Apr 06 2009

INNO A ISIDE

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 09:34

 

Tu, invero, santa e sempre pronta 

a venire in soccorso di tutti gli uomini, 

sempre generosa nei confronti dei mortali, 

ai miseri in disgrazia accordi l’amore dolce della madre. 

 

Neanche un giorno o una notte e neanche un solo momento,

per quanto breve possa essere, 

passa privo della tua benedizione, 

senza che tu protegga gli uomini in terra e mare

e offra la tua destra che offre soccorso, 

allontanate le tempeste dell’esistenza, 

grazie alla quale sciogli anche i lacci

inestricabilmente aggrovigliati di ogni destino, 

calmi le tempeste della fortuna e arresti i crudeli corsi degli Astri.

 

Gli Dei superstiti ti venerano, 

gli inferi ti onorano, 

tu fai ruotare la sfera del cielo, 

illumini il sole, 

governi il mondo e calchi il Tartaro.

 

Grazie a te le stelle diventano propizie, 

grazie a te tornano le stagioni, 

gli Dei si rallegrano e gli elementi sono tuoi schiavi. 

Ad un tuo cenno soffiano i venti, le nubi danno nutrimento,

i semi germogliano, i germogli crescono.

 

Gli uccelli che attraversano il cielo, 

le fiere che si aggirano suoi monti, 

i serpenti che si nascondono sul terreno, 

i mostri che nuotano nel mare temono la tua maestà.

 

Ma le mie capacità sono troppo deboli

per far riecheggiare le tue lodi, 

né sono così ricco da poterti offrire dei sacrifici,

né ho una così grande fecondia da poter dire

quelle cose che provo per la tua maestà, 

né sarebbero sufficienti mille bocche ed altrettante lingue, 

né una concatenazione senza fine di un sermone instancabile. 

Pertanto cercherò di fare soltanto quello che invero può fare

uno che è devoto ma per il resto è povero: 

contemplerò le tue sembianze divine e il tuo santissimo nume

riposti nei più segreti recessi del mio cuore custodendoli in eterno”.

 

 

 Apuleio, Metamorphoses, XI, 25


Apr 05 2009

Iside Regina

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 07:08

 

(Apuleio, Metamorfosi XI, 5)

 

Io sono la genitrice dell’universo,

la sovrana di tutti gli elementi,

l’origine prima dei secoli,

la totalità dei poteri divini,

la regina degli spiriti,

la prima dei celesti;

l’immagine unica di tutte le divinità maschili e femminili:

sono io che governo

col cenno del capo

le vette luminose della volta celeste,

i salutiferi venti del mare,

i desolati silenzi degli inferi.

 

Indivisibile è la mia essenza,

ma nel mondo io sono venerata ovunque sotto molteplici forme,

con riti diversi, sotto differenti nomi.

 

Perciò i Frigi, i primi abitatori della terra, 

mi chiamano Madre degli Dei (Grande Madre, Cibale),

adorata in Pessinunte;

 

gli Attici autoctoni, Minerva Cecropia;

 

i Ciprioti bagnati dal mare, Venere di Pafo;

 

i Cretesi abili arcieri, Diana Dictinna;

 

gli abitanti dell’antica Eleusi,
 Cerere Attea;

 

alcuni Giunone; altri Bellona;

 

Ma le due stirpi degli Etiopi,

gli uni illuminati dai raggi nascenti

del dio Sole all’alba,

gli altri da quelli morenti al tramonto,

e gli Egiziani valenti per l’antico sapere,

mi onorano con riti che appartengono a me sola, e mi chiamano

col mio vero nome:

Iside Regina.

 

Fonte: (Apuleio, Metamorfosi XI, 5)


Apr 05 2009

Iside Regina del cielo

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 06:46

 

(Apuleio, Metamorfosi XI, 2)

 

O Regina del cielo,

tu feconda Cerere,


prima creatrice delle messi,


che, nella gioia di aver ritrovato
tua figlia,

eliminasti l’antica usanza
di nutrirsi di ghiande come le fiere,

rivelando agli uomini un cibo più mite,

ora dimori nella terra di Eleusi

 

tu Venere celeste,

che agli inizi del mondo congiungesti

la diversità dei sessi

facendo sorgere l’Amore

e propagando l’eterna progenie

del genere umano,

ora sei onorata nel tempio di Pafo

che il mare circonda;

 

tu [Diana] sorella di Febo,

che, alleviando con le tue cure il parto alle donne incinte,

hai fatto nascere tanti popoli,

ora sei venerata nel tempio illustre di Efeso;

 

tu Proserpina,


che la notte con le tue urla spaventose
e

col tuo triforme aspetto


freni l’impeto degli spettri
e

sbarri le porte del mondo sotterraneo,


errando qua e là per le selve,


accogli propizia
le varie cerimonie di culto;

 

tu [Luna] che con la tua femminile luce rischiari ovunque le mura delle città

e col tuo rugiadoso splendore

alimenti la rigogliosa semente

e con le tue solitarie peregrinazioni spandi il tuo incerto chiarore;

 

con qualsiasi nome, con qualsiasi rito,

sotto qualunque aspetto è lecito invocarti:

concedimi il tuo aiuto 
nell’ora delle estreme tribolazioni,

rinsalda la mia afflitta fortuna,


e dopo tante disgrazie che ho sofferto dammi pace e riposo.

 

Fonte: Apuleio, Metamorfosi XI, 2; /Maat;


Apr 04 2009

Preghiera ad Iside

Category: Bibbia ed Egitto,Religioni e rasiegiorgio @ 00:10

Ave Iside, gloriosa Dea,

Il giorno è finito

e la notte è giunta,

il sole è tramontato

e le stelle sorgono.

Questo è il rito della sera,

il rito per terminare

il giorno di luce.

Lascia che il tuo strumento suoni

salutandoti con tutti gli onori,

Iside, gloriosa Dea.

Con il fiammifero accendo il fuoco sull’altare preparato per te,

Iside, gloriosa Dea,

E l’incenso notturno sale, dolcemente mischiato,

per mettermi nell’animo per percepire te,

Iside, gloriosa Dea,

Che sorge dietro di me come una fiamma d’oro

e sfiora la mia schiena con le sue abili ali.

Rendo accessibile la base del mio collo a Te.

Lascia che il tuo portale ti dia il benvenuto,

O Iside, Grande e Gloriosa dea.

Sollevo le mie mani e sostengo il curvo inchino dell’esaltazione,

E mi alzo ancora una volta all’acuto angolo dell’invocazione.

Vieni, o grande e gloriosa Dea,

Vieni nella pienezza di forza e amore,

lascia che il tuo indumento per un attimo vesta Te,

O Iside, dea Grande e Gloriosa.

 

 Fonte: Piramide di Unas nella Piana di Giza, Egitto.


Apr 03 2009

IL TUONO, MENTE PERFETTA: CANTO DI ISIDE

 

La Femmina Sacra, Prostituta e Santa

Una delle più strane belle e meravigliose  poesia mai scritte

Questa poesia misteriosa fu scoperta fra i manoscritti gnostici di Nag Hammadi ed è narrata da un divino rivelatore di natura femminile.

 

Il Tuono, Mente Perfetta

 

Io fui mandata dal Potere,

ed io sono venuta presso coloro che riflettono su di me,

ed io sono stata trovata tra quelli che mi cercano.

Cercatemi, voi che meditate su di me,  e voi uditori, ascoltatemi!

