Mag 31 2012

TERREMOTO/ SALVATORE BARBA, SISMOLOGO INGV: “PLACCA ADRIATICA CONTRO LE ALPI, ALLARME NON ASCOLTATO”

Category: Geografia e ambiente,Natura e scienzagiorgio @ 06:56

Il  terremoto che verrà

“Almeno dal 2009 la Pianura Padana era stata indicata come una delle regioni più a rischio d’Italia. Servono prevenzione e corretta comunicazione”

“Sotto la Pianura Padana ci sono faglie note, che sono lì da centinaia di migliaia di anni e che si spostano. Le carte sismiche già indicavano il rischio, ma nessuno lo ha ascoltato finché non è successa la tragedia. Serve più attenzione sui rischi naturali”. Così Salvatore Barba, sismologo dell’Ingv, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiega ad Affaritaliani.it le dinamiche del sisma infinito che ha colpito l’Emilia Romagna.

Che cosa sta succedendo sotto la Pianura Padana?

“Ci sono faglie note, che sono lì da centinaia di migliaia di anni, che si muovono verso nord. E’ l’Appennino che si sposta, creando faglie compressive sotto la pianura. Altre faglie si trovano anche al piede delle Alpi, e queste si spostano invece verso sud. Di faglie sotto i sedimenti padani ce ne sono diverse, centinaia di chilometri. Questi terremoti avvengono perché c’è sforzo nella crosta attorno ad esse”.

Come è posizionata la placca adriatica?

“C’è un lembo che parte dal Friuli, passa dal lago di Garda e prosegue sotto la Lombardia, scende sotto l’Appennino e sotto Liguria, continua lungo la dorsale ferrarese e arriva al mare ad Ancona. Infine scende verso la Puglia. Tutte le zone intorno a questa faglia sono sismiche, con terremoti possibili sia dal lato tirrenico che da quello adriatico. Questa placca spinge verso nord e va a collidere con le Alpi”.

Continua a leggere”TERREMOTO/ SALVATORE BARBA, SISMOLOGO INGV: “PLACCA ADRIATICA CONTRO LE ALPI, ALLARME NON ASCOLTATO””


Mag 29 2012

TERREMOTO EMILIA: ESCALATION SISMICA SENZA PRECEDENTI!

Category: Geografia e ambiente,Natura e scienzagiorgio @ 21:15

Verona:  la pendola fermata dal sisma  alle ore 9.00

 

Verona 29 maggio 2012:  sveglia con il terremoto

Dalle ore  9.00, del 29 maggio  una violento terremoto di 5.8 scala Richter  con epicentro Mirandola, ha riaperto un violento sciame sismico in Emila.  Sembra che si sia attivato un nuove fronte di faglie instabili.

 La sequenza sismica

 

– Alle ore 09:00 circa terremoto magnitudo 5,8 Scala Richter

Epicento: Medolla – profondità: 10km circa

– Alle ore 12:56 terremoto magnitudo 5,4 S.Richter

Epicentro: S.Possidonio vicino Mirandola

– Alle ore 13:00 circa terremoto magnitudo 5,2 S.Richter

Epicentro: Tra Novi e S.Possidonio

– Alle ore 16:39 t. magnitudo 3,9-4,0 S.Richter

Epicentro: Nei pressi di Alberica – profondità: 20km circa

– Alle ore 17:31 t. magnitudo 4,7 Scala Richter

Epicentro: 2,5km da San Benedetto Po – Profondita’ 2 km.

La scossa avvertita distintamente in tutta la regione.


Mag 27 2012

TERREMOTO IN EMILIA: LA TERRA SI È ALZATA DI 15 CENTIMETRI!

Category: Natura e scienzagiorgio @ 20:57

Il  terremoto in Emilia Romagna ha provocato un sollevamento del terreno il cui valore massimo è pari a circa 15 centimetri. Questi i dati rilevati dai satelliti radar di Cosmo-SkyMed dell’Asi hanno mostrato la deformazione della superficie, permettendo ai ricercatori di Cnr-Irea e Ingv di fare le prime valutazioni sulla zona colpita.

Nell’emergenza post terremoto infatti il Dipartimento della Protezione Civile, fin dalle primissime ore dopo il sisma, ha coinvolto l’Asi Agenzia Spaziale Italiana, il Cnr-Irea Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente e l’Ingv Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, per la programmazione di nuove acquisizioni radar dai satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed al fine di disporre, in tempi molto rapidi, di informazioni circa la deformazione crostale connessa alle scosse sismiche di maggiore energia: tipo di deformazione, entità ed estensione del territorio interessato. Grazie alle informazioni satellitari è stato possibile completare il quadro della situazione dell’area colpita dal sisma.

