Mag 01 2024

MARILYN MONROE DISSE AD EINSTEIN

Category: Cultura e dintorni,Persone e personaggigiorgio @ 11:52

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Si dice che Marilyn disse a Einstein, con una franchezza incantevole: “tu ed io potremmo avere un figlio: nascerebbe con la mia bellezza e la tua intelligenza”.

A ciò che il padre della relatività e della bomba atomica ha risposto: “Forse nascerebbe con la mia bellezza e con la tua intelligenza”.

Ancora non si sapeva,(i test sono stati fatti più tardi) che il QI di Marilyn Monroe era di 165, cinque punti sopra il “maggiore genio di tutti i tempi”.

Marilyn Monroe (Norma Jeane Baker, 1926-1962) era una grande lettrice. Aveva a casa una biblioteca con circa mille libri. Passava molte ore a leggere opere di letteratura, poesia, teatro, filosofia, perché il suo spirito, oltre a tanta voglia di vivere, era di insaziabile curiosità e fame di conoscenza.


Apr 28 2024

LA VITA È BELLA  NON SPRECHIAMOLA 

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Tra 100 anni, per esempio, nel 2125, saremo tutti sepolti con i nostri parenti e amici.

Gli estranei vivranno nelle nostre case, che abbiamo lottato tanto per costruire e possederanno tutto quello che abbiamo oggi. Tutte le nostre proprietà saranno di sconosciute, che non sono ancora nate… compreso quell’auto per cui hai speso una fortuna, probabilmente sarà in un ferro vecchio, nella migliore delle ipotesi sarà nelle mani di un collezionista sconosciuto.

I nostri discendenti poco o quasi nessuno sapranno chi eravamo, né si ricorderanno di noi. 

Quanti conosciamo il padre di nostro nonno?

Dopo la nostra morte saremo in ricordo per qualche anno, poi saremo solo un ritratto sulla libreria di qualcuno e qualche anno dopo la nostra storia, le nostre foto, le nostre gesta vanno nel bidone dell’oblio della storia… non saremo nemmeno ricordi.

Forse se un giorno ci fermassimo ad analizzare queste domande, capiremmo quanto fosse ignorante e debole il sogno di ottenere tutto…

Se solo potessimo pensarci, sicuramente i nostri approcci, i nostri pensieri cambierebbero, saremmo altre persone…

Avere sempre di più, senza avere tempo per ciò che vale davvero la pena in questa vita …. cambierei tutto questo per vivere e godermi quelle passeggiate che non ho mai fatto…. di quegli abbracci non dati… di quei baci ai figli e ai nostri amori… di quei scherzi che non abbiamo avuto tempo.

Questi sarebbero sicuramente i momenti migliori da ricordare, in fondo ci riempirebbero la vita di gioia…..È che sprechiamo, con avidita’ giorno dopo giorno della nostra vita..


Apr 24 2024

CALLIGRAFIA 

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Vi ricordate il corsivo? Vi siete mai chiesti perché oggi non s’insegna più i ragazzi a scrivere in corsivo? E no, non è un caso che si tenda ad usarlo sempre meno.

Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero, che ti permette di associare le idee, di legarle e metterle in relazione. Non a caso la parola corsivo deriva dal latino «currere», che corre, che scorre, perché il pensiero è alato, corre, s’invola. Scrivere in stampatello invece vuol dire, a detta degli psicologi dello sviluppo, «spezzettare il pensiero, sezionarlo in lettere, negare il tempo e il respiro della frase.» 

Naturale che il corsivo non abbia più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per azzopparlo. Pensate che il corsivo nacque proprio in Italia e poi si diffuse in tutto il mondo. Perché? Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara. 

Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sinteticità ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza! Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più in grado di mettere in relazione le cose. La gente non sa più pensare. Non sa più costruire un discorso. Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza, nella loro disarmante semplicità, i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo. 

Pensierini, frasi ad effetto e slogan creati ad hoc per manipolare e stupire, ma certamente non per far pensare: ecco a cosa si è ridotta la cultura, l’informazione! Per questo bisognerebbe tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. 

Perché qua non si tratta soltanto di recuperare uno stile di scrittura, ma di tornare a dare respiro ai nostri pensieri. 

Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l’anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro. Senza respiro, dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita. 

Se sia importante o no, lo lascio decidere a voi.

