Nov 01 2013

LA DITTATURA EUROPEA ENTRA NEL VIVO: IN GRECIA DAL 24 OTTOBRE E’ REATO MANIFESTARE DISSENSO O CONTRARIETA’ VERSO LE SANZIONI I GOVERNI I RAPPRESENTATI DELL’UE

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Grecia, in carcere chi critica l’Unione Europea!

 

Un destino cupo attende le persone che non sono d’accordo con le strutture, le istituzioni, i rappresentanti, i provvedimenti o gli strumenti di questa Unione Europea. Come spiega George Delastik, noto giornalista, da giovedì 24 ottobre, il Codice Penale della Grecia ha inserito l’articolo 458 a, ossia il provvedimento relativo alle “Violazioni alla normativa UE”, con il quale si prevede la reclusione fino a due anni per chi agisce contro le strutture europee, protestando o manifestando dissenso o contrarietà verso le sanzioni, i governi, i rappresentanti dell’UE.

 

Il governo greco degli opposti (così simile al nostro governo PD-PDL) composto da Pasok e Neo Democrazia ha infatti approvato un emendamento-bavaglio per gli oppositori dell’Europa della grande finanza: chiunque osteggi la politica dell’UE rischia la galera! Dopo i 2 milioni di euro spesi dal Parlamento europeo per bloccare blog, siti e post degli euroscettici, ora in Grecia entra nel Codice Penale il reato di opposizione alla nuova dittatura, l’Europeismo.

 

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Ott 31 2013

ANCHE PER LA DECAPITAZIONE DI LUIGI XVI SI VOTÒ A SCRUTINIO SEGRETO

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Siccome anche dalle parti del Pd – al netto di amazzoni tirolesi e pitonesse – non è che brillino per intelligenza, hanno deciso di fare il gioco di Silvio Berlusconi. La gazzarra penosa in Senato di queste ore sta certificando ciò che il Cav va dicendo da vent’anni: è in atto una persecuzione. Vero o no, rimaniamo ai fatti: la Giunta per il regolamento di Palazzo Madama sta valutando se deliberare la votazione palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Tradotto, sta studiando e varando una norma contra personam. Un cambiamento fatto esclusivamente contro l’odiato nemico. Una specie di lodo concordato dai piddini famelici e dai circensi pentastellati. Con tanto di indecisi in mezzo e di italotedeschi che perdono l’aereo a poche ore dal voto.

 

Neanche il voto sulla decapitazione di Luigi XVI, nel 1792, avvenne a scrutinio palese. Dopo le dichiarazioni di voto, infatti, si passò a uno “scrutinio di controllo”. Qui, invece, immersi nel mefitico clima da piazzale Loreto perenne, da resa dei conti finale, ecco che si passa la cera sulla lama della ghigliottina. Si vuole lo spettacolo pubblico, il sangue che eccita, che dà quella scarica di adrenalina che anche i vecchi politicanti del Senato come Zanda riescono a sentire. Non si accorgono che l’esecuzione pubblica fatta rompendo le regole creerà un martire pronto per la salita all’onore degli altari, alla canonizzazione. Pronto per fare incetta di voti, per recuperare quei margini di manovra che ora neppure all’orizzonte si vedono. Contenti loro, contenti tutti. Non sarebbe altro che l’ennesimo capolavoro di limitatezza politica. Ma a questo sono ben abituati, la storia parla.

 

 

Fonte: visto su DAW del 30 ottobre 2013

Link: http://www.daw-blog.com/2013/10/30/anche-per-la-decapitazione-di-luigi-xvi-si-voto-a-scrutinio-segreto/

 

 


Ott 25 2013

LA TRUFFA DELLO SPREAD. E NELLE ISOLE CAYMAN SONO DEPOSITATI 30 MILA MILIARDI DI DOLLARI

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Ma se l’Italia va a rotoli peggio che mai, perché lo spread scende? Spiegazione di un mistero

 

Il differenziale tra titoli di Stato dice poco sull’economia reale dei paesi, serve solo a capire le intenzioni di quei «pochi potenti che detengono la ricchezza del mondo». E comandano i mercati. Intervista a Fabrizio Pezzani (Bocconi)

 

 

