da “TRIESTE Oggi” Sabato, 5 ottobre 2002 LE INTERVISTE di ANTENNA 3
di Paolo Zeriali
PARLA IL RABBINO GOLDSTEIN, PRESIDENTE DELLA SCUOLA TALMUDICA DI TRIESTE
Siamo in compagnia del rabbino Marcello Goldstein, presidente della Scuola talmudica dl Trieste.
Proprio in questi giorni alla Risiera si tiene un convegno (con annessa mostra) sul Talmud, che è un testo importante della tradizione ebraica, ma certamente poco conosciuto al grande pubblico.
Tanto che in vari interventi, soprattutto ad opera di correnti di pensiero antisemite, questo libro viene pesantemente attaccato. In particolare, lo si considera un testo “razzista”, nel quale si afferma la superiorità degli ebrei rispetto agli altri popoli. Quasi una manifestazlone di odio nei confronti degll altri.
Che c’è di vero?
Il Talmud, per quelli che lo conoscono, rivela una faccia completamente diversa.
Il Talmud in sintesi è il contratto di lavoro fra Dio e il popolo ebraico per dare un servizio all’umanità.
Anzi, l’ebreo viene visto come sacerdote e servo dell’umanità in questo culto cosmico al Creatore. Quindi non è assolutamenle legato ad alcun tipo di razzismo.
La superiorità degli ebrei?
E’ soltanto nel servizio
Nelle traduzioni di certi passi, riportate su alcuni siti Internet. si afferma che l’ebreo è un uomo e il non ebreo un animale dalle sembianze umane.
Queste cose sono effettivamente contenute nel Talmud?
Se si trae una frase isolata da un testo antico come questo, di una civiltà diversa dalla nostra, è facile tirare qualsiasi tipo di conclusione.
Molto spesso il Talmud cita fonti ancora precedenti.
Si sa che il gioco di estrarre da un testo antico una citazione, poi costruirci sopra un altro significato è facile.
Come ho detto prima, se si parla di una superiorità dell’ebreo questa è solo nel servizio.
Assomiglia in qualche modo alla superiorità del clero.
Anche il clero viene odiato in qualche modo per questa sua distinzione e superiorità, ma il clero ci tiene a dire che è una superiorità di servizio. Quindi è molto simile a quella del popolo ebraico.
Un’altra accusa che viene spesso mossa agli Ebrei è quella di essere una sorta di società chiusa.
Si dice che uno può diventare cristiano, musulmano o marxista, ma non può diventare ebreo se non è nato in tale comunità.
Anche questa idea non è assolutamente presente nell’ebraismo.
L’ebraismo è un’etnia generata da questo servizio.
Il servizio divino che l’ebreo si assume, anche chi è di origine non ebraica e prende su di sé questi precetti, poi è portatore di questo.
Ha degli impegni che si trasformano in una specie di appartenenza etnica. Di fatti, se si può paragonare l’ebraismo a qualcosa, assomiglia molto di più ad un partito.
I figli dei comunisti sono comunisti anche se non lo hanno scelto.
Però i comunisti tipici sono quelli che hanno scelto di esserlo.
Così anche nell’ebraismo è la stessa cosa.
Chi ha scelto di essere ebreo è l’ebreo.
Si è visto nelle generazioni che l’ebraismo è suggellato sempre da una scelta ad un certo punto della vita.
Si potrebbe dire che l’ebreo è chi vuole esserlo.
Non è necessario nascere ebrei, si può diventarlo
Quindi se un palestinese volesse convertirsi all’ebraismo, potrebbe farlo?
Ci sono vari palestinesi che si convertono.
Il fatto non viene molto divulgato, ma ci sono continuamente palestinesi che si convertono”.
Possono diventare ebrei a tutti gli effetti?
Hanno tutte le caratteristiche degli ebrei e sono completamente alla pari.
Certo, chi è ebreo di vecchia data se ne vanta ed in qualche modo tende a farne un blasone di nobiltà, ma ciò non perché l’ebraismo non conceda al proselita una parità totale.
Ma ci sono tentazioni di tipo razzista nel mondo ebraico?
Come in tutti i gruppi. Ovunque ci sono le buone famiglie, le antiche famiglie, anche in America dove tutti sono lì da poche generazioni.
Ma il proselita che entra ha veramente tutti i diritti degli altri ebrei.
Se l’ebraismo non è un’etnia, allora perché non è possibile annettere i territori occupati di Gaza e Cisgiordania dando a tutti i palestinesi la cittadinanza israeliana, per metterli sullo stesso piano dei loro vicini ?