I dati sul sollevamento dell’area studiata pari a circa 15 centimetri concordano con quelli dei sismologici, rilevano gli esperti, e mostrano un piano di rottura principale immergente verso Sud lungo il quale la parte meridionale di questo settore della Pianura Padana si è accavallato sul settore settentrionale (faglia di sovrascorrimento). L’ultima acquisizione dei satelliti Cosmo-SkyMed sulla zona interessata dal sisma è avvenuta la sera del 19 maggio, poche ore prima dell’evento. Per poter calcolare la deformazione del suolo è necessario attendere che uno dei satelliti ripassi esattamente sulla stessa orbita. L’Agenzia Spaziale Italiana ha immediatamente predisposto l’acquisizione del primo passaggio utile post-terremoto, avvenuto nella serata del 23 maggio. I dati sono stati prontamente elaborati da un team di ricercatori coordinati da Eugenio Sansosti del Consiglio Nazionale delle Ricerche e da Stefano Salvi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

 

Fonte: da terrarealtime.blogspot.it del  25 maggio 2012

Link: http://terrarealtime.blogspot.it/2012/05/terremoto-in-emilia-la-terra-si-e.html

 


Mag 27 2012

IL SISMA EMILIANO ERA PREVEDIBILE. ATTENTI ALLE ANOMALIE AL SUD: PREVISTO TERREMOTO CATASTROFICO AL SUD ITALIA ? INTERVISTA AD ALESSANDRO MARTELLI

Category: Geografia e ambiente,Natura e scienzagiorgio @ 12:27

Il terremoto che ha colpito domenica 20 Maggio l’Emilia Romagna e ucciso 7 persone era prevedibile per una serie di anomalie analizzate. Lo rivela un‘intervista fatta al professore Alessandro Martelli, Direttore del Centro Enea di Bologna. L’ingegnere sismico, apprezzato esperto di fama nazionale e non solo, rivela un rischio ulteriore molto più grave che potrebbe adesso colpire il sud

 

Direttore, era prevedibile il terremoto in Emilia? Ci sono state analisi precedenti?

Si, era stato previsto. Ci sono dei “cosiddetti” strumenti di previsione che sono fatti in diversi Paesi, in Italia li fa l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e l’Università di Trieste. In base al verificarsi di possibili anomalie nelle tre zone italiane, nord, centro e sud vengono emessi degli allarmi. E’ un po’ come misurare la temperatura corporea e vedere se hai la febbre.

E sono stati emessi allarmi?

Si, in marzo è stato diramato un allarme per la zona nord perché era stato stimato un movimento del terreno di magnitudo maggiore del 5,4. C’erano notevoli probabilità che a nord sarebbe arrivato un terremoto. La regione allarmata era questa anche perché c’erano stati terremoti vicini, nel Garda, nel veronese, poi a Parma. L’algoritmo dell’analisi mostrava che era fortemente probabile.

Continua a leggere”IL SISMA EMILIANO ERA PREVEDIBILE. ATTENTI ALLE ANOMALIE AL SUD: PREVISTO TERREMOTO CATASTROFICO AL SUD ITALIA ? INTERVISTA AD ALESSANDRO MARTELLI”


Mag 20 2012

TERREMOTO IN PADANIA: ORE 4,05 FORTE SCOSSA IN EMILIA.

Category: Geografia e ambiente,Natura e scienzagiorgio @ 10:16

 

Grafico dell’osservatorio sismico della Lessinia

E’ stata una notte di paura in Padania.  Un sisma di magnitudo 5.9, verificatosi alle 4,05 del mattino, L’epicentro e’ stato localizzato a 36 km a nord di Bologna,

Giorno: 20-maggio2012

Ora internazionale U.T.C: 02:03:53

Longitudine: 44.81

Longitudine: 11.21

magnitudine: 5.9

Profondità: 10.1

 

 


Mag 17 2012

IMPRESSIONANTE IL CERVELLO

Category: Natura e scienzagiorgio @ 07:21

Sneocdo uno sdtiuo dlel’Untisverià   di Cadmbrige, non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo  esesre al pstoo sbgalaito, è ipmtortane sloo che la prmia e l’umiltia  letrtea saino al ptoso gtsiuo,  il rteso non ctona. Il  cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcheré non lgege ongi silngoa  ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee …..  Vstio?


Mag 11 2009

MORIA DELLE API: STOP AI SEMI CONCIATI PER SALVARE LE API

NELL’EST VERONESE PIÙ DELLA METÀ DELLE API È MORTA PER COLPA DI UN PESTICIDA USATO NEI CAMPI. A RIGUARDO ABBIAMO SENTITO I PARERI DI ALCUNI ESPERTI

 

Un mondo senza api? Impossibile a dirsi. Impossibile a farsi, stando alla famosa frase attribuita nientemeno che ad Einstain: “Quando le api spariranno, l’uomo avrà ancora 4 anni di vita!”. 

