Ago 03 2016

I VINTI DEL RISORGIMENTO: UN LIBRO DAGLI ARCHIVI DEI BORBONE. STRAGI E MANEGGI DEI SAVOIA

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Di SILVIA GARBELLI –

 

Di taglio storiografico revisionistico, questo libro affronta il fenomeno risorgimentale da un punto di vista meridionalistico.

Si tratta, infatti, della situazione creatasi nel Regno delle Due Sicilie a causa del processo della cosiddetta “unificazione italiana” esattamente tra gli anni 1860 e 1861. Il periodo preso in considerazione è dunque breve, ma la trattazione degli avvenimenti è intensa e avvincente come nelle migliori ricostruzioni storiche. A dispetto delle consuete litanie italopatriottarde, l’autore ci propone una lettura veritiera di quanto forzata e forzosa è stata l’unione degli Stati Preunitari e cosa abbia comportato nella vita della sua dinastia, i Borbone e a quella dei suoi sudditi.

Nell’introduzione, l’autore auspica la necessità di fare chiarezza affinché si affermi la verità dei fatti accaduti, proprio a fronte della consapevolezza della menzognera storiografia ufficiale ancora presente in gran parte degli attuali libri in uso nella scuola italiana.

 

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Giu 02 2016

LINGUA VENETA: TUTTI O QUASI I MODI DI DIRE IN VENEZIANO

Category: Cultura e dintorni,Libri e fonti,Veneto e dintornigiorgio @ 00:03

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1- Ma no ti gà na casa ciò?! : frase ideata da un simpatico signore di bassa statura proveniente dalle campagne vicine a Venezia; venditore di piante che, dice, provengono dalle sue terre. Invita la gente a comprarle facendogli notare che, se hanno una casa di loro proprietà o in affitto, devono per forza abbellirla con una delle sue piante. A Venezia si usa dire questa frase in molti casi: per salutare un caro amico, per dirgli come va, per dirgli che sarebbe ora di finire di lavorare e che sarebbe ora che tornasse a casa. La si usa anche in stadio contro i tifosi della squadra avversaria. Una piccola aggiunta: mi è data notizia che questa frase non sarebbe propria del signore di bassa statura ma plagiata. Un edicolante in campo della Guerra, vicino a San Marco, lo redarguiva in questo modo gridando appunto “ma no ti gà na casa, cio?” per invitarlo a andare via dalla zona in modo da non rompere i coglioni con le sue proposte di acquisto.

 

2Oii! : a Venezia lo dicono tutti. Dal gondoliere che avvisa la sua presenza all’ incrocio di un rio (variante: “Aooe!“), alla persona che vuole fare baruffa, come saluto ad un amico caro e a quello che sta per arrabbiarsi.

 

3Andemo vedere cossa fa el marco. Si usa per congedarsi da qualcuno dicendo una frase buttata là ma con un doppio significato: andiamo a vedere (in un ufficio cambio) quanto viene valutato il marco tedesco (adesso non più usato per l’uso dell’euro) ma allo stesso tempo, scherzosamente, si vuol anche dire di andare a vedere cosa fa l’amante (il “marco”) a tua moglie.

 

4Sìe ore ea cresse, sìe ea càea. Ogni sei ore l’acqua entra dal mare alla laguna per poi ritornarci. Questa è una frase che viene detta a chi, per esempio, si arrabbia perché a lui va tutto storto: lo si consola dicendogli che per quanto gli vada male prima o dopo sicuramente gli andrà bene. Per lo stesso motivo per chi si gongola troppo della sua fortuna.

 

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Apr 30 2016

IL PCI E LO STALINISMO

Category: Libri e fonti,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:18

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Roma, 21 dicembre 2007 (Velino)

 

C’è in libreria un testo di rara importanza per la storia della sinistra italiana. Ma nessun giornale, tranne Libero, ne ha sinora parlato in modo visibile e comprensibile e si fa fatica a trovarlo nei moderni, antichi e famosi bookshop delle città italiane. È come se i librai avessero strane reticenze nell’ordinarlo e venderlo.