Professor X


Apr 22 2024

LA LEZIONE SEMPRE PIÙ ATTUALE DI GIANFRANCO MIGLIO

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Il professore comasco, autore di originali riflessioni e di studi pioneristici,

che fu anche senatore della Repubblica italiana nella XI, XII e XIII legislatura

È trascorso più di un ventennio da quando Gianfranco Migliopolitical scientist, storico e costituzionalista di incomparabile lucidità, ha concluso la sua vicenda terrena. Tante volte aveva parlato, con ironia, della sua morte. Negli ultimi anni era felice di aver avuto in sorte la possibilità di raggiungere il nuovo millennio, dopo aver assistito, nel 1989-91, ai cambiamenti della storia mondiale, che aveva in gran parte previsto. Già prima della sua scomparsa, le case editrici avevano cancellato dai cataloghi i libri dei suoi ultimi dieci anni di lavoro, rendendoli introvabili, chiudendo anche le collane che dirigeva. Nelle università aveva subito da un pezzo i colpi di un sistematico ostracismo. I colleghi (in particolare coloro che – comodamente assisi in Parlamento – sono stati per lungo tempo complici oggettivi di un sistema politico corrotto e inefficiente e che oggi per onestà intellettuale dovrebbero finalmente riconoscere l’esattezza delle sue previsioni) lo percepivano come un “appestato”, per le sue aperte denunce e per le scomode prese di posizione in favore di una radicale riforma costituzionale in senso federale: l’unico fine che si era prefissato e che dimostrava essere indispensabile per trasformare uno Stato territoriale – nato nell’Ottocento per pigra imitazione di modelli inadatti e forieri di problemi sempre più gravi – in un sistema talmente moderno che (come riconosciuto da studiosi svizzeri) potesse essere utile perfino per migliorare l’assetto della Confederazione elvetica.

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Apr 04 2024

ISCISCRIZIONE DI SERSE I

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Iscrizione di Serse I (486–465 aC), a Van; Anatolia – Asia Minore (Turchia) 

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Serse nacque nel 519 a.C. circa ed era figlio di un altro grande re persiano: Dario I. Entrambi facevano parte della dinastia degli Achemenidi.

Serse governò il popolo dei persiani a partire dal 485 a.C., quando venne a mancare il padre, e iniziò ad assumere la figura del despota brutale che mirava alla conquista della Grecia. 

Nel 481 a.C. il nuovo re persiano iniziò a preparare un nuovo attacco in grande stile contro gli avversari greci: con un enorme esercito (forse di centomila uomini) avrebbe dovuto attraversare l’Ellesponto su un colossale ponte di barche, raggiungere la Macedonia e da qui attraversare la Tessaglia per puntare direttamente su Atene. Una flotta di oltre mille navi avrebbe accompagnato l’avanzata militare muovendosi lungo la costa. 

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Mar 08 2024

SONO FEMMINILE NON FEMMINISTA

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Marina Miotto

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Mi ricordo anni ’90: la risposta di una giovane imprenditrice vicentina…che apostrofai come “femminista” per la sua capacità e determinazione nel gestire il personale in azienda: “Non mi offendere..io non sono una “femminista”…non sono una fallita…sono solo.. “femminile”… mi aggiunse poco dopo …”le femministe sono solo delle brutte copie dei difetti degli uomini.”


Mag 08 2023

LA SCRITTURA IN CORSIVO È LA BASE DELL’UMANITÀ, LA PAROLA

Category: Cultura e dintorni,Scuola e universitàgiorgio @ 13:59

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“La scrittura in corsivo è la base dell’umanità, la PAROLA: stampato e tastiere da computer deprivano il bambino. A scrivere si impara scrivendo”.

Intervista a Piero Crispiani

Siamo sempre stati sostenitori della scrittura corsiva. È, inutile ribadirlo, ma lo sottolineammo, nuovamente, per correttezza: la scrittura creativa è il modo migliore affinché tutti pensino in modo diverso. 

Perdere la scrittura manuale e in corsivo fa parte di una maggiore spinta sociale a diminuire l’espressione di sé attraverso le arti. Perché il corsivo è, indubbiamente, un’espressione artistica del sé, una rappresentazione del sé nel mondo. Ne parliamo con un’autorità nel settore, il professore Piero Crispiani (Professore Onorario Università di Macerata e Professore Straordinario Link Campus University di Roma) che da anni è uno dei più convinti assertori dell’indispensabilità del corsivo per la formazione completa dell’individuo.