Eppure, dalla primavera scorsa fino a questo inverno un segnale preoccupa molti entomologi, scienziati, apicoltori, agricoltori e in qualche caso anche i politici.

E’ la moria di api: oltre il 60% di questi insetti impollinatori sarebbero già morti a causa di un potente pesticida per il mais (il maggiore sospettato è il “Thiametoxan” utilizzato nella concia delle sementi).

L’allarme è giunto anche nel vicentino sugli echi delle sconcertanti dichiarazioni dell’allora ministro Paolo De Castro, che nel febbraio scorso disse: «Non credo che ci sia un legame tra moria di api e pesticidi perché stiamo addirittura assistendo a un calo dei prodotti fitofarmaceutici e non sarebbe spiegabile il verificarsi della moria proprio quando l’uso di agrofarmaci cala». 

Continua a leggere”MORIA DELLE API: STOP AI SEMI CONCIATI PER SALVARE LE API”


Apr 11 2009

L’Aquila: città sismica; Verona anche

 

La rete Sismica Nazionale dell’INGV ha registrato il terremoto  dell’Aquila, del 06 aprile 2009, di Magnitudo Richter 5.8.  Un evento che è  riuscito a demolire mezza città e renderne inagibile il resto. Una città  da sempre inserita in zona ad alto rischio sismico e  pertanto  soggetta a severe  restrizioni  edilizie per far dormire  “sogni tranquilli” ai suoi cittadini, ( si fa per dire, visti i risultati).

Se volgo invece lo sguardo alla mia Verona,  forse egoisticamente mi posso considerare più  fortunato nell’abitare in una città considerata a basso rischio sismico,  e  pertanto felice di dormire  sempre “sogni tranquilli”,  forse… anzi… non proprio.

Se guardo  una mappa sismica e cronologica degli eventi sismici, vedo che la situazione non è per niente idilliaca,  anzi è molto preoccupante.

Prendiamo in considerazione questo schema sismotettonico dell’area compresa tra la pianura veronese e la Val Venosta, dove sono riportate le principali strutture definite attive durante il Quaternario e la distribuzione degli eventi sismici (rappresentata dal loro volume focale, ovvero proporzionalmente alla loro energia) e modificata da Camassi e Stucchi (1997) per il periodo 1000-1980 e dalle registrazioni della rete sismometrica del Trentino-Alto Adige per il periodo 1982-1997 (Provincia Autonoma di Trento), si  vede subito che la città di Verona, e la sua provincia, è stata interessata  in passato da terremoti d’intensità Magnitudo Richter variabile  da 5.5 a 5.9  e con un terremoto, a Verona, stimato in un  valore di Magnitudo Richter  6.4:  valore molto più elevato di quello dell’Aquila.

Questi dati fanno immediatamente inserire Verona in una zona ad alto rischio sismico con tutte le relative conseguenze e, soprattutto, nel recepire  le normative per le zone sismiche.

Lo so, questo non farà  dormire sonni tranquilli ai costruttori edili e li pone  in un grave stato “d’ansia depressiva” per “possibili” mancati guadagni, d’altronde sono personaggi che hanno una capacità imprenditoriale da caterpillar, riuscendo   a spianare elevatissimi  valori ambientali e morali. 

Attualmente purtroppo, in Verona città, nessuna normativa obbliga a costruire  abitazioni con coefficienti edilizi tali da rendere le abitazione resistenti a terremoti  di  quella forza… e… anche d’intensità minore. 

Nella speranza che i nostri amministratori siano sensibili  a questo problema, anche se personalmente ci credo poco: notoriamente sono più sensibili ad altri quesiti, soprattutto di valore pecuniario, si spera che un barlume di saggezza scappi dalla loro mente  e provveda a  colmare   questa gravissima lacuna. 

Disgraziatamente mi torna alle mente una frase percepita anni fa in occasione di un altro sima:  “ I terremoti servono per  ricostruire”. E  i morti?  “Sono danni  collaterali…”.


Apr 09 2009

Vesuvio, Enzo Boschi: ”Risveglio vulcano? Allarme irrealistico”

Category: Cronaca e notizie,Natura e scienzagiorgio @ 07:28

 

Napoli, 30 agosto. 

