Mar 26 2015

LO STATO RENDE SERVI I SUDDITI METTENDOLI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI

Etienne

 

 

LO STATO RENDE SERVI I SUDDITI METTENDOLI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI

 

di ETIENNE DE LA BOETIE

 

 

Il saggio sostiene che qualunque tiranno detiene il potere fintanto che i suoi sudditi glielo concedono: dunque delegittimando qualsiasi forma di potere. La libertà originaria sarebbe stata abbandonata dalla società, che una volta corrotta dall’abitudine, avrebbe poi preferito la servitù del cortigiano alla libertà dell’uomo libero, che rifiuta di essere sottomesso e di obbedire.

 

 

Ma ora vengo a un punto, che è a mio avviso la risorsa ed il segreto del dominio, il sostegno ed il fondamento della tirannia.

 

 

Chi pensa che le alabarde, le guardie ed i posti di sentinella salvaguardino i tiranni, a mio avviso si sbaglia di grosso; e se ne servono, credo, più per l’aspetto formale e di spauracchio che perché ci facciano affidamento.

Gli alabardieri impediscono di entrare nel palazzo ai poveracci senza mezzi, non agli uomini ben armati e pronti all’azione.

È facile verificare che ci sono stati meno imperatori romani che siano sfuggiti a qualche pericolo grazie al soccorso delle loro guardie, di quanti siano stati uccisi dai loro stessi pretoriani.

Non sono le truppe di cavalleria, non sono i battaglioni di fanteria, non sono le armi che difendono il tiranno.

Non lo si crederà immediatamente, ma certamente è vero: sono sempre quattro o cinque che sostengono il tiranno, quattro o cinque che mantengono l’intero paese in schiavitù.

È sempre successo che cinque o sei hanno avuto la fiducia del tiranno, che si siano avvicinati da sé, oppure chiamati da lui, per essere i complici delle sue crudeltà, i compagni dei suoi piaceri, i ruffiani delle sue voluttà, e partecipi ai bottini delle sue scorrerie.

Questi sei orientano così bene il loro capo, che a causa dell’associazione, egli deve essere disonesto, non solamente per le sue malefatte, ma anche per le loro.

Questi sei ne hanno seicento che profittano sotto di loro, e fanno con questi seicento quello che fanno col tiranno.

Questi seicento ne tengono seimila sotto di loro, che hanno elevato nella gerarchia, ai quali fanno dare o il governo delle provincie, o la gestione del denaro pubblico, affinché appoggino la loro avarizia e crudeltà e che le mettano in atto al momento opportuno; e d’altro canto facendo tanto male non possono resistere, né sfuggire alle leggi ed alla pena, senza la loro protezione.

Da ciò derivano grandi conseguenze, e chi vorrà divertirsi a sbrogliare la matassa, vedrà che, non seimila, ma centomila, milioni, si tengono legati al tiranno con quella corda, servendosi di essa come Giove in Omero, che si vanta, tirando la catena, di ricondurre verso sé tutti gli dei.

Da ciò deriva la crudeltà del Senato sotto Giulio, la fondazione di nuovi Stati, la creazione di uffici; non certo, a conti fatti, riforma della giustizia, ma sostegno della tirannia. Insomma che ci si arrivi attraverso favori o sotto favori, guadagni e ritorni che si hanno sotto i tiranni, si trovano alla fina quasi tante persone per cui la tirannia sembra redditizia, quante quelle cui la libertà sarebbe gradita.

 

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Mar 25 2015

STATO E PRIVATO, IL MATRIMONIO CHE HA PARTORITO IL FALLIMENTO DELL’AUTOSTRADA BRE.BE.MI.

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 08:03

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Inaugurazione della  BreBeMi

 

 

di MAURO GARGAGLIONE

 

Il disastro economico dell’autostrada BreBeMi, l’opera pubblica finanziata dai privati che nessuno usa, rivela la grandissima ipocrisia della formula mista, lo Stato che dà i permessi e la concessione di sfruttamento, e i privati che investono.