 

Certo, è un libro per storici, per iniziati e appassionati, ma il titolo dovrebbe far riflettere anche il più smarrito lettore di storia contemporanea e di politica: “Il Pci e lo stalinismo” edito dagli Editori Riuniti, con un cd allegato che riporta gli interventi del Comitato centrale comunista del 10 e 11 novembre del 1961. La pubblicazione è stata curata con scrupolosa attenzione da Maria Luisa Righi. Si obietterà che un dibattito del 1961 ha poca importanza. Eppure quello non fu un dibattito qualunque e sembrava irreperibile. In effetti è il dibattito che si tenne al ritorno da Mosca della delegazione italiana che partecipò al ventiduesimo congresso del Partito comunista dell’Unione Sovietica, il momento più importante della destalinizzazione operata da Nikita Kruscev.

 

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Mar 09 2016

IL GIORNALISTA QUASI PERFETTO: COME SI RICONOSCE UN BUON GIORNALISTA?

Category: Libri e fonti,Media e informazionegiorgio @ 00:01

 

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IL GIORNALISTA QUASI PERFETTO.

 

Di David Randal

 

Editore Laterza

 

E fatto bene, ed è un ottimo strumento per capire il contenuto dei giornali, il giornalismo e il suo ambiente.

Ti allego alcune pagine del primo capitolo.

Come vedrai, è pieno di nomi di giornalisti italiani……….

 

COME SI RICONOSCE UN BUON GIORNALISTA?

 

Le uniche qualità per avere successo nel giornalismo sono un’ astuzia da roditore, modi accettabili e un po’ di abilità letteraria.

(Nicholas Tomalin)

 

Gli eroi del giornalismo sono i cronisti. Quello che fanno è scoprire le cose.

Arrivano per primi, nel caos del presente, battendo alle porte chiuse, a volte correndo dei rischi, e catturano l’inizio della verità. Se non lo fanno loro, chi dovrebbe farlo? I direttori? I commentatori? C’è una sola alternativa ai cronisti: accettare la versione ufficiale, quella che i poteri economici, i burocrati e i politici scelgono di darci. Dopotutto, senza i cronisti, che cosa saprebbero i commentatori?

 

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Feb 16 2016

LA PIÙ ANTICA ISCRIZIONE EBRAICA

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L’iscrizione è scritta con inchiostro su argilla (AFP-University of Haifa)

 

È stata decifrata un’iscrizione datata al 1000 a.C. e scoperta nel 2008 a Khirbet Qeiyafa (conosciuta come fortezza di Elah), vicino a Emek Ha’ela (Israele), nella valle di Elah – dove secondo la Bibbia Davide sconfisse Golia.

Sarebbero le prime scritte in lingua ebraica finora conosciute nonché una prova dell’esistenza del regno di Israele.

 

Il frammento di ceramica presenta cinque linee di testo in lingua proto-cananea, usata da ebrei, filistei e altri popolazioni della regione.

 

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Apr 24 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 12. CONCLUSIONE

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:16

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LA    MASSONERIA

 

Non se ne sa molto, ma abbastanza per attivare l’allarme. Ne parlano tutti con circospezione, quasi con timore, e quando succedono casi eclatanti ove risulta coinvolta la Massoneria, come potrebbe essere quello famoso della Loggia P2, si punta alle singole persone cadute malauguratamente sotto il tiro, ma si tiene il silenzio sulla Massoneria in quanto organizzazione segreta, sulla sua ideologia, sui velati fini, sull’assoluta potestà che esercita verso i sudditi, sull’enorme influenza che esercita sugli organismi internazionali. Non si vede, non si sente, eppure esiste e, anche se non ce ne accorgiamo, ci condiziona.

 

C’è chi sostiene che abbia le radici dai Templari (o addirittura dagli antichi egiziani) o più verosimilmente dagli artisti muratori del medioevo gotico, dai quali prende il nome: FRANC-MACONNERIE (francese), o FREE-MASONRY (inglese).

La Massoneria moderna nasce il 24 giugno 1717 a Londra e in breve tempo si diffonde in tutta l’Europa, in America e altrove. Ebbe grande parte nella rivoluzione francese e nelle ideologie totalitarie dei secoli XIX e XX (compreso il cosiddetto Risorgimento italiano i cui protagonisti illuminati erano affiliati alla Massoneria: Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Cavour, Lemmi, ed altri).

 

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Apr 23 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 11. QUID VERBIS OPUS EST? (CHE BISOGNO C’È DI QUESTE PAROLE?)

