Dic 20 2016

L’ARRINGA FINALE DI GEERT WILDERS DAVANTI ALL’INQUISIZIONE

 

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Incriminato per le sue opinioni, per la sua incrollabile determinazione a difendere l’Olanda dal nazismo islamico, Wilders ha pronunciato un discorso memorabile davanti alla corte che lo deve giudicare.

 

 

 

Signor Presidente, Signori della Corte,

 

quando ho deciso di rivolgermi a voi qui, oggi, facendo una dichiarazione finale in questo processo contro la libertà di parola, molte persone hanno reagito dicendomi che è inutile. Che voi giudici avete già scritto il verdetto di condanna qualche tempo fa. Che tutto indica che mi avete già condannato. E forse è vero. Tuttavia io sono qui. Perché io non mollo mai. E ho un messaggio per voi e l’Olanda.

 

Da secoli l’Olanda è simbolo di libertà.

 

Quando si dice Olanda, si dice libertà. E questo è vero anche, forse soprattutto, per coloro che hanno un parere diverso da quello dell’establishment, l’opposizione. E la nostra libertà più importante è la libertà di parola.

 

Noi olandesi diciamo tutto ciò che è sentiamo nei nostri cuori. E questo è esattamente ciò che rende grande il nostro Paese. La libertà di parola è il nostro orgoglio.

 

E questo, proprio questo, è in gioco qui, oggi.

 

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Set 21 2016

IL PROCESSO CONTRO MAROZIN GIUSEPPE DETTO “VERO” TENUTO NEL DOPOGUERRA

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IL PROCESSO CONTRO MAROZIN GIUSEPPE DETTO “VERO” TENUTO NEL DOPOGUERRA

 

Un partigiano valoroso o un killer spietato?

 

LA SENTENZA

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Giudice Istruttore presso il Tribunale Civile e Penale di Vicenza ha pronunciato la seguente

Sentenza nel procedimento penale contro

 

1)    ANTEMI ANTENORE, nato il 28-6-1920 a Ponzo (Padova), attualmente in Francia; partigiano “Tenore”;

2)    CAVALIERE UMBERTO MICHELE, nato a Crespadoro il 10-10-1925, ivi residente; partigiano “Penna”;

3)    CHIAROTTO ILIO, nato a Monteforte d’Alpone il 20 ottobre 1923, deceduto il 24-4¬1945; partigiano “Fido”;

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Ago 07 2016

CON UNA BEVUTA AL BAR SI SMONTA IL MITO DELLA “LA VOLONTÀ DELLA MAGGIORANZA”

Category: Economia e lavoro,Giustizia Legula e Leguleigiorgio @ 08:51

 

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The Problem of Political Authority

 

“Sei andato a bere qualcosa con alcuni dei tuoi colleghi ed alcuni studenti.

Siete tutti impegnati a parlare di filosofia, quando qualcuno solleva la questione di chi pagherà il conto.

Vengono esaminate diverse opzioni.

Un collega suggerisce di dividere il conto in parti uguali tra tutte le persone al tavolo.

Tu suggerisci che ognuno paghi le proprie bevande.

Uno studente suggerisce che TU paghi per tutti.

Riluttante a spendere tanto denaro rifiuti.

Ma lo studente insiste: “Votiamo”.

Con tuo sgomento si procede con la votazione, che rivela che tutti al tavolo, tranne te, vogliono che tu paghi per tutti.

Bene, questo risolve la questione”, dichiara lo studente. “Paga”.

Adesso sei eticamente obbligato a pagare le bevande di tutti?

Gli altri possono prendere il tuo denaro con la forza?


 

La maggioranza delle persone risponderà NO ad entrambe le domande.

 

La sola volontà della maggioranza non genera il diritto di obbligare la minoranza, né genera l’obbligo di obbedienza della minoranza.

 

Più precisamente, la sola volontà della maggioranza non fornisce sufficiente sostegno a una proposta che prevale sui diritti di proprietà privata di un individuo (in questo esempio il diritto sul tuo denaro) o sul diritto a non essere sottoposto a coercizione lesiva”.

