Gen 14 2025

UN UOMO SAGGIO UNA VOLTA DISSE…

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 14:00

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1- Non chiamare qualcuno più di due volte di seguito. Se non risponde, probabilmente ha qualcosa di importante da fare.

2- Restituisci i soldi che hai preso in prestito prima ancora che la persona se ne ricordi o li richieda. Questo dimostra integrità e rispetto. Lo stesso vale per ombrelli, penne e contenitori per il pranzo.

3- Non ordinare mai il piatto più costoso quando qualcuno ti offre un pranzo o una cena.

4- Non fare domande imbarazzanti come “Non sei ancora sposato?” o “Non hai figli?” o “Perché non hai comprato una casa?” o “Perché non hai una macchina?” Non sono affari tuoi.

5- Apri sempre la porta a chi arriva dietro di te, indipendentemente dal fatto che sia un uomo o una donna, più grande o più giovane. Trattare bene gli altri in pubblico non ti sminuisce.

6- Se prendi un taxi con un amico e lui paga questa volta, cerca di pagare tu la prossima.

7- Rispetta le opinioni diverse dalle tue. Ricorda che ciò che per te è un 6, per qualcun altro può sembrare un 9. E un secondo punto di vista è sempre utile.

8- Non interrompere mai chi sta parlando. Ascolta fino alla fine, poi esprimi il tuo pensiero.

9- Se scherzi con qualcuno e lui/lei non sembra divertirsi, smetti e non rifarlo. Questo dimostra rispetto e sensibilità.

10- Di’ sempre “grazie” quando qualcuno ti aiuta.

11- Fai complimenti in pubblico, critica in privato.

12- Non c’è quasi mai motivo di commentare il peso di qualcuno. Limìtati a dire: “Stai benissimo”. Se vogliono parlare di perdere peso, lo faranno loro.

13- Quando qualcuno ti mostra una foto sul telefono, non scorrere a destra o a sinistra. Non sai mai cosa potrebbe esserci dopo.

14- Se un collega ti dice che ha un appuntamento dal medico, non chiedere il motivo. Di’ semplicemente: “Spero vada tutto bene”. Non metterlo nella posizione scomoda di dover spiegare la sua salute personale.

15- Tratta chi fa le pulizie con lo stesso rispetto che riservi a un amministratore delegato. Nessuno sarà colpito dalla tua maleducazione verso chi ha un ruolo inferiore, ma tutti noteranno se li tratti con rispetto.

16- Se qualcuno ti parla, guardare il telefono è segno di maleducazione.

17- Non dare mai consigli non richiesti.

18- Quando rivedi qualcuno dopo tanto tempo, evita di chiedere l’età o quanto guadagna, a meno che non sia lui a parlarne.

19- Fatti gli affari tuoi, a meno che la questione non ti riguardi direttamente. Resta fuori dalle situazioni che non ti competono.

20- Togliti gli occhiali da sole quando parli con qualcuno per strada. È un segno di rispetto e il contatto visivo è importante quanto le parole.

21- Non parlare delle tue ricchezze in presenza di chi ha poco. Allo stesso modo, non parlare dei tuoi figli davanti a chi non può averne.

22-  Grazie per aver  ascoltato 

23- Grazie per questo messaggio  L’apprezzamento è il modo più semplice per ottenere ciò che non hai ancora.


Gen 10 2025

LA BELLEZZA È LO SPLENDORE DEL VERO

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 21:17

Dipinto di Paul Seignac

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“Sii umile, perché sei fatto di terra… 

Sii nobile, perché sei fatto di stelle.” 

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(Antico proverbio serbo)


Dic 24 2024

SEGRETO DI UNA BUONA VECCHIAIA

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Ci sono cinque cose vecchie che sono buone:

Persone sagge e anziane.

I vecchi amici per parlare.

La vecchia legna per riscaldarsi.

I vini invecchiati da bere.

I libri antichi da leggere.

(Émile A. Faguet)

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La vecchiaia non è altro che un patto onorevole con la solitudine.

(Gabriel García Márquez)

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Invecchiare è come scalare una grande montagna: man mano che si sale, le forze diminuiscono, ma lo sguardo diventa più libero, la visione più ampia e più serena.

(Ingmar Bergman)

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I primi quarant’anni di vita ci danno il testo; i successivi trenta, il commento.

(Arthur Schopenhauer)

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I vecchi non si fidano dei giovani perché anche loro sono stati giovani.

(William Shakespeare)

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I giovani conoscono le regole, ma i vecchi conoscono le eccezioni.

(Oliver Wendell Holmes)

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Nella nostra gioventù impariamo; nella vecchiaia capiamo.

(Marie von Ebner-Eschenbach)

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La maturità di un uomo si misura nel ritrovare la serenità che provava giocando da bambino.

