Gen 09 2014

CHIESE E VITA MONASTICA

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:13

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Chiesa di Sant’ Elena:  resti del luogo di culto  paleocristiano  del IV secolo. Duomo di Verona

 

 

CAPO XVI

 

SOMMARIO – S. Pietro in arce – Chiesetta dietro l’abside di Nazaro – Una chiesa di S. Maria Mater Domini – Una chiesa di S. Zeno (?) – S. Lorenzo – S. Giovanni in foro – S. Benedetto – Monastero e chiesa di Santa Maria in organo – Vergini per professione.

 

Altrove abbiamo veduto quanto dovette essere diffusa e viva tra i veronesi la fede nel secolo VI; e ne recammo a prova i documenti sacri e liturgici, massime quelli conservati nella nostra biblioteca Capitolare.  Questo fatto ci vien pure confermato dal numero considerevole di chiese, che troviamo in Verona nel secolo VI e nei due seguenti.

 

Sulla parte, che sta a sinistra dell’Adige, preesisteva la chiesa di S. Stefano « ad martyres »: distrutta tutta od in parte negli ultimi anni di Teodorico, ma poi di certo restaurata (a).

 

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Gen 06 2014

LO SCISMA ISTRIANO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 23:28

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Basilica patriarcale di Santa Maria Assunta.  Antica chiesa cattedrale del soppresso patriarcato di Aquileia. Risalenti al IV secolo i resti più antichi, l’attuale basilica venne edificata nell’XI secolo e rimaneggiata nel secolo XIII. Sorge a lato della via Sacra, affacciando su piazza del Capitolo, assieme al battistero e all’imponente campanile.  Aquileia (UDINE)

 

 

CAPO XV

 

SOMMARIO – Dominazione longobardica – Conversione di Agilulfo – Scisma dei Tre Capitoli – Sinodo di Aquileia – Sinodo di Grado – Due vescovi veronesi scismatici – Sinodo di Marano – Il Libellus supplex all’Imperatore Maurizio – Ritorno della Venezia inferiore all’unità della chiesa – La successione dei nostri vescovi.

 

 

Nei tre ultimi decennii del secolo VI  due sciagure turbarono la chiesa veronese: la dominazione dei Longobardi, e lo scisma istriano.

 

Entrarono i Longobardi in Verona nel luglio dell’anno 569,   e vi dominarono sino all’anno 774.

Il  loro primo re Alboino tenne in Verona la sua ordinaria residenza: in Verona, secondo narra l’istoriografo dei Longobardi Paolo Diacono, avvenne la scena di Rosmunda; così pure in Verona o poco Iungi da Verona l’uccisione di Alboino per mano di Elmichi nel giorno 28 giugno del 571 (1).

A Verona risiedette pure abitualmente il suo successore Clefi: ucciso pur questi nel giugno del 573, varii duchi decisero di reggere da sè una qualche parte del regno: Verona fu retta da Autari figlio di Clefi.  Questo stato di cose, detto comunemente interregno dei duchi durò dieci anni; e segna l’epoca più tirannica della dominazione dei Longobardi, massime per quanto spetta  l’oppressione dei cattolici, la distruzione delle chiese e l’espulsione di varii vescovi dalle loro sedi: di Verona non abbiamo notizie particolari; da ciò si può sperare che la condizione religiosa non vi fosse turbata di molto. Non lungi da Verona Autari sposò Teodolinda cattolica, figlia di un duca di Baviera, il dì 15 maggio dell’anno 589;  ma non per questo mutò religione.  Egli morì nel 590; ed allora Teodolinda scelse a suo sposo Agilulfo di Torino e lo indusse a farsi cattolico. Quindi in poi poco o nulla ebbero i veronesi a soffrire per la dominazione longobardica.  Una ribellione del duca Zangrulfo fu ben presto repressa da Agilulfo, e terminata con l’uccisione del ribelle.

