Acquerello di Aurora Ziviani
Mar 03 2009
L’umanità è avviata con un senso di onnipotenza…
L’umanità è avviata con un senso di onnipotenza e mancanza di dignità, verso un assetto globale che mira alla distruzione, sia dell’ordine naturale, che della sacralità , per affermare il proprio nulla.
Mar 01 2009
Invidia
“Chi più infelice di costoro, che la vista della felicità altrui rattrista d’una pena che li rende più colpevoli? Se amassero quel bene che vedono negli altri e non possono avere, in certo modo l’amore glielo farebbe possedere”,
così esortava già nel primo Millennio Gregorio Magno, con parole difficili da vivere nella vita quotidiana, in un mondo che esalta la ricchezza e lo splendore del potere. Come non comprendere il patire della donna brutta, alla vista della raccolta interiorità della bellezza? Un moto d’invidia nasce istintivo ed aspro. Se la ragione non lo disciplina e domina, si inasprisce la pena lancinante. Si irrigidiscono i lineamenti del viso, si intristisce e incattivisce lo sguardo, si illividisce il corpo di luttuosa magrezza come tralcio sterile. Si nasconde l’Invidia con un velo nero e forse trama nell’ombra. Vorrebbe anche oscurare l’altra donna, quella a destra, serena e consapevole della propria bellezza, immersa in una luce chiara e distesa su un candido drappo. Nero e bianco. Il tema è prosciugato d’ogni scoria drammatica o patetica.
Feb 26 2009
EL RICORDO
Mantello di “Mastro Titta”
Giuseppe Gioachino Belli ha dedicato un sonetto alla figura del boia, il n. 68, composto nel 1830. L’impiccagione di cui si narra è quella di Antonio Camardella, colpevole dell’uccisione del canonico e socio in affari Donato Morgigni – impiccagione eseguita nel 1749, ben prima della nascita del Bugatti. Il boia viene però ugualmente chiamato “Mastro Titta”, tanta era la fama di cui già ai tempi del Belli, il Bugatti, giunto appena a metà della sua ultrasessantennale carriera, godeva nello Stato Pontificio.
Un padre, esibendo ammirazione per il boia e per la forca, volendo mostrare al figlio l’impiccagione, lo redarguisce pesantemente, malmenandolo e mettendolo in guardia dal giudicarsi migliore di un qualsiasi delinquente condannato a morte.
El ricodo
Er giorno che impiccorno Gammardella
io m’ero propio allora accresimato.
Me pare mó, ch’er zàntolo a mmercato
me pagò un zartapicchio(1) e ’na sciammella.(1°)
Mi’ padre pijjò ppoi la carrettella,
ma pprima vorze gode(1b) l’impiccato:
e mme tieneva in arto inarberato
discenno: «Va’ la forca cuant’è bbella!».
Tutt’a un tempo ar paziente Mastro Titta(2)
j’appoggiò un carcio in culo, e Ttata a mmene(3)
un schiaffone a la guancia de mandritta.
«Pijja», me disse, «e aricordete bbene
che sta fine medema sce sta scritta
pe mmill’antri(4) che ssò mmejjo de tene».(5)
Note dell’autore:
-1. Un balocco che salta per via d’elastici.
-1a. Ciambella.
-1b. Volle godere.
-2. Il carnefice è a Roma conosciuto sotto questo nome.
-3. Me.
-4. Altri.
5. Te.
Il ricordo
Il giorno che impiccarono Antonio Camardella
io mi ero appena cresimato.
Mi sembra adesso, che il padrino al mercato
mi comprò un pupazzo e una ciambella.
Mio padre prese poi il carrozzino,
ma prima volle godersi lo spettacolo dell’impiccagione:
e mi teneva in alto, sollevato,
dicendo: «Guarda la forca quant’è bella!».
Tutt’a un tratto Mastro Titta diede un calcio nel sedere
al condannato, e papà allo stesso tempo diede a me
uno schiaffone sulla guancia destra.