Qui bisogna distinguere. Se davvero tutti i palestinesi diventassero ebrei a tutti gli effetti, non ci sarebbe nessun problema.
Se c’è invece un ostacolo oggi ad annettere i Territori e quindi la popolazione araba che vi abita, questo è la paura che Israele non sia più uno Stato a maggioranza ebraica.
Quindi c’è un timore di perdere l’identità.
Ovviamente ci sarebbe la paura che Israele diventi un altro paese musulmano. Di paesi musulmani ce ne sono tanti, di ebraico ce n’é uno solo.
Se fossero arrivati 10 milioni di ebrei della diaspora sicuramente le cose sarebbero andate diversamente: i Territori sarebbero stati annessi e tutti avrebbero ottenuto la cittadinanza israeliana.
Di questo non ho nessun dubbio”.
Come per i musulmani, anche per noi la base della società è la coppia, non l’individuo
Si dice che per quanto riguarda la concezione del rapporto uomo-donna ci sono delle similitudini tra ebrei e musulmani.
Può sembrare una cosa strana, visto che oggi siamo portati a considerare Israele come un paese totalmente occidentalizzato e proprio per questo molto diverso dalla realtà araba.
C’è una similitudine di fondo molto forte per il fatto che la cellula fondamentale della società non è considerata l’individuo, ma la coppia e la famiglia.
La coppia feconda nell’ebraismo e nell’Islam sono considerati il mattone della società.
Questo crea una grossa diversità con la concezione occidentale che invece è basata sull’individuo.
E quindi chi attenta alla solidità della coppia . . .
L’elemento singolo che può attentare alla coppia, viene visto con nessuna simpatia.
Questo è identico nel mondo islamico e nel mondo ebraico ortodosso”.
E si dice anche che gli ebrei possono pregare in una moschea.
Questo è un altro segno della nostra grande vicinanza.
La moschea non viene considerata una sede di culto estraneo per gli ebrei, mentre pregare in una chiesa dove ci sono delle statue ed altre cose viene considerato un problema.
In una moschea possiamo pregare, in una chiesa no
Questo per l’assenza di immagini?
Per tutta una serie di cose, anche per lo stesso tipo di culto sacerdotale.
C’è l’Eucarestia, ci sono certi tipi di cose che impediscono ad un’ebreo di pregare in una chiesa.
In una moschea non c’è assolutamente problema”.
Il Talmud ha avuto pochissime traduzioni. La prima mi sembra sia stata in lingua tedesca, poi in inglese e adesso si sta facendo in italiano. Se uno vuole conoscere questo testo senza studiare l’ebraico, che può fare?
Non è l’ebraico la lingua del Talmud.
E’ stato scritto in dialetti aramaici e babilonesi dell’epoca, quindi è ancora più difficile.
Ci sono state moltissime traduzioni parziali, ma la traduzione completa è stata fatta in Germania all’inizio del Novecento.
E’ stata tradotta da un grande conoscitore del Talmud che aveva studiato nelle accademie lituane.
Successivamente, la seconda per importanza, a cavallo della seconda guerra mondiale, è stata l’edizione in inglese.
Cinque secoli fa il Talmud si pubblicava in Italia, poi vennero i roghi . . .
E in italiano?
Ci sono state traduzioni di varie parti, però non si è andati neanche vicino alla traduzione completa.
Nel nostro sito (www.chavruta.net), cerchiamo di dare delle pagine intere con un certo ritmo.
E’ molto difficile, ma abbiamo tradotto buoni pezzi di Talmud, speriamo di arrivare a finirlo”.
Il ruolo del Talmud nella cultura mitteleuropea è il titolo del convegno che si svolge alla Risiera.
Qual è stato questo ruolo e quale potrebbe essere nell’Europa che si sta ricomponendo?
Il ruolo de1 Talmud nella cultura europea è stato grandissimo, ma è come il nostro fiume Timavo: ha un ruolo sotterraneo, in quanto non bisogna dimenticare che il Talmud è stato perseguitato pesantemente, messo all’indice e bruciato. In ltalia neI’1553 ci sono stati i roghi del Talmud.
Perché?
All’inizio della Controriforma, in effetti, tutte le cose che potevano dare adito ad uno studio indipendente ed autonomo di testi sacri venivano colpite.
Gli ebrei che studiavano in modo autonomo testi sacri erano nel mirino.