 

Dal Libro ” Il problema dell’autorità politica …del diritto di obbligare e del dovere di obbedire”
Michael Huemer –
liberilibri editore

 

Fonte: Miglioverde di giugno 2016

Link: http://www.miglioverde.eu

 


Giu 11 2016

CECILIA CARRERI. «IO, LA GIUDICE VELISTA TRAMUTATA IN MOSTRO»

Category: Giustizia Legula e Leguleigiorgio @ 00:02

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Cecilia Carreri

 

Avete presente «la giudice malata» che «fa la velista» (Corriere della Sera), la «giudice in mutua condannata dal Csm» perché «aveva partecipato a una regata transoceanica» (La Stampa), la «toga fannullona» che «si fingeva malata ma girava il mondo in barca» (Il Giornale)? Ma sì che ve la ricordate, titoli come questi non si dimenticano facilmente.

Be’, le cose non sono andate affatto come le abbiamo sempre raccontate.

Primo: quando Cecilia Carreri partecipò alla regata Transat da Le Havre a Salvador de Bahia, citata da tutti i giornali, non era né «in mutua» né in malattia: godeva di un regolare periodo di ferie.

Secondo: a prescriverle l’attività fisica, compresa quella nautica, per alleviare il suo stato di sofferenza fisica e psichica furono i medici Leonardo Trentin (terapia antalgica, ospedale San Bortolo di Vicenza), Enrico Castaman (ortopedia, ospedale di Montecchio Maggiore) e Luigi Pavan (psichiatria, Università di Padova), che non sono mai stati né interrogati né tantomeno inquisiti.

Terzo: il Gip di Trento ha archiviato «perché il fatto non sussiste» il procedimento penale per truffa ai danni dello Stato; anzi, la perizia ordinata dal Pm ha accertato che la magistrata soffriva davvero di una grave patologia lombosacrale con discopatie multiple e di uno stato depressivo importante, dovuto alla morte dei genitori, come attestato da 68 certificati medici, da 7 Tac e dalla cartella clinica del reparto di terapia antalgica e come avvalorato da tutte le visite fiscali, tanto che non le fu mai revocata l’aspettativa per motivi di salute.

Quarto: non è stata condannata e neppure censurata quale assenteista, «per cui darmi della falsa malata costituisce a tutti gli effetti una calunnia».

Quinto: a stroncarle la carriera sono stati i suoi colleghi di sinistra dalla coscienza sporca. La giudice skipper s’era infatti macchiata di colpe inescusabili: lavorava più di loro (il fascicolo personale parla per lei); denunciava le gravi illegalità commesse a palazzo di giustizia; veniva celebrata dalla Gazzetta dello Sport e da Le Figaro come «il magistrato che sfida il mare verticale»; soprattutto non s’era mai iscritta ad alcuna corrente della magistratura e non aderiva agli scioperi di categoria.

 

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Giu 10 2016

BANCA POPOLARE DI VICENZA. CECILIA CARRERI: «GIÀ NEL 2002 CERCAI DI FERMARE ZONIN»

Category: Giustizia Legula e Leguleigiorgio @ 00:57

 

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Cecilia Carreri

 

La ex giudice: «c’era una completa omissione di controllo sulla gestione padronale Zonin». E sulle sue dimissioni dalla magistratura: «accanimento giudiziario e diffamatorio»

 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviatoci dalla ex magistrato Cecilia Carreri, in relazione alle vicende della Banca Popolare di Vicenza.

 

Il giudice Cecilia Carreri, nota per il suo rigore, la sua correttezza ed efficienza nei lunghi anni trascorsi nel Tribunale di Vicenza, ebbe a rigettare nel 2002 la pressante richiesta del Procuratore Antonio Fojadelli per l’archiviazione di un procedimento penale a carico del Presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin ed altri, fascicolo che, oltre ai reati contestati, conteneva fatti molto gravi che avrebbero richiesto nuove imputazioni e indagini, da estendere a più personaggi inseriti nel gruppo bancario, sopratto al collegio sindacale e al CDA. Come scrisse allora il giudice Carreri, in quanto emergeva da una perizia d’ufficio e da un’ispezione della Banca d’Italia, vi era una completa omissione di controllo sulla gestione padronale Zonin, in conflitto di interessi tra quelli delle sue aziende private e quelli della banca.

