Gen 31 2016

NOI SICILIAMO NON DIMENTICHIAMO LA SPEDIZIONE DEI MILLE

Category: Italia storia e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 00:01

MILLE

 

 

Gli Indipendentisti di “Lu Frunti Nazziunali Sicilianu” ricordano che nella notte fra il 5 ed il 6 maggio del 1860 partì da Quarto (Genova) la cosiddetta “spedizione dei Mille” guidata da Giuseppe Garibaldi.

 

I “Garibaldini” usarono due grossi piroscafi, il “LOMBARDO” ed il “PIEMONTE”, acquistati dalla Compagnia Rubattino e profumatamente pagati dal Governo di Torino (Capo del Governo: Camillo BENSO Conte di CAVOUR).

 

Patrocinatore dell’operazione il Re Vittorio Emanuele II. “Mandante” e tutore dell’iniziativa superpatriottica fu il Governo BRITANNICO.

 

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Gen 19 2016

GLI EROI DEL RISORGIMENTO CONTRO IL RISORGIMENTO

 

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Giuseppe Garibaldi

 

 

Le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia sono state, oltre che inutili, persino dannose perché hanno omesso come al solito di ricordare all’opinione pubblica le accorate disillusioni di alcuni dei più famosi eroi risorgimentali sull’esito del processo unitario. Ricordiamone solo alcune.

 

Nel mio post Il giudizio di Garibaldi sull’Italia unita: il ritratto dell’Italia di oggi[1] ho riportato il giudizio dell’”Eroe dei due Mondi” espresso nel 1880, e riferito da Giordano Bruno Guerri nel suo libro Il sangue del Sud:

 

«Tutt’altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all’interno e umiliata all’estero e in preda alla parte peggiore della nazione».

 

Nel 1868, lo stesso Giuseppe Garibaldi, in una lettera a Adelaide Cairoli, si era già espresso nel modo seguente:

 

«Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio»[2].

 

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Gen 14 2016

UNITA’ D’ITALIA: DICIAMO LA VERITÀ

Category: Italia storia e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 06:12

 

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AMO LA MIA PATRIA.

 

Ma non come è stata fatta

da una ristretta cerchia d’intellettuali distanti dal popolo,

combattuta da potenze straniere

ai danni di un sud depredato e violentato

 

di Gianfredo Ruggiero

 

 

Nella prima metà dell’800 l’Italia centro settentrionale era divisa in una moltitudine di statarelli arretrati e in profondo ritardo sulla rivoluzione industriale che, partendo dall’Inghilterra, stava cambiano il volto dell’Europa.

Nel sud d’Italia la situazione era molto diversa.

Il meridione, dopo essere stato faro di civiltà con la Magna Grecia prima e la Roma Imperiale poi, attraversò un periodo di decadenza causato dalle continue dominazioni straniere e le successive vessazioni dei vicerè spagnoli.

 

La rinascita del sud avvenne nel 1816 con la costituzione del Regno delle Due Sicilie, uno Stato italiano del tutto indipendente retto da sovrani italiani che riprese il cammino di modernizzazione e di progresso culturale avviato da Federico II, il più grande imperatore che l’Italia abbia mai avuto dai tempi di Roma.

 

Sotto la dinastia dei Borboni (a tutti gli effetti napoletani) fu avviata la riorganizzazione delle amministrazioni locali cui fu data ampia autonomia (antesignana del federalismo municipale con cui oggi si baloccano i leghisti), fu dato grande impulso all’industria sia metallurgica che cantieristica, all’agricoltura, alla pesca ed anche al turismo, segno di un diffuso benessere.

 

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Mar 21 2015

1809, LORIA E LE DONNE VENETE INSORGONO CONTRO NAPOLEONE

Category: Italia storia e dintorni,Libri e fonti,Venetismogiorgio @ 00:05

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di ETTORE BEGGIATO*

 

L’insorgenza veneta del 1809 è sistematicamente ignorata dalla storiografia “ufficiale”: nessuna sorpresa per la verità, è tutta la nostra storia veneta che viene sistematicamente nascosta o mistificata, visto che gli storici del regime parlano di “briganti” o di “straccioni”.

 

Napoleone aveva portato il Veneto tutto in condizioni di miseria e disperazione come mai nella nostra storia, imponendo la coscrizione obbligatoria  e una serie di tasse pesantissime (pensiamo a quella sul macinato, vera e propria tassa sulla fame).

