nel 1959 – ancora il tempo della vecchia università dei professori ordinari. Per le singole cattedre non esistevano né assistenti né dattilografi, ma in compenso c’era un contatto molto diretto con gli studenti e soprattutto anche tra i professori. Ci si incontrava prima e dopo la lezione nelle stanze dei docenti. I contatti con gli storici, i filosofi, i filologi e naturalmente anche tra le due facoltà teologiche erano molto stretti. Una volta in ogni semestre c’era un cosiddetto dies academicus, in cui professori di tutte le facoltà si presentavano davanti agli studenti dell’intera università, rendendo così possibile una vera esperienza di universitas: il fatto che noi, nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell’unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione – questo fatto diventava esperienza viva. L’università, senza dubbio, era fiera anche delle sue due facoltà teologiche. Era chiaro che anch’esse, interrogandosi sulla ragionevolezza della fede, svolgono un lavoro che necessariamente fa parte del “tutto” dell’universitas scientiarum, anche se non tutti potevano condividere la fede, per la cui correlazione con la ragione comune si impegnano i teologi. Questa coesione interiore nel cosmo della ragione non venne disturbata neanche quando una volta trapelò la notizia che uno dei colleghi aveva detto che nella nostra università c’era una stranezza: due facoltà che si occupavano di una cosa che non esisteva – di Dio.  Che anche di fronte ad uno scetticismo così radicale resti necessario e ragionevole interrogarsi su Dio per mezzo della ragione e ciò debba essere fatto nel contesto della tradizione della fede cristiana: questo, nell’insieme dell’università, era una convinzione indiscussa.

 

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