 

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Mag 30 2016

GIANGRANCO MIGLIO. IL CITTADINO HA IL DIRITTO DI RIBELLARSI

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Giangranco Miglio

 

Giangranco Miglio spiega i fondamenti teorici dello sciopero fiscale contro i detentori del potere.

 

La ripulsa degli obblighi fiscali costituisce abitualmente insieme lo scopo e la modalità della “disobbedienza civile”. E non per caso.

 

L’appartenenza consapevole ad una qualsiasi convivenza civile e politica genera abitual mente l’impegno ad una contribuzione finanziaria (o a prestazioni in natura) finalizzata a remunerare i servizi offerti dalla convivenza medesi ma ai suoi membri.

 

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Mag 18 2016

MARCO PANTANI… LA MIA VERITÀ DI RENATO VALANZASCA. A MADONNA DI CAMPIGLIO IL 5 GIUGNO 1999 VI FU UN COMPLOTTO.

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Scusandomi per il “famigliare Tu” che vuole solo esprimere tutto l’Affetto e il Rispetto che porto a Te e a tutta la Tua Famiglia, immediatamente dopo aver ricevuto il massaggio inviato al sito, mi precipito a rispondere a Te e a Tuo nipote Thomas.

 

Lascio poi a Te la decisione se dare il via libera ad Antonella se mettere o meno in rete questa mia… Perché se da un lato, per la mia immagine, la cosa potrebbe tornare più che utile… dall’altro, capisco perfettamente che si tratta di un Dolore Talmente Grande e Personale che potresti desiderare di voler tenere tutto per Te!… Decidi Tu!!!…

 

Nel caso che Tu decidessi di non mandarla blog, come mi dovrei regolare con le domande che mi sono giunte (da Marco, la freccia, Gabriele Guerini, Bruno e…) sempre riguardo alla Tragica vicenda del Tuo Compianto Marco, che mi ha coinvolto a causa del passaggio ne Il fiore del male?… Ignorarle non mi pare corretto… ma altrettanto sarebbe se dicessi loro le stesse cose!… Fammi sapere… Grazie!

 

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Mar 25 2016

EVADERE IL FISCO E’ UN ATTO MORALMENTE LODEVOLE DI LEGITTIMA DIFESA!

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Claudio Bizzozero ( sindaco di Cantù)

 

di CLAUDIO BIZZOZERO

 

Il mio post di ieri ha suscitato clamori e fraintendimenti, come sempre accade quando si tratta di tasse.

 

Credo che il clamore sia dovuto innanzitutto al fatto che io faccio il sindaco e un sindaco certe cose normalmente non le dice. Ma io, come noto, non sono un sindaco normale, perchè sono COMPLETAMENTE LIBERO da qualsiasi gabbia ideologica e clientelare di partito e dunque dico liberamente quello che penso, fregandomene delle conseguenze.

In materia fiscale quel che penso è più che noto, ma voglio qui ribadirlo in modo che non lasci più spazio ad alcun fraintendimento, ben sapendo che dopo aver letto questo post si scateneranno i soliti falsi moralisti benpensanti (spesso MOOOOOOLTO INTERESSATI a dividersi la ghiotta torta partitocratica).

