Mag 23 2013

LIBRO ISRAELIANO CHE INCITA AL MASSACRO DEI NON EBREI DIVENTA BESTSELLER

Yitzhak Shapiro

Yitzhak Shapiro (a destra)

 

GERUSALEMME – Un rabbino ebreo ha pubblicato un libro che dà il permesso di uccidere i non ebrei, tra cui neonati e bambini, che possono costituire una minaccia reale o potenziale per gli ebrei o Israele. “E’ lecito uccidere i Gentili, ovvero i non-ebrei, anche se non sono responsabili diretti di una minaccia“, ha affermato il rabbino Yitzhak Shapiro, responsabile religioso della colonia Yitzhar nella Cisgiordania occupata, nel suo libro “La Torah del Re“. Egli sostiene che i goyem (un epiteto dispregiativo per i non ebrei), può essere ucciso se minaccia Israele. “Se uccidiamo un Gentile che ha peccato o ha violato uno dei sette comandamenti – in quanto noi abbiamo a cuore i comandamenti – non c’è niente di sbagliato nell’omicidio.

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Mag 14 2013

DENTRO DI NOI C’È UNA BATTAGLIA FRA DUE LUPI

Category: Pensieri e parole,Popoli e nazionigiorgio @ 00:53

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Dentro di noi c’è una battaglia fra due lupi

Uno è il diavolo. E’ la rabbia, la gelosia, l’avidità, risentimento, bugie, inferiorità e l’ego.

L’altro è buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità compassione, umiltà e fede.

E quale vince?

Quello che nutri di più!!!

(proverbio Cherokee)

 


Mag 13 2013

SALVATORE GIULIANO A DISPOSIZIONE DEGLI STATI UNITI PER CONTRASTARE IL COMUNISMO: ECCO IL DOCUMENTO

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Salvatore Giuliano

 

-Redazione 1 maggio 2013-

Salvatore Giuliano aveva dichiarato di essersi messo a disposizione degli Stati Uniti per contrastare i comunismo.

 

Il documento è allegato al Rapporto giudiziario con il quale i marescialli dell’Arma dei Carabinieri, Lo Bianco, Calandra e Santucci  denunciarono il 4 settembre 1947 Giuliano e la sua banda, quali esecutori materiali della strage di Portella della Ginestra.

Questo Rapporto, in realtà, ebbe la supervisione dell’ispettore di P.s. Ettore Messana, che pur avendo abbandonato il suo incarico dopo i fatti del 1°maggio 1947, grazie alla denuncia politica espressa dal dirigente comunista Girolamo Li Causi, tuttavia rimase nei fatti al suo posto gestendo la fase terminale della sua carriera con la cura scrupolosa di quell’atto di denuncia all’autorità giudiziaria.

Si tratta del primo atto di depistaggio costruito a tavolino da un organo dello Stato, nel quale il fenomeno del banditismo è rigidamente chiuso dentro i suoi confini territoriali, ma nel quale, però, gli stessi Carabinieri non poterono fare a meno di riferire quanto era sotto gli occhi di tutti.  Che, cioè,  la manovra eversiva partita il 1°maggio era proseguita il successivo 22 giugno con gli assalti alle Camere del Lavoro e alle sedi del Pci e dei socialisti in ben sette comuni della provincia di Palermo, con altri morti e decine di feriti.

L’obiettivo, aveva detto il bandito Pasquale ‘Pino’ Sciortino era quello di provocare la reazione (e poi la repressione) in tutte le altre provincie siciliane.

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Apr 29 2013

QUANDO IL SANGUE DELLE TUE VENE RITORNERÀ AL MARE, LA POLVERE DELLE TUE OSSA RITORNERÀ ALLA TERRA, FORSE RICORDERAI CHE QUESTA TERRA NON APPARTIENE A TE, MA CHE TU APPARTIENI A QUESTA TERRA…

Category: Pensieri e parole,Popoli e nazionigiorgio @ 07:57

quando il sangue delle tue vene


Apr 07 2013

I PATRIOTI TRICOLORITI CONTRO EVA KLOTZ. OGGI SIAMO TUTTI TIROLESI!