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 01:39

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Un chierico progressista, compiacendosi, ha detto: Abbiamo cambiato tutto, nulla è rimasto come prima”. Una frase del genere sembrerebbe una spacconata,  ma…è la verità. Nulla si è salvato e nulla è rimasto come prima.

 

Una furia iconoclasta che ha messo in ginocchio la cattolicità, si è scatenata come un uragano. Poteva salvarsi la parola scritta? La traduzione in volgare della Bibbia ha riservato non poche sorprese. Se poi consideriamo la traduzione interconfessionale realizzata con l’ALLEANZA BIBLICA UNIVERSALE, benedetta dalla CEI e diffusa a tappeto nelle parrocchie, possiamo bene immaginare i vantaggi che ne trarrà la cultura cattolica.

Basterebbe accostare un testo antecedente al Concilio Vaticano II, con le più recenti traduzioni e ci si accorgerà del cambiamento non sempre ossequiente all’ortodossia cattolica. Confrontando certi versetti ci si domanda: ‘Ma vorrà significare la stessa cosa?’ E’ questo il punto! Perché a volte, cambiando una sola parola si cambia il significato del discorso.

 

L’esonero del latino con la traduzione in lingua corrente, estesa a tutta la liturgia, nonostante il Concilio Vaticano II la volesse limitare soltanto a casi particolari, è stato una potente leva in mano alla schiera di teologi e specialisti addetti, per rivisitare e modificare a loro discrezione alcune parole riuscendo talvolta a distorcerne il significato, non limitandosi cioè alla traduzione letterale, ma sconfinando nell’interpretazione, ciò che invece spetta solo alla Chiesa nella funzione del Suo Magistero. Hanno avuto gioco facile appoggiandosi al significato etimologico e originale della parola greca o latina (che volendo, e fuori dal contesto, può facilmente cambiare di significato) e/o appellandosi all’evoluzione verbale e agli usi dei primi secoli cristiani. Ciò che lascia storditi è che certe parole e certe frasi sono addirittura sostituite da altre che hanno significato opposto.

 

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Apr 22 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 10. CONTRASTO E AMBIGUITÀ DELLA MESSA CONCILIARE

Category: Chiesa veronese,Libri e fontigiorgio @ 00:24

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Poiché la Messa è l’apice del culto che si deve a Dio, sarà bene andare più a fondo della materia e mettere in luce il contrasto tra la Messa Cattolica T

Poiché la Messa è l’apice del culto che si deve a Dio, sarà bene andare più a fondo della materia e mettere in luce il contrasto tra la Messa Cattolica Tridentina e l’ambiguità dell’attuale Messa uscita dal Concilio Vaticano II. Vediamo:

 

OFFERTORIO

 

  • Suscipe sancte Pater, Deus qui humanae substantie, Offerimus tibi Domine, In Spiritu umilitatis, Veni sanctificator omnipotens.

Queste cinque preghiere pregne di significato teologico, specie il Suscipe e l’Offerimus, che sottolineano il valore propiziatorio  del Sacrificio dell’altare, nel messale di Paolo VI vengono ridotte soltanto a due:

la presentazione (non l’offerta!) del pane e del vino (Benedetto sei tu…).

Dopo la preghiera del lavabo in cui il salmo XXV è stato sostituito con una breve invocazione (“Umili e pentiti…”), la nuova Messa passa subito all’Orate fratres saltando a piè pari l’antica invocazione alla Santissima Trinità (“Suscipe Sancta Trinitas”).

Da notare che la stessa Trinità non trova posto nella nuova Messa se non nel prefazio a Lei espressamente dedicato, oltre naturalmente nel segno di croce iniziale e nella benedizione finale.

 

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Apr 21 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 9. VULNUS MISSAE

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:11

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LA CELEBRAZIONE “VERSUS POPULO” È STATA UNA INVERSIONE DI MARCIA NON SOLO IN SENSO METAFORICO.

 

A questo atteggiamento del celebrante è da connettere sia il prevalere dell’essenza della Messa come CENA, sia l’eclisse del Sacerdozio ministeriale. Ciò non è nemmeno tanto adombrato poiché esiste reticenza a chiamare altare ciò che in realtà nella maggior parte dei casi è una semplice tavola.

D’improvviso, vanga e piccone hanno demolito gli altari, si, quegli altari spesso monumentali che erano al centro del tempio, sui quali troneggiava il tabernacolo entro cui si sapeva esservi il Signore Gesù; quegli altari fatti di pietra riccamente decorati che in una piccola teca incastrata al centro del piano, contenevano le reliquie dei martiri per i cui meriti si invocava il perdono dei nostri peccati (Aufer a nobis), e sulle quali si celebravano i riti cristiani come al tempo delle catacombe (è straordinario questo legame con i primi cristiani: noi ancora come loro!); quegli altari consacrati così solennemente dal Vescovo, per renderli idonei a celebrarvi il sacrificio. Sono stati rimossi, trasformati o sostituiti con una “tavola”. L’accesso all’altare era soltanto frontale, ma ora si doveva poter girarvi attorno proprio come nelle nostre case ci si siede tutt’intorno alla tavola per il pranzo.

 

“E’ bene che l’altare maggiore sia staccato dalla parete per potervi facilmente girarvi intorno e celebrare rivolti verso il popolo. Nell’edificio sacro sia posto in luogo tale da risultare come il centro ideale a cui spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea”.

(Concilio Vaticano II – Sacrosanctum Concilium, 91).

 

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Apr 20 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 8. LITURGIA, SPECCHIO DELLA CRISI

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 01:58

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Introduzione

 

Quando si tratta di liturgia si intende primariamente la S. Messa.

 

Ora, la Messa è sempre stata il centro e il vertice del culto Cristiano. Tutto ruota intorno ad essa perché necessariamente tutto ruota e deve ruotare intorno alla Persona di Gesù Cristo, il quale ha voluto che la sua opera di Redenzione fosse perpetuata, facendosi presente in forma mistica ma reale nell’Eucarestia per accompagnare gli uomini fino al consumarsi dei tempi. Non c’è niente al mondo di più sacro, di più alto, di più prezioso che la S. Messa, dove viene rinnovato, in modo incruento, l’unico  sacrificio della Croce; Gesù che diviene vittima ed offerente al Padre in riparazione dei nostri peccati per la salvezza nostra e del mondo intero. È Gesù stesso infine che si fa alimento per le nostre anime, quotidianamente; che si fa medico per guarire le nostre piaghe, che ci da forza per vincere le nostre battaglie spirituali. Nella Messa c’è tutto il nostro credo, la nostra fede, il nostro amore e la nostra speranza.

 

La Messa è tutto questo: un dono immenso davanti al quale dobbiamo inchinarci, o meglio inginocchiarci e adorare.

 

Per assicurare maggiormente al popolo cristiano l’abbondante tesoro di grazia che la sacra Liturgia racchiude, la Santa Madre Chiesa desidera fare un’accurata riforma generale della liturgia. Questa infatti consta di una parte immutabile, perché di istituzione divina, e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o anche devono variare, qualora in esse si fossero insinuati elementi meno rispondenti alla intima natura della stessa Liturgia, o si fossero resi meno opportuni. In tale riforma l’ordinamento dei testi e dei riti deve essere condotto in modo che le sante realtà da essi significate, siano espresse più chiaramente, il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso, e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva, comunitaria”. (Concilio Vaticano II: Sacrosanctum Concilium, cap.I, III – 21).

 

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Apr 19 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 7. IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

Category: Chiesa veronese,Libri e fontigiorgio @ 00:14

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  1. I) LA NOSTRA AETATE

 

 

La più sconcertante e plateale rivolta alla dottrina tradizionale cattolica, il più incredibile e scandaloso accredito ad ogni falsa religione è contenuto nella dichiarazione conciliare sulle relazioni della Chiesa Cattolica con le religioni non cristiane: la “Nostra Aetate”. E’ un manifesto di resa incondizionata di autenticarsi come unica vera religione di fronte a tutte le altre al mondo, considerate anch’esse portatrici di salvezza, per quel raggio di verità che ciascuna porterebbe in sé. Una resa non imposta, ma volontaria, da autoflagellanti e perciò stesso ancora più grave.

 

Lo schema è sempre lo stesso, originato da quell’assunto buonista che considera ciò che unisce, e trascura ciò che divide. Si cerca il positivo che indubbiamente può esistere in ogni religione, e ciò sarebbe motivo di rispetto e considerazione da parte della Chiesa Cattolica la quale “non rigetta di quanto è vero e santo in (ogni) religione” perché “riflette un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini” (Nostra Aetate,2).

 

Considerare pertanto questo raggio di verità, va bene, ma ne consegue l’impegno di coltivarlo al fine di una crescita che abbia come traguardo la conversione dell’infedele al cristianesimo.

Ma il Concilio non fa menzione di conversione; soltanto auspica che “essi (cioè i fedeli cattolici, ndr) riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio culturali che si trovano in essi (cioè nei credenti di altre religioni. ndr)”. Sembra chiaro tuttavia, che il Concilio parli non tanto ai fedeli cattolici quanto agli infedeli, verso i quali getta un ponte, tende la mano in atto di blandire, adulare e stimolare in loro un moto di avvicinamento per potersi incontrare e dialogare.

 

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Apr 18 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 6. LA DIGNITATIS HUMANAE

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:14

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  1. H) LA DIGNITATIS HUMANAE

 

 

Parlare oggi di limitare la libertà di coscienza, si passa per matti. Eppure, alla luce di ciò che vi è scritto nei documenti del Magistero della Chiesa Cattolica, possiamo constatare quanto essi siano solidi e profetici in quanto al danno che ha portato non solo nella Chiesa, ma pure nella società civile, l’aver garantito a ciascuno un certo tipo di libertà. Non c’è voluto molto a rompere gli argini e dare piena cittadinanza ad ogni aberrazione. Siamo tutti testimoni che attualmente in nome della libertà di coscienza hanno introdotto il divorzio, legalizzato l’aborto; in nome della libertà di opinione la stampa e la televisione hanno praticamente campo libero di scrivere e dire e mostrare ciò che vogliono; a nome della libertà nell’arte si mercificano immondezze di ogni genere e perfino raffigurazioni blasfeme; si brucia incenso ai nuovi idoli, come calciatori, cantanti e attori; sempre in nome della libertà il sesso è diventato la nuova religione. Oggi sembra che tutto sia lecito e senza freno. E’ umiliante poi, e vergognoso che questo vento sia entrato anche nelle chiese e nelle Istituzioni ecclesiali: concerti mondani dentro i luoghi sacri, balli nelle feste parrocchiali; conventi e associazioni che di sacro hanno ormai poco essendosi presa quella libertà divenuta un tarlo che corrode tutto. Perfino nella Messa, ogni prete in libera coscienza si prende licenza di modellarla a suo piacimento.

 

Il “Sillabo” è un documento pontificio emanato da Pio IX nel 1864, nel quale vengono enunciate e condannate 80 proposizioni contrarie alla dottrina cattolica. Tra queste hanno una posizione importante quelle che riguardano l’indifferentismo; nella XV leggiamo: “Ogni uomo è libero di abbracciare e professare quella religione che, col lume della ragione, reputi vera”.

 

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Apr 17 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 5. IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:11

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  1. G) L’ECUMENISMO

 

Non c’è dubbio che, con la liturgia, un mutamento, una novità nata dal Concilio Vaticano II sia il nuovo ecumenismo. Non che l’ecumenismo in sé sia una novità, ma tale è se si considera la prassi rivoluzionaria che è stata messa in atto.

 

L’ecumenismo è la spinta a ricomporre l’unità di tutte le fedi cristiane, che nel tempo si è lacerata. La partenza è nel Vangelo e precisamente nella preghiera di Gesù al Padre durante l’ultima cena, in cui chiede al Padre  che i suoi seguaci Siano tutti una cosa sola”.

 

Il desiderio di Gesù è da prendere sul serio, ciononostante, fin dai tempi apostolici non sono mancati coloro che pur non avendone il titolo si sono permessi di fare opposizione alla Chiesa seminando teorie eretiche e costringendo i legittimi pastori ad intervenire per confutarle e chiarire la dottrina che Cristo ci ha consegnato. Purtroppo molti di costoro sospinti dall’orgoglio, nonostante gli inviti di Santa Madre Chiesa a recedere, sono rimasti arroccati alle loro distorte opinioni costringendo la Chiesa stessa a formularne la condanna e a comminare l’anatema ai ribelli e ai loro seguaci.

 

Tutti sanno che un Concilio (Tutti i vescovi riuniti insieme al Papa) quando sentenzia in materia di fede e di morale è garantito dall’infallibilità promessa da Gesù stesso. Quindi chi non accetta il Magistero infallibile della Chiesa, per ciò stesso si pone fuori della Chiesa e la scomunica non è altro che una sanzione che conferma tale posizione. La scomunica inoltre ha pure altri due scopi non secondari: mette l’eretico di fronte alla sua coscienza in modo che possa ritornare sui suoi passi; aiuta i fedeli cristiani a discernere il buon grano dal loglio.

 

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Apr 16 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 4. IL PATTO “SCELLERATO”

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 07:58

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  1. E) IL PATTO SCELLERATO

 

“Il patto scellerato tra il Vaticano e il Cremlino”. Così lo chiama il giornalista-scrittore Antonio Socci in un articolo-rivelazione pubblicato sul quotidiano “Libero” il 21 gennaio 2007. Le persone informate già sapevano, ma lui ha scovato ulteriori prove.

 

Così esordisce: “Ecco dunque la ‘pistola fumante’. La prova documentata, nero su bianco; sta in un appunto che Paolo VI in data 5 novembre 1965, fece pervenire a Mons. Felici, segretario generale del Concilio. In tale ‘annotatio’ Montini invita a rispettare ‘gli impegni del Concilio’ evitando condanne esplicite del comunismo (…). Paolo VI si riferiva agli impegni sottoscritti dal Vaticano con il Patriarcato ortodosso di Mosca, ossia con il Cremlino e il Kgb, per legare le mani al Concilio. I suddetti impegni si trovano elencati esplicitamente dal Papa stesso nel suo appunto: ‘di non entrare in temi politici, di non pronunciare anatemi, di non parlare di comunismo’.

 

   Di temi politici il Concilio parlò diffusamente: spaziò dal ruolo dei partiti al capitalismo, dal razzismo al colonialismo, dalla schiavitù alla censura, dallo sciopero all’analfabetismo, dalle ineguaglianze sociali al terzo mondo, dalla fame alla guerra, dalla povertà al commercio, dai diritti dell’uomo al disarmo, dal dispotismo all’economia, dall’emigrazione al latifondo, dal problema operaio al liberalismo. Solo del comunismo non si occupò, perché c’era il veto di Mosca accettato da Roncalli in cambio di (si noti bene!) due osservatori ortodossi al Concilio, ben selezionati dal Kgb. Nelle centinaia di pagine dei documenti conciliari non si trovano neanche i vocaboli ‘comunismo’ e ‘marxismo’ ( di cui si erano tanto occupati i Pontefici fino ad allora). Fu una svolta storica.

 

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Apr 16 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 3. IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:16

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  1. A) COME DOVEVA ESSERE IL CONCILIO

 

“Scopo principale del Concilio stesso sarà di promuovere l’incremento della fede cattolica e un salutare rinnovamento dei costumi del popolo cristiano e di aggiornare la disciplina ecclesiastica secondo le necessità dei nostri tempi”.. .

 

“L’opera del nuovo Concilio Ecumenico è veramente tutta intesa a ridare splendore sul volto della Chiesa di Gesù, alle linee più semplici e più pure della Sua natività: ed a presentarla così come il divino fondatore la fece: senza macchie né rughe”.

 

Giovanni XXIII:  (Enciclica “Ad Petri cathedram”, cap. III)

 

 

“Il Concilio vuol essere, per divina grazia, punto di partenza di generale rinnovamento; nuova vigorosa irradiazione del santo Vangelo in tutto il mondo, con la santa Chiesa che lo diffonde, lo fa conoscere, ne spiega gli insegnamenti”.

 

Giovanni XXIII (Udienza generale, 27 luglio 1960)

 

 

“Ripresentare al mondo la Chiesa di Dio nel suo perenne vigore di vita e di verità e con la sua legislazione aggiornata alle presenti circostanze, sì da essere sempre più rispondente alla sua divina missione e preparata per le necessità di oggi e di domani”

 

Giovanni XXIII (Lettera autografa all’Episcopato tedesco, 11 gennaio 1961)

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