 

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Gen 06 2014

LA NOSTRA CHIESA SULLA FINE DEL REGNO DEI GOTI (522 – 569)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 16:54

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Cappella Maffei: L’altare contiene le spoglie dei tre vescovi veronesi Annone, Valente e  Verecondo.  Duomo di Verona

 

CAPO XIV

 

SOMMARIO. – Un vescovo incerto – S. Verecondo – S. Valente – Serie dei vescovi – S. Placidia – Vitalità del cristianesimo in Verona – Codici sacri – Liturgia – Dai Goti ai Longobardi.

 

La successione di alcuni vescovi dopo la morte di S. Teodoro è molto incerta. Nel Velo di Classe dopo il nome « Theodorus » si legge quello di un vescovo « Concessus »: del quale nulla abbiamo in altri documenti. Il Maffei inserisce qui un vescovo « Servus Dei» o « Servulus »; ma questo pure è assai incerto. Qualcuno pensa che questi due nomi, anzichè nomi personali, siano appellativi di qualche vescovo, che potrebbe essere S. Valente o S. Verecondo, chiamato « Concessus », perchè fatto col consenso e quasi per concessione di Teodorico. Di questi due, certamente vescovi di Verona, ma incerti nell’ordine, daremo alcune congetture aggiungendo alcuni dati certi.

 

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Gen 05 2014

EPISCOPATO DI S. TEODORO (502 – 522)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 16:17

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L’attuale simulacro della Madonna del Popolo è opera di Vincenzo Cadorin del 1921. L’altare custodisce, nell’urna romana, le reliquie del vescovo S. Teodoro (502-522) e la Sacra Spina del martirio dei SS. Fermo e Rustico.

 

CAPO XIII

 

SOMMARIO. – Memorie storiche e liturgiche – Ursicino lettore – Il Fragmentum Laurentianum – Adesione della chiesa veronese al pontefice Simmaco – Persecuzione Teodoriciana – Morte di S. Teodoro – Sepoltura di lui – Chiesa a suo onore – Vicende posteriori delle sue reliquie.

 

S. Teodoro (a) secondo lo Stato personale del clero sarebbe il vescovo ventesimo terzo, ed il suo nome si legge anche al presente nelle tenie del Velo di Classe. Tutti i nostri documenti liturgici si accordano nel presentarcelo come vescovo di grande operosità e dì santità insigne; ma dei fatti del suo episcopato poco o nulla sappiamo in particolare. Qualche scrittore dei nostri volle che egli sia intervenuto al sinodo palmare tenuto a Roma l’anno 501 nella causa del pontefice Simmaco (1): ma osta la cronologia, ed ora è opinione comune che quel « Servus Dei» soscrittore agli Acta sia « episcopus feronensis» nell’Etruria.

 

San Teodoro è da annoverarsi tra i vescovi, che ebbero nella nostra chiesa un culto distinto; diremmo quasi il più distinto dopo quello di S. Zeno e di S. Procolo. Il suo nome si legge nel Kalendarium Wolfangi (sec. X) e nel Carpsum al giorno « VII. Kal. octobris ». Si trova pure in due codici di invocazioni (litanie) conservati  nella nostra biblioteca Capitolare. In uno di essi, dopo l’invocazione a Santa Maria, a S. Pietro ed a S. Paolo per la prosperità degli imperatori Ludovico e Lotario, della moglie di Ludovico Ermengarda e dei figli, si pone l’invocazione a S. Teodoro per l’incolumità dell’esercito dei Franchi: « Exaudi, Christe: exercitui Francorum vita et victoria: sancte Theodore, tu illum adiuva »(2).  Nel secondo, dopo l’invocazione ai santi Zenone, Procolo, Massimo, Siro, Gregorio, Prospero, si aggiunge: « Sancte Theodore, ora pro nobis ».

 

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Gen 04 2014

LA CHIESA VERONESE DURANTE IL SECOLO V

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:05

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Altare sopra sarcofago con le reliquie dei Santi veronesi Lucillo, Lupicino, Crescenziano, (principio del XII secolo). Chiesa di San Zeno, Verona.