(Friedrich Nietzsche)

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Un anziano non può fare ciò che fa un giovane, ma può farlo meglio.

(Cicerone)

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Ci vogliono due anni per imparare a parlare e sessanta per imparare a tacere.

(Ernest Hemingway)

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Gli alberi più antichi danno i frutti più dolci.

(Proverbio tedesco)

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Se nella tua famiglia non hai un anziano, adottane uno.

(Proverbio cinese)

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La vecchiaia toglie ciò che crediamo e ci dona ciò che meritiamo.

(Proverbio cinese)


Dic 22 2024

VI AUGURO DI ESSERE ERETICI.

Category: Chiesa Cattolica,Pensieri e parolegiorgio @ 16:04

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– Vi auguro di essere eretici.

Eresia viene dal greco e vuol dire scelta. 

Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità. 

E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia. 

Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi. 

Vi auguro l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell’impegno. 

Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri. Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è. 

Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa. 

Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie. 

Chi non pensa che la povertà sia una fatalità. 

Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza.

Chi crede che solo nel noi, l’io possa trovare una realizzazione.

Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio.

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Don Luigi Ciotti


Dic 21 2024

LA CHIAVE PER GUARIRE  IL MONDO 

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La  chiave per guarire il mondo è la gentilezza.

Non dobbiamo mai danneggiare nessuno,   in nessuna  circostanza.

Le guerre, anche quelle combattute per la  “libertà o la verità”, sono un  totale   completo assoluto fallimento.

Rompono i destini delle persone e lasciano  cicatrici  profonde  in chi sopravvive .

Dobbiamo imparare  a risolvere i conflitti con la pace, perché  solo così possiamo garantire un futuro dell’umanità. 

N.T.


Dic 01 2024

IO CREO QUELLO CHE DICO.

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Vi siete mai chiesti cosa significa Abracadabra? 

Da bambini avrete certamente sentito questa parola. Non tutti sanno sanno però che deriva dall’aramaico Avrah KaDabra: «io creo quello che dico». Che cosa significa? Che le parole creano la realtà. Non c’è pensiero senza parole. E senza pensieri non esistono pensieri critici. Pensate che cinquant’anni fa un ginnasiale usava in media 1600 parole; oggi non ne usa più di 500. È una cosa grave, si domanderanno alcuni? 

Ecco, ricordate le sirene del mito Ulisse? Con il loro canto seducono i marinai e li spingono a gettarsi in mare. Perché ci riescono? Perché le loro parole sono così persuasive che riescono ad ingannare gli uomini. 

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Ott 25 2024

E POI È INVERNO

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 00:24


Primi anni 70, l’inverno dalla  finestra  della mia camera… allora molto lontano 

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Non so chi l’abbia scritto, ma immagino che sia stato un anziano!!! Ho iniziato a leggere velocemente fino a quando ho raggiunto la terza frase. Mi sono fermato e ho ricominciato a leggere più lentamente e pensando ad ogni parola. Questo è molto stimolante. Ti fa fermare e riflettere.

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E POI È INVERNO

Sai… il tempo ha un modo di muoversi velocemente e di coglierti di sorpresa con il passare degli anni.

Sembra solo ieri che ero giovane, appena sposato e avviandomi verso una nuova vita con il mio partner. Eppure, in un certo senso, sembra che sia passato un secolo, e mi chiedo dove siano finiti tutti quegli anni. So di averli vissuti tutti. Ho frammenti di come era allora e di tutti i miei sogni e speranze. Ma eccolo qui… l’inverno della mia vita, e mi coglie di sorpresa… Come ci sono arrivato così in fretta? Dove sono andati gli anni e dove è andata la mia giovinezza?

Ricordo bene di aver visto persone anziane nel corso degli anni e di aver pensato che quelle persone anziane erano lontane anni luce da me e che l’inverno fosse così lontano che non riuscivo a immaginarlo o a comprenderlo completamente. Ma eccolo qui… i miei amici sono in pensione e stanno diventando grigi… si muovono più lentamente e ora vedo una persona anziana. Alcuni sono in condizioni migliori e altri peggiori di me… ma vedo il grande cambiamento… Non come quelli che ricordo giovani e pieni di vita… ma, come me, la loro età inizia a mostrarsi e ora siamo quelle persone anziane che vedevamo e che non pensavamo saremmo mai stati.

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Ott 14 2024

IL TESTAMENTO DI SAMMY BASSO

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State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato...” di Sammy Basso

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“Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non potere consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso… E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro.

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Set 22 2024

QUNATE PAROLE USIAMO PER POTER PENSARE

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Ricordo che nel 1976 il linguista Tullio De Mauro,   scomparso nel gennaio 2017, aveva fatto una ricerca per vedere quante parole conosceva un ginnasiale: il risultato fu circa 1.600. 