Category: Autonomie Indipendenze,Popoli e nazionigiorgio @ 12:00

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 Eva Klotz 

 

di GILBERTO ONETO

 

Che il “patriottismo sia l’ultimo rifugio dei mascalzoni” lo aveva affermato  Samuel Johnson anche senza conoscere l’Italia di oggi. Se avesse assistito all’ultima puntata di “Servizio Pubblico” sarebbe sicuramente stato assai meno moderato nel linguaggio.

La presenza di Eva Klotz, che ha detto solo una serie di cose di normale buon senso, ha scatenato la reazione rabbiosa di tutti i presenti, che hanno messo da parte ogni divisione ideologica, partitica e politica. Tutti si sono accaniti contro la signora Klotz con astio, cattiveria, mediterraneo complesso di superiorità. Tutti – comunisti, fascisti – si sono gettati con livore, sghignazzando, facendo battute idiote, sfoderando i peggiori luoghi comuni patriottici, con il supporto di una claque di grillini e sinistri che si è  trasformata per l’occasione nella folla oceanica di Piazza Venezia: roba da “spezzeremo le reni al Tirolo”, roba da far commuovere il cuore cingolato del Presidente.

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Mar 14 2013

GLI HUNZA, LA POPOLAZIONE PIÙ LONGEVA AL MONDO

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Il popolo degli   Hunza

Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”

Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.
 E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc…

Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra élite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
 Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

 

DIGIUNO E PRODOTTI VEGETALI

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Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”.   L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.
 Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni.  Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.

Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Ralph Bircher evidenzia che, se necessario, un Hunza in 24 ore può arrivare a marciare per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi per mangiare o dormire.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, erano assoldati come portatori.

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Mar 01 2013

1 MARZO 2013, BON DÌ E BON ANO: BUON CAPODANNO VENETO

Category: Chiesa Cattolica,Popoli e nazioni,Veneto e dintornigiorgio @ 00:21

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“Bon dì e Bon Ano”: quando la Madonna parlò in lingua veneta

 

Per chi non lo sapesse, durante il lungo periodo di prosperità della Repubblica Serenissima, il capodanno si celebrava il 1° di marzo, una consuetudine rimasta in vita fino all’invasione francese della terra veneta nel 1797 e tornata a rivivere oggi, in Veneto, grazie alla passione e all’impegno di molte associazioni culturali.

Una delle più significative testimonianze del Capodanno Veneto ci arriva non da qualche storico o amante della cultura veneta, ma da documenti ecclesiastici, narranti la vicenda accaduta al trevigiano Giovanni Cigana.

Giovanni era un contadino della Marca Trevigiana, più precisamente di Motta di Livenza e la vicenda di cui parliamo accadde il 9 marzo 1510. Uomo stimato e ben conosciuto nella zona, Giovanni all’epoca aveva 79 anni, “forte e robusto, padre di sei figli, cristiano tutto d’un pezzo” come lo ricordano le cronache del tempo.

capitello

Quella mattina Giovanni si era fermato come di consuetudine a pregare nei pressi del “capitello della Madonna” – così chiamato dalla popolazione locale – benché avesse una gran fretta: doveva recarsi infatti a Redivole, per chiedere ad un suo conoscente, tale Luigi Facchini, di venire ad arare e seminare legumi in un suo terreno. Finite le preghiere, Giovanni si alzò e si girò per proseguire il suo cammino.
Ma… meraviglia! Vicino alla strada vide una giovane di circa dodici anni, seduta a terra e con le mani sopra le ginocchia. Indossava vesti candide e sfavillanti – come ricordò Giovanni – anche il volto era candido e roseo.
Davanti a questa visione Giovanni non si scompose, anzi si avvicinò e salutò la giovane nella nostra lingua: “Dio ve dia el bon dì”. La misteriosa Fanciulla rispose al saluto anch’ella in veneto: “Bon dì e Bon Ano, homo da ben”.

A quel tempo Motta faceva parte della Repubblica Veneta e l’anno nuovo era iniziato da pochi giorni.
Il colloquio fra i due assunse toni sempre più familiari, fino a quando Giovanni si accorse che era al cospetto della Beata Vergine e, preso da profonda venerazione, si gettò in ginocchio davanti a Lei.