Se veramente lo spread fosse un’indicatore dell’”economia reale”, allora, in Italia, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali (Btp) e il Bund tedesco non dovrebbe attestarsi a meno di duecentocinquanta punti base, com’è attualmente, ma «come minimo a mille punti base». Ne è convinto Fabrizio Pezzani, docente dell’Università Bocconi di Milano, secondo il quale, dal novembre del 2011, quando lo spread aveva superato i cinquecento punti base e le tensioni sui mercati portarono alle dimissioni di Berlusconi aprendo la strada alla “salita” in politica di Monti, «da quel momento a oggi sono peggiorati i conti pubblici, il debito, il rapporto debito/Pil, la disoccupazione, il numero dei fallimenti, la povertà, il disagio sociale, l’instabilità politica e anche il giudizio guidato strumentalmente delle agenzie di rating sui nostri conti». Tutto questo, prosegue Pezzani, mentre «inspiegabilmente il nostro spread migliora continuamente e oggi è simile a quello di agosto 2011, tra i 220 e i 240 punti base».

IL TERMOMETRO DEI POTENTI. Come mai, dunque, lo spread non peggiora, anzi addirittura migliora? Hanno ragione coloro i quali sostengono che non conti nulla e sia solo una variabile economica impazzita? Niente affatto. Lo spread è un indicatore prezioso secondo Pezzani, ma lungi dal fotografare lo stato di salute di un’economia nazionale, rappresenta le intenzioni e le manovre della finanza globale, ossia di quei pochi attori che «detengono la ricchezza» del mondo.

 

DOVE SONO TUTTI I SOLDI. Se, infatti, un tempo «la ricchezza era facilmente individuabile negli Stati nazione che materialmente la possedevano», oggi, spiega il professore, «ci troviamo di fronte a una situazione assolutamente nuova nella storia dell’uomo». Per farsene un’idea basta guardare a un dato: «Nelle isole Cayman sono depositati 30 mila miliardi di dollari, che insieme eguagliano il Pil degli Stati Uniti, della Cina e di un pezzo del Giappone messi insieme». Oppure, continua Pezzani, si pensi ai derivati, che «nel 1989, l’anno in cui cadde il Muro di Berlino, rappresentavano un ventesimo del Pil mondiale, nel 1999 erano già il doppio di esso e nel 2009 ammontavano addirittura a venti volte il Pil della Terra». Ebbene, di tutti questi derivati, alla vigilia della crisi finanziaria, il 95 per cento era posseduto da sole «cinque banche: Goldman Sachs, J.P. Morgan, Morgan Stanley, Bank of America e Citi Bank». Che si riempivano di titoli tossici, secondo l’economista, al solo scopo di «tenere bassa la volatilità del dollaro».

 

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Ott 23 2013

LIBERTA’ DEL WEB NUOVAMENTE SOTTO ATTACCO

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Ott 23 2013

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE ATTILIO BEFERA

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Attilio Befera

 

Le scrivo, gentile Dott. Befera, dopo aver letto la sua lettera al personale dell’Agenzia delle Entrate del 5 Maggio scorso

 

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-05-05/befera-stop-controlli-vessatori-210326.shtml?uuid=AaO85dUD


 

Le scrivo perché lei manifesta sconcerto per alcune prassi dei suoi funzionari che si discosterebbero dalle regole di rispetto e di lealtà che si impongono nel rapporto tra contribuenti ed “autorità impositiva”. Le scrivo perché il mio caso ben si adatta a quanto lei dichiara e allo sconcerto che afferma di provare:

 

…. dobbiamo perciò operare in modo da guadagnare sempre più, nell’esercizio di quella funzione, il rispetto e la fiducia che i cittadini devono all’Istituzione di cui siamo rappresentanti. Continuo però a ricevere segnalazioni nelle quali si denunciano modi di agire che mi spingono adesso a rivolgermi direttamente a tutti voi per richiamare ognuno alle proprie responsabilità e ribadire ancora una volta che la nostra azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta. E non è tale quando esprime arroganza o sopruso o, comunque, comportamenti non ammissibili nell’ottica di una corretta e civile dialettica tra le parti.

…. Rimango poi sconcertato quando mi viene riferito che qualcuno, a giustificazione di tali comportamenti, farebbe presente di operare in quel modo per necessità di raggiungere l’obiettivo assegnato.

Non so se in questi casi sia più la mediocrità della competenza professionale o la carenza di consapevolezza del proprio ruolo istituzionale che impedisce di comprendere immediatamente quale devastante danno di immagine venga in questo modo inferto all’Agenzia, al proprio ufficio e ai colleghi, finendo quasi per apparentarne l’azione a quella di estorsori.