Ripetuto il sondaggio venti anni dopo, il risultato fu che i ginnasiali del 1996 conoscevano dalle 600 alle 700 parole. 

Oggi io penso che sela cavino con 300 parole, se non di meno. 

E un problema? Si, è  un grosso problema, perchè, come ha evidenziato Heidegger, riusciamo a pensare limitatamente alle parole di cui disponiamo, perché  non riusciamo ad avere pensieri a cui non corrisponde una parola. 

Le parole non sono strumenti per esprimere il pensiero, al contrario sono condizioni per poter pensare.


Giu 04 2024

L’OLOCAUSTO DELLE PAROLE E DEL PENSIERO. PIÙ POVERO È IL LINGUAGGIO, MENO ESISTE IL PENSIERO.

Category: Cultura e dintorni,Pensieri e parolegiorgio @ 00:36

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L’olocausto delle parole e del pensiero di Cristoforo Clavé.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

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′′ La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, passato semplice, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato…) dà luogo ad un pensiero al presente, limitato al momento, incapace di proiezioni nel tempo.

La generalizzazione del “tu”, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono altrettanti colpi mortali portati alla sottigliezza dell’espressione.

Cancellare la parola ′′signorina′′ non solo è rinunciare all’estetica di una parola, ma anche promuovere l’idea che tra una bambina e una donna non c’è nulla.

Meno parole e meno verbi coniugati rappresentano inferiori capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.

Studi hanno dimostrato che parte della violenza nella sfera pubblica e privata deriva direttamente dall’incapacità di mettere parole sulle emozioni.

Senza parole per costruire un ragionamento, il “pensiero complesso” caro a Edgar Morin è ostacolato, reso impossibile.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

La storia è ricca di esempi e gli scritti sono molti da Georges Orwell in 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451 che hanno raccontato come le dittature di ogni obbedienza ostacolassero il pensiero riducendo e torcendo il numero e il significato delle parole .

Non c’è pensiero critico senza pensiero. E non c’è pensiero senza parole.

Come costruire un pensiero ipotetico-deduttivo senza avere il controllo del condizionale? Come prendere in considerazione il futuro senza coniugare il futuro? Come comprendere una contemporaneità o un susseguirsi di elementi nel tempo, siano essi passati o futuri, nonché la loro durata relativa, senza una lingua che distingua tra ciò che sarebbe potuto essere, ciò che è stato, ciò che è, cosa potrebbe accadere, e cosa sarà dopo ciò che potrebbe accadere? 

Se un grido dovesse farsi sentire oggi, sarebbe quello rivolto a genitori e insegnanti: fate parlare, leggere e scrivere i vostri figli, i vostri studenti.

Insegna e pratica la lingua nelle sue forme più svariate, anche se sembra complicata, soprattutto se complicata. Perché in questo sforzo c’è la libertà. 

Coloro che spiegano a lungo che bisogna semplificare l’ortografia, scontare la lingua dei suoi “difetti”, abolire generi, tempi, sfumature, tutto ciò che crea complessità sono i becchini della mente umana. 

Non c’è libertà senza requisiti. Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza “.


Mag 12 2024

QUA FINISCE L’IO

Category: Conoscenza varie,Pensieri e parole,Veja migiorgio @ 22:06

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Qua   finisce l’io della superbia

Qui finiscono le gelosie. 

Qui finiscono le liti per i confini e per l’eredità. 

Qui finiscono tutti i risentimenti.

Qui finiscono tutti i malintesi. 

Qui finiscono le convinzioni. 

Qui finiscono gli odì, i soldi, le proprietà. 

Qui finiscono i dispetti. 

Qui finiscono le fantasie. 

Finiscono gli abbracci mai dati, le carezze mai avute, le parole dolci che non abbiamo speso. 

Qui si pareggia tutto, perché non siamo niente, se non l’espressione fisica della nostra anima che torna al luogo della Verità.

In questa vita siamo solo di passaggio…. 

Vogliamoci bene, viviamo  pienamente,  e cerchiamo di essere felice mentre siamo qui, perché da qui non porteremo via nulla,  se non l’amore che abbiamo dato.


Mag 07 2024

RIFLESSIONE ECCELLENTE…SULLA VITA

Category: Conoscenza varie,Pensieri e parolegiorgio @ 21:51

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Quando morirai, non preoccuparti del tuo corpo… i tuoi parenti faranno tutto il necessario secondo le loro possibilità.

Ti toglieranno i vestiti

Ti laveranno

Ti vestiranno

Ti porteranno via da casa e ti porteranno al tuo nuovo indirizzo.

Molti verranno al tuo funerale a ′′salutare”. 

Alcuni cancelleranno gli impegni e mancheranno anche a lavoro per andare al tuo funerale.