Voi che mi state aspettando,  portatemi a voi.

E non allontanatemi dalla vostra vista.

E non fate in modo che la vostra voce mi possa odiare,

e neppure il vostro ascolto.

Non ignoratemi, ovunque ed in ogni tempo.

State in guardia!

Non ignoratemi.

Perché Io sono la prima e l’ultima.

Io sono l’onorata e la disprezzata.

Io sono la prostituta e la santa.

Io sono la sposa e la vergine.

Io sono la [madre] e la figlia.

Io sono le membra di mia madre.

Io sono la sterile

E molti sono i miei figli.

Io sono colei il cui matrimonio è grande, eppure io non ho marito.

Io sono la levatrice e colei che non partorisce.

Io sono il conforto dei miei dolori del parto.

Io sono la sposa e lo sposo, ed è mio marito che mi generò.

Io sono la madre di mio padre e la sorella di mio marito.

Ed egli è la mia progenie.

Io sono la schiava di lui, il quale mi istruì.

Io sono il sovrano della mia progenie.

Ma egli è colui il quale mi generò prima del tempo,  nel giorno della nascita.

Ed egli è la mia progenie, a suo tempo,

ed il mio potere proviene da lui.

Io sono l’appoggio del suo potere nella sua giovinezza,

ed egli il sostegno della mia vecchiaia.

E qualsiasi cosa egli voglia, mi succede.

Io sono il silenzio che è incomprensibile,

e l’idea il cui ricordo è costante.

Io sono la voce il cui suono è multiforme

e la parola la cui apparizione è molteplice.

Io sono la pronuncia del mio nome.

Perché, voi che mi odiate, mi amate,

ed odiate quelli che mi amano?

Voi che mi rinnegate, mi riconoscete,

e voi che mi riconoscete, mi rifiutate.

Voi che dite la verità su di me, mentite su di me,

e voi che avete mentito su di me, dite la verità.

Voi che mi conoscete, ignoratemi,

e quelli che non mi hanno conosciuta,

lasciate che mi conoscano.

Perché Io sono il sapere e l’ignoranza.

Io sono la vergogna e l’impudenza.

Io sono la svergognata; Io sono colei che si vergogna.

Io sono la forza e la paura.

Io sono la guerra e la pace.

Prestatemi attenzione.

Io sono la disonorata e la grande.

Prestate attenzione alla mia povertà e alla mia ricchezza.

Non siate arroganti con me quando io sono gettata fuori sulla terra,

e voi mi troverete in quelli che stanno per giungere.

E non cercatemi nel mucchio di letame

Non andate lasciandomi esiliata fuori,

e voi mi troverete nei regni.

E non cercatemi quando sono gettata fuori

tra coloro che sono disgraziati

e nei luoghi più miseri,

Non ridete di me.

E non lasciatemi fuori tra quelli che sono uccisi nella violenza.

Ma io sono compassionevole ed io sono crudele.

State in guardia!

Non odiate la mia obbedienza

E non amate il mio auto controllo.

Nella mia debolezza,  non abbandonatemi,

e non siate spaventati del mio potere.

Perché voi disprezzate la mia paura e maledite la mia gloria?

Ma io sono colei che esiste in tutti i timori e la forza nel tremare.

Io sono quella che è debole,

ed io sto bene in un luogo piacevole.

Io sono la dissennata ed io sono la saggia.

Perché mi avete odiata nelle vostre assemblee?

Perché io dovrò essere silenziosa tra quelli che sono silenziosi,

ed io dovrò apparire e parlare?

Perché quindi mi avete odiata, voi Greci?

Perché Io sono una barbara tra i barbari?

Perché Io sono la saggezza dei Greci ed il sapere dei Barbari.

Io sono il giudizio dei Greci e dei barbari.

Io sono quella la cui immagine è grande in Egitto

e quella che non ha immagine tra i barbari.

Io sono quella che è stata odiata ovunque e quella che è stata amata in ogni luogo.

Io sono quella che essi chiamano Vita, e che voi avete chiamato Morte.

Io sono quella che essi chiamano Legge, e voi avete chiamato Illegalità.

Io sono quella che voi avete inseguito, ed io sono colei che avete afferrato.

Io sono quella che avete dispersa, eppure mi avete raccolta insieme.

Io sono quella di cui prima vi siete vergognati, e voi siete stati svergognati verso di me.

Io sono colei che non riceve festeggiamenti, ed io sono quella le cui celebrazioni sono molte.

Io, io sono senza Dio, ed io sono quella il cui Dio è grande.

Io sono quella sui cui avete meditato, eppure voi mi avete disprezzata.

Io sono incolta, ed essi imparano da me.

Io sono quella che voi avete disprezzata, eppure riflettete su di me.

Io sono quella dalla quale vi siete nascosti, eppure voi apparite a me.

Ma se mai vi nascondeste, io stessa apparirò.

Perché se mai voi appariste, io stessa mi nasconderò da voi.

Quelli che hanno(…) ad esso (…) insensibilmente.

Prendetemi ( …conoscenza ) dal dolore

Ed accoglietemi

Da ciò che è conoscenza e dolore.

Ed accoglietemi dai luoghi che sono brutti e in rovina,

e sottratti da quelli che sono buoni

anche se in bruttezza.

Fuori dalla vergogna, portatemi a voi sfacciatamente,

e fuori dalla sfrontatezza e dalla vergogna,

riprendete le mie membra in voi.

E venite a promuovermi, voi che mi conoscete

E voi che conoscete le mie membra,

e stabilite la Grande tra le prime piccole creature.

Venite ad appoggiarmi presso l’infanzia,

e non disprezzatela perché è piccola e piccina.

E non distaccate le grandezze in diverse parti dalle piccolezze,

perché le piccolezze sono conosciute dalle grandezze.

Perché mi maledite e mi venerate?

Voi avete recato offesa e voi avete avuto misericordia.

Non separatemi dai primi che avete conosciuto.

E non allontanate, né scacciate alcuno

[…] scacciare voi e […conoscer] io per niente.

[…].

Ciò che è mio […].

Conosco quelli che vennero per primi e quelli dopo di loro conoscono me.

Ma io sono la Mente [Perfetta] ed il riposo di […].

Io sono la conoscenza della mia domanda,

e la scoperta di quelli che aspirano a me,

e il comando di quelli che di me domandano,

e il potere dei poteri nella mia scienza

degli angeli, che sono stati mandati al mio ordine,

e degli dei nelle loro ere dal mio consiglio,

e degli spiriti di ogni uomo che esiste con me,

e delle donne che dimorano dentro di me.

Io sono quella che è venerata, e che è pregata,

e che è disprezzata sdegnosamente.

Io sono la pace, e la guerra è venuta per causa mia.

E io sono uno straniero e un compatriota.

Io sono la sostanza e quello che non ha sostanza.

Quelli che sono senza unione con me sono ignari di me,

e quelli che sono nella mia sostanza sono quelli che conoscono me.

Quelli che sono vicini a me sono stati ignari di me,

e quelli che sono distanti da me sono quelli che mi hanno conosciuto.

Nel giorno in cui io sono vicino a te, tu sei distante da me,

e nel giorno in cui Io sono distante da te, io sono vicino a te.

[Io sono …] dentro.

[Io sono …] delle nature.

Io sono […] della creazione degli spiriti.

[…] preghiera delle anime.

Io sono il controllo e l’incontrollabile.

Io sono l’unione e la dissoluzione.