 

I “partitocrati magna magna” sono ovviamente in malafede quando esprimono i loro giudizi e dunque non val la pena considerarli.
Chi invece fraintende in buona fede appartiene in genere alla categoria dei lavoratori dipendenti, i quali sostengono che “loro” non possono evadere un solo euro perchè l’imposta a loro viene trattenuta all’origine. A chi fa questo tipo di considerazioni suggerisco di considerare quanto segue:

 

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Mar 24 2016

MA QUALE EVASIONE? PERSECUZIONE DELLE PMI E GIGANTESCA ESTORSIONE

 

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di LUCIANO DISSEGNA

 

La lotta “all’evasione fiscale”, ricetta per coprire tutte le magagne governative, nonché per addossare la colpa a qualche capro espiatorio del tutto inventato, merita qualche considerazione. Vediamo di seguito:

 

1) I crediti inesigibili Equitalia (organo di riscossione dell’Agenzia Entrate) sono passati dai 545 miliardi dei primi mesi 2014[1] ai 601,5 degli ultimi mesi 2015[2].  Da notare che la stampa (da noi citata in quanto apparentemente – e rispettivamente – contro e pro il Governo) che ha pubblicato tale (sconvolgente) notizia si è ben guardata (per i motivi illustrati al successivo punto 6?) dal rivelarne le vere cause;

 

2) L’enorme cifra (poco meno di 1/3 dell’intero debito pubblico!), di cui trattasi, è in gran parte frutto di liquidazioni e di accertamenti dell’Agenzia Entrate[3]. Questi ultimi vengono notificati nel 90% dei casi[4] ai piccoli imprenditori (pilastro dell’economia e dell’occupazione) e alle loro famiglie;

 

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Mar 23 2016

NON PUÒ ESSERCI FIDUCIA TRA CHI PAGA LE TASSE E CHI LE RISCUOTE

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di MATTEO CORSINI

 

“Una buona lotta all’evasione si realizza con molti strumenti, con una diversificata intensità settoriale, economica e geografica, con tempi e modalità che riescano ad abbattere nei contribuenti il muro della sfiducia e li convincano che pagare le imposte non solo è un dovere civico, ma è anche conveniente sul piano economico e sociale”.

Angelo Cremonese, dottore commercialista e docente universitario, è uno dei tanti esempi di “tecnici” della materia fiscale che mettono in discussione il metodo con il quale lo Stato esercita l’imposizione fiscale, e non l’imposizione fiscale in quanto tale.

 

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Mar 22 2016

LA GUARDIA DI FINANZA: SCORTICHEREMO VIVE LE PICCOLE MEDIE IMPRESE

 

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di REDAZIONE

 

Il Comando Generale della Guardia di Finanza ha diffuso il documento di prassi contenente le direttive linee guida per la lotta all’evasione fiscale. Le nuove direttive hanno lo scopo di adeguare l’azione ispettiva alla strada delineata dal Governo nel Documento di Economia e Finanza 2014 per il contrasto all’evasione fiscale e l’elusione.

 

Più controlli nelle PMI

 

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Mar 20 2016

VENETI EVASORI E CRIMINALI SOCIALI CHE TOLGONO ALLA GENTE ONESTA

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di LEONARDO FACCO

 

Gibran, diceva che “le parole sono senza tempo”. Tutti sappiamo che “le parole sono pietre” e che Orwell, sul significato delle stesse, ci metteva in guardia, soprattutto quando a manipolarle è chi tiene salde in mano le briglie del potere.

 

Il vocabolario della “lingua franca italiana”, il mitico Treccani, dà questa definizione di parassita:

In origine, denominazione in uso nell’antica Atene per designare funzionari cultuali di alcune divinità, con attribuzioni non ben chiare, che avevano come caratteristica di partecipare alla divisione della vittima sacrificata alle divinità stesse; più tardi (almeno dal sec. 4° a. C.) il termine assunse il significato di scroccone sfrontato, amante della buona cucina, spesso incaricato di allietare con buffonerie gli invitati a un banchetto”.

 Nell’uso più odierno, e aggiornato, il parassita è colui che “mangia e vive alle spalle altrui”.