I tuoi averi, ciò che non ti piaceva prestare, saranno venduti, regalati o bruciati.

Le tue chiavi, i tuoi strumenti, i tuoi libri, i tuoi cd, le tue scarpe, i tuoi vestiti…

E stai sicuro che il mondo non si fermerà a piangere per te.

L’economia continuerà.

Nel tuo lavoro, sarai sostituito. Qualcuno con le stesse o migliori capacità, assumerà il tuo posto.

I tuoi beni andranno ai tuoi eredi….

I tuoi amici sinceri piangeranno qualche ora o qualche giorno, ma poi torneranno a ridere.

I tuoi animali si abitueranno al nuovo padrone.

Le tue foto, per un po’ di tempo, rimarranno appese al muro o continueranno su qualche mobile, ma poi verranno messe in fondo a un cassetto.

Qualcun altro si siederà sul tuo divano e mangerà sulla tua tavola.

Il dolore profondo a casa tua durerà una settimana, due, un mese, due, un anno, due… Dopo sarai aggiunto ai ricordi e poi la tua storia sarà finita.

Finito tra le persone, finito qui, finito in questo mondo.

Ma inizierà la tua storia nella tua nuova realtà… nella tua vita dopo la morte.

Nella tua nuova vita avrai solo bisogno del tuo spirito. 

E il valore di cui lo hai arricchito qui, sarà l’unica fortuna su cui conterai lì.

Questa fortuna è l’unica cosa che ti porterai via e si costruisce per tutto il tempo che stai qui. 

Quando vivi una vita d’amore verso gli altri e in pace con il prossimo, stai costruendo la tua fortuna spirituale.

Ecco perché prova a vivere pienamente, e sii felice mentre sei qui, perché, da qui non ti porterai via quello che hai.

 Prenderai solo quello che hai dato.


Apr 24 2024

CALLIGRAFIA 

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Vi ricordate il corsivo? Vi siete mai chiesti perché oggi non s’insegna più i ragazzi a scrivere in corsivo? E no, non è un caso che si tenda ad usarlo sempre meno.

Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero, che ti permette di associare le idee, di legarle e metterle in relazione. Non a caso la parola corsivo deriva dal latino «currere», che corre, che scorre, perché il pensiero è alato, corre, s’invola. Scrivere in stampatello invece vuol dire, a detta degli psicologi dello sviluppo, «spezzettare il pensiero, sezionarlo in lettere, negare il tempo e il respiro della frase.» 

Naturale che il corsivo non abbia più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per azzopparlo. Pensate che il corsivo nacque proprio in Italia e poi si diffuse in tutto il mondo. Perché? Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara. 

Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sinteticità ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza! Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più in grado di mettere in relazione le cose. La gente non sa più pensare. Non sa più costruire un discorso. Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza, nella loro disarmante semplicità, i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo. 

Pensierini, frasi ad effetto e slogan creati ad hoc per manipolare e stupire, ma certamente non per far pensare: ecco a cosa si è ridotta la cultura, l’informazione! Per questo bisognerebbe tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. 

Perché qua non si tratta soltanto di recuperare uno stile di scrittura, ma di tornare a dare respiro ai nostri pensieri. 

Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l’anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro. Senza respiro, dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita. 

Se sia importante o no, lo lascio decidere a voi.

Professor X


Apr 04 2024

ISCISCRIZIONE DI SERSE I

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Iscrizione di Serse I (486–465 aC), a Van; Anatolia – Asia Minore (Turchia) 

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Serse nacque nel 519 a.C. circa ed era figlio di un altro grande re persiano: Dario I. Entrambi facevano parte della dinastia degli Achemenidi.

Serse governò il popolo dei persiani a partire dal 485 a.C., quando venne a mancare il padre, e iniziò ad assumere la figura del despota brutale che mirava alla conquista della Grecia. 

Nel 481 a.C. il nuovo re persiano iniziò a preparare un nuovo attacco in grande stile contro gli avversari greci: con un enorme esercito (forse di centomila uomini) avrebbe dovuto attraversare l’Ellesponto su un colossale ponte di barche, raggiungere la Macedonia e da qui attraversare la Tessaglia per puntare direttamente su Atene. Una flotta di oltre mille navi avrebbe accompagnato l’avanzata militare muovendosi lungo la costa. 

Continua a leggere”ISCISCRIZIONE DI SERSE I”


Mar 08 2024

SONO FEMMINILE NON FEMMINISTA

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Marina Miotto

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Mi ricordo anni ’90: la risposta di una giovane imprenditrice vicentina…che apostrofai come “femminista” per la sua capacità e determinazione nel gestire il personale in azienda: “Non mi offendere..io non sono una “femminista”…non sono una fallita…sono solo.. “femminile”… mi aggiunse poco dopo …”le femministe sono solo delle brutte copie dei difetti degli uomini.”


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