 

Il nostro popolo reagì con particolare vigore, al suono della campana a martello: i francesi, in nome della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità, riportarono l’ordine con centinaia e centinaia di morti.

 

Particolarmente interessante è un passo del diario di Pietro Basso, sartor di Asolo nel giorno 8 luglio 1809: “Le done se Loria, accordate con quele de Besega, le a desfà la municipalità”; siamo in provincia di Treviso ma tutto il Veneto stava per insorgere contro Napoleone.

 

Una pagina, quella del 1809, che meriterebbe di essere conosciuta dal popolo veneto; mancò una figura leggendaria come il tirolese Andreas Hofer che guidasse il nostro popolo, e mancò anche chi, come il grande pittore spagnolo Francisco Goya tramandasse ai posteri l’eroismo di chi lottava per la propria libertà e contro i crimini dell’occupante napoleonico.

 

 

*Autore di “1809: l’insorgenza veneta. La lotta contro Napoleone nella Terra di San Marco” .

 P.S. L’opera che rappresenta l’insorgenza  di Loria è di Martina Tauro “La Poiana”.  

 

 

Fonte: da Miglio Verde

Link: http://www.miglioverde.eu/1809-loria-donne-venete-insorgono-contro-napoleone/

 


Mar 20 2015

QUEL CHE GL’ITALIANI DOVREBBERO SAPERE IN FATTO DI STORIA E DI BANDIERE

 

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Bandiera tricolore (bianco, rosso e verde) della RC, la Repubblica Cispadana costituitasi in epoca napoleonica dal gennaio al luglio del 797).

 

 

Da tempo si fa un gran parlare di anniversari patriottici e del tricolore… Ma sono discorsi seri?

 

Premessa 

 

Dire cose totalmente diverse o contrarie alla realtà costituisce una grave e inaccettabile menzogna… ma anche le “mezze verità” sono da condannare, poiché ad esse corrisponde sempre, inevitabilmente una “mezza menzogna”… ed anche questa è una cosa inaccettabile!

 

Ciò non ostante, la “mezza verità” è il sotterfugio più usato dai politicanti per fare apparire credibili le loro menzogne, in modo da carpire la fiducia del popolo, il cui consenso permette poi a loro di agire a proprio arbitrio nella gestione della cosa pubblica.

 

Sola difesa per i Cittadini è la ricerca della verità, ricerca però di difficile attuazione per le difficoltà nel reperimento di documentazione veramente obiettiva e perché i profondi condizionamenti culturali, subiti dal Cittadino in età scolare, lo fanno sicuro di saperne abbastanza e, di conseguenza, di non avere bisogno di ulteriori approfondimenti.

 

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Mar 09 2015

LE AGGRESSIONI ISLAMICHE E LA PRIMA CROCIATA.

Category: Islam,Italia storia e dintorni,Storia e dintornigiorgio @ 08:53

BREVE CRONOLOGIA DEGLI EVENTI BELLICI CONNESSI ALL’ESPANSIONE ISLAMICA

 

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La caduta di Siracusa in mano araba, dal Madrid Skylitzes

 

 

 

632 d.C. ……. Morte di Maometto (8 giugno).

 

632-634 ……..Conquista araba della Mesopotamia e della Palestina.

 

635 …………….Conquista araba di Damasco.

 

638 …………… Conquista araba di Gerusalemme.

 

642 …………… Conquista araba di Alessandria di Egitto.

 

647 …………… Conquista araba della Tripolitania.

 

649 …………… Inizio delle guerre sul mare e conquista di Cipro.

 

652 …………… Prima spedizione contro la Sicilia.

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Mar 01 2015

CESSIONE DEL VENETO ALL’ITALIA. ECCO COSA OTTENNERO I FRANCESI NEL 1866 DALL’ITALIA IN CAMBIO DEL VENETO

Category: Italia storia e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 13:39

GIAMPAOLO BORSETTO

 

 

Il professor Giampaolo Borsetto, studioso e storico della Serenissima, è giunto alla conclusione che nel 1866 Parigi cedette il Veneto all’Italia senza consultare le popolazioni in cambio di una promessa di Roma:

L’ITALIA NON AVREBBE MAI CHIESTO ALLA FRANCIA LA RESTITUZIONE DI QUANTO NAPOLEONE AVEVA RUBATO A VENEZIA.

 

Perché?

Semplice:

SI TRATTAVA DI UN BOTTINO COLOSSALE!