Fino alla metà del 1500 il Talmud viene stampato in Italia, che è la patria dei suoi studiosi.
Dopo i roghi, il Talmud non viene più edito in Italia e la “corona” del Talmud passa nel centro Europa.
La troviamo particolarmente nella Polonia, in Lituania, nella Bielorussia. Lì ci sono proprio le cattedrali del Talmud.
Le analisi del Dna dimostrano che abbiamo gli stessi cromosomi dei palestinesi
Tornando al rapporto tra arabi ed ebrei, sembra che siano state fatte delle analisi del Dna dalle quali risulta che tra israeliani e palestinesi ci sia poca differenza. E’ vero?
Il cromosoma Y, che è tipico del maschio, dalle analisi risulta essere molto simile tra gli ebrei di varie provenienze: quelli biondi della Polonia, gli yemeniti dalla carnagione scura, quelli del Marocco, ecc.
E i palestinesi risultano avere lo stesso cromosoma Y.
Questo cosa significa?
Potrebbe significare quello che da tanti è stato detto: il nucleo centrale della popolazione palestinese sarebbe la popolazione rurale che i romani non erano andati a cacciare dai singoli villaggi e che con l’avvento dell’Islam fu islamizzata.
Quindi una popolazione . . .
Una popolazione dal punto di vista razziale di origine ebraica più pura degli stessi ebrei, di origine totalmente abramica.
I cromosomi di Abramo si trovano nei palestinesi.
Arafat potrebbe avere un’origine ebraica?
Senz’altro.
Ogni giorno che passa Israele si avvicina sempre più al mondo arabo
Nel Terzo Mondo si accusano gli ebrei di essere alleati di ferro dell’occidente.
Se uno riesce ad ascoltare la radio israeliana e a leggere la letteratura israeliana moderna si accorge che avviene esattamente l’opposto.
C’è un avvicinamento continuo ai popoli circostanti dell’Oriente.
Ogni giorno che passa Israele diventa sempre più orientale”.
Nonostante gli autobus che esplodono e tutte le tragedie?
E’ una tendenza inarrestabile e naturale.
C’è una naturale simpatia, un normale avvicinamento tra i popoli, senza contare che anche i rapporti in realtà fra la popolazione araba e quella ebraica sono cordiali.
Sorprendono i veri rapporti rispetto a quelle che sono invece le posizioni delle varie organizzazioni, del governo israeliano.
La gente è molto più vicina di quello che si immagina soprattutto per il fatto, che non bisogna dimenticare, che una grossa parte della popolazione israeliana viene dai paesi islamici e quindi è di cultura islamica.
Tutti gli ebrei che sono venuti dal Marocco dallo Yemen, dalla Libia e dalla Tunisia
sono ebrei di ambiente e cultura musulmana.
L’Islam non rifiuta la presenza del popolo ebraico
Qualcuno dice addirittura che gli Israelani potrebbero convertirsi all’Islam e in un futuro più lontano entrare nella Lega araba.
Anche senza convertirsi all’Islam. L’Islam contempla la presenza del popolo ebraico e non lo rifiuta.
Ci sono molte invettive nel Corano contro il popolo ebraico, però il Popolo del Libro è anche rispettato”.
Proprio queste invettive del Corano (che peraltro non sono mai razziste, perché non sono rivolte all’intero popolo) possono aver ingenerato negli ebrei una paura per la diffusione dell’Islam e per la sua presenza in Occidente?
Io escluderei assolutamente che gli ebrei abbiano paura dell’Islam. Forse sono gli unici a non averne paura. Sono gli unici ad essersi misurati da sempre con questa realtà.
Penso che se l’Islam è un problema per qualcuno, questo sia per l’Occidente e non certo per gli ebrei.
Gran parte della crisi che attualmente viviamo è determinata anche da tante scelte politiche, soprattutto da parte dei leader dei paesi islamici. Penso al problema della Siria, che è grossissimo.
L’Egitto e la Giordania sono riusciti a trovare una via per regolare i rapporti con Israele.
Si vede che la Siria non ci riesce.
Però si sa che la Siria ha un regime molto duro al proprio interno, con una limitazione feroce delle libertà personali, quindi è un problema a livello di leadership.
Quando viene trasmesso con un’opera di fanatizzazione della popolazione si hanno fenomeni veramente gravi.
Fonte: srs di Paolo Zeriali, da “TRIESTE Oggi” Sabato, 5 ottobre 2002 LE INTERVISTE di ANTENNA 3
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