Vulcanologi divisi sull’allarme lanciato dalla rivista Usa ‘National Geographic’ in merito a un possibile risveglio del Vesuvio. “Queste previsioni sono irrealistiche, non si verificheranno mai. Non si puo’ sgomberare mezza Italia, basandosi su probabilita’ – dichiara all’ADNKRONOS il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Enzo Boschi – Si tratta di situazioni che vanno continuamente monitorate. I dati sono continuamente aggiornati, non c’e’ alcun bisogno di fare allarmismi. I piani di evacuazione sono sufficienti”.

 

“Al momento attuale il vulcano e’ tranquillissimo – ha rassicurato Boschi – Se dovesse prepararsi all’eruzione ce ne accorgeremmo con settimane di anticipo. L’allarme lanciato da ‘National Geographic’ e’ privo di senso. Le analisi statistiche riguardanti l’attivita’ del Vesuvio negli ultimi 30 mila anni confermano che c’e’ meno dell’1% di probabilita’ di eruzioni nei prossimi 12 mesi”.

“Il Vesuvio e’ il vulcano meglio monitorato al mondo – ha aggiunto Boschi – Ci sono 120 tra tecnici e ricercatori che 24 ore su 24 monitorano la situazione, tenendo sotto controllo ogni minimo segno percepito. I piani della Protezione civile vanno benissimo, ogni anno li verifichiamo. I napoletani sono intelligenti, non danno importanza a questi allarmismi inutili”.

Ma per Giovanni Gregori, studioso dell’Istituto di Acustica ‘Orso Mario Corbino’ del Cnr, l’allarme lanciato dal ‘National Geographic’ non e’ cosi’ infondato. “Il rischio di eruzione del Vesuvio e’ risaputo – dice lo studioso all’ADNKRONOS – c’e’ una situazione di pericolo”. “Come l’Etna, il Vesuvio e’ il vulcano meglio documentato storicamente – continua – Ma il vulcano non ha un orologio preciso, e’ una specie di ‘pentola a pressione’ che puo’ esplodere anche con ritardi lunghissimi, di secoli. Prevedere il momento preciso dell’eruzione e’ praticamente impossibile ma dei segnali premonitori del pericolo possono essere colti”.

“Un vulcano e’ piu’ prevedibile di un terremoto, che e’ accidentale, subitaneo – spiega infatti Gregori – Un vulcano non esplode da un giorno all’altro, ci sono segnali con diversi mesi di anticipo. La difficolta’ sta nel saperli leggere, codificare”. “Nell’esplosione del 1631, che fece circa 10 mila morti, segnali ci furono circa 6 mesi prima dell’eruzione – prosegue – come ad esempio dalla falda acquifera e poi dal fondo del cratere, che era salito fino al ciglio. C’e’ un impegno cospicuo, una rete di monitoraggio e se viene ben utilizzata ci sono elementi per fare previsioni su una futura eruzione”.

“Il Vesuvio e’ pericoloso non solo perche’ un vulcano di tipo esplosivo ma soprattutto per la zona in cui si trova, ad elevata densita’ abitativa – afferma ancora Gregori – C’e’ stata una dissennata occupazione del territorio: se ci fosse un segnale di eruzione mancherebbero le vie sufficienti per evacuare in tempo rapido la zona. Oggi un’eruzione farebbe intorno al mezzo milione di vittime”. Altro problema e’ la legislazione “carente”, secondo Gregori. “Se gli esperti lanciassero l’allarme e venisse evacuato un milione di persone ma poi la previsione si rilevasse sbagliata gli studiosi verrebbero incriminati”, conclude.

 

Fonte: (Adnkronos); Padova Web; Pubblicato da Redazione  web  il   30-08-2007


Apr 08 2009

Porta a porta/ Giuliani ad Affari italiani: Boschi era in difetto, ha riattaccato il telefono…

Enzo Boschi

Mercoledí 08.04.2009 10:21

 

Boschi ha riappeso il telefono perché Vespa sapeva la verità, ovvero che era falso quello che avevano armato nei miei confronti”. All’indomani di Porta a Porta, che ha visto un confronto poi interrotto con il presidente dell’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia,Giampaolo Giuliani si sfoga a tutto campo con il quotidiano online Affaritaliani.it. Il tecnico che aveva previsto il terremoto a L’Aquila afferma: “Ho contestato a Boschi che era falso quello che ha detto il sindaco (di Sulmona, ndr). O lui ha capito male o il sindaco era un bugiardo. Perché io ho detto esattamente il contrario di ciò che lui ha dichiarato”.