 

CAPO XII

 

SOMMARIO. – Serie dei vescovi – Siagrio – S. Massimo – S. Petronio – Invasione degli Unni – S. Gaudenzio – S. Cerbonio o Germano – S. Felice – Gli Eruli – Residenza dei vescovi – Chiesa cattedrale.

 

La storia della nostra chiesa durante questo secolo non ci presenta fatti di grave importanza: gli animi erano troppo agitati e sconvolti per le iterate invasioni dei barbari e per la progressiva decadenza dell’impero romano. Daremo la serie dei nostri vescovi, riferendo per ordine cronologico le scarse notizie, che ci danno gli scrittori di cose nostre.

 

Lo Stato personale del clero della nostra diocesi dalla morte di S. Zeno (380) alla fine del secolo V ci dà quattordici vescovi; di alcuni dei quali sono incerti il nome, l’epoca, l’ordine di successione; di qualcuno anche l’autenticità.

Esso ci dà i nomi dei vescovi con l’ordine seguente da S. Zeno, che fu il vescovo ottavo:

9. Sant’Agabio. – 10. S. Lucidio. – 11. Siagrio. – 12. S. Lupicino. – 13. S. Massimo. – 14. S. Luperio. – 15. S. Servolo. – 16. S. Petronio. – 17. Sant’Innocenzo. – 18. Montano. – 19. S. Gaudenzio. – 20. S. Cerbonio. – 21. S. Felice. – 22. S. Silvino(1).

 

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Gen 01 2014

SUBORDINAZIONE METROPOLITICA DELLA CHIESA VERONESE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 21:38

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Chiesa di San Siro, Verona: protetta dal protiro una chiara iscrizione dice che in questa chiesa venne celebrata a Verona la prima messa. 

 

 

CAPO XI

  

SOMMARIO. – Controversia nel secolo XVIII – Studi recenti – Milano metropoli della provincia d’Italia – Aussenzio vescovo di Milano: Valeriano vescovo di Aquileia – Sant’Ambrogio: il caso della vergine Indicia – Milano depressa: Aquileia innalzata – Documenti apocrifi – S. Siro – La Chiesa di Verona definitivamente subordinata al patriarca di Aquileia.

 

E’ una questione, che fu agitata con molto interesse dagli scrittori aquileiesi e dai veronesi nella seconda metà del secolo XVIII, quando stavano per scomparire il patriarcato e la sede stessa di Aquileja.

 

La questione era questa. Essendo indubitato che almeno dal secolo VII  la Chiesa di Aquileja avea giurisdizione metropolitica sopra le Chiese della Venetia et Histria, e perciò anche su quella di Verona, quale è l’origine storica e giuridica di questa giurisdizione?

 

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Dic 29 2013

LA CHIESA VERONESE SULLA FINE DEL SECOLO IV

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 15:05

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I probabili resti della chiesa  paleocristiana di San Zeno; Piazza Corrubio Verona

Durante i lavori del 2010 per il garage di piazza Corrubio,  si è  rinvenuto  il grande cimitero “romano-paleocristiano” al cui centro  i resti di un edificio avente le caratteristiche  di una chiesa  triabsidata che ci ricorda quella Paleocristiana tardo antica di Concordia  Sagittaria .   Le tre absidi ci riportano a  uno di sermoni di San Zeno dove il vescovo fa il paragone del regno di Dio con  la forma della sua chiesa: « Ha tre membra inestimabilmente preziose  concorrenti  a formare  un tutto unico e solo come uno solo è il secretarium che le  aduna». I sanzenati, e non solo, non avevano  dubbi sull’importanza di quelle tre absidi,  e che cosa rappresentasse  quella costruzione,  ma  malgrado avessero messo in campo tutte le loro energie per salvaguardarla, di quella chiesa non si è salvato  nulla,   nemmeno un sasso. 

 

 

CAPO X

 

SOMMARIO. – Prime chiese in Verona – Chiesa eretta da S. Zeno – Memorie dei martiri veronesi – Clero – Monastero di sacre vergini – Solennità della Pasqua – Digiuno quaresimale – Battesimo – Comunione eucaristica – Virtù dei fedeli veronesi – Disordini – Il cristianesimo nelle campagne.