 

I privati possono fare affari a braccetto con lo Stato, e ne fanno, eccome se ne fanno, solo se lo Stato esercita ciò che lo rende vincente, l’uso del monopolio della forza.

 

Voglio dire che i privati fanno profitti solo quando lo Stato obbliga i cittadini, attraverso leggi e regolamenti, a servirsi di un certo bene o servizio prodotto o erogato da un’azienda privata, magari imponendo anche il prezzo al pubblico.

 

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Mar 13 2015

GLI ESPORTATORI ILLEGALI DI CAPITALE SONO BENEFATTORI DELLA PATRIA

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:04

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Gli esportatori illegali di capitale sono benefattori della Patria, perché i capitali scappano quando i governo dissennati e spendaccioni li dilapidano, e allora portandoli altrove li salvano dallo scempio e li preservano per una futura utilizzazione, quando sarà tornato il buon senso.

 

Luigi Enaudi (1874 -1961)

Economista politico e giornalista italiano secondo presidente della Repubblica Italiana

 

 

 


Mar 12 2015

DAL NULLA NON SI CREA RICCHEZZA E NEMMENO LAVORO

Category: Economia e lavorogiorgio @ 06:23

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San Giovanni Lupatoto anno 1974 lavoro di verniciatura  nel calzaturificio Sartica 

 

 

Di MATTEO CORSINI

 

“In un mondo governato per troppi anni dalle speculazioni finanziarie, ci siamo dimenticati che l’unico modo per creare ricchezza e distribuirla è creare il lavoro. Di questo, immediatamente, dobbiamo tornare a parlare”. 

Capita abbastanza spesso di sentire affermazioni come quella di Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl. E non solo da parte di sindacalisti.

 

Non intendo soffermarmi sulla prevedibile condanna delle “speculazioni finanziarie”, quanto sul passaggio successivo, che stravolge completamente la realtà.

Non è creando lavoro che si crea ricchezza.

La ricchezza si crea se, utilizzando diversi fattori produttivi, tra i quali il lavoro, si riesce a offrire beni o servizi che incontrano la domanda dei consumatori generando ricavi superiori ai costi.

Se la creazione di ricchezza genera un aumento degli investimenti produttivi è probabile che aumenti la domanda di lavoro.

 

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Mar 06 2015

DENATALITÀ, TASSE, IMMIGRAZIONE. ECCO PERCHÉ FINIREMO COME L’IMPERO ROMANO

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La distruzione dell’Impero romano, di Thomas Cole. Dipinto allegorico (ispirato molto probabilmente al sacco di Roma dei Vandali del 455), quarto della serie “Il corso dell’Impero” del 1836, oggi a New York, presso l’Historical Society.

 

 

di Massimo Introvigne

 

Si può parlare male della Francia finché si vuole, ma bisogna riconoscere ai francesi la capacità di promuovere dibattiti culturali che vanno al di là delle banalità quotidiane. Ne è un buon esempio la vasta discussione che continua sul libro dello storico e giornalista Michel De Jaeghere «Gli ultimi giorni. La fine dell’Impero romano d’Occidente» (Les Belles Lettres, Parigi 2014). Nel febbraio 2015 il mensile cattolico «La Nef» ha dedicato a questo tomo di oltre seicento pagine un numero speciale con diversi articoli pertinenti, ma del libro si continua a parlare negli ambienti più diversi, talora con toni molto accesi.

 

Perché appassionarsi nel 2015 alla caduta dell’Impero romano? Si tratta certo di uno degli eventi più importanti della storia universale. Ma in realtà il dibattito francese è divenuto rapidamente politico, perché le vicende finali dell’Impero romano ricordano da vicino – lo aveva del resto già notato Benedetto XVI – quelle di un’altra civiltà che sta morendo, la nostra.