Io sono ciò che è perenne ed Io sono la dissoluzione della materia.

Io sono quella sotto, ed essi vengono sopra di me.

Io sono il giudizio e l’assoluzione.

Io, Io sono senza peccato, e la radice del peccato deriva da me.

Io bramo avidamente l’apparenza esteriore,

e il proprio controllo interiore esiste dentro di me.

Io sono l’ascolto accessibile a tutti

E il discorso che non può essere capito.

Io sono un muto che proprio non parla,

e grande è la moltitudine delle mie parole.

Ascoltatemi in grazia, e imparate di me con approssimazione.

Io sono colei che urla,

e io sono rigettata sopra la faccia della terra.

Io preparo il pane e la mia mente dentro.

Io sono la conoscenza del mio nome.

Io sono quella che grida, ed io ascolto.

Io appaio e [… ] cammino in [… ] sigillo del mio [… ].

Io sono [… ] la difesa [… ].

Io sono quella che è chiamata Verità

e ingiustizia [… ].

Voi mi onorate [… ] e voi mormorate contro di me.

Voi che siete conquistati, giudicate loro (chi conquista voi)

prima che essi esprimano sentenza contro di voi,

perché il giudizio e la parzialità risiedono in voi.

Se voi siete condannati da questo, chi vi affrancherà?

Oppure, se voi sarete liberati da questo, chi sarà in grado di tenervi in custodia?

Perché ciò che è dentro di voi è quello che a voi è fuori,

e quello che vi avvolge all’esterno

è quello che dà la forma all’interno di voi.

E quello che voi vedete fuori di voi,

voi lo vedete dentro di voi;

esso è evidente ed è il vostro vestito.

Ascoltatemi, voi che mi udite,

e imparate le mie parole, voi che mi conoscete.

Io sono la conoscenza che è accessibile a chiunque:

Io sono il discorso che non può essere compreso.

Io sono il nome del suono

e il suono del nome.

Io sono il segno della lettera

e la destinazione della separazione

Ed io […].

(3 linee mancanti)

[…] luce […].

[…] ascoltatori […] a voi

[…] il grande potere.

E […] non rimuoverà il nome.

[…] all’entità che mi ha creato.

E io dirò il suo nome.

Fate attenzione allora alle sue parole

e a tutte le scritture che sono state composte.

Prestate attenzione allora, voi che ascoltate

ed anche voi, gli angeli e quelli che sono stati inviati,

e voi spiriti che vi siete levati dai morti.

Perché Io sono quella che da sola esiste,

ed non ho alcuno che mi giudicherà.

Perché sono molti i gradevoli aspetti che esistono in numerosi peccati

e smoderatezze

e passioni scandalose

e piaceri momentanei

che (gli uomini) assaporano finché non diventano equilibrati

e salgono al loro luogo di riposo.

E loro mi troveranno lì

ed essi vivranno

ed essi non moriranno di nuovo.

Fonte: NR dig da int.

 


Apr 02 2009

Tutti i manoscritti trovati nel 1945 a Nag – Hammadi

Category: Libri e fonti,Religioni e rasiegiorgio @ 23:11

I manoscritti

Gli atti di Pietro e dei dodici apostoli

Allogeni

Apocalisse di Adamo

Prima apocalisse di Giacomo

Seconda apocalisse di Giacomo

Apocalisse di Paolo

Apocalisse di Pietro

Apocrifo di Giacomo

Apocrifo di Giovanni

Asclepio 21-29

L’insegnamento autorevole

Il libro di Tommaso, il contendente

Il concetto del grande potere

Il dialogo del Signore

Il discorso dell’otto e del nove

Eugnostos il Santo

Esegesi dell’anima

Il Vangelo degli Egiziani

Il Vangelo di Filippo

Il Vangelo di Tommaso

Il Vangelo di Verita’

Ipostasia degli arconti

Hypsiphrone

L’interpretazione della conoscenza

La lettera di Pietro a Filippo

Marsanes

Melchizedek

Sulla unzione

Sul battesimo parte A

Sul battesimo parte B

Sull’eucarestia parte A

Sulleucarestia parte B

L’origine del mondo

La parasfrasi di Shem

Platone: La Republica 588A-589B

La preghiera dell’apostolo Paolo

La preghiera di Ringraziamento

Il secondo trattato del Grande Seth

Le sentenze di Sesto

La Sophia di Gesu’   Cristo

L’insegnamento di Silvano

La testimonianza di Verita’

L’insegnamento di Norea

Le tre steli di Seth

Il Tuono, perfetta mente

Il trattato della resurrezione

Protennoia trimorfica

Il trattato tripartito

Una esposizione Valentiniana

Zostrianos


Apr 02 2009

Elenco dei Manoscritti Apocrifi del Nuovo Testamento

Category: Libri e fonti,Religioni e rasiegiorgio @ 07:10

 

Codex Askewianus, alias Pistis Sophia


(data: V secolo). 

Redatto in lingua copta tebana o saidica.  Si trova al
British Museum dal 1785.



 

Codex di Bruce


(data: IV o V secolo). 

Comprende il Libro del gran trattato secondo il
Mistero. Si trona nella Bibliothèque Bodlèienne. E’ scritto in copto
tebano e fu scoperto nel 1769.



 

Codex Beroliniensis 8502


(data: V secolo). In copto tebano. Fu acquistato al Cairo nel 1896. Nel
1945 si trovava ancora a Berlino. Conteneva un Vangelo di Maria, il
Libro segreto di Giovanni, La Sophia di Gesù, gli Atti di Pietro.



 

Protovangelo di Giacomo.


Ricostruito dagli esegeti con l’aiuto di manoscritti ripartiti tra il V
ed il XV secolo. Manoscritti dispersi in numerose biblioteche.



 

Vangelo di Pietro


(data: VIII secolo). Redatto in greco. Scoperto nell’Alto Egitto nel
1887.



 

Apocalisse di Pietro


(data: VIII secolo). Redatto in greco. Scoperto nell’Alto Egitto nel
1887.



 

Vangelo dello pseudo-Matteo


(data: VI o VII secolo). Non è che un rimaneggiamento del Protovangelo
di Giacomo.



 

Racconti dell’Infanzia del Signore
 detto anche Pseudo-Tommaso 

(data: V secolo). Ha dato origine al Libro
armeno dell’Infanzia, del VI secolo, ed al Vangelo arabo dell’Infanzia,
del VIII secolo.



 

Vangelo di Nicodemo
detto anche Atti di Pilato 

(data: IV secolo). In varie versioni copte e
sirine.



 

Vangelo di Gamaliel


(data: secondo i manoscritti, almeno del VII secolo). Scritto in lingua
copta e etiopica.



 

Testamento di Galilea, del N.S.J.C.


(data: secondo i manoscritti, dell’VIII secolo). Versioni in copto e in
etiopico.



 

I Miracoli di Gesù


(data: secondo i manoscritti, almeno dell’IX secolo). Redattto in
etiopico.



 

Vangelo dei Dodici Apostoli


(date: diverse, secondo i manoscritti). E’ citato in quelli di Rufino (V
secolo), traduttore di Origene, come uno dei più antichi vangeli
apocrifi.



 

Vangelo di Bartolomeo


(data: V secolo). Non ne restano che dei frammenti, redatti in copto.



 

Atti di Giovanni


(data: IV secolo). Redatto in greco. Non ne rimangono che i due terzi.