 

Ammesso che vi fossero cristiani in Verona nei primi secoli, cercano i nostri eruditi  dove essi celebrassero le loro adunanze o collette: e comunemente ritengono che usassero celebrarle sulla parte sinistra dell’Adige. Tutte le antiche tradizioni veronesi si accordano nell’accennare i colli, che ora sarebbero S. Pietro e S. Zeno in monte,  od i loro declivi.   S. Siro avrebbe celebrato dove ora è la  Chiesa di S. Libera, o certo a poca distanza da essa: la grotta, che sta alle radici del colle Castiglione (S. Zeno in Monte) dietro l’abside della chiesa di S. Nazzaro, è certo antichissima chiesetta cristiana, e presso di essa secondo il Maffei, avrebbe dimorato il vescovo S. Procolo: antichissima era pure la chiesa, ora distrutta di S. Pietro in castello (in aree); secondo l’Iconografia Rateriana era nel luogo ora occupato dal torione a sinistra di chi guarda il castello.

E la chiesa eretta da San Zeno dov’era?

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Dic 26 2013

IL CULTO DI S. ZENO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 13:45

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Traslazione di San Zeno: i santi Begnino e Caro  trasportano il corpo di san Zeno; Basilica di San Zeno, Verona.

CAPO IX

SOMMARIO. – Sermone di S. Petronio – Chiese nella città e diocesi di Verona – Feste ad onore di S. Zeno – Sacre Liturgie – Litanie – Stationes – Documenti storici – Sacre Reliquie di S. Zeno – Chiese in Italia e fuori d’Italia.

 

Le esimie virtù ed i meriti insigni di S. Zeno ben presto dopo la sua morte furono riconosciuti, non solo dalla Chiesa veronese, che in lui ha sempre venerato il suo fondatore e patrono, ma anche da altre Chiese in Italia e fuori d’Italia, che in lui hanno riverito un maestro e modello delle dottrine evangeliche, sia per i suoi scritti, sia per i santi esempi della sua vita.

 

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Dic 25 2013

STORIA E LEGGENDE INTORNO A S. ZENONE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 17:08

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Il sasso in cui la leggenda vuole che San Zeno fosse solito pescare nell’Adige, come suona la scritta :  “Hoc super incumbens saxo prope  fluminis undam Zeno pater tremula captabat  arundine pisces”.  Chiesa di San  Zeno in oratorio, Verona.

 

CAPO VIII

 

SOMMARIO. – Cronaca di Coronato – Narrazione della Cronaca – Esigenze degli  ipercritici – Se le asserzioni della Cronaca possano avere un fondo di verità – Residenza  di S. Zeno – Valore della Cronaca – La Leggenda di S. Geminiano – Vita di S. Zeno per un Monaco Benedettino – Apologo di S. Bernardino.

  

La più antica vita di S. Zenone, che possediamo, è una Cronaca scritta da un certo Coronato cittadino veronese, di professione notajo, vissuto sulla fine del secolo VII, o sul principio del secolo VIII.  Egli stesso si dice Coronatus Notarius.  Dovea essere uno degli ufficiali, ai quali i vescovi affidavano la redazione dei loro atti e più tardi la tutela e l’esatta applicazione delle loro costituzioni; questi ufficiali, detti Notarii, spesso usavano compilare le gesta dei vescovi che aveano governato la diocesi.  In due codici dei sermoni di S. Zeno, quelli di Reims e di Lobia, Coronato è detto venerabilis: in quest’ultimo e da Giovanni Mansionario è detto vir christianissimus. L’opera sua si può compendiare in queste poche notizie (1).

 

S. Zenone, « a cunabulis benedictus et a ventre sanctificatus … ad hoc  pertingere meruit, ut per vitam sanctam pastor in populo esse mereretur ».

 

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Dic 22 2013

SE S. ZENO SIA MARTIRE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 03:19

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San Zeno con in mano un cesto di pesci ed una canna, all’interno di un riquadro con una Crocifissione, la Vergine e San Giovanni Evangelista. Chiesa  di Santa Maria  alla  Pieve di Colognola ai Colli, Verona.