 

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Ott 23 2013

UNABOMBER: TRUCCÒ LA PROVA REGINA CONTRO ZORNITTA, IL POLIZIOTTO EZIO ZERNAR CONDANNATO A DUE ANNI

Category: Cronaca e notizie,Giustizia Legula e Leguleigiorgio @ 00:01

Sentenza Zernar

Ezio Zernar

 

Zernar era accusato di aver manipolato un lamierino. Lui non si arrende:

«NON VOGLIO PAGARE PER QUALCOSA CHE NON HO FATTO»

 

 

VENEZIA – La Corte d’Appello di Venezia dopo sette ore di camera di consiglio ha confermato la condanna (pena sospesa) a due anni per Ezio Zernar, il superpoliziotto esperto in balistica presunto manipolatore di un reperto riconducibile a Unabomber. Zernar, secondo la tesi sostenuta dall’accusa, avrebbe tagliato ad arte una parte infinitesimale di un lamierino in ottone – era stata definita la prova regina – trovato in un ordigno inesploso per “incastrare” come bombarolo del Nordest l’ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone) Elvo Zornitta, poi uscito del tutto dalla vicenda.

 

In Appello i giudici sono stati chiamati a riesaminare il caso – già passato in Corte ma con altri giudici – dopo che la Cassazione aveva accolto le tesi del legale di Zernar, Emanuele Fragasso, secondo cui non erano stati tenuti in debita considerazione alcuni elementi emersi in una serie di perizie basandosi esclusivamente su quella del giudice di primo grado di giudizio.

 

La sentenza di oggi conferma quella del precedente Appello ma riduce della metà, da 200mila a 100mila euro, la multa per il danno subito dalla parte civile, Zornitta, sostenuto dall’avvocato Maurizio Paniz.

 

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Ott 22 2013

ITALIA STATO RAZZISTA E XENOFOBO? SULL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA GERMANIA SPAGNA INGHILTERRA E FRANCIA MOLTO PIU’ SEVERE!

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IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: COSA FANNO GLI ALTRI PAESI  EUROPEI ?

 

Il governo Italiano usa il pugno di ferro con gli immigrati? L’Italia è terra d’intolleranza?  Diamo un’occhiata oltre i nostri confini e forse avremo più di una sorpresa; a dispetto delle dichiarazioni di  tolleranza di gran parte dei governanti del Vecchio Continente, proprio là da dove spesso rimbalzano critiche  alla nostra politica dell’immigrazione, sul terreno la linea è più dura che in Italia.

 

Spagna Dopo un’imponente sanatoria messa in atto dal governo Zapatero nel 2005 (su 700mila domande, ne sono state accolte 600mila), nell’autunno dello stesso anno la “grande paura” per gli assalti degli irregolari  a Ceuta e Melilla ha imposto una brusca retromarcia. Le due enclavi sono state circondate da muraglie  sempre più alte di filo spinato, e le coste maghrebine e sahariane “impermeabilizzate” attraverso l’estensione  dei sistemi di vigilanza radar in tutti i punti sensibili della costa spagnola e la richiesta di un più stringente pattugliamento navale congiunto tra le Canarie e l’Africa (con l’appoggio anche di unità italiane). Il risultato è che l’immigrazione clandestina si è più che dimezzata. Questo non ha impedito che i campi d’accoglienza andassero al collasso. Inchieste giornalistiche di pochi mesi fa riferivano di 550 “sin papeles” rinchiusi a Gibilterra, e altri 239 che ad Algesiras si dividevano i posti disponibili per 190. Gli episodi d’insofferenza da parte della popolazione si sono moltiplicati, come il cartello esposto in un negozio di Maiorca: “Vietato l’ingresso a cani e romeni”. In febbraio, il ministro dell’Interno spagnolo ha dichiarato che “non si può essere lassisti con l’immigrazione illegale, altrimenti non c’è modo di fermarla”, e il suo collega del Lavoro, Corbacho: “Occorre che gli immigrati arrivino con un contratto di lavoro e facciano uno sforzo per integrarsi perché non si può funzionare con la norma dell’ultimo che si registra”.  Nei quattro anni della prima legislatura Zapatero, i clandestini espulsi sono stati 370mila, il 43.4% in più di  quanti ne aveva mandati via Aznar.