I motivi dell’importanza della scrittura in corsivo sui piani grafo motorio, semantico, del pensiero e della produzione sintattica

Sono diversi i motivi dell’importanza della scrittura in corsivo sui piani grafo motorio, semantico, del pensiero e della produzione sintattica del testo. In più sedi, unitamente a molti osservatori, se ne è parlato. La pratica del corsivo sviluppa e potenzia:

  • Lo scorrimento da sinistra a destra.
  • La fluidità della scrittura e, del pari, della lettura.
  • La corrispondenza temporale con il pensiero di ciò che si scrive (penso e scrivo in tempi abbastanza prossimi o sovrapposti): si tratta di una forma di “sinestesia”, essenziale funzione cognitivo-motoria.
  • La personalizzazione del proprio tratto grafico della scrittura (quindi la firma).
  • Il piacere di scrivere (benché funzione oggi derisa da molti o, comunque, evitata).

Nel corsivo si riversano tratti personali sia di ordine psico-emotivo che di natura grafo-motoria, prassica

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Apr 12 2023

NOVAX. IL MIGLIORE COMPLIMENTO

Category: Cultura e dintorni,Veja migiorgio @ 00:57

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Un giorno, NOVAX, sarà il migliore complimento che si possa fare a qualcuno: sinonimo di coraggio, intelligenza e spirito critico


Feb 09 2023

RICCARDO BERTANI PARLA 112 LINGUE, HA SOLO LA LICENZA ELEMENTARE

Category: Cultura e dintorni,Persone e personaggigiorgio @ 01:22

RICCARDO BERTANI PARLA 112 LINGUE, HA SOLO LA LICENZA ELEMENTARE, 93 ANNI E VIVE IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA, COLTIVANDO LA TERRA ED ALLEVANDO ANIMALI.

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Riccardo Bertani, dopo le elementari ha studiato da autodidatta idiomi dimenticati: dal mongolo alle lingue siberiane, pubblicando oltre 1000 volumi. La sua casa è diventata un Fondo e lui invita gli appassionati di lingue scomparse ad andarlo a trovare.

Ribelle fino in fondo, il contadino poliglotta si prepara col sorriso ad andare “verso l’infinito”. 

A Caprara, piccola frazione di Reggio Emilia fra campi brinati e torpido silenzio, la porta della prima casa di via della Rimondella è sempre aperta. Fuori c’è un cartello: “Fondo librario documentario Riccardo Bertani”. Porta il nome di chi in quella cascina ha sempre vissuto, chiuso in una stanza piena di libri e agende delle banche. Lì, Bertani, in 70 anni di studi e traduzioni ha scritto e realizzato più di 1000 volumi, arrivando a conoscere da autodidatta oltre 100 lingue.

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Dic 18 2022

LE PAROLE DEL SAVI DELL’ANTICO EGITTO 

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La spada entra nel collo di chi la affila.

Fa’ del bene a chi ti fa del bene.

Nessuno conosce la propria sorte, quando fa progetti per il giorno dopo.

Il monumento dell’uomo é la sua perfezione: chi ha cattivo carattere viene dimenticato.

Dio conosce il malvagio. Dio punisce le sue colpe fino all’ultima goccia di sangue.

Il nome di un eroe poggia sulle sue imprese: esso non può perire in questa terra per l’eternità.

Quando fallisce una scure d’oro intarsiata di bronzo, fallisce anche un randello fatto con il legno del bosco.

PROVERBI ANTICHI (III e II mill. a.C.)

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Non preoccuparti di ciò che non si è ancora avverato, ma neppure rallegrati per ciò che non è ancora accaduto.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

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 Il buon carattere è il cielo dell’uomo.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)

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Abbi attenzione per la sala dei funzionari; vigila su tutto ciò che vi accade, poiché è su di essa che si basa l’ordine dell’intero paese. Non è dolce, no, amara è la funzione del visir; significa essere bronzo, quale quello che racchiude l’oro della casa del proprio padrone. Significa non inchinarsi ai principi e alle autorità e non procurarsi alcun seguace fra gente di alcun genere.

TESTO SEPOLCRALE DEL TARDO MEDJO REGNO

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Se sei uomo in posizione di dirigenza, sii paziente quando ascolti le parole di un postulante. Non respingerlo prima che si sia ripulito il corpo da ciò che voleva dirti. Non occorre che tutto ciò per cui ha supplicato accada, ma già essere ascoltati con attenzione rasserena il cuore.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a.C.)