 

 

CAPO VII

 

SOMMARIO. – Stato della questione – Opinione oggi comune – Scrittori antichi di cose nostre – Documenti liturgici – Obbiezioni dal culto riservato ai martiri; dal titolo di confessore – Monumenti – S. Zeno non fu martire in senso proprio – S. Zeno martire nel senso meno proprio – Giorno ed anno della morte di S. Zeno.

 

La voce « martire» nell’uso ecclesiastico si prende in due sensi. Martire in senso proprio è quel confessore della fede di Cristo, che per la stessa fede morì martire, ossia fu ucciso precisamente per la sua fermezza nel professarla.  Martire in senso meno proprio è colui, che molto ha faticato per la fede di Gesù Cristo e per essa andò incontro ad accuse a calunnie ed a corporali patimenti, però non alla morte (1). Ciò posto, S. Zeno fu martire in senso proprio, ossia fu egli ucciso dai persecutori per la sua fermezza nel professare la fede di Cristo?

 

Così in passato opinavano molti dei nostri; massime coloro, che voleano assegnare l’episcopato di S. Zeno alla seconda metà del secolo III.  Argomento principale era la testimonianza di S. Gregorio;  il quale, parlando del miracolo avvenuto in Verona l’anno 589 (17 ottobre) narra che l’acqua dell’Adige inondante Verona salì verso le finestre della chiesa « beati Zenonis Martyris atque Pontificis », ma stette come un muro davanti alla porta ed alle finestre  «ad ostendendum cunctis meritum Martyris (2).

Inoltre martire è detto S. Zeno da Paolo Diacono, dall’autore del Ritmo Pipiniano, dai martirologi Rabano, Notkero, ecc.  Appoggiato a queste testimonianze il nostro vescovo Luigi Lippomano poco dopo la metà del secolo XVI al rito di confessore, con cui era fino allora onorato S. Zeno nella liturgia della Chiesa veronese, sostituì il rito di martire.

 

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Dic 19 2013

S. ZENONE «PADRE DELLA CHIESA»

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 22:14

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Urna del corpo di San Zeno;  Chiesa di San Zeno, Verona   

 

Capo VI

  

SOMMARIO. – Controversie dottrinali nella seconda metà del secolo IV – Quali si dicono «padri della chiesa» – Scritti di S. Zeno in materia speculativa – Scritti in materia speculativo pratica – Scritti in materia pratica – Locuzioni Oscure sulla generazione del Verbo – Spiegazioni ortodosse – Spiegazioni inaccettabili – Opinione di S. Zeno sul peccato originale – Codici dei sermoni zenoniani – Edizioni –  Sermoni genuini.

 

L’episcopato veronese di S. Zenone cadeva in un’epoca delle più importanti nel secolo IV. Il politeismo gentile, non tanto per le leggi repressive degli imperatori cristiani, quanto per la sua intrinseca debolezza, per la sua decrepitezza, andava ogni giorno perdendo terreno e si avviava alla sua finale disfatta. Invano tentò prorogarne la fine  l’imperatore Giuliano (361-363): oramai era una religione senza fede, e quindi non potea più a lungo sussistere; i suoi cultori si sforzavano a sostenerlo come sistema politico, ufficiale, reso ornai necessario per le lunghe abitudini; era la lotta suprema e disperata per l’esistenza. D’altra parte l’arianesimo trionfava nell’Italia superiore;  dove le due sedi più importanti, di Milano e di Aquileja, avevano vescovi due Ariani, Aussenzio e Fortunaziano: il concilio di Rimini, nel quale parea avesse prevaricato tutto il mondo,  erasi tenuto nel  359,  pochi anni prima dell’episcopato di S. Zeno. In un’epoca tanto fortunosa Dio non mancò di dare alla chiesa sua uomini insigni per scienza e santità, i quali con la forza della parola evangelica combattendo da una parte il gentilesimo e l’arianesimo dall’altra,  preparassero la via al trionfo definitivo della chiesa di Gesù Cristo.