 

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Mar 04 2015

LA VERA STORIA DELLA FINE DI CRAXI E L’EURO-ROVINA DELL’ITALIA

 

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Bettino Craxi

 

 

L’Italia si radicalizza, nel dopoguerra, intorno a due poli: un polo cristiano e un polo di sinistra, che si scinde in più realtà. E poi ha delle forze storiche – liberali, repubblicani – che provengono dalla storia risorgimentale. In questo quadro l’Italia resiste finché non crolla il Muro di Berlino.

Fino ad allora, gli americani finanziano la Dc, i russi finanziano il Pci, gli altri si procurano da vivere un po’ come possono. E il sistema politico va avanti, in una specie di benessere garantito dai finanziamenti esteri su cui si modellano i due grossi partiti, mentre gli altri partiti hanno campo libero nel finanziamento illecito, cioè nel finanziamento che ipocritamente veniva considerato illecito, cioè sottobanco.

Cosa succede nel 1989? Crolla il Muro. E nel momento in cui vengono meno i due blocchi e gli americani non hanno più paura dei russi, pensate che diano ancora soldi alla Dc? I russi a loro volta non esistono più, ma le strutture dei partiti rimangono uguali: dipendenti da mantenere, sedi, palazzi, giornali, volantini da distribuire. Dove prenderli, i soldi? In più, finché c’era solo una emittente televisiva il costo della politica era di un certo importo; una volta nata la Tv commerciale, che gli spot se li fa pagare, e non c’è più solo la “Tribunale elettorale” di Jader Jacobelli, il costo aumenta ancora.

 

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Mar 03 2015

NON C’È ALCUNA CORRELAZIONE TRA USO DEL CONTANTE ED EVASIONE FISCALE

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:03

Lo abbiamo detto, ridetto, scritto, riscritto, ripetuto, ribadito in mille modi. Finalmente, qualcuno lo ha capito!

 

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di REDAZIONE

 

Riportiamo la notizia così come l’ha lanciata l’agenzia di stampa AGI:

«Nonostante l’Italia abbia il limite all’utilizzo del contante più basso d’Europa, l’evasione fiscale non sembra averne risentito; anzi, c’è pochissima correlazione tra la soglia limite all’uso di cartamoneta imposta per legge e il rapporto tra la base imponibile Iva non dichiarata e il Pil, vale a dire l’evasione fiscale».

E’ quanto emerge da un’analisi elaborata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

 

“Tra il 2000 e il 2012 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), a fronte di una soglia limite all’uso del denaro che è rimasta pressoché stabile fino al giugno 2008, l’evasione ha registrato un andamento altalenante fino al 2006 per poi scivolare progressivamente fino al 2010″, si legge nella nota della Cgia, “se tra il 2010 e l’anno successivo l’”asticella” del limite al contante si è ulteriormente abbassata (passando da 5.000 e 1.000 euro), l’evasione, invece, è salita fino a sfiorare il 16 per cento del Pil, per poi ridiscendere nel 2012 sotto quota 14 per cento”.

“Alla luce di questa comparazione”, prosegue la Cgia, “possiamo affermare che non c’e’ una stretta correlazione tra l’uso della carta moneta e l’evasione fiscale; anzi, il minor utilizzo del contante può diminuire le possibilità di riciclaggio di denaro proveniente da attività illegali che, come sappiamo, non venivano però incluse nelle statistiche ufficiali riferiti all’evasione fiscale”.

Tra i principali membri dell’Unione europea, ben 11 Paesi non prevedono alcun limite all’uso del contante.

La Francia e il Belgio hanno una soglia di spesa con la cartamoneta di 3.000 euro, la Spagna di 2.500 euro e la Grecia di 1.500 euro.

 

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Feb 27 2015

ECCO COME PUTIN TUTELA DEI LAVORATORI: RENZI, LA COSIDETTA SINISTRA ITALIANA LO FAREBBE MAI?!?