 

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Mar 19 2016

VOLETE SAPERE COSA FU MANI PULITE? LEGGETE LA LETTERA DEL SUICIDA GABRIELE CAGLIARI

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Gabriele Cagliari

 

Ripubblichiamo la lettera ai familiari che l’allora presidente Eni inviò dal carcere poco prima di togliersi la vita. Cagliari venne arrestato dai pm de Pasquale e Di Pietro. Dopo 4 mesi di carcerazione preventiva, scrisse: «Ci trattano come cani ricacciati ogni volta al canile»

 

Gabriele Cagliari fu nominato presidente dell’Eni il 3 novembre 1989. Nel 1993 fu arrestato dai pm milanesi Fabio de Pasquale ed Antonio Di Pietro, accusato di aver versato ai partiti una maxi tangente. Dopo quattro mesi nel carcere di San Vittore a Milano si suicidò il 20 luglio del 1993.

 

Lettera di Gabriele Cagliari alla sua famiglia del 10 luglio 1993

 

Miei carissimi Bruna, Stefano, Silvano, Francesco, Ghiti: sto per darvi un nuovo, grandissimo dolore. Ho riflettuto intensamente e ho deciso che non posso sopportare più a lungo questa vergogna.

La criminalizzazione di comportamenti che sono stati di tutti, degli stessi magistrati, anche a Milano, ha messo fuori gioco soltanto alcuni di noi, abbandonandoci alla gogna e al rancore dell’opinione pubblica. La mano pesante, squilibrata e ingiusta dei giudici ha fatto il resto.

Ci trattano veramente come non-persone, come cani ricacciati ogni volta al canile.

Sono qui da oltre quattro mesi, illegittimamente trattenuto.

 

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Mar 07 2016

UNABOMBER: LA SCANDALOSA VICENDA DI ELVO ZORNITTA – TRASFORMATO IN MOSTRO DAI GIUDICI CHE AIUTAVO

Category: Cronaca e notizie,Giustizia Legula e Leguleigiorgio @ 02:31

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Elvo Zornitta

 

di Stefano Lorenzetto

 

INTERVISTA A ZORNITTA

 

Elvo Zornitta racconta cinque anni di calvario: “Davo suggerimenti su dove cercare la nitroglicerina. Sono diventati prove contro di me”

 

Per il suo primo Natale da Elvo Zornitta, dopo cinque interminabili anni in cui agli occhi del mondo intero è stato Unabomber, non potrà dormire nella mansarda della sua città natale, Belluno, sopra la casa degli anziani genitori, dov’era solito portare la famiglia per le feste. «L’ho dovuta vendere». Non è bastato, non basterà. Il padre e la madre, ottantatreenni, sono stati costretti a cedere anche la loro casa di vacanza al mare, a Bibione, per aiutarlo a pagare le spese affrontate nell’estenuante battaglia giudiziaria. Non è bastato, non basterà.

 

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Apr 12 2015

MILANO, TERRA DI FALLIMENTI: DALLA ‘NDRANGHETA ALLA STRAGE IN TRIBUNALE

 

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di STEFANIA PIAZZO

 

Milano è una città groviera. Quattro morti nel Tribunale, un magistrato, un avvocato, un testimone uccisi a sangue freddo. Un metal detector che non funziona.

Ma la strage di innocenti che raggela l’anima, nel luogo simbolo delle mani pulite, del riformismo giudiziario, ha consumato la sua nemesi politico-economica non a caso nella sezione fallimentare, quella dei brigantaggi delle imprese, degli appalti così e così, delle bancarotte fraudolente.

 

E’ la Milano dal cuore malato, la Lombardia che si scopre in provincia luogo di iniziazione della ‘Ndrangheta, nei paesi della Pedemontana.

E’ la Lombardia dove si è mangiato su Expo, è il territorio su cui il presidente dell’Anticorruzione, Cantone, non mette le mani sul fuoco, dicendosi non certo che non si troveranno altri appalti fuori luogo.

Una catena dì sant’Antonio di compiaciute compiacenze finanziarie. E politiche.

Apri, mangi e chiudi. E non paghi i fornitori, non paghi i lavoratori.

 

Milano città specchio degli inganni ha consumato nella strage di innocenti del suo Tribunale, il rito di un gruppo di agnelli sacrificali casuali, che risveglia le nostre coscienze.

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