Ovvero?
”Io ho detto alle 15 e 30 al sindaco che poteva rassicurare tutti perché fino alla mezzanotte non ci sarebbero state scosse, neanche di assestamento. Avrei continuato a monitorare la situazione e se avessi trovato qualcosa di pregiudizievole li avrei chiamati io stesso. Dalle 15 e 30 non li ho più chiamati perché stavo controllando invece la situazione che andava crescendo a L’Aquila, dove ci sarebbe stato il giorno dopo il sisma di quarto grado. Quindi ho detto loro: ‘Non vi preoccupate, se dovessi vedere delle anomalie vi richiamo io. Ma rassicurate la popolazione, possono rientrare alle case perché fino alla mezzanotte non ci saranno a Sulmona altri eventi’. Così come è stato. Come si fa da queste parole – ‘non ci saranno altri eventi, rassicurate la popolazione’ – a dire ci sarà un evento catastrofico?”.

E Vespa sapeva come sono andate le cose?
”Vespa la sapeva la verità. E’ stato Boschi a mettere giù il telefono”.

Perché non voleva il confronto?
”No, perché sono stati smascherati. Qualcuno ha detto al sindaco di denunciarmi per procurato allarme”.

Chi è stato?
”E secondo lei chi è stato? Tutti quanti mi hanno telefonato per dirmi ‘abbiamo capito come stanno le cose’. Non mi faccia dire altro… Già ho un avviso di garanzia, che sono convinto che dopo la trasmissione di ieri sera sarà ritirato e spero che non sarà nemmeno presentato. Comunque, se la cosa dovesse andare avanti, il mio avvocato li denuncerà per falso, per ricatto, per tutto. Ci sono anche testimoni”.

Cioè?
”Un testimone della Commissione Grandi Rischi mi ha confermato che ha ascoltato ciò che avrebbero dovuto fare nei miei confronti. E il mio avvocato tirerà in ballo tutte quelle persone di cui siamo a conoscenza che hanno tirato su questa cosa. Non mi faccia dire cose però che mi si possano…”.

Quindi Vespa non ha interroto il confronto?
”No, gli ha riappeso in faccia il telefono, Boschi a Vespa. Così è andata”.

E il ministro La Russa (presente in studio)?
”Prima cercava di mantenere un equilibrio tra i ricercatori e me, dopo si è reso conto anche lui, perché non è uno stupido, di come effettivamente stavano le cose”.

Quindi il ministro della Difesa è d’accordo con lei?
”Non me lo faccia dire a me, io sono stanco… sono tre giorni che non dormo. Mi hanno telefonato tutti, anche tantissime persone che hanno seguito la trasmissione e mi hanno chiesto scusa a nome loro”.

A nome di Boschi?
”A nome di Boschi, di Bertolaso e di tutti quelli che hanno parlato contro di me. Non solo. La Caen di Viareggio è al corrente di tutto, mi hanno supportato fino a quando non sono stati messi in condizione di abbandonarmi perché sapevano che la nostra scoperta era valida”.

 

Fonte: Affari italiani.it


Apr 08 2009

TERREMOTO: AMBROSIO (INFN), GIAMPAOLO GIULIANI HA RAGIONE SU GAS RADON

Conosco bene Giampaolo Giuliani perche’ ho lavorato quattro anni con lui. Negli ultimi tempi ci siamo scambiati dati sulla possibile correlazione terremoti-emissioni di gas Radon. Nei laboratori del Gran Sasso c’e’ un interferometro laser che registra gli spostamenti della roccia perche’ il laboratorio e’ attraversato da una faglia sismica: questa e’ una cosa nota. 

Lo afferma Michelangelo Ambrosio, Dirigente Ricerca Infn (Istituto Fisica Nucleare) di Napoli, in una lettera all’associazione ‘Giuseppe Dossetti’ in cui nota “trascurare con superficialita’ le applicazioni di nuove tecnologie solo perche’ proposte  da ricercatori non appartenenti allo establishment preposto a tale funzione e’ una negligenza criminale di cui oggi paghiamo le conseguenze”

Insomma, una conferma della teoria di previsione del terremoto di Giampaolo Giuliani. “Le tragiche sequenze di queste ore del terremoto in Abruzzo rendono piu’ che mai attuali le indicazioni degli scienziati – si aggiunge nella nota – che compiono studi di vulcanologia come il Dott. Giuliani tecnico e ricercatore del laboratorio di fisica del Gran Sasso”. Quindi a supporto della tesi Giuliani c’e’ l’intervento ora di Ambrosio dell’Infn di Napoli e del responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell’Associazione, “Giuseppe Dossetti”, Corrado Stillo. 

“Chiediamo che quanto prima si apra un serio dibattito sul perche’ studi di previsione ricercatori italiani sulla possibile previsione di terremoti non sono presi in considerazione. Non e’ l’ora delle polemiche ma e’ opportuno che in un Paese sismico come il nostro – sostiene Stillo – gli studi sulle previsioni basate sull’emissione di gas radon siano valutate come avviene in altri Paesi, tra cui il Giappone, dove da tempo i dati sul radon vengono presi ed analizzati dagli esperti”.

 

Fonte: La Repubblica.it del  7 aprile 2009


Apr 06 2009

Terremoto a L’ Aquila: Giampaolo Giuliani, l’uomo che annunciò la scossa devastante

 

Giampaolo Giuliani sostiene ormai da molti anni di aver elaborato un metodo in grado di prevedere l’arrivo degli eventi sismici. E oggi il suo allarme, lanciato esattamente una settimana fa, risulta tragicamente premonitore.

Domenica scorsa, dopo la prima scossa di terremoto che ha avuto come epicentro la zona di Sulmona l’uomo avrebbe telefonato prima al commissariato del capoluogo peligno e poi alla polizia municipale sostenendo che nel pomeriggio ci sarebbe stata una scossa di una intensità superiore alla precedente, creando allarmismi tra la popolazione.

La notizia indusse il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, a un rientro precipitoso da Roma dove stava partecipando al congresso fondativo del Pdl. Lo stesso sindaco aveva poi parlato telefonicamente con il tecnico ricevendo la conferma dell’alta probabilità che nella stessa serata la Valle Peligna sarebbe stata interessata dal sisma. 

Nel frattempo sulla vicenda è intervenuto anche il direttore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso, Eugenio Coccia: «I Laboratori del Gran Sasso non si occupano di ricerca sui terremoti e il tecnico non è un nostro dipendente, che frequenta la nostra struttura scientifica in quanto il suo istituto, l’istituto nazionale di Astrofisica di Torino, collabora in uno dei nostri esperimenti sui neutrini. Nessuna ricerca è in atto nella nostra struttura sulla previsione dei terremoti».

Sta di fatto che da diversi giorni si registrano segnalazioni in merito a notizie diffuse da qualcuno su presunte nuove scosse. E da più parti si moltiplicano anche gli avvisi alla calma e ala tranquillità perché nessuno può prevedere scosse future. Così anche Bertolaso ha oggi minacciato denunce a chi avesse diffuso notizie infondate e alimentato il panico ingiustificato.

 

Fonte: http://www.primadanoi.it/ del 06/04/2009 6.24


Mar 06 2009

La femminilizzazione del Maschio

Category: Natura e scienza,Salute e benesseregiorgio @ 20:18

 

Le sostanze chimiche immesse nell’ambiente interferiscono con i sistemi endocrini dell’uomo e degli animali, determinando radicali cambiamenti fisici. 

Una recente ricerca indica che queste sostanze chimiche, soprannominare “modificatrici di genere” stanno portando i maschi di molte specie a divenire femminilizzati. 

Nei fiumi inglesi il 50% dei pesci di sesso maschile è stato trovato con un numero sempre maggiore di uova nei testicoli. Altre anomale scoperte includono orsi polari ermafroditi. La relazione completa della Chem TRUST sottolinea che lo studio, che si concentra soprattutto su animali, è importante anche per l’uomo, perché «tutti i vertebrati hanno simili recettori di ormoni  sessuali». Dunque, la femminilizzazione di diverse specie animali porterebbe ad indicare un modello analogo per l’uomo. 

I ricercatori hanno infatti scoperto che i topi maschi esposti a sostanze ftaliche generano tratti fisici più femminili, e hanno riscontrato risultati simili nell’uomo, con la crescita di peni più piccoli e tratti femminili.

 

Fonte: Fenix  n° 5 marzo 2009


Feb 27 2009

Google Earth rivela probabili tracce di impatti di meteoriti nel Mediterraneo

Category: Bibbia ed Egitto,Natura e scienzagiorgio @ 22:26

La mappatura  dei fondali, attuata recentemente da Google, mostra quello che potrebbero  essere le tracce di impatti di meteoriti nel Mediterraneo.

Osservando i depositi alluvionali sotto il livello del mare al largo della  foce del Nilo, si notano chiaramente degli avvallamenti che sembrano essere causati da  impatti  di meteoriti sui depositi alluvionali del delta e non ancora ricoperti dalle successive alluvioni; ciò fa pensare ad una datazione temporale dell’evento relativamente recente, tale da poter essere ricordata dalle popolazioni che ne furono  testimoni o che ne subirono le conseguenze…  e  la separazione delle acque di biblica memoria, ne potrebbe esserne  un  ricordo.


Feb 21 2009

IL FENOMENO SOTTOVALUTATO DELLE ISOLE DI CALORE URBANE

Category: Geografia e ambiente,Natura e scienzagiorgio @ 14:05

Ondata di calore del 2003 – Image courtesy of NASA

In un torrido pomeriggio di quell’Agosto del 2003, intrappolato, per motivi di lavoro, in una rovente Milano, recandomi per una passeggiata al Parco Sempione, fui assolutamente sorpreso da una sensazione di refrigerio che andava ben al di là delle mie aspettative. Quell’ondata di calore causò un incremento della mortalità di circa 35.000 persone su scala europea colpendo sopratutto le popolazioni delle grandi aree urbane del nostro continente.

Anche in assenza di tali episodi eccezionali non è però difficile rendersi conto delle marcate differenze climatiche esistenti tra le città e i loro immediati dintorni.

Considerando che quasi la metà della popolazione mondiale e circa i tre quarti di quella dei paesi sviluppati vivono ormai nelle città, stupisce la scarsa popolarità di cui il fenomeno delle isole di calore urbane (urban heat islands) gode tra i mass media.

Tale fenomeno infatti, oltre a riguardare un’altissima percentuale della popolazione mondiale, determina delle anomalie termiche locali ben superiori rispetto a quelle causate dal più noto global warming1. Da non sottovalutare, inoltre, l’effetto sulle precipitazioni con incrementi dell’ordine del 30% nei centri urbani rispetto alle zone periferiche e l’impatto su umidità e ventilazione.

Gli scarti termici positivi risultano notevoli durante la notte (particolarmente nella stagione invernale) mentre si attenuano notevolmente (e in taluni casi si annullano o diventano negativi) nelle ore diurne. Quest’ultimo fenomeno è attribuibile ai moti convettivi generati dall’isola di calore stessa che, rimescolando le masse d’aria, comportano l’afflusso di aria più fresca dagli strati più in alto nonché una convergenza nei bassi strati verso il centro di brezze che spirano dalla periferia.

Date le particolari peculiarità delle aree ad alta intensità urbana le cause del fenomeno delle isole di calore urbane vanno ricercate in un complesso insieme di fattori:

1. le proprietà dei materiali predominanti in termini di conducibilità e capacità termica determinano un maggiore assorbimento di energia solare. Le pareti degli edifici o l’asfalto delle strade possono, ad es., raggiungere, durante la stagione estiva, temperature fino a 90°C e oltre.

2. le caratteristiche orografiche delle città e le proprietà dei materiali predominanti in termini di emissività ed effetto albedo, danno luogo al cosiddetto “effetto canyon”. L’emissione in termini di radiazione infrarossa uscente da parte delle superfici urbane rimbalza su analoghe superfici a causa dell’assetto geometrico delle città, come in un gioco di specchi, rimanendo a lungo intrappolata tra le facciate degli edifici ed il fondo stradale prima di venire rilasciata nell’atmosfera.

3. la progressiva scomparsa dall’ambiente urbano della vegetazione annulla l’effetto dell’evapotraspirazione delle piante.

4. Per ogni grammo di acqua evaporata le piante assorbono 633 calorie

 

5. New York: le zone con più vegetazione sono più fredde – Image courtesy of NASA

6. Quest’ultima è legata alla fotosintesi clorofilliana che implica l’assorbimento da parte delle piante di grandi quantità di energia (luce nelle porzioni rossa e azzurro-violetta dello spettro visibile) per la produzione di NADPH2 e ATP3 utilizzati per ridurre l’anidride carbonica e sintetizzare gli zuccheri. Durante l’assunzione di biossido di carbonio dall’atmosfera le piante rilasciano, tramite le aperture stomatiche, vapore acqueo. In altre parole, le foglie colpite dai raggi solari, per poter assumere anidride carbonica dall’atmosfera, cedono acqua all’ambiente circostante sottoforma di vapore. Per tale passaggio di stato dell’acqua le piante necessitano di una notevole quantità di energia che sottraggono all’ambiente circostante4. Un’area di 100 mq a piante ad alto fusto può raggiungere un livello di traspirazione di 50.000 litri al giorno, sottraendo all’ambiente circostante circa 31.650.000 calorie, altrimenti assorbite dagli edifici e rilasciate come calore5. Un altro effetto microclimatico da non sottovalutare consiste nella riduzione della radiazione solare incidente su edifici ombreggiati da vegetazione.

7. la maggiore concentrazione di fattori inquinanti e in particolare degli aerosol ha un effetto misto e parzialmente mitigante per quanto riguarda il campo termico oltre a determinare un incremento delle precipitazioni e un minore soleggiamento.

8. l’immissione di calore artificiale generato da impianti industriali, impianti di condizionamento e riscaldamento, frigoriferi, mezzi di trasporto e altre fonti di calore aggiuntivo legate, in generale, alle attività antropiche.

9. i processi metabolici degli abitanti (umani e non) implicano un’aggiunta di circa 10-20 Watt per metro quadro e oltre6.


In ambito scientifico si tende a considerare il fenomeno delle urban heat islands come avente un impatto irrilevante7 o di modesta entità8 sui trend climatici globali.

Tali valutazioni non ci devono però indurre a minimizzare la portata delle trasformazioni climatiche negli ambienti nei quali viviamo imponendoci una diversa pianificazione delle città con una diversa attenzione ai materiali utilizzati includendo “pareti verdi”9, giardini pensili e “tetti verdi”.

In un contesto di global warming in cui le estati urbane sono sempre più a rischio, non possiamo permetterci il lusso di ignorare il fatto che una parete inverdita possa avere una temperatura invernale superiore di 5°C e una estiva di 30°C inferiore rispetto a una parete tradizionale10, oppure che sempre, una parete inverdita può ridurre la dispersione di calore di un edificio del 38%11 permettendo un enorme risparmio energetico.

Secondo uno studio dell’Università di Singapore12, invece, solo cambiando il colore della facciata dei palazzi da scuro a chiaro la temperatura della stessa può scendere di ben 6°C permettendo un risparmio energetico nelle abitazioni di circa il 9%. Lo stesso studio rilevava, inoltre, l’enorme effetto mitigante esercitato dalla presenza di parchi con differenze della temperatura dell’aria anche di 5°C tra le diverse zone dell’isola di Singapore13. Sempre questo studio, infine, rilevava come gli appartamenti situati nelle zone prospicienti i parchi avessero un consumo medio di energia inferiore di circa il 10% data la loro minore necessità di climatizzazione.

Concludendo possiamo dunque affermare che una più attenta pianificazione degli spazi urbani, con il contributo ad es. della bioedilizia, associata all’utilizzo di tecnologie che consentano un maggiore risparmio energetico possa avere potenzialmente enormi effetti mitiganti nell’ordine di grandezza di alcuni gradi ovvero tali, in molti casi, da controbilanciare localmente il trend positivo globale previsto per i prossimi decenni.

 

Note

1 Tale surriscaldamento è valutato nell’ordine degli 1-6°C (fonte: United States Environmental Protection Agency).

2 Nicotinammide adenina dinucleotide fosfato ridotto, composto riducente ad alta energia.

3 L’Adenosintrifosfato o ATP è un ribonucleotide trifosfato formato da una base azotata, cioè l’adenina, dal ribosio, che è uno zucchero pentoso, e da tre gruppi fosfato.

 

4 Per ogni grammo di acqua evaporata le piante assorbono 633 calorie.

5 F.Margelli (CNR-ISAC Laboratorio LaRIA), S. Rossi (CNR-IBIMET),. T.Georgiadis (CNR-IBIMET)

6 Vedi http://www.globe.gov/fsl/scientistsblog/?m=200702.

7 Thomas C. Peterson: Assessment of Urban Versus Rural In Situ Surface Temperatures in the Contiguous United States: No Difference Found (Journal of Climate, Volume 16, Issue 18, September 2003).

8 Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’effetto globale sulle terre emerse consisterebbe in un riscaldamento inferiore a 0,006°C per decade.

9 Per parete verde viene inteso un fronte edilizio ricoperto da specie vegetali aventi intrinseche caratteristiche rampicanti e/o ricadenti aggrappate direttamente o indirettamente, tramite supporti verticali di sostegno, alla muratura (Antonella Bellomo, “Pareti verdi”, 2003).

10 Rudi Baumann, Begrünte Architektur. Bauen und Gestalten mit Kletterpflanzen Callwey München 1985.

11 Häuser mit grünem Pelz, Minke / Witter, Fricke Verlag, 1983.

12 “A Study of Urban Heat Island in Singapore”, Associate Professor Wong Nyuk Hien, Programme Director, MSc (Building Science), National University of Singapore.

13 E’ questo il caso dell’area industriale di Tuas comparata alla zona ad alta densità di vegetazione vicino Tengah, nel nord-ovest dell’isola.

 

Bibliografia

http://en.wikipedia.org/wiki/Urban_heat_island

http://www.scienzaonline.com/ambiente/riscaldamento_della_citta.html

http://www.epa.gov/heatislands/

http://www.nus.edu.sg/corporate/research/gallery/research34.htm

http://geography.about.com/od/urbaneconomicgeography/a/urbanheatisland.htm

 

 

Fonte: da srs di Andrea Binetti/clima.meteogiornale /04 aprile 2007

Tag:


« Pagina precedentePagina successiva »