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Se sei giovane e hai preso moglie e hai una casa, pensa a come tua madre ti ha generato e allevato. Possa ella non biasimarti e non levare le mani a Dio, e Dio non prestare ascolto al suo grido.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

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Perfezionati al cospetto dei tuoi occhi, e bada che non sia un altro a perfezionarti.

INSEGNAMENTO DI GEDEFHOR (ca. 2650 a.C.)

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Ma il dissennato, che non dà retta, non può acquisire nulla per sé, poiché ritiene che la sapienza sia ignoranza e che l’utile sia nocivo; fa tutto a rovescio, cosicché viene biasimato ogni giorno; vive di ciò per cui si muore, e i crimini sono il suo pane… Non si bada alle sue azioni, poiché ogni giorno gli occorrono molte disgrazie.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a. C.)

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Ott 17 2022

STEVE JOBS PROIBIVA L’USO DI SMARTPHONE E TABLET AI FIGLI: ECCO PERCHÉ LO FACEVA, E PERCHÉ DOVRESTI FARLO ANCHE TU

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Ogni giorno vediamo sempre più genitori che affidano tablet, cellulari ed altri tipi di dispositivi elettronici ai figli. Spesso lo fanno anche per sostituire baby sitter, badanti, nonne e addirittura il loro affetto e la loro attenzione con questi dispositivi.

E’ molto semplice dare a un bambino un dispositivo che brilla, emana luci, suoni e ha giochi, e lasciarlo da solo a giocare anche per ore. Ciò che non si sa è che, per quanto questi dispositivi possano divertire il bambino sul momento, si sta minando la loro capacità di essere felici.

La tecnologia può cambiare la nostra vita in positivo. Per viaggiare, informarsi e risolvere problemi semplici ormai ci rivolgiamo quasi esclusivamente alla tecnologia. Bisogna approfittare della tecnologia e coglierne tutti i lati positivi. Ma bisogna saper individuare i limiti: un bambino non può giocare per ore con un dispositivo elettronico, e solo pochi minuti con altri bambini o con i genitori.

A tal proposito, pubblichiamo la famosa risposta di Steve Jobs alla domanda sul perché lui stesso teneva i figli alla lontana da tali dispositivi elettronici:

 “I miei figli mi accusano di essere un po’ fascista a casa riguardo l’uso dei tablet, ed è perché mi comporto da dittatore impedendogli di usare questo tipo di tecnologia. Mi dicono che i genitori degli amici non impongono tali limiti, e mi chiedono perché loro non possono usare tablet e cellulari per tutto il tempo che vogliono. Ma la mia posizione, e quella di mia moglie, è molto semplice: abbiamo visto cosa può comportare l’eccesso di uso della tecnologia fra gli adulti, quindi immagina fra i bambini. Non voglio assolutamente che ciò accada ai miei piccoli “ 

Un bambino che passa molto tempo su tablet e cellulari può soffrire di tantissimi problemi, a cominciare dalla dipendenza da tali tipi di tecnologie, iperattività ed esclusione sociale. Lasciare usare tablet e cellulari senza limiti ai nostri figli vuol dire condannarli ad un futuro infelice, nel quale corrono il rischio di dipendere da farmaci o da dispositivi elettronici.

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Fonte: www.rimedio-naturale.it


Set 19 2022

LA PITIMA

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Venezia

Temutissima presenza storica con un rigoroso ruolo nella Serenissima: non era un esattore diretto dei debiti ma uno che ne sollecitava il pagamento in modo pubblico. Coloro che avevano un credito e non riuscivano a riscuotere, si rivolgevano ai servigi della Pitima: questa allora seguiva in continuazione il debitore vestita di rosso (un colore facilmente riconoscibile affinché tutti sapessero che il perseguitato era debitore moroso) gridando a gran voce e additando l’insolvente così da gettarlo nell’imbarazzo e farlo cedere per sfinimento fino a saldare le proprie pendenze.

Era una figura istituzionale commissionata dello Stato, reclutata tra le persone povere ed emarginate le quali godevano di assistenza pubblica in mense e ostelli a loro riservati in cambio della disponibilità su richiesta delle istituzioni. Nonostante la comprensibile insofferenza, il perseguitato non poteva in alcun modo nuocere alla Pitima pena pesante condanna.

Per la Serenissima, la cui prosperità era basata sul commercio, la credibilità dei mercanti e armatori, gli impegni tra privati compresi i debiti di gioco, il rispetto delle regole e gli impegni assunti, venivano considerati obblighi primari facenti parte della struttura stessa dello Stato. 