 

Atti di Pietro


(data: V secolo). Redatto in greco. Non se ne possiede che la fine.
L’inizio ci è noto per un frammento copto, e gli Atti, detti di
Vercelli, in latino.



 

Atti di Paolo
detti anche Atti di Paolo e di Tecla


(data: VI secolo nelle loro versioni sirina, slava e araba). Esiste una
pergamena del V secolo con frammenti della versione greca.



 

Atti di Andrea


(data: VI secolo). Redatto in latino. Esistono frammenti manoscritti in
greco.



 

Atti di Tommaso


(data: VI secolo per la versione latina). Esistono delle versioni greche
e sirine anteriori, probabilmente del V secolo.



 

Apocalisse di Paolo


(data: V secolo). Redatta in greco. Ne esiste una versione posteriore,
in latino.




 

Omelie Clementine


(data: V secolo). Redatte in greco. Il testo greco delle Omelie ci è
stato conservato, ma quello delle Riconoscenze (la sua seconda parte) è
andato perduto. Non se ne possiede che la versione latina di Rufino.


 

 

Fonte: il tredicesimoapostolo


Apr 02 2009

Tutti i manoscritti del Nuovo Testamento e degli Apocrifi

Category: Libri e fonti,Religioni e rasiegiorgio @ 05:54

Elenco dei  più antichi manoscritti e frammenti  del Nuovo Testamento  e Apocrifi

 

 

Frammenti del nuovo testamento su papiro.


 

Le più antiche versioni complete della bibbia conosciute sono nel  Codex Vaticanus e nel Codex Sinaiticus. 

I manoscritti più antichi sono frammenti di versi o di capitoli dei libri biblici. 

A molti di essi é stato attribuito un nome ma altri sono stati semplicemente numerati da P1 (papiro numero 1) al  P5300. 

Ecco la lista dei più antichi:

 

Papiro di Rylands (P52)

E’ uno dei più vecchi frammenti di papiro del Nuovo Testamento, é in forma di codice (scritto da ambo il lati) e contiene Giovanni 18:31-33 and 37-38. 

E’ stato ritrovato in Egitto ed é stato datato intorno al 125 A.D. 

E’ attualmente conservato presso il Giovanni Rylands Library di Manchester, Inghilterra.

 

Il papiro di Bodmer (P66, P72-75)

E’ una collezione costituita da una cinquantina di manoscritti in greco scoperti da   M. Martin Bodmer nel 1955-56, é sono stati datati al intorno al 200 A.D. 

La parte principale della collezione é conservata presso la Bibliotheca Bodmerianasi Colonia (nei pressi di Ginevra). 

L’unica eccezione é costituita dal papiro VIII (che contiene Pietro 1 e 2), che fu offerto in dono a Papa Paolo VI nel 1969; il testo é conservato nella libreria Vaticana. La raccolta fu scoperta in Egitto . 

Essa contiene sia codici (scitti da ambo i lati) che rotoli (scritti su una sola facciata); la maggior parte di essi sono papiri, mentre tre di essi sono pergamene (Pap. XVI, XIX, and XXII). 

I manoscritti comprendono brani del vecchi e del nuovo testamento insieme a scritti della chiesa delle origini.

Il papiro P75 (vangelo di Luca e Giovanni) appare virtualmente identico al testo del   Codex Vaticanus.

Esso sembra richiamare Giovanni 6:58-71

 

Il papiro di  Chester Beatty  P45 

Datato al 200-250 A.D.,

Fu reso pubblico nel 1931, contiene i quattro Vangeli e gli Atti, in quaderni da due fogli. Purtroppo è in pessimo stato di conservazione;

Non rimane che: Matteo (XX, da da 24 a XXI, 19; XXV, da 41 a XXVI, 33),

Marco (IV, da 36 a IX, 31; XI, da 27 a XII, 28), Luca (VI, da 31 a VII,

7; IX, da 26 a XIV, 33).

 

Il papiro di Magdalen (P64)

Il papiro é stato conservto nella biblioteca del Magdalen College per più di 90 anni. 

Esso fu donato alla biblioteca dal cappellano inglese, Rev. Charles Huleatt, che lo aveva acquistato in un antico percato di Luxor in Egitto. 

Utilizzando un microscopio a scansione accompagnato dalla analisi papirologica convenzionale, il prof. Thiede lo ha ridatato intorno alla metà del secondo secolo, tra il 30 and 70 A.D.

In questo papiro il nome di Gesù é scritto  “KS”, abbreviazione delle parola greca  Kyrios, cioè Signore. 
Matteo 26

 

Il papiri Oxyrhynchusi 

Metà del secondo secolo, 

Contiene detti di Gesù che sono paralleli a quelli dei quattro vangeli. 

Più di 200o papiri provenienti dall’ Oxyrhynchus in Egitto, sono stati pubblicati, molti di essi non sono testi biblicil. 

I passaggi biblici si pensa siano stati copiati da un antico manoscritto databile, probabilmente, al 110-130 D.C.

 

 

Qumran Grotta 7

 

7Q4 1,2 

Attribuito alla prima lettera a Timoteo 3:16-4:3, successivamente unito ai frammenti 8 e 12 dal papirologo E.Muro é stato, invece, attribuito a 7Q4I Enoch 103:3-8 

 

7q8 

Attribuito alla epistola di Gicomo 1:23-24 é, come detto, stato assembrato insieme a 7Q4 1,2 e riattribuito ad Enoch

 

7q6 1,2 

is Marco 4:8 and Atti 27:38

Restano ancora in piedi le ipotesi:

 

7Q61 

Marco 4,28

 

7Q62 

Atti 27,38

 

7Q9 

Romani 5,11-12

 

7Q10 

Pietro 2 1,15

 

7Q15 

Marco 6,48

 

Rese varie, 

A questo punto, improbabili le datazione per  le  ridottissime dimensioni e dai lavori di Puech e Muro sui rimanenti frammenti, oltre che dalla difficoltà storica della collocazione del NT in area esseno-qumramiana

 

 

Qumran grotta 7

 

7q5 

E’ stato attribuito a  6:52-53 

ma anche a Gen 10:10
Gen 46:20
Gen 46:21
Deu 1:36
Jos 21:12
1Sa 26:7
1Es 6:26
Hos 5:7
Joh 9:32

L’attribuzione più probabile sembra esser Ge. 46:20 anche se Muro contesta, attraverso una complessa analisi, tutte le attribuzioni sostenendo che il papiro in questione é frutto di una sovrapposizione di più papiri.

 

 

Varie 

 

P67

 Barcelona; datato 200D.C. ; contiene (Mt 3:9, 3:15, 15:20-22, 15:25-28).  

 

P1 

università della Pensilvania a Filadelfia;terzo secolo; contiene (Mt 1:1-9, 1:12-20, 1;23).  

 

P3 

 (data: VI secolo). Contiene Luca (capitolo VII, da 36 a 45 e X, da38 a 42).  

 

P4 

Biglioteca nazionale di Parigi;terzo secolo; contiene brani del Vangelo di Luca. 

Secondo altre fonti classificato come parte del P64 insieme al papiro P67

 

P37 

 (data: III o IV secolo). Università del Michigan Biblioteca Ann Arbor; terzo o quarto secolo; contiene 33 versi tratto dal capitolo 26 di Matteo (capitolo XXVI, da 19 a 52).