Dopo appena due mesi fu istituito il processo canonico che verificò l’autenticità della visione. In seguito all’episodio, quella fanciulla divenne la Madonna dei Miracoli e sul luogo dell’apparizione fu eretto un santuario, ancor’oggi visitabile.
L’apparizione del 9 marzo 1510 non fu solo un evento di grande importanza da un punto di vista religioso, ma anche una preziosa testimonianza di cultura e identità veneta.

 

A proposito, fra qualche giorno sarà il 1° Marzo 2012… a tutti “Bon dì e Bon Ano”!

 

Fonte: srs di Davide Guiotto, da Il Mattino di Padova  del 27 febbraio 2012

Link: http://guiotto-padova.blogautore.repubblica.it/2012/02/27/bon-di-e-bon-ano-quando-la-madonna-parlo-in-lingua-veneta/comment-page-1/

 


Feb 28 2013

CARI VENETI, DOMANI È TEMPO DI FESTEGGIARE IL CAPODANNO

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Il primo marzo è sempre stato considerato nella storia della Repubblica Veneta il capodanno veneto;  nei documenti e nei libri di storia si trovano le date relative ai mesi di gennaio e febbraio seguite da “more veneto” per sottolineare questa peculiarità veneta: incominciando l’anno veneto il primo di marzo, gennaio e febbraio erano gli ultimi mesi dell’anno passato (si veda, come esempio, la data del comunicato).

Il capodanno veneto originariamente era stato fissato al 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia (421),  per i credenti giorno dell’annunciazione del Signore,  e, secondo una leggenda greca, giorno della creazione del mondo; in un secondo tempo fu anticipato al primo marzo per comodità di calcolo. Emblematico quanto successe il 9 marzo 1510 nel luogo ove adesso sorge il Santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza (Tv), la Madonna apparve a un contadino del posto e gli disse “Bon dì e bon ano!”

Un altro tassello della nostra storia e della nostra identità che è andato perso e del quale dobbiamo riappropriarci, anche per onorare il Serenissimo Bepin Segato che più di ogni altro si era impegnato per riproporre questa festa.

Recentemente  è stato festeggiato in diverse città venete  il capodanno cinese (è l’anno del serpente); l’ 11 febbraio gli amici tibetani hanno festeggiato il loro capodanno (Losar) e per tutti noi è stato un momento per ribadire la nostra solidarietà alla  nazione del Tibet  vergognosamente calpestata dalla Cina;  non parliamo poi delle ricorrenze e delle celebrazioni  di altri popoli, di altre religioni  (si pensi solo al Ramadan).

E allora un bel “Viva San Marco”  per festeggiare l’arrivo del nuovo anno veneto.

 

 

Fonte: srs di di ETTORE BEGGIATO, da L’indipendenza del 28 febbraio 2013

Link: http://www.lindipendenza.com/cari-veneti-domani-e-tempo-di-festeggiare-il-capodanno/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cari-veneti-domani-e-tempo-di-festeggiare-il-capodanno

 


Feb 24 2013

TRIESTE LIBERA: MINACCE DI ARRESTO A CHI SI DICHIARA CITTADINO DEL TLT (TERRITORIO LIBERO TRIESTE)

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In questi giorni sta circolando una notizia sulle nuove disposizioni che le forze dell’ordine italiane avrebbero ricevuto per “trattare” i cittadini di Trieste che dichiarano la propria cittadinanza esibendo quale documento di riconoscimento la carta di identità del Territorio Libero.

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La carta di identità in questione è rilasciata dal Movimento Trieste Libera, che si batte per il rispetto della legalità e per il riconoscimento dello status giuridico di Trieste quale Zona A del Territorio Libero di Trieste dichiarata dall’articolo 21 comma 2 del Trattato di Pace del 1947 tuttora in vigore. L’Italia ha imposto invece una propria illegittima sovranità di fatto su Trieste dopo essersela annessa nel 1975 a seguito di un accordo (Trattato di Osimo) con l’ex dittatura Jugoslava del maresciallo Tito. Una annessione con la quale  i cittadini di Trieste sono stati brutalmente spogliati dei loro diritti, a  partire da quello fondamentale della loro cittadinanza. Una annessione con la quale l’Italia ha voluto così “regolarizzare” una situazione di effettiva occupazione che durava dal 1954.