Pur essendo una democrazia avanzata aperta a tutti e a tutte le idee, vigeva un rigore ferreo delle regole sulle quali non si transigeva.

Dagli antichi fasti di Venezia a tutt’oggi, è un termine ancora usato per indicare una persona insistente e molesta: “ti xe na pitima”


Apr 24 2022

IL MEDICO DELLA PESTE, LA PIÙ INQUIETANTE DELLE MASCHERE VENEZIANE

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l Medico della Peste è sicuramente la più inquietante delle maschere di carnevale veneziane

Negli ultimi anni, la maschera del Medico della Peste è diventata molto conosciuta, quasi pop, grazie soprattutto a videogiochi di successo come Assasin’s Creed e diversi film. Nell’universo Steampunk, se ne trovano molte versioni. Grazie a questa popolarità, il Medico della Peste, un tempo simbolo terribile di morte e disperazione, viene oggi scelto come costumecosplay o vestito di Halloween.

 Ma com’era e a cosa serviva davvero la maschera del Medico della Peste?

Sappiamo poco sulle origini, ma è noto che la figura del Medico della Peste era diffuso in tutta Europa già nel medioevo. Nel XVII secolo, un famoso medico francese, Charles de Lorme, perfezionò la maschera del Medico della Peste, conferendole l’aspetto che conosciamo.

Questa era una maschera pratica, cioè veniva usata effettivamente dai dottori e chirurghi come uniforme medica per proteggersi dal morbo quando andavano a visitare i malati di peste. 

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Apr 13 2022

POI CI SONO LORO … I FOLLI.

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Dedicato ai folli, a chi ha lasciato la comoda sedia della sicurezza, a chi ha abbandonato il vialetto di casa, a chi non è stato compreso.

“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido”.
Albert Einstein

Molti imprenditori, rivoluzionari, ora miliardari, considerati geni innovatori, hanno abbandonato gli studi. Hanno preso la porta prima che fosse ora di prenderla. Hanno sfondato la porta quando la porta era chiusa a chiave.

Chi li conosceva mentre uscivano sgommando dal loro vialetto?

Chi li conosceva quando abbandonavano il college fra gli improperi dei padri e le delusioni sempiterne delle madri?

E ora forse li conosciamo? Li conosciamo davvero?

I loro genitori li conosceranno, ora, li riconosceranno?

Ci sono tante persone fortunate là fuori, tutto per bene, in orario, persone perfettamente cronologiche, una scalata di sì ai voti e ai sentimenti.

POI CI SONO LORO. I FOLLI. QUELLI CHE ORA AMMIRIAMO, PROPRIO QUELLI.

La follia, la rivoluzione dentro, l’innovazione magistrale: se la sono meritata. Se la sono sudata.

Ci sono due tipi di esclamazioni sul folle, la prima è: quello è un folle! La seconda è: quello è un folle!

Sembrano identiche eppure non sono mai state così diverse.

Perché è facile dirlo dopo. È facile essere ammirati dopo. Essere perdonati dopo. Rivoluti in casa dopo. Voluti bene, dopo. Sentire quelli che ti hanno conosciuto che si vantano di averlo fatto quando eri niente (o ricordano l’esclamazione del primo tipo: quello è un folle!).

Ebbene. I fatti. I fatti dimostrano che la follia si deve meritare, il talento deve essere lasciato libero o deve evadere, che l’ammirazione e tutti gli appellativi che sentono ora se li sono sudati fra le lacrime e la follia, che il loro futuro a cui nemmeno i genitori credevano se lo sono costruiti senza manuale di istruzioni, senza la scalata sulla scalinata del successo, ma solo con la scalata alle idee e alla loro integrità.

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Nov 16 2021

Tu sei qua grazie a…

Category: Cultura e dintorni,Persone e personaggigiorgio @ 23:27

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2 genitori. 

4 nonni. 

8 bisnonni. 

16 trisnonni. 

32 quadrisavi. 

64 quintavi. 

128 esavi. 

256 eptavi. 

512 ottavi. 

1024 nonavi. 

2048 decavi.

Per nascere oggi (da 12 generazioni precedenti), hai avuto bisogno di un totale di 4.094 antenati negli ultimi 400 anni. 

Pensa per un istante: quante lotte? Quante battaglie? Quante malattie? Quante difficoltà? Quanta tristezza? Quanta felicità? Quante storie d’amore? 

Quante speranze per il futuro? … i tuoi antenati hanno attraversato per farti esistere oggi.

Onora sempre le tue radici.


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