 

 

Elenco completo dei frammenti di papiro del Nuovo Testamento

 

Pap.  –  Secolo  –  Conservato presso  –  Contenuto

 

P1  –  III  – Filadelfia   – Matteo 1:1-9, 12 and 13, 14-20

 

P2  –  VI – Firenze – Parte di Giovanni

 

P3 – VI/VII- Vienna Parte di Luca

 

P4 –  III –Paris- Parte di Luca…secondo un’altra ricostruzione é parte di P64 insieme a P67

 

P5- III –London- Giovanni 1:23-31, 33-41; 16:14-30; 20:11-17, 20:19-25.

 

P6 –IV Stasburgo Parte di Giovanni

 

P7 –IV/VI(?)- Kiev- Parte di Luca

 

P8 –IV –Berlino –Parte di Atti

 

P9 –III –Cambridge, Mass. – I Giovanni 4:11-12, 14-17

 

P10- IV –Cambridge. Mass. – Parte di Romani

 

P11 –VII –Leningrad –Parte di I Corinzi

 

P12 –III –New York –Ebrei 1:1.

 

P13 –III/IV –Londra e Firenze – Ebrei 2:14-18; 3:1-19; 4:1-16; 5:1-5; 10:8-22, 29-39; 11:1-13, 28-40; 12:1-17.

 

P14 –V –Sinai –Parte di I Corinzi

 

P15 –III –Cairo –I Corinzi 7:18-40 (verso) aned 7:40 – 8:1-4 (recto).

 

P16 –III/IV –Cairo – Filippesi 3:9-17 (recto) e Philippians 4:2-8 (verso).

 

P17 –IV –Cambridge –Ebrei 9:12-19.

 

P18- III/IV –London –Apocalisse 1:4-7

 

P19 –IV/V –Oxford –Parte di Matteo

 

P20 –III –Princeton –Giacomo 2:19-3:2 (recto) e Giacomo 3:3-9 (verso).

 

P21 –IV/V –Allentown, Pa. – Parte di Matteo

 

P22 –III –Glasgow – Giovanni 15:25-16:2 e Giovanni 16:21-32

 

P23 – III –Urbana  Ill.-  Giacomo 1:10-12 (verso) e Giacomo 1:15-18 (recto).

 

P24 –IV –Newton Center Mass. –Apocalisse  5:5-8 (recto) e 6:5-8 (verso).

 

P25 –IV – Berlino – Parte di Matteo

 

P26 – ca. 600 – Dallas – Parte di Romani

 

P27 – III – Cambridge – Parte di Romani

 

P28 – III – Berkeley – Parte di Giovanni

 

P29 – III – Oxford – Parte di Atti

 

P30 – III Client – Parte di I and II Tessalonicesi

 

P31 – VII-  Manchester – Parte di Romani

 

P32 – ca. 200 – Manchester – Tito 1:11-15 (recto) and Tito 2:3-8 (verso).

 

P33 – VI – Vienna Parte di Atti

 

P34 – VII – Vienna – Parte di I and II Corinzi

 

P35 – IV(?) – Firenze – Parte di Matteo

 

P36 – VI – Firenze – Parte di Giovanni

 

P37 – III/IV – Ann Arbor. Mich. – Parte di Matteo

 

P38 – ca. 300 – Ann Arbor. Mich. – Parte di Atti

 

P39 – III Chester, Pa. – Parte di Giovanni

 

P40 – III Heidelberg – Portions Romani

 

P41 – VIII – Vienna – Parte di Atti

 

P42 – VII/VIII – Vienna – Parte di Luca

 

P43 – VI/VII – London – Parte di Apocalisse

 

P44 – VI/VII – New York – Parte di Matteo and Giovanni

 

P45 – III – Dublin – Parte di Matteo, Marco, Luca, Giovanni and Atti

 

P46 – ca. 200 – Dublin – Parte di Romani, I and II Corinzi, Galatians, Ephesians,Colossesi, I Tessalonicesi and Hebrews

 

P47 – III – Dublin – Parte di Apocalisse

 

P48 – III – Firenze – Parte di Atti

 

P49 – III – New Haven, Conn. – Parte di Ephesians

 

P50 – IV/V – New Haven, Conn. – Parte di Atti

 

P51 – ca. 400 – Oxford – Parte di Galatians

 

P52 – II – Manchester – Parte di Giovanni

 

P53 – III – Ann Arbor – Parte di Matteo and Atti

 

P54 – V/VI – Princeton – Parte di Giacomo

 

P55 – VI/VII – Vienna – Parte di Giovanni

 

P56 – V/VI – Vienna – Parte di Atti

 

P57 – IV/V – Vienna – Parte di Atti

 

P59  –VI –New York – Parte di Giovanni

 

P60 – VII – New York – Parte di Giovanni

 

P61 – ca. 700 – New York – Parte di Romani, I Corinzi, Filippesi. Colossesi. I Tessalonicesi, Tito and Filemone

 

P62 – IV – Oslo – Parte di Matteo

 

P63 – ca. 500 – Berlino – Parte di Giovanni

 

P64 – ca. 200 – Oxford  e Barcelona – Parte di Matteo

 

P65 – III – Firenze – Parte di I Tessalonicesi

 

P66 – ca. 200 – Colonia – Parte di Giovanni

 

P68 – VII(?) – Leningrado – Parte di I Corinzi

 

P69 – III – Oxford – Parte di Luca

 

P70 – III – Oxford – Parte di Matteo

 

P71 – IV – Oxford – Parte di Matteo

 

P72 – III/IV – Colonia – Parte di I and II Pietro, and Giuda

 

P73 – ? – Colonia-  Parte di Matteo

 

P74 – VII – Colonia – Parte di Atti, I and II Pietro, Giacomo, I, II and III Giovanni and Giuda

 

P75 – III – Geneva – Parte di Luca

 

P76 – VI – Vienna – Parte di Giovanni

 

P77 – II/III – Oxford – Parte di Matteo

 

P78 – III/IV – Oxford – Parte di Giuda

 

P79 – VII – Berlino – Parte di Hebrews

 

P80 – III – Barcelona – Parte di Giovanni

 

P81 – IV – Barcelona – Parte di I Pietro

 

P82 – IV/V – Stasburgo – Parte di Luca

 

P83 – VI – Louvain – Parte di Matteo

 

P84 – VI – Louvain – Parte di Marco and Giovanni

 

P85 – IV/V – Stasburgo – Parte di Apocalisse

 

P86 – IV – Colonia – Parte di Matteo

 

F87 – III – Colonia – Parte di Filemone

 

P88 – IV – Milano – Parte di Marco

 

P90 – II – Oxford – Recto: Giovanni 18:36 – 19:1. Verso: Giovanni 19:2-7.

 

P91-  III – Milano –  Atti 2:30-37, 46-47; 3:1-2.

 

P92 – III/IV – Cairo – Efesini 1:11-13, 19-21. II Tessalonicsi 1:4-5, 11-12.

 

P93 – V/VI-  Firenze-

 

P94 – V/VI – Cairo-

 

P95 – III – Firenze – Giovanni 5:26-29, 36-38.

 

P96 – VI – Vienna-

 

P97 – VI – Dublino-

 

P98 – II-  Cairo-

 

P99 – V – Dublino – Apocalisse  1:13-2:1.

 

P100 – III/IV-  Oxford – Verso, Giacomo 4:9 – 5:1. Recto, Giacomo 3:13 – 4:4.

 

P101 – III – Oxford – Verso, Matteo 3:10-12. Recto, Matteo 3:16 – 4:3.

 

P102 – III/IV – Oxford – Recto, Matteo 4:11-12. Verso, Matteo 4:22-23.