 

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Dic 18 2013

EPISCOPATO DI S. ZENO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 14:11

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San Zen che ride

 

CAPO V

 

SOMMARIO. – S. Zeno fondatore della chiesa veronese – Sua provenienza Opinioni sull’epoca del suo episcopato – Epoca ambrosiana provata dalla serie dei vescovi precedenti, dalle condizioni della chiesa veronese nel tempo di S. Zeno, dalle lettere di sant’ Ambrogio Opinione contraria, e suoi argomenti La « Ordinatio  Sancti  Zenonis » Operosità di S. Zeno – Durata dell’episcopato di S. Zeno.

 

La fede! « E’ questo il gran dono da Zenone largitoci; ossia la fede divina operante per la carità.  Essa è donum Dei; è il dono per eccellenza di Dio; è il dono più prezioso che Dio possa farci; perocchè la fede, così il Tridentino, è la radice di ogni giustificazione e salute, e senza fede, come sta scritto, è impossibile piacere a Dio: essa per conseguente è il dono a Verona per opera di Zenone portato. Vero è che qualche secolo innanzi il lume della fede avea qui cominciato a spargere i suoi benefici raggi; ma, colpa l’odio gentilesco e le barbarie de’ tempi, dominati sopratutto dalle molteplici crudeli e spaventose persecuzioni, scarsamente la fede avea potuto metter piede fra noi ed allargarsi.  Cotalchè per vero fondatore ed apostolo della fede nelle nostre contrade si può e deve proclamare S. Zenone».

 

Così l’em. cardo Luigi Di Canossa in una omelia tenuta ad una folla immensa di fedeli stipati nella basilica di S. Zeno il dì 25 agosto dell’anno 1889 celebrava la grazia immensa fatta da Dio a Verona col mandarle vescovo S. Zeno (1). Altrettanto aveva detto più concisamente undici secoli prima l’anonimo pipiniano:

 

Octavus Pastor et Confessor Zeno martyr inclytus

Qui Veronam praedicando perduxit ad baptismum

 

D’onde sia a noi venuto S. Zeno, è assai difficile determinare. Il citato anonimo pipiniano dice che egli venne dalla Siria: secondo il Panvinio, « quamquam ab aliquibus Graecus fuisse legatur,  multorum tamen opinione Veronensis  fuisse refertur» (2).

 

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Dic 17 2013

S. PROCOLO E TRE SUCCESSORI – SANT’ARCADIO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 08:24

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Altare reliquario, in esso si trovano i resti dei santi S. Procolo e  S Agapito; Chiesa di S. Procolo in Verona

 

 

CAPO IV

SOMMARIO. S. Procolo aspira al martirio Suo romitaggio e sua epoca – Sepolcro di S. Procolo – Culto di S. Procolo – S. Saturnino – San Lucio o Lucillo – S. Cricino – Il martire Sant’ Arcadio.

 

Gli Acta SS. Firmi et Rustici sono pure un documento prezioso per quello che ci narrano dal quarto vescovo di Verona, S. Procolo.   Tostochè il santo vescovo seppe che eran tratti a Verona i due santi confessori della fede di Gesù Cristo, Fermo e Rustico,  per il vivo desiderio di vederli e d’esser partecipe con loro della gloria del maririo, dal romitaggio, ove con alcuni cristiani dimorava, venne in città, e, baciati i santi confessori, si unì a loro, dichiarando d’esser egli pure cristiano e chiedendo instantemente d’esser con loro legato e tradotto davanti al preside Anolino. Senonchè Anolino, avendo inteso che egli era un cristiano offertosi spontaneamente, sia per non far troppo sangue, sia per un riguardo all’età, ordinò che fosse rilasciato, dicendo che egli delirava per la vecchiaia. I ministri tuttavia lo percossero di schiaffi e lo scacciarono dalla città: egli tornò al suo luogo solitario, tutto dolente per non aver conseguita la palma del martirio.  A questa franca confessione della fede e fors’anco ai patimenti sofferti per essa dal vescovo Procolo, allude il Ritmo pipiniano attri­buendo a lui il titolo « confessor ».