«Tieni!», mi disse, «e ricordati bene
che questa stessa fine hanno fatto e faranno
mille altri che sono meglio di te». »
Fonte: Wikipedia
Feb 22 2009
Invictus
Invictus
Nella notte che mi avvolge,
Nera come la voragine infinita,
Ringrazio qualsiasi divinità vi sia
Per la mia anima invincibile.
Stretto nella morsa della circostanza
Non ho battuto ciglio o pianto ad alta voce.
Sotto le mazzate del fato
La mia testa sanguina ma non si piega.
Oltre questo luogo di odio e lagrime
Incombe solo l’orrore dell’ombra.
Eppure la minaccia futura
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto angusto è il passaggio
O quanto pesante la sentenza,
Sono padrone del mio destino:
Sono il capitano della mia anima.
William Ernest Henley (1849-1903)
Feb 03 2009
Solo l’albero che cresce sulle proprie radici può restituire alla terra buoni frutti.
“L’albero che cresce sulle proprie radici restituisce alla terra buoni frutti”
L’albero siamo noi e le radici sono la nostra storia.
La frase è di San Bernardo da Chiaravalle, e rappresenta la convinzione che solo attraverso la conoscenza del proprio passato potremo vivere consapevoli nel presente, producendo frutti per il futuro.
Feb 02 2009
Damiano Parolini: Se avrai freddo pensa a noi
E’ una delle più belle poesie d’amore che ho letto negli ultimi anni.
Assieme a Luca, tutti i giorni veniamo a trovarti.
Quando sboccerà la primavera
ti porteremo i fiori del nostro giardino,
che coglieremo vicino al pergolato,
dove noi due facevamo progetti per la vita di nostro figlio.
Non c’eravamo ancora accorti che la vita non ci appartiene.
Ti prego, in nome del nostro amore,
stammi vicino ed aiutami a portare questo dolore.
Siano le mie calde lacrime
il tepore che riscalda il tuo freddo corpo.
Siano i nostri fiori la tua gioia ed il tempo
che ci è stato tolto per viverla.
Sia il nostro pensiero rivolto a te,
la fervida preghiera affinché non ti senta in colpa per quello che è successo.
Non so lì da te come saranno i prati,
ma se sono senza fiori
guarda quelli dei campi circondati dai cipressi
ove tra la siepe del basso si zittisce l’usignolo.
Se avrai freddo pensa a noi
e l’anima tua troverà il calore di un tempo lontano e perduto.
Se ti manca l’amore vieni la notte fra le mie braccia stanche
ed io veglierò sul tuo sonno.
E voi stelle rischiarate la notte,
affinché lui non abbia ad avere paura
e chiedete all’aurora di sorgere chiara
perché io riveda ancora il suo sorriso e la luce dei suoi occhi.
Buonanotte amore.
tua Giulia
Fonte: srs di Damiano Parolina; poeta, paroliere, musicista veronese
Feb 02 2009
In un battito d’ali la tua canzone finì
Le note si dispersero nell’aria umida della notte
forse tutto ha un senso,
ma il freddo che hai sentito perversa dentro di te.
Dolce malinconia ricordando le emozioni,
le cerchi ancora, negli sguardi della gente,
negli occhi di un bambino
Forse un’altra canzone arrivera’
portata dal vento e le sue note sfioreranno la tua pelle
Non aver paura di amare,
chiudi gli occhi e fatti cullare
Marina Veneri
Feb 02 2009
Questo serve per essere felice
Un uomo semplice
Una vita semplice
Questo serve per essere felice
Feb 01 2009
La storia della matita.
Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera.
A un certo punto chiese:”Stai scrivendo una storia su di noi? E’ per caso una storia su di me?”
La nonna smise di scrivere, sorrise, e disse al nipote:”In effetti, sto scrivendo di te. Tuttavia più importante delle parole, è la matita che sto usando. Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.”
Il bimbo osservò la matita, incuriosito, e non vide niente di speciale.
“Ma è identica a tutte le altre matite che ho visto in vita mia!” disse il bambino.
La nonna rispose:
“Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose. Ci sono cinque qualità in essa che, se tu riuscirai a mantenere, faranno sempre di te un uomo in pace con il mondo.
Prima qualità: tu puoi fare grande cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. Questa Mano noi la chiamiamo Dio, e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la Sua volontà.
Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo, e usare il temperino. Questo fa si che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata. Pertanto, sappi sopportare un po’ di dolore, perché ciò ti renderà una persona migliore.
Terza qualità: la matita ci permette sempre di usare una gomma per cancellare gli sbagli. Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all’interno. Dunque, fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
Infine, la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce, e cerca di essere conscio di ogni singola azione.”
Feb 01 2009
Solo per oggi…
Solo per oggi…
Non accettare per niente e rimanda al mittente i tuoi:
”Non so fare questo.”
“Faccio male quello.”
“E’ colpa mia se…”
”Non sono poi tanto intelligente.”…
Perché hai capito che se non ti stimi,
gli altri non ti stimeranno.
Solo per oggi…
Amati nonostante che:
il tuo buon carattere,
il tuo calmo temperamento
e la tua forte personalità
sono andati persi nel vento…
Perché hai capito che per amare gli altri devi
prima amare te stesso.
Solo per oggi…
Trattati con i riguardi che riservi alle persone importanti….
Perché hai capito che per valere molto
devi vincere il brutto pensiero di valere poco.
(Omar Falworth)
Gen 31 2009
IL CAPPELLO COLOR PORPORA
Il cappello color porpora
LE DONNE… A tre anni Lei si guarda e vede una Regina.
A otto anni Lei si guarda e vede Cenerentola.
A quindici anni Lei si guarda e vede una Brutta sorella (“mamma non posso andare a scuola con questo aspetto qui”).
A vent’anni Lei si guarda e si vede “troppo grassa/troppo magra, troppo bassa/troppo alta, con i capelli troppo lisci/troppo arricciati”, ma decide che uscira’ di casa lo stesso.
A trent’anni Lei si guarda e si vede “troppo grassa/troppo magra, troppo bassa/troppo alta, con i capelli troppo lisci/troppo arricciati”, ma decide che non ha tempo di risistemarsi e che uscira’ di casa lo stesso. A quarant’anni Lei si guarda e si vede “troppo grassa/troppo magra,troppo bassa/troppo alta, con i capelli troppo lisci/troppo arricciati”, ma dice: “almeno sono pulita”, ed esce di casa lo stesso.
A cinquant’anni Lei si guarda e si vede “esistere” e se ne va dovunque abbia voglia di andare. A sessant’anni Lei si guarda e ricorda tutte le persone che non possono piu nemmeno guardarsi allo specchio. Esce di casa e conquista il mondo.
A settant’anni Lei si guarda e vede saggezza, capacita di ridere e saper vivere, esce e si gode la vita.
A ottant’anni. Non perde tempo a guardarsi. Si mette in testa un cappello color porpora, esce per divertirsi con il mondo.
Manda questo messaggio a tutte le donne che hai la fortuna di avere come amiche.
Chissa’ che non imparino ad afferrare piu’ presto quel cappello color porpora!
Gen 30 2009
E’ bello essere donna perchè…
E’ bello essere donna perchè…
sorridono quando vogliono gridare,
cantano quando vogliono piangere,
piangono quando sono felici,
ridono quando sono nervose,
lottano per quello che vogliono,
amano senza condizioni,
si rompono il cuore quando muore un amico,
si accontentano delle piccole cose….
Ognuno di noi è nato da una donna,
è il cuore delle donne che fa girare il mondo…
e non dimentichino mai
quanto siano incredibili!
Gen 30 2009
CONFESSIONE
Aspettando la morte come un gatto
che sta per saltare sul letto
mi dispiace così tanto per mia moglie
lei vedrà questo corpo rigido e bianco
lo scuoterà una volta, e poi forse ancora: “Giò!”
Giò non risponderà.
Non è la mia morte che mi preoccupa,
è lasciare mia moglie con questa pila di niente.
Però vorrei che lei sapesse
che tutte le notti dormite accanto a lei
anche le discussioni inutili
erano sempre cose splendide
e le più difficili delle parole
che ho sempre avuto paura a dire
ora possono essere dette: Ti amo.
Fonte: liberamente tratto da – Evita lo specchio e non guardare quando tiri la catena
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