 


Feb 21 2015

LA QUESTIONE VENETA: NASCE GIA’ DAL 1866 E DALLA DISPERAZIONE DELLE CLASSI RURALI

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La misera realtà del Veneto dopo l’unità d’Italia

 

 

Siccome non siamo padroni della nostra storia, finiamo per vivere, noi veneti, in un continuo presente, dato che pochi di noi sanno quelle che erano le aspirazioni dei nostri Padri, e quindi anche il movimento che promosse la nascita della Liga veneta, lo si ritiene, a torto, privo di radici profonde, mentre, in realtà, l’autonomismo o l’indipendentismo, sono aspirazioni che, come fiumi carsici, corrono sotto terra, per poi riemergere prorompenti.

Quindi dagli anni ’80 del ‘900, possiamo risalire ai giorni susseguenti l’annessione con un referendum farsa (questo bisogna ricordarlo ogni volta).  I quell’epoca intorno a Montagnana, ad esempio, verso Casale, i braccianti si impossessarono delle terre incolte e se le picchettarono, mentre lo stato le aveva cedute ai grossi proprietari fondiari. Ne nacque una rivolta, arresti, con con conseguenti condanne durissime ed espatri forzati.

 

 

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Feb 11 2015

E’ NATA PRIMA LA MAFIA O L’UNITÀ D’ITALIA

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Teano: Garibaldi incontra Vittorio Emanuele II

 

 

di Valerio Rizzo

 

Prima dell’Unità d’Italia esisteva la Mafia?

Saviano, durante la trasmissione “Vieni via con me” andata in onda su Rai 3 lo scorso anno, ha narrato la leggenda dei tre cavalieri: Ossso, Mastrosso e Carcagnosso, ma questa è appunto una leggenda!

 

Partiamo dalle parole del giudice Rocco Chinnici che, negli anni ’80, durante un’ intervista affermò:

 

prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo brevemente, ma necessariamente, premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita, in Sicilia. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia”.

 

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Feb 07 2015

IL SACCHEGGIO DEL SUD

 

 

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I Borbone avevano conservato il loro regno integro; i piemontesi, che avevano invaso un Regno senza dichiarazione di guerra, trovarono oro e denaro, saccheggiarono tutto quello che c’era da saccheggiare, massacrarono intere popolazioni, misero a ferro e fuoco il Sud per dieci anni, lo impoverirono, trasferendo tutte le sue ricchezze nel Piemonte.

 

Francesco II, partendo da Gaeta il 14 febbraio 1861, disse al comandante Vincenzo Criscuolo: «Vincenzino, i napoletani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io però ho la coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, Il Nord non lascerà ai meridionali neppure gli occhi per piangere”.

 

Mai parole furono così vere!

 

Dal 1860 al 1870 i piemontesi riuscirono a depredare tutto quello che c’era da prendere, svuotarono le casse dei comuni, quelle delle banche, quelle dei poveri contadini, quelle delle comunità religiose, dei conventi; saccheggiarono le chiese e le campagne; smontarono i macchinari delle fabbriche per montarli al nord; rubarono opere d’arte, quadri, statue.

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Feb 07 2015

LA STRAGE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TRAPANI)

BRIGANTI UCCISI

 

 

di Antonio Ciano

 

Angela Romano e Giuseppe Magaddino

 

Il Giornale Officiale della Sicilia del 5 gennaio del 1862 riporta la notizia dei fatti di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani in modo scarno:

«Sei dei colpevoli, presi con le armi alle mani e in atto di far fuoco contro le truppe, furono trucidati: tre di costoro non vollero palesare il loro nome, uno fu un triste prete imbrancatosi fra quella sanguinosa ribaldaglia».

 

L’organo ufficiale dello Stato aveva, sicuramente, occultato una verità atroce, orrenda.

Il primo di gennaio del 1862 era stata organizzata una ribellione contro la Monarchia sabauda. Repubblicani, borbonici, tartassati, anarchici, renitenti alla leva, uniti e armati, con bandiere rosse repubblicane, con simboli borbonici, contro i liberali del luogo. Vi fu mattanza. Morti da una parte e dall’altra, ma quei morti si volatilizzarono, nessuno seppe quanti furono, forse si involarono istantaneamente in paradiso. Una rivolta possente, forse 500-600 giovani armati contro i liberali del luogo, servi del potere centrale torinese.