 

P103 – II/III – Oxford – Recto, Matteo 13:55-56. Verso, Matteo 14:3-5.

 

P104 – II – Oxford – Recto, Matteo 21:34-37. Verso, Matteo 21:45?.

 

P105 – V/VI-  Oxford-

 

P106 – III – Oxford – Verso, Giovanni 1:29-35. Recto, Giovanni 1:40-46.

 

P107 – III – Oxford – Verso, Giovanni 17:1-2. Recto, Giovanni 17:11.

 

P108 – III – Oxford – Verso, Giovanni 17:23-24. Recto, Giovanni 18:1-5.

 

P109 – III – Oxford – Verso, Giovanni 21:18-20. Recto, Giovanni 21:23-25

 

P110 – IV – Oxford-

 

P111 – 3 – Oxford – Luca 17:11-13; 22-23

 

P112 – 3 – Oxford-

 

P113 – 3 – Oxford – Romani 2:12-13, 29.

 

P114 – 3-  Oxford – Ebrei 1:7-12

 

P115 – 3-  Oxford – Apocalisse 2:1-3,13-15,27-29; 3:10-12; 5:8-9; 6:5-6; 8:3-8,11-13; 9:1-5,7-16,18-21; 10:1-4,8-11; 11:1-5,8-15,18-19; 12:1-5,8-10,12-17; 13:1-3,6-16,18; 14:1-3,5-7,10-11,14-15,18-20;15:1,4-7

 

 

 

I più antichi codici completi del nuovo testamento

 

Codex Sinaiticus

Datato alla metà del quarto secolo, conteneva in origine, sia il Nuovo che l’Antico,   insieme alle epistole di Barnaba ed Il pastore di Hermas, tutti scritti in greco .

Ritrovato da Tischendorf  nella biblioteca dell monastero di Santa Caterina, sul Sinai, nel 1844 fu portato a San Pietroburgo. 

Nel 1933 fu venduto al British Museum di Londra ove é attualemnte conservato.

 

Codex Vaticanus

Codice del quarto secolo contenente il vecchio ed il Nuovo testamento.

L’originale é conservato in Vaticano

Il codice fu condotto in Vaticano da Costantinopoli come dono del papa é entrato in Vaticano fra il 1475 e il 1481..

Del vecchio testamento riporta Gen.1-46:28;, una porzione del secondo libro dei Re, ed i Salmi 105.137. 

Del Nuovo testamento contiene tutto eccetto Ebrei 9,14, la prima e seconda lettera a Timoteo, l’epistola a Tito e l’Apocalisse.

Non é stato reso disponibile agli studiosi fino al 1889..

Ne il Sinaiticus nè il  Vaticanus contengono gli ultimi dodici versi di Marco (Marco 16:9-20). Questi sono i soli due manoscritti in greco(Sinaiticus and Vaticanus), su un totale di  620 contenenti il Vangelo di Marco che omettono questi versi..

 

 

I codici dal quarto secolo in poi

 

Codex Alexandrinus 


(data: 400 A.D.). 

Contiene il Vecchio Testamento ed il Nuovo cominciando
da quello di Matteo, XXV, 6. Testo meno buono di quello precedente,
specialmente per i Vangeli. Si trova nel British Museum di Londra.



 

Codex Ephraemi Rescriptus


(data: 400 A.D.). 

Palinsesto. Nel XII secolo il testo biblico é stato
ricoperto da una versione greca dei trattati di Sant’Efraim. 

E’ di
origine egiziana, portato a Parigi da Caterina dé Medici, è conservato
alla Biblioteca Nazionale.



 

Codex Bezae, o Codex Cantabrigensis


(data: 450 A.D.+). 

Contiene, con qualche lacuna, i quattro Vangeli e
gli atti. Manoscritto bilingue greco-latino. 

Dal IX secolo, si trovava a
Lione. 

Nel 1581 fu donato da Teodoro di Bèze all’Università di Cambrige,
dove si trova tuttora.



 

Codex Freer


(data: V secolo). 

Contiene i quattro Vangeli, con delle lacune, e
un’aggiunta da Marco, XVI, 14. 

Fu acquistato dal Freer nel 1906 da un
mercante arabo. 

Si trova attualmente a Washington.



 

Codex Koridethi


(data dal VII al IX secolo). 

E’ conservato a Tiflis, ma proviene,
secondo alcune note marginali, dal monastero di Koridethi nel Caucaso.

Codex Regius detto anche Codex Parisiensis
(data: VIII secolo). 

Ha numerose correzioni e note marginali. 

Si trova
nella Biblioteca Nazionale di Parigi.



 

Codex Beratimus


(data: VI secolo).

Contiene i Vangeli di Marco e Matteo, su pergamena
porpora. 

Si trova a Bèrat, in Albania.



 

Codex Athusiensis


(data VIII o IX secolo).

 Contiene il Nuovo Testamento, eccetto Matteo,
Marco (I, da 1 a IX, 4 ) e l’Apocalisse.


 


Codex Vercellensis


(data IV secolo). 

In latino. Si trova a Vercelli.



 

Codex Veronensis


(data: IV o V secolo).  

In latino. E’ a Verona.



 

Codex Culbertinus


(data: XII secolo). 

In latino. Si trova a Parigi.



 

Codex Sangermanensis


(data: VIII secolo). 

In latino. A Parigi.



 

Codex Brixianus


(data: VI secolo). 

In latino E’ a Brescia



 

Codex Palatinus


(data: V secolo). I

n latino. A Dublino.



 

Codex Bobiensis

(data IV o V secolo). 

In latino. Non contiene che Marco (da VIII, 3, a
XVI, 8 ) e Matteo (da I, 1 a XV, 36) con delle lacune.



 

Codex Monacensis


(data: VI o VII secolo). In Latino.


 

Codex Curetonianus

(data: IV secolo). 

In sirico. Scoperto in un monastero del deserto di
Nitria (Egitto) nel 1842.



 

 

Elenco dei Manoscritti Apocrifi del Nuovo Testamento

 


Codex Askewianus, alias Pistis Sophia


(data: V secolo). 

Redatto in lingua copta tebana o saidica. 

Si trova al
British Museum dal 1785.



 

Codex di Bruce


(data: IV o V secolo). 

Comprende il Libro del gran trattato secondo il
Mistero. Si trona nella Bibliothèque Bodlèienne. E’ scritto in copto
tebano e fu scoperto nel 1769.



 

Codex Beroliniensis 8502


(data: V secolo). In copto tebano. Fu acquistato al Cairo nel 1896. Nel
1945 si trovava ancora a Berlino. Conteneva un Vangelo di Maria, il
Libro segreto di Giovanni, La Sophia di Gesù, gli Atti di Pietro.



 

Protovangelo di Giacomo.


Ricostruito dagli esegeti con l’aiuto di manoscritti ripartiti tra il V
ed il XV secolo. Manoscritti dispersi in numerose biblioteche.



 

Vangelo di Pietro


(data: VIII secolo). Redatto in greco. Scoperto nell’Alto Egitto nel
1887.



 

Apocalisse di Pietro

(data: VIII secolo). Redatto in greco. Scoperto nell’Alto Egitto nel
1887.



 

Vangelo dello pseudo-Matteo


(data: VI o VII secolo). Non è che un rimaneggiamento del Protovangelo
di Giacomo.