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:02

 

Renzi, il PD e la sinistra italiana criticano Putin, viene definito un “dittatore”…

Ecco un aneddoto che fa invece capire come mai il popolo russo lo sostenga a spada tratta…

Putin tutela con fermezza i lavoratori russi, mentre Renzi e la sinistra italiana si sono solo preoccupati di rendere licenziabili quelli italiani…

Secondo voi Renzi farebbe mai qualcosa di simile a questo?

 

 

Vladimir Putin viene messo a conoscenza del fatto che migliaia di operai, che non ricevevano stipendio da mesi, stanno per essere licenziati e la loro fabbrica chiusa da quegli stessi dirigenti che ne avevano tratto profitti milionari.

 

Il Presidente russo saputo della cosa va ad occuparsi personalmente della faccenda: convoca immediatamente Padroni e Oligarchi responsabili dell’ondata di licenziamenti, che con la loro avidità ed incompetenza, stavano per mandare in mezzo ad una strada migliaia di famiglie e li affronta uno per uno, facendogli un cazziatone memorabile! Esigendo le loro dimissioni immediate e concludendo il discorso con la frase: “Il termine ultimo per il pagamento degli stipendi arretrati, È OGGI !”.

 

Nelle successive 4 ore vengono pagati 40 milioni di dollari di stipendi arretrati e gli unici licenziamenti sono quelli dei padroni.

 

 


Feb 21 2015

LA QUESTIONE VENETA: NASCE GIA’ DAL 1866 E DALLA DISPERAZIONE DELLE CLASSI RURALI

VENETI POVERTA

La misera realtà del Veneto dopo l’unità d’Italia

 

 

Siccome non siamo padroni della nostra storia, finiamo per vivere, noi veneti, in un continuo presente, dato che pochi di noi sanno quelle che erano le aspirazioni dei nostri Padri, e quindi anche il movimento che promosse la nascita della Liga veneta, lo si ritiene, a torto, privo di radici profonde, mentre, in realtà, l’autonomismo o l’indipendentismo, sono aspirazioni che, come fiumi carsici, corrono sotto terra, per poi riemergere prorompenti.

Quindi dagli anni ’80 del ‘900, possiamo risalire ai giorni susseguenti l’annessione con un referendum farsa (questo bisogna ricordarlo ogni volta).  I quell’epoca intorno a Montagnana, ad esempio, verso Casale, i braccianti si impossessarono delle terre incolte e se le picchettarono, mentre lo stato le aveva cedute ai grossi proprietari fondiari. Ne nacque una rivolta, arresti, con con conseguenti condanne durissime ed espatri forzati.

 

 

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Feb 20 2015

OLIVETTI NON ERA UN MARXISTA: L’IMPRENDITORE FILOSOFO DI IVREA SI ISPIRAVA AL PERSONALISMO DI MOUNIER E ALL’ANTROPOSOFIA DI STEINER. ERA UN’IDEALISTA PRATICO, NON UN MATERIALISTA DIALETTICO

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ADRIANO OLIVETTI ERA UN IDEALISTA PRATICO: Credeva “nel potere illimitato delle forze spirituali” . Esprimeva un pensare e un agire tutt’altro che marxisti

 

 

 

di Luca Negri

 

Ci piace pensare che vi sia qualcosa di provvidenziale dietro la riscoperta della figura e dell’opera di Adriano Olivetti. Dopo anni di semi oblio questo grande italiano torna finalmente attuale, o meglio ci si accorge della sua mai tramontata ed urgente attualità. Eccolo infilato nel pantheon delle personalità ispiratrici sia da Matteo Renzi che da Giorgia Meloni, dunque da ciò che resta della Sinistra e della Destra, quasi a confermare la decomposizione di quella dicotomia tutta otto-novecentesca.

 

Certo è che le nuove leve della politica italiana non fanno seguire alle parole i fatti, come degni continuatori delle leve ormai rottamate. Il nome di Olivetti, accanto a quelli di un Mazzini, di un La Pira, di un Longanesi, fa, come si dice, fine e non impegna. Non impegna, perlomeno, rampanti quarantenni come Renzi.