 

Il luogo solitario e posto fuori della città, dove con alcuni cristiani dimorava il vescovo S. Procolo, negli Acta è detto « monasterium »: questa voce certo non esisteva nel secolo III, e probabilmente fu inserita da qualche copista posteriore allo stesso secolo IV.  E’ cosa difficile determinare dove esso fosse. Il Maffei pensava fosse presso la grotta, antichissima chiesetta cristiana, che sta dietro l’abside della chiesa di S. Nazaro a piè del colle Castiglione: ma forse dell’antichità di questa chiesetta egli avea un’opinione un po’ esagerata.  Noi incliniamo a credere che fosse presso il luogo, dove poi fu eretta una chiesa con sotterraneo in suo onore, vicino all’attuale basilica di san Zeno, come indicherebbe l’iscrizione posta più tardi sul suo sepolcro sotterraneo; la daremo più sotto.

 

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Dic 16 2013

I SS. MARTIRI FERMO E RUSTICO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 07:18

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Martirio di Fermo e Rustico;  Chiesa Parrocchiale di Colognola ai Colli

 

 

CAPO III

 

SOMMARIO. – Gli Acta SS. Firmi et Rustici – Loro valore – Epoca del martirio dei SS. Fermo e Rustico – Narrazione del fatto – Culto dei santi martiri – Vicende delle preziose reliquie – Dove ora siano.

 

 

Il martirio dei santi bergamaschi Fermo e Rustico e la parte gloriosa, che in quel fatto ebbe il nostro vescovo S. Procolo, ci son narrati da un antico manoscritto, che viene sotto il nome Acta o Passio SS. Firmi et Rustici, e più tardi fu più volte pubblicato in opere a stampa (1).

 

Parecchi sono i codici di quel manoscritto. Il più antico, oggi pur troppo perduto, era quello del monastero di Lobbes, trasportato colà dal nostro vescovo Raterio dopo la metà del secolo X.  Oltre quello di Raterio, e probabilmente provenienti da esso, sono vari codici, alcuni conservati a Verona, altri a Bergamo, uno nel monastero Bodacense, qualche altro altrove.

 

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Dic 15 2013

FONDAZIONE DELLA CHIESA VERONESE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:16

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CAPO II

 

SOMMARIO. – Opinioni degli scrittori veronesi – Tesi nostra – Base della storia della nascente chiesa veronese – Il Velo di Classe – I Versus de Verona La Historia imperialis – I primi otto vescovi – Epoche certe – La chiesa veronese fondata nella prima metà del secolo III – Un’asserzione gratuita – Conclusione – I primi quattro vescovi.

 

Assai più importante della questione precedente è quella della fondazione della nostra chiesa; cioè, a quale epoca si deva assegnare il primo dei nostri vescovi.

 

Non v’ha dubbio che almeno dalla metà del secolo XVI, sin verso la fine del secolo XVIII comunissima era l’opinione che il primo vescovo di Verona, sant’Euprepio, vi sia venuto per missione avuta da S. Pietro.   Chè anzi tale opinione apparisce altresì tra gli scrittori nostri dei secoli precedenti. Così  Giovanni Mansionario della cattedrale, che fiorì sul principio del secolo XIV, nella sua Historia imperialis scriveva:   «Primus fuit beatus Euprepius discipulus apostoli Petri, qui fidem Christi Veronae praedicavit »  Dal secolo XVI in poi, oltre molti scrittori nostri da Panvinio a mons. Liruti e Gilardoni e Sommacampagna, furono di questa opinione il card. Baronio, nella sua lettera a Coleti (1) : da allora parecchi esitarono; ed ora nessuno scrittore nostrano od estero ardirebbe sostenerla.

 

La tesi nostra è questa: la chiesa veronese certamente ebbe vescovi verso la metà del secolo III: ma non ne ebbe nel secolo I, e probabilmente neppure nel secolo II.

 

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