 

Racconti dell’Infanzia del Signore
 detto anche Pseudo-Tommaso 

(data: V secolo). Ha dato origine al Libro
armeno dell’Infanzia, del VI secolo, ed al Vangelo arabo dell’Infanzia,
del VIII secolo.



 

Vangelo di Nicodemo
detto anche Atti di Pilato 

(data: IV secolo). In varie versioni copte e
sirine.



 

Vangelo di Gamaliel


(data: secondo i manoscritti, almeno del VII secolo). Scritto in lingua
copta e etiopica.



 

Testamento di Galilea, del N.S.J.C.


(data: secondo i manoscritti, dell’VIII secolo). Versioni in copto e in
etiopico.



 

I Miracoli di Gesù


(data: secondo i manoscritti, almeno dell’IX secolo). Redattto in
etiopico.



 

Vangelo dei Dodici Apostoli


(date: diverse, secondo i manoscritti). E’ citato in quelli di Rufino (V
secolo), traduttore di Origene, come uno dei più antichi vangeli
apocrifi.



 

Vangelo di Bartolomeo


(data: V secolo). Non ne restano che dei frammenti, redatti in copto.



 

Atti di Giovanni


(data: IV secolo). Redatto in greco. Non ne rimangono che i due terzi.



 

Atti di Pietro


(data: V secolo). Redatto in greco. Non se ne possiede che la fine.
L’inizio ci è noto per un frammento copto, e gli Atti, detti di
Vercelli, in latino.



 

Atti di Paolo
detti anche Atti di Paolo e di Tecla

(data: VI secolo nelle loro versioni sirina, slava e araba). Esiste una
pergamena del V secolo con frammenti della versione greca.



 

Atti di Andrea


(data: VI secolo). Redatto in latino. Esistono frammenti manoscritti in
greco.



 

Atti di Tommaso


(data: VI secolo per la versione latina). Esistono delle versioni greche
e sirine anteriori, probabilmente del V secolo.



 

Apocalisse di Paolo


(data: V secolo). Redatta in greco. Ne esiste una versione posteriore,
in latino.




 

Omelie Clementine


(data: V secolo). Redatte in greco. Il testo greco delle Omelie ci è
stato conservato, ma quello delle Riconoscenze (la sua seconda parte) è
andato perduto. Non se ne possiede che la versione latina di Rufino.


 

 

Fonte: il tredicesimoapostolo/


Mar 03 2009

L’umanità è avviata con un senso di onnipotenza…

L’umanità è avviata con un senso di onnipotenza  e  mancanza di dignità, verso un assetto globale che mira alla distruzione, sia dell’ordine naturale, che della sacralità , per affermare il proprio nulla.


Mar 03 2009

Venera Dio sul tuo cammino, qualunque sia la forma in cui si manifesta

Category: Bibbia ed Egitto,Religioni e rasiegiorgio @ 09:43

 

Venera Dio sul tuo cammino,

Qualunque sia la forma in cui si manifesta

Che sia abbellito con pietre preziose o rappresentato da una statua di rame

Una forma ne sostituirà un’altra

Come una nuova inondazione segue la precedente

(insegnamento per Merekarie )

 

 

Dice Mosè: Perche il Signore vostro Dio è il Dio degli dèi

(Bibbia aramaica, Deuteronomio 10,17).

 

L’insegnamento impartito a Merekarie spiega che Dio si può conoscere tramite la varietà del creato. Questa presenza si manifesta nella vita quotidiana, in cui si riconosce il creatore attraverso la sua creazione, che suscita rispetto per la natura e compassione per l’uomo.

Unico o molteplice, visibile o invisibile, questo Dio è il medesimo nella Bibbia e nell’antico Egitto. È un Dio universale che ignora le rivalità e che è all’origine della creazione, che ha voluto per il bene e per amore degli uomini. Invocando il suo nome il faraone aveva il dovere di garantire la pace tra i popoli in terra d’Egitto. Il molteplice era l’unico, l’unico era il molteplice.

La spiritualità è parte integrante delle virtù più elevate: nobiltà d’animo, amore, eroismo, dignità, indipendenza. La natura è un incanto, una benedizione. Vi è spiritualità quando l’universo interiore ed esteriore sono in armonia perfetta.  La spiritualità è uno stato di semplicità sottile, in cui la bellezza del mondo si rivela istante dopo istante.

Il divino è tranquillo e silenzioso. Non appartiene a nessuno.

Le rappresentazioni scultoree e pittoriche fanno parte della bellezza del mondo, così come le religioni, le loro gioie, le loro feste, le loro tradizioni dolci e umane.

 

 

Fonte: Srs di Messod e Roger Sabbah


Feb 24 2009

Dopo che TU sarai morto…

Category: Conoscenza varie,Religioni e rasiegiorgio @ 13:37

Dopo che TU sarai morto, 

il TUO corpo finirà sotto terra 

e la TUA anima andrà in Paradiso. 

E TU ?  TU dove andrai ?


Feb 23 2009

La verità vi farà liberi, la menzogna credenti

Category: Conoscenza varie,Religioni e rasiegiorgio @ 20:13

 

La verità vi farà liberi, la menzogna credenti; perché la menzogna ha un  fascino segreto e un potere invincibile sugli animi, si accredita con l’opinione, si afferma e si consolida con l’uso, assume tutte le apparenze della verità, presto o tardi giungerà a sottomettervi, e acquisterà sugli animi un dominio indistruttibile.


Feb 23 2009

UNA STORIA EBRAICA DI GESU’

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 16:54

 

Il testo che segue è la traduzione italiana di una “Toledoth Yeshu”, pubblicata in inglese sul web all’indirizzo   “http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/toledoth.html” da Alan Humm. 

Si può trovare stampata nel volume di Morris Goldstein Jesus in the Jewish Tradition, New York 1950, pp. 148-154. La traduzione italiana, corredata di introduzione e note, è ora stata pubblicata sul numero 1 anno 2002 della rivista “L’idea. Giornale di pensiero”, edita  da GEI editrice, Roma.

 

Le Toledoth (da tradurre semplicemente come “storie” o “dicerie”) sono un genere tradizionale ebraico di narrazioni relative spesso ad argomenti scritturali. In particolare, le Toledoth Yeshu sono racconti polemici che rivisitano la storia di Gesù e della nascita del Cristianesimo in chiave di derisione e condanna. I documenti risalgono al più presto al tardo Medioevo; più spesso sono inseriti in opere a stampa di età rinascimentale. Le tradizioni  cui si riferiscono sono invece in parte assai più antiche, dovendo essere ricondotte alla prima polemica tra giudaismo e corrente giudeo-cristiana e successivamente alla difesa ebraica contro l’accusa di deicidio. Numerosi elementi narrativi riconoscibili in questa Toledoth sono già presenti nella polemica antigiudaica dei primi padri della chiesa (Tertulliano, Origene); altri episodi sono riscontrabili in testi  di provenienza rabbinica, anch’essi databili ai primi secoli del Cristianesimo.

 

Attiro l’attenzione dei lettori su alcuni aspetti che necessitano un approfondimento ed un tentativo di interpretazione:

1. come avviene nella maggior parte dei testi ebraici sull’argomento, l’ambito cronologico della vita di Gesù viene retrocesso di più di un secolo, al tempo dell’ultimo grande re asmoneo, Alessandro Ianneo; in quell’epoca, sconfitti i Siriani e prima che si affermasse l’influenza romana, Israele era indipendente; le lotte religiose erano molto accanite. Alessandro perseguitò crudelmente i farisei (secondo la testimonianza di Giuseppe Flavio); gli successe la moglie Alessandra Salome (che il nostro testo chiama Elena).