 

 

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Feb 12 2015

SEGNALE DELLA CRESCITA: ACCENDERE I CERI PER SPERARE NEL FUTURO

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 03:01

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di LUIGI CORTINOVIS

 

Uno, due anni fa le agenzie lanciavano notizie in cui si conteggiavano le ore di cassa integrazione in centinaia di milioni. Ora, quei sussidi stanno finendo ed il conteggio è diverso.

 

L’onda lunga della crisi ne sposta gli effetti dalla cassa integrazione ai licenziamenti. E’ il quadro tracciato dalla Fim-Cisl della Lombardia, il cui segretario generale Nicola Alberta parla di “preoccupante impennata del 72% dei licenziamenti rispetto a fine giugno”.

 

Sono 1.633 le aziende – secondo quanto riportato dall’Ansa – che anche nel secondo semestre 2014 hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali. Oltre 40.000 i lavoratori coinvolti e di questi ben 5.843 sono stati licenziati.

 

Presto, nella Lombardia si ricorrerà ai metodi siciliani:

“«Sembra un parodosso  – dice il signor Gambino, titolare di una cereria di Catania – ma è grazie alla crisi se quest’anno sto vendendo più candele rispetto al passato. La gente viene e mi dice: “Mi dia un cero, così vado in chiesa, lo accendo e prego perché la mia situazione familiare migliori”».

 

 

Fonte: tratto da MIGLIOVERDE

LINK: http://www.miglioverde.eu/ecco-il-31-segnale-della-crescita-accendere-i-ceri-per-sperare-nel-futuro/

 


Feb 09 2015

L’ULTIMO DISCORSO DI ENRICO MATTEI: LA RICCHEZZA DEVE RESTARE IN SICILIA

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Enrico Mattei saltò in aria con il suo aereo il 27 ottobre del 1962, poche ore prima tenne un discorso memorabile a Gagliano Castelferrato (Enna), dove disse ai siciliani che il petrolio trovato nelle loro terre gli avrebbe portato benessere e avrebbe fatto in modo che la gente non emigrasse più e che, anzi, sarebbero ritornati gli emigrati.
 Infine si scagliò contro le multinazionali estere.

Di seguito vi riportiamo il discorso integrale con le parti evidenziate in cui parla del risveglio della Sicilia, forse fu questa la causa del suo omicidio?? L’ Italia Unita S.P.A. voleva tenere la Sicilia sempre come colonia interna?

I fatti giudiziari nati successivamente alla sua morte, portano purtroppo a pensare proprio questo…

 

“Prima di tutto desidero ringraziarvi di questa calda accoglienza che abbiamo ricevuto, qui, nel vostro paese. Oggi si affacciano alla mia memoria quegli anni che possiamo considerare lontani, dell’immediato dopoguerra, quando nessuno credeva alle reali possibilità dei nostro sottosuolo. Noi cominciammo una lotta dura, fra l’ostilità di coloro che non credevano a queste possibilità dei nostro paese, poi giungemmo alle scoperte della valle Padana che hanno rivoluzionato – come diceva poco prima il vostro onorevole Lo Giudice – la valle Padana e l’alta Italia. Quando chiedemmo di venire in Sicilia, trovammo che non eravamo di moda: allora erano in momento favorevole tutte le compagnie petrolifere straniere. Io debbo ringraziare la Regione siciliana di averci dato tutto quello che in pratica era rimasto, che gli altri non avevano scelto. Volevamo dimostrare anche alla Sicilia quello che potevano veramente fare gli italiani, gli italiani che si rendevano conto di quello che poteva significare questo tipo di progresso per la Sicilia.