 

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Ott 21 2013

VERBO UNICO: VIETATO PER LEGGE IL DISSENSO CRITICO IN ITALIA

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di Gianni Lannes

 

Nel belpaese ora si censura nuovamente il libero pensiero: infatti il Parlamento tricolore si accinge a varare l’ennesima legge repressiva. Un nuovo reato appena inventato: il negazionismo storico su una vicenda particolare, consegnata ai posteri dalla storiografia ufficiale dei vincitori. Gli ebrei non si criticano. E guai a sfiorare la Shoah. Non metto in dubbio che il popolo “Eletto” sia stato perseguitato dai nazisti. Perché allora per gli zingari rinchiusi nei campi di concentramento, non vale lo stesso principio? In ogni caso, qualsiasi opinione in merito compresa la ricerca storiografica che non ossequia il dogma imperante è messa al bando.

 

E’ in atto un genocidio contro il popolo palestinese, ma si fa finta di niente a livello nazioonale ed internazionale. La Palestina è stata trasformatra dal governo sionista di Israele in un immenso lager. L’esercito di Tel Aviv usa armi proibite, addirittura ordigni neutronici che emano radiazioni letali e spara da sempre sui bambini.

La risoluzione 3379 del 10 novembre 1975, con 72 voti favorevoli e 35 contrari (di cui 32 astenuti), “determina che il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale”. Il 16 dicembre 1991, con la risoluzione 46/86, è stata revocata (per volere di Bush senior) a condizione che Israele partecipasse alla Conferenza di Pace di Madrid

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Ott 02 2013

LA PROPRIETÀ PRIVATA È L’ESSENZA DELLA LIBERTÀ

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di REDAZIONE

 

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale dell’articolo Private Property Is the Essence of Liberty, desunto da un discorso tenuto alla Camera dei Rappresentanti statunitense nel 1999 da parte di Ron Paul, distinguished counselor e membro fondatore del Ludwig von Mises Institute, ex deputato del Congresso statunitense per lo Stato del Texas con il Partito Repubblicano, ex candidato alla presidenza statunitense nel 1988, 2008 e 2012, da sempre promotore di una visione libertaria dell’America. Ron Paul in questo brano, tratto dal capitolo 10 del suo libro A Foreign Policy of Freedom, spiega perché la proprietà privata e la privacy siano essenziali per il mantenimento delle libertà civili. E’ interessante far notare che questo discorso è stato pronunciato prima della creazione del Department of Homeland Security e prima del Patriot Act, del FATCA, del ‘Know Your Customer’ e degli sviluppi normativi e legislativi sulle intercettazioni senza mandato introdotte a partire dal 2001. (Traduzione di Luca Fusari)

 

La privacy è l’essenza della libertà. Senza di essa i diritti individuali non possono esistere. La privacy e la proprietà sono collegate tra loro. Se entrambe fossero protette, poco altro bisognerebbe dire sulle altre libertà civili. Se una casa, una chiesa o un ufficio è un castello, e la privacy di una persona, di un giornale e degli affetti sono rigidamente protetti, tutti i diritti desiderati in una società libera saranno garantiti. Di conseguenza la protezione del diritto alla privacy e alla proprietà offrono garanzie alle istituzioni religiose, all’esperienza giornalistica e politica, così come una moneta solida la offre ad un’economia di libero mercato. Ogni volta che un atteggiamento negligente emerge rispetto alla privacy, tutti gli altri diritti sono compromessi.

 

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Ott 01 2013

LE VITTIME DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA SONO COSÌ NUMEROSE CHE ABBIAMO APERTO UN SITO PER RACCONTARE LE LORO STORIE

Category: Giustizia Legula e Legulei,Monolandiagiorgio @ 13:06

PALAZZO DI GIUSTIZIA

 

Settembre 26, 2013 Chiara Rizzo

 

Intervista ai due giornalisti di errorigiudiziari.com, che raccontano come è nata la loro iniziativa. E ci presentano i dati del ministero dell’Economia sui risarcimenti: «Nel 2012 i più grossi importi a L’Aquila: 5 milioni e mezzo per due errori

 

Sono stati 50 mila i casi di errori giudiziari o ingiuste detenzioni dal 1991 ad oggi, per i quali l’Italia ha già versato 600 milioni di euro di risarcimento: è il dato nero su bianco dell’Ufficio IX del ministero dell’Economia e delle finanze. A rendere pubbliche per la prima volta in assoluto queste cifre è stato il sito errorigiudiziari.com dei due giornalisti romani Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone: «Un sito che curiamo per puro interesse personale, gratuitamente, per sensibilizzare verso questo tema. Lo sentiamo come un dovere civico» spiegano a tempi.it i due giornalisti, aggiungendo in esclusiva quali siano le corti d’appello più colpite dalla mannaia dell’errore, nel 2012-’13: «Napoli, Catanzaro, Reggio Calabria».