 

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Feb 06 2015

QUEI SOLDATI BORBONICI CHE SI FECERO VALERE A GETTYSBURG

 

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Gilberto Oneto, Unità o Libertà

 

 

Del migliaio di italiani che combatterono nelle file del Nord durante la guerra civile americana, quattro erano generali, nove colonnelli, tredici ufficiali di marina e ventotto maggiori e capitani. Ma erano tutti già residenti negli Usa. Malgrado gli appelli e i roboanti proclami antischiavisti che percorrevano in quegli anni la Penisola, nonché le tirate altrettanto altisonanti di Garibaldi, quasi nessuno si imbarcò per la gloriosa impresa. Garibaldi stesso rinunciò perché Lincoln gli aveva offerto solo un comando nelle truppe unioniste, mentre l’Eroe voleva quello supremo.

 

Nel 1861 quattro deputati americani vennero a Torino per arruolare una legione di volontari contro gli schiavisti. Il giornale La Nazione di Firenze pubblicò un appello in proposito agli ex garibaldini. Pochissimi si presentarono e quasi nessuno venne accettato quando si scoprì che i «volontari» cercavano più che altro un passaggio gratuito per emigrare in America. Per giunta, tutti volevano posti di comando. Nell’ottobre, i volontari si erano ridotti a due. E anche questi rinunciarono quando seppero che avrebbero dovuto pagarsi il viaggio.

 

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Feb 05 2015

I GENOCIDI VANNO RICORDATI TUTTI.

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C’è chi ignora tutto cio’ e festeggia il 150° anniversario dell’unità d’italia.. I NOSTRI MORTI MERITANO RISPETTO!

 

Questa è la storia di Fenestrelle(primo lager europeo), questa è una storia che i nostri colonizzatori hanno voluto cancellare, dimenticare… ma NOI NON DIMENTICHIAMO:

 

5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti.

 

Queste le cifre della repressione consumata all’indomani dell’Unità d’Italia dai Savoia.

La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863 “… per la repressione del brigantaggio nel Meridione”[1].

 

Questa legge istituiva, sotto l’egida savoiarda, tribunali di guerra per il Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui portata è mitigata solo dalla fuga e dall’emigrazione forzata, nell’inesorabile comandamento di destino: “O briganti, o emigranti“.

 

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Gen 02 2015

MAMELI: L’INNO DI UN INVASATO DA CRISI MISTICO-RISORGIMENTALI

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di RODOLFO PIVA

 

L’Inno di Mameli, conosciuto anche come Fratelli d’Italia ma  con il titolo originale: “Il canto degli Italiani”, venne scritto da Goffredo Mameli, ventenne studente genovese, nell’autunno del 1847 e poco dopo musicato a Torino da un altro genovese: Michele Novaro.

Erano questi due giovani seguaci delle idee propugnate da Giuseppo Mazzini: un individuo che fu, al di là della retorica settaria otto-novecentesca che lo descrive come un romantico ed idealista rivoluzionario, un lucido e programmato maestro del terrore al servizio delle logge massoniche britanniche che, con i mezzi allora disponibili, segnò con il sangue la strada verso l’unificazione dell’Italia colpendo indistintamente re, politici, cattolici  ecc.

Un massone violento ma nel contempo di scarso coraggio preferendo mandare a morire e ad uccidere i suoi adepti standosene tranquillo ed al sicuro “in esilio”. Un tipo di rivoluzionario “da salotto” come se ne sono rivisti nello stato italiano nella seconda metà del 1900 e degno compare di quel “rivoluzionario di professione”, al servizio anch’egli della massoneria, di nome  Giuseppe Garibaldi.

 

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Gen 01 2015

CONTRO L’UNITA’ D’ITALIA

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di Anna Iseppon

 

Fa innervosire leggere che, in epoca preunitaria, un francese vedesse con tanta chiarezza quello che stava succedendo nella penisola e come sarebbe andata a finire. Fa innervosire che lo vedesse prima delle sanguinose guerre risorgimentali, prima del brigantaggio, dei paesi rasi al suolo, prima dell’emigrazione di massa, delle catastrofiche guerre mondiali, prima della dittatura, dello scandalo della banca di Roma, prima di mani pulite, delle olgettine…

 

Eppure, ancora oggi, molti veneti moderni si ostinano a non vedere. O meglio, solo adesso cominciano a vedere. Meglio tardi che mai! Sappiamo che il risveglio è cominciato e con altrettanta chiarezza sappiamo che sarà INARRESTABILE.

 

Leggendo un libro di Lorenzo Del Boca (“Polentoni”) mi sono imbattuta in qualcosa che, da molti anni, avremmo dovuto sapere… tutti noi! Vi riporto alcuni stralci del libro in questione

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