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Gen 29 2015

VOGLIONO ACQUA, LUCE E GAS: SOLDI A PALATE, E IL PD OBBEDIRÀ. VIA L’ARTICOLO V

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Acqua, luce, gas. Perché il Pd vuole privatizzare i servizi pubblici fondamentali? Perché gliel’hanno ordinato gli speculatori: la finanza ci guadagna di più e non rischia niente.

Ecco il motivo dell’invocata modifica del Titolo V della Costituzione, che tuttora affida agli enti locali il controllo delle reti di distribuzione.

Tutto iniziò con Franco Bassanini, attuale presidente della Cdp, la Cassa Depositi e Prestiti. Già socialista, poi transitato al Pds: fu lui, ricorda Paolo Barnard, a sferrare il primo storico attacco alla gestione pubblica dei servizi degli enti locali, le “utility”. Risultato: la legge 267 del 2000, figlia del lavoro svolto negli anni ‘90 da questo tecnocrate europeista.

Bassanini «obbediva al già infame trattato Gats dell’Organizzazione Mondiale del Commercio di Ginevra», cioè il trattato del Wto che «mirava a mettere nelle mani degli speculatori internazionali (cioè privatizzare) i tuoi servizi essenziali, come scuola, sanità, assistenza sociale, cimiteri, anagrafe, acqua, luce, gas».

Poi il Gats «si è impantanato», ma niente paura: oggi rientra dalla finestra col nome di Tisa ed è collegato al Ttip, il Trattato Transatlantico sul commercio.

 

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Gen 21 2015

LE TASSE AI LADRI E ALLA MAFIA

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:07

 

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Ormai è sotto gli occhi di tutti: le tasse che paghiamo vanno in mano ai ladri della politica, delle istituzioni, della burocrazia, delle mafie, che le usano soprattutto per arricchirsi, senza curarsi di spenderle bene e utilmente, nell’interesse collettivo.

A Roma era così già 50 anni fa. E’ la costante nazionale, il carattere essenziale e immutabile dello Stato italiano.

Rubare è lo scopo per cui si fa politica, e il mezzo con cui si fa politica, è il criterio con cui si fa carriera in politica e nell’apparato pubblico e partecipato.

 

Ovviamente ciò vale per la politica che tocca la palla – non per tutta la politica. Anche questo articolo è un atto politico, solo che non tocca la palla – anche se forse unge il piano inclinato della storia. Anche quella che Napolitano, eletto delle segreterie dei partiti politici, bolla come antipolitica, in realtà è autentica politica. Politica disingannata verso il tipo di forze politiche e i metodi politici che Napolitano tutela. Anche contro i contraccolpi dei suoi scandali.

 

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Gen 18 2015

IL DEBITO PUBBLICO NON PUÒ ESTINGUERSI. E LA CATASTROFE È PROSSIMA

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:00

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di GERARDO COCO

 

L’evento più singolare del 2014 si è verificato, secondo noi, il 12 novembre scorso quando Philae, il lander trasportato dalla sonda spaziale Rosetta, è atterrato sulla cometa Cometa Churyumov-Gerasimenko dopo un viaggio di oltre 10 anni. La missione servirà a studiare l’evoluzione dell’Universo per decifrarne i misteri.

Come è stato possibile raggiungere la «stella cadente»? Sfruttando la legge di gravitazione universale scoperta più di 300 anni da Isaac Newton e per la quale il grande astronomo ha giustamente meritato sulla pietra tombale l’epitaffio di Onore del genere umano. La gravitazione, il principio che spiega la stabilità e l’equilibrio del sistema solare e che ha reso possibile l’esplorazione dello spazio, ha permesso alla fisica moderna di elaborare una teoria unitaria per spiegare le mutue interazioni dei corpi celesti.

Quel giorno importante per l’umanità, ci chiedevamo se, quaggiù, in Terra, esisteva una legge universale analoga alla meccanica celeste, in grado di decifrare il funzionamento dell’universo economico e spiegarne, secondo un principio unitario, le interdipendenze fra tutti i suoi fenomeni.

 

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