 

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Set 30 2013

MARRA: SE SOLO FUNZIONASSE LA GIUSTIZIA DIVERREMMO UNA SOCIETÀ CIVILE DA UN GIORNO ALL’ALTRO..

Category: Giustizia Legula e Legulei,Società e politicagiorgio @ 08:45

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Miliardi di parole, di conflitti, di polemiche, di lotte furiose, di diatribe pluridecennali, e tutto ciò solo perché nessuno degli interlocutori, delle controparti, può ricorrere, quando ve ne siano gli estremi, alla giustizia.

 

Pensate che bello: il Comune non fa quel che deve e tu ricorri a un giudice che in una settimana lo condanna ad eseguire. Il comune, pur condannato, non esegue, e tu in pochi giorni lo costringi a farlo giudiziariamente.

 

Ebbene, qualcuno pensa che, se la giustizia funzionasse così, la burocrazia si comporterebbe come si comporta?

 

Né questo è casuale, ma è invece deliberato, perché – siccome quasi tutte le anomalie di cui siamo vittime non sono semplicemente immorali, bensì illegali – bisogna allora che la giustizia non funzioni, oppure non sarebbero possibili.

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Set 30 2013

MARRA: IL GRANDE ERRORE DI BERLUSCONI.

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Il grande errore di Berlusconi è l’essersi proclamato innocente in un contesto in cui è impossibile esserlo, perché le aziende possono vivere solo grazie all’evasione o elusione fiscale, e commettono poi sistematicamente e automaticamente i reati di riciclaggio, falso in bilancio eccetera.

 

Un contesto in cui di veramente illegittimo c’è solo l’operato della magistratura e del Ministero delle Finanze, dato che le tasse sono illecite e magistrati, finanzieri e burocrati lo sanno ormai benissimo, visto che – magari ora stanno cominciando a farlo anche molti altri – ma, quanto a me, lo porto da anni all’attenzione dell’opinione pubblica attraverso tutte le forme di comunicazione.

 

Un errore che causerà l’annientamento morale, materiale ed economico delle sue aziende, della sua famiglia e suo, perché se accetti le logiche del sistema poi è vano contestarle quando ti condanna.

 

Un errore nel quale lo ha seguito il suo intero partito, oltre che i suoi avvocati.

 

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Set 23 2013

IL NUOVO PRESIDENTE DELLA CONSULTA? FIRMÒ LA DISTRUZIONE DELLE INTERCETTAZIONI DI NAPOLITANO

 

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La Corte costituzionale spaccata a metà per l’ elezione del presidente. Gaetano Silvestri è stato eletto con 8 voti. Il suo avversario, Luigi Mazzella, ha avuto ben 7 voti. E resta vicepresidente. Il voto di scarto a favore di Silvestri è stato quello del neo giudice Giuliano Amato. Decisivo, per eleggere il successore di Franco Gallo. La discussione è cominciata poco dopo le 9.

 

Due ore dopo, il segretario generale Giuseppe Troccoli ha annunciato il nome del presidente. Silvestri, docente universitario, tra i massimi esperti di Diritto costituzionale, ha 69 anni ed è messinese. È stato nominato giudice dal Parlamento, nel giugno del 2005, su proposta del centrosinistra. Iscritto al Pci e poi al Pds, è stato membro laico del Csm dal 1990 al 1994. Nel ’96 uno scivolone: ha tenuto una legittima relazione su “Divisione di poteri e magistratura” in un convegno organizzato da “Corda Fratres”, una controversa associazione siciliana, vicina ad ambienti massonici. Sempre nel giugno del 2005, il Parlamento, su richiesta del centrodestra, ha nominato giudice costituzionale anche Mazzella, consigliere di Stato, ammiratore di Berlusconi.

 

mancino napolitano

 

In suo onore, pochi mesi prima che la Consulta si esprimesse sul lodo Alfano, invitò a cena a casa sua assieme al collega di Corte, Paolo Maria Napolitano, il Cavaliere, Gianni Letta e pure Angelino Alfano. “A casa mia invito chi mi pare”, disse. Proprio Silvestri assieme a Frigo, firmò come relatore la sentenza che dava ragione al Quirinale sul conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato, sollevato dal presidente della Repubblica Napolitano contro la Procura di Palermo, ordinando la distruzione delle telefonate tra l’ ex ministro Nicola Mancino, indagato, e il capo dello Stato. Dopo il risultato di ieri sul filo di lana, è scattato il solito toto voto, anche se è segreto.

 

Da Il Fatto Quotidiano del  20 settembre 2013

 

Fonte: visto su IMOLA OGGI.IT  DEL 21 SETTEMBRE 2013

Link: http://www.imolaoggi.it/2013/09/21/il-nuovo-presidente-della-consulta-firmo-la-distruzione-delle-intercettazioni-di-napolitano/

 

 


Set 22 2013

LERNER IN DIFESA DI GIULIANO AMATO: “OTTIMO GIUDICE DELLA CONSULTA”

Gad Lerner

 

Lerner difende la nomina del dottor Sottile: “Non è il simbolo della Casta, è un ottimo giurista”. Ma è l’unico a pensarla così

 

L’Italia unita da un maldipancia: quello provocato dalla nomina di Giuliano Amato alla Corte Costituzionale, in veste di giudice. Una decisione presa da Giorgio Napolitano che fa lievitare i compensi mensili ricevuti dal dottor Sottile intorno ai 60mila euro lordi. L’ennesima poltrona per Amato, insomma. Una poltrona difficile da “digerire”, in tempi in cui la popolarità di quella Casta di cui è simbolo (ma non per Gad Lerner) è a livelli infimi.

 

Soccorso rosso – Ma c’è chi dissente. Ecco il “soccorso rosso” per Amato, firmato – appunto – da Gad. L’accorata difesa arriva sul blog. Lerner scrive: l’accanimento contro “il giuslavorista del Psi, divenuto stretto collaboratore di Craxi nella stagione della battaglia culturale contro l’egemonia comunista sulla sinistra, e poi sopravvissuto alla catastrofe del craxismo, si nutre di una propaganda che lo ha elevato a simbolo della Casta”.

 

Ci vuole far fessi – Lerner ricorda poi che “inutilmente Giuliano Amato smentisce, carte alla mano, di cumulare prebende”. Anche Gad, insomma, ci vuole fare fessi: ai due vitalizi, il dottor Sottile, infatti non rinuncia. E ai due vitalizi ora si somma anche lo stipendio da “sentinella della Costituzione”. Lerner prosegue: “Pur non avendo condiviso molte scelte di Amato, e soprattutto la vocazione trasversale del suo iperrealismo politico, reputo assai nocivo questo settarismo culturale. Amato è stato e resta un intellettuale riformista di caratura non frequente ed ha certamente delle competenze nel campo del diritto amministrativo tali da farne un ottimo giudice della Corte Costituzionale”. Chi meglio di Amato alla Consulta? Nessuno, secondo Gad Lerner.

 

Fonte: visto su Libero.it del 15 settembre 2013

Link: http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1311004/Lerner-in-difesa-di-Amato—Ottimo-giudice-della-Consulta-.html

 


Set 22 2013

BOBO CRAXI: “SE BETTINO CRAXI ERA IL CAPO DEI LADRI, GIULIANO AMATO ERA IL VICE-LADRONE”

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Il figlio dell’ex leader socialista afferma che “se mio padre era un criminale lo era anche Giuliano Amato“. E la sorella Stefania è ancora più pragmatica: “Amato estraneo al finanziamento illegale al partito? Abitava forse sulla luna? Non poteva non essere coinvolto

 

di Beatrice Borromeo | 17 aprile 2013

 

“Parliamoci chiaro: se mio padre era un criminale lo era anche Giuliano Amato”, dice Bobo Craxi.

“Papà a capo di un partito di ladri? E allora Giuliano era il vice ladrone”, rincara Stefania, intervistata separatamente dal fratello. E se il primo continua a negare l’esistenza stessa dei reati (“Prendere soldi per il partito non fa di un uomo un ladro, i veri delinquenti sono quelli che infettano il sangue”), Stefania Craxi è più pragmatica: “Amato estraneo al finanziamento illegale al partito? Abitava forse sulla luna? Non poteva non essere coinvolto. Il punto è, semmai, che lo facevano tutti”.

 

Fatto sta che vostro padre è morto latitante, mentre Giuliano Amato è tra i papabili per il Quirinale.


Bobo: Che devo dire? Il destino è beffardo. Ma nessuno, tantomeno mio padre, si aspettava che Giuliano si buttasse nel fuoco per lui. E infatti non lo fece. Ma non si stupì affatto: lo conosceva troppo bene.
Stefania: Certo, mio padre decise di assumersi le proprie responsabilità. Amato no.

 

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