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Dic 26 2012

VOGLIO ESSERE EGOISTA: VOGLIO LA LOMBARDIA INDIPENDENTE

 

lombardia

di UGO MARIA DOMENICO CALO’*

 

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo dal titolo:  ‘L’indipendenza è un diritto ed anche un’opportunità’ e qualcuno ha controbattuto evidenziando che se l’indipendenza portasse ad un esaurimento del flusso di denaro (denominato politiche di solidarietà dagli statalisti) che dalle regioni ricche viene dirottato ogni anno verso quelle con un PIL pro capite inferiore alla media nazionale altro non sarebbe che egoismo territoriale.  Ecco perché, provocatoriamente, da lombardo dico che voglio essere egoista ben sapendo che la retorica centralista,  esaurita la versione patriottica (anche perché tale versione alla lunga non tiene in quanto in Svizzera esiste un amor di patria superiore al nostro pur essendo quel paese una confederazione di stati), si attaccherà a parole come solidarietà, equità, giustizia sociale ed altro bla, bla clientelare.

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Dic 06 2012

PACE IN PALESTINA? UNA META SEMPRE PIÙ LONTANA

Victory  palestinese

 

Per duemila anni la Palestina è stata il segno della concordia e della tolleranza tra le varie confessioni ed etnie (unica parentesi i turbolenti Regni Crociati del Medio Evo). Poi, nel 1948 a seguito di una semplice deliberazione dell’ONU a carattere consultivo, in spregio al diritto internazionale e al principio dell’autodeterminazione dei popoli (la popolazione non fu neppure interpellata con un referendum), le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale decisero di donare metà della Palestina agli ebrei con il pretesto che questi erano originari di quei luoghi e come forma di risarcimento per aver subito la persecuzione hitleriana (in realtà per lavarsi la coscienza a costo zero scaricandolo sui palestinesi).

 

Gli ebrei, preso possesso di quelle terre, cacciarono con la forza chi le abitava da sempre: 900mila palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro case per fare posto ai nuovi arrivati e 530 villaggi furono completamente distrutti per impedirne il ritorno e molti altri sostituiti con insediamenti per soli ebrei. Neppure i cimiteri, luoghi sacri per i musulmani, furono risparmiati.

 

Lo spirito colonialista e di supremazia razziale del movimento sionista è condensato nello slogan, poi ripreso dal futuro Primo Ministro Israeliano Golda Meir: « Una terra senza un popolo, un popolo senza terra». In queste parole si coglie la totale indifferenza ebraica verso la popolazione palestinese che non viene neppure considerata, come se non esistesse.

 

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Set 17 2012

CRISI: SE SEI SAGGIO, RIDI!

Category: Giustizia Legula e Legulei,Popoli e nazionigiorgio @ 00:13

MANIFESTO R.I.D.I. RIFONDAZIONE INDIPENDENTE DEMOCRATICA INTERNAZIONALE

 

Noi sottoscritti:

1) Riconosciamo presupposto indispensabile per la legittimità di ogni potere pubblico la tutela dell’eguaglianza delle persone, della sovranità popolare inclusiva della sovranità monetaria e della proprietà del valore di ogni mezzo monetario al momento dell’emissione, delle libertà civili e politiche, del diritto alla salute e alla sicurezza personali e ambientali, del diritto al perseguimento della propria felicità o infelicità, della trasparenza dei procedimenti politici, giudiziari e amministrativi, della privacy, della partecipazione popolare alle decisioni pubbliche, dell’indipendenza dei magistrati dal potere esecutivo, dell’accountability nelle funzioni pubbliche, del principio di legalità, e di certezza del diritto, della fondamentalità del lavoro produttivo e del risparmio, dell’esclusione di ogni organismo o ente privato (per natura, per interessi, per gestione) di forza, dimensioni, posizione mono/oligo polista o mono/oligopsonista, e capacità tecnologica tale da prevalere sulle singole persone nella competizione economica e politica e da violare la privacy.

 

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Set 10 2012

ECCO CHI ATTENTA ALLO STATO ITALIANO! DICIOTTO AVVISI DI GARANZIA PER GLI ADERENTI AL “MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO”

Dopo i Serenissimi ecco un’altro pericolo Mortale per lo stato italiano evidentemente. Non le banche di rapina, non le multinazionali della chimica e della medicina, non i politici al servizio di altri Stati, non chi acquista armamenti per miliardi per prepararci alla guerra, non chi con fittizi e incomprensibili prodotti finanziari ha gabbato e defraudato mezza Italia, comuni e province in primis, non la mafia dei giochi d’azzardo, non la mafia dei porno locali gestiti dagli albanesi!