2. in mancanza dei Romani, gli Ebrei riconoscono la propria responsabilità nella condanna di Gesù, interpretandola come un atto secondo giustizia nei confronti di un empio e impostore. Anche questo è un elemento che ricorre già a partire dai primi secoli: gli Ebrei non hanno mai cercato, quanto meno fino ai tempi moderni, di rivendicare una loro estraneità alla morte di Gesù.

3. gran parte degli episodi inclusi nella Toledoth possono essere letti come rovesciamenti capziosi di fatti narrati nei vangeli (canonici e non): così, in particolare:

a)      la negazione della nascita verginale,

b)      la capacità di Gesù quale operatore di miracoli, ottenuta con l’inganno,

c)      le dispute scritturali con i Dottori (probabilmente rabbini, quali successori dei farisei),

d)      la base primigenia del movimento cristiano in Galilea.  

Particolarmente interessante mi pare la citazione attribuita a Gesù della formula messianica contenuta nel salmo II: “Mio figlio sei tu; oggi ti ho generato”. Come è noto, questa formulazione non si trova nei vangeli canonici, (che conoscono la formula “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”) ma solo in Atti 13:33, dove però è chiaramente riferita alla Resurrezione, e nella Lettera agli Ebrei. E’ invece presente, riferita al battesimo di Gesù, nel vangelo apocrifo degli Ebioniti [1]. Si può quindi legittimamente pensare che sia proprio questo vangelo, anticamente in uso da parte di una corrente giudeo-cristiana presto dichiarata eretica dalla chiesa cattolica, ad essere la specifica fonte della citazione.

 

[1] Il testo è perduto e sopravvive solo in alcune citazioni del padre della chiesa Epifanio nel Panarion, che lo definisce anche Vangelo degli Ebrei.

 

Altri tratti narrativi non sembrano avere riscontro nella letteratura cristiana: si tratta probabilmente di elementi favolistici e tardi, ma non si può escludere che in parte derivino da tradizioni antiche delle quali non siamo più a conoscenza. Senz’altro antico è il nome “Pantera” o “Pandera” per il padre di Gesù, che si trova già in Celso (attribuito però ad un soldato romano) e in accenni di Origene alla genealogia di Giuseppe. Siamo probabilmente di fronte alla deformazione ingiuriosa del termine “parthenos” (= vergine in greco), per cui Gesù, da figlio della vergine diventerebbe “figlio della pantera”. Non è probabilmente lecito, anche se intrigante, pensare che dalla formula (polemica e anticristiana) Gesù ben Pantera sia sorta, per assonanza, l’immagine figurata di Gesù come pantera, leopardo o tigre, frequente nei bestiari medievali ed usata in epoca contemporanea da T. S. Eliot, sia in Gerontion che in Mercoledì delle Ceneri.

4. fondamentale mi sembra l’insistenza del testo sulla discordia che l’azione di Gesù e dei suoi seguaci avrebbe creato in Israele; discordia che, nonostante l’uccisione dei discepoli, sarebbe continuata anche dopo la morte di Gesù, tanto da dover inventare un personaggio a mezzo tra Pietro e Paolo che avrebbe condotto, “a fin di bene” al distacco dei seguaci di Gesù dal giudaismo; il che, si noterà, fu proprio l’effetto che storicamente ebbe la predicazione paolina, ma interpretato come purificazione del giudaismo da una setta eretica. Ci troviamo qui evidentemente di fronte ad una giustificazione “provvidenziale” a posteriori del fatto che il movimento nato dalla predicazione di Gesù, pur avendo origine da un inganno e nonostante l’eliminazione dei discepoli, sia risultato a conti fatti vincente.

 

In sostanza, le Toledoth Yeshu non apportano nulla di nuovo alla nostra conoscenza delle origini cristiane, ma sono una documentazione della risposta polemica giudaica ai ricorrenti attacchi provenienti da parte cristiana, almeno a partire dalla fine del I secolo, quando la frattura tra giudaismo e cristianesimo, con la marginalizzazione prima della setta dei nazareni e successivamente degli ebioniti, si fece definitiva. Benché si tratti di testi relativamente recenti, conservano senz’altro un nucleo antico, che per alcuni tratti si può pensare contemporaneo alla formazione dei vangeli canonici. A giudicare da questo ed analoghi testi, anche quelli più vicini ai fatti, che ci sono noti solo attraverso le allusioni di autori cristiani, non sembra che gli ebrei abbiano avuto una propria tradizione, autonoma e di “prima mano” riguardo alla figura di Gesù di Nazareth, ma piuttosto che si siano ingegnati, nel corso dei secoli, a replicare come potevano all’agiografia di fonte cristiana.

 

Ulteriori notizie sull’interpretazione giudaica di Gesù, con riguardo alle testimonianze più antiche, si possono reperire in:  F.F. Bruce, Gesù visto dai contemporanei – Le testimonianze non bibliche; Claudiana Editrice, 1989.  

 

N.B. le note al testo sono di Morris Goldstein se contrassegnate con (G); di Alan Humm se contrassegnate con (AH); mie , se senza sigla e a fondo pagina.

 

FRANK POWERFUL

 

TOLEDOTH YESHU

 

Nell’anno 3671 [circa 90 AC (G)] ai giorni di Re Ianneo, una grande sventura colpì Israele, quando dalla tribù di Giuda sorse un certo uomo malfamato di nome Giuseppe Pandera. Viveva a Betlemme, in Giudea.

Vicino alla sua casa abitavano una vedova e la sua bella e casta figlia, chiamata Miriam. Miriam era promessa a Giovanni[1], della stirpe reale di David, un uomo istruito nella Legge e timorato di Dio.

Alla fine di un Sabbath, Giuseppe Pandera, bello e in apparenza simile a un guerriero, avendo ammirato Miriam con lussuria, bussò alla sua porta e la ingannò, fingendo di essere il suo promesso sposo, Giovanni. Anche così, ella fu stupita da questa cattiva condotta e si sottomise soltanto controvoglia [2].

Più tardi, quando venne da lei Giovanni, Miriam si lamentò del suo comportamento, così diverso da quello consueto. Fu così che i due si resero conto del misfatto di Giuseppe Pandera e del terribile sbaglio da parte di Miriam. In seguito a ciò, Giovanni andò dal maestro Shimeon ben Shetah[3] e gli raccontò della tragica seduzione. Poiché mancavano i testimoni necessari per la punizione e Miriam aveva concepito un figlio, Giovanni partì per Babilonia. [secondo alcune tradizioni, “per l’Egitto”  (AH)]

Miriam partorì un figlio maschio e lo chiamò Giosué, come suo fratello. Questo nome più tardi fu deformato in Gesù. L’ottavo giorno, (il bambino) fu circonciso. Quando fu abbastanza grande, il ragazzo venne portato da Miriam nella scuola, per essere istruito nelle tradizioni dei Giudei.

Un giorno, Gesù si presentò di fronte ai Dottori, a capo scoperto, dimostrando una vergognosa irriverenza. Per cui, sorse la discussione se tale comportamento non dimostrasse, in verità, che Gesù era un figlio illegittimo e figlio di un niddah. [impurità sessuale (incesto, adulterio, prostituzione ecc.) (AH)]. Inoltre, la storia dice che mentre i maestri stavano discutendo il trattato Nezikin, propose impudentemente la