NO.  I NEMICI DELL’ITALIA SONO I VENETISTI!

Il reato? Considerarsi una Comunità, un popolo con caratteristiche comuni.

Questo è troppo e la globalizzazione imperante non lo tollera. Questo atto, se ce n’era bisogno, evidenzia le fazioni in lotta al di la dei discorsi ebeti dei camerieri della politica  e sono:  Comunità locale contro i Mondialisti della  globalizzazione, che in Italia hanno sigle strane PR, PD, RC, PDL e tutti gli altri, con le loro armi finanziarie di distruzione di massa e quelle mediatiche di disintegrazione delle menti. Con buona pace dei leghisti salottieri. A quando un’Italia dei forconi riuniti?

NdR

 

Fonte: da STAMPA LIBERA 8 settembre  2012

Link: http://www.stampalibera.com/?p=51771

 

Vedemo cos’ è capità

 

AVVISO E MONITO AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO… IL VENETO NON XE LA TO ITALIA, OCIO!!! –  (2012.09.03)

AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO
GIORGIO NAPOLITANO

e p.c.

– O.N.U. – DIRECTOR GENERAL

– ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

– AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE

 

Oggetto: AVVISO E MONITO.

E’ notizia di questi giorni di come la s.v. abbia programmato per il giorno di mercoledì 5 settembre prossimo venturo un suo arrivo – peraltro non gradito – nel Territorio di questa Repubblica Veneta, per l’esattezza nella città di Venezia e quindi nella città di Mestre, ove sarebbe sua intenzione tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato.

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Set 09 2012

QUANDO UN GOVERNO NON ASCOLTA PIÙ IL POPOLO LA DEMOCRAZIA E MORTA

QUANDO UN GOVERNO NON ASCOLTA PIÙ IL POPOLO LA DEMOCRAZIA E MORTA 

QUANDO UN GOVERNO DIVIDE IL POPOLO IN MIRIADI DI CATEGORIE E LE AIZZA UNA CONTRO L’ALTRA LA LIBERTÀ E MORTA

QUANDO UN POPOLO PERMETTE CHE CIO AVVENGA È MORTO

 

 


Giu 19 2012

RABBINO GEDALYA LIEBERMANN. IL RUOLO DEL SIONISMO NELL OLOCAUSTO: L’OLOCAUSTO VISTO DA UNO STUDIOSO EBREO. COLLABORAZIONE DEGLI EBREI SIONISTI COL TERZO REICH

Non passa giorno senza che il sionismo realizzato, il suo sistema propagandistico interno, i sayanim sparsi per il mondo (l’hasbara), ripetano il mantra che “nessuno ha fatto nulla per salvare gli ebrei” “minacciati” di ZyklonB-trattamento o einsatzgruppens-pallottolamento, papa Vaticano compreso. Riportiamo un articolo di un rabbino che, nel merito, ha qualche sassolino nelle scarpe…E’ noto che tale rabbino sarà immediatamente accusato di essere un “ebreo che odia se stesso“(!) se non un antisemita (!), marchio “infamante” classico che qualifica chi è odiato dai sionisti israeliani e diasporici ! Nell’articolo si da per scontato ciò che scontato e dimostrato NON è per nulla, cioè l’avvenuto olocausto in camere a gas e contorno orrorifico, usiamo il testo per dimostrare che ben altri “non hanno fatto nulla per…”, anzi collaborarono apertamente col “nemico”. (WaA)

 

ARTICOLO DEL RABBINO GEDALYA LIEBERMANN – AUSTRALIA

 

Fin dall’inizio, molti rabbini misero in guardia dai potenziali pericoli del Sionismo e dichiararono apertamente che tutti gli ebrei fedeli a Dio  dovrebbero starne lontani come si fa col fuoco.

Queste opinioni furono rese ben chiare sia ai loro confratelli che al pubblico in generale. Il loro messaggio era che il Sionismo è un fenomeno razzista sciovinista che non ha nulla a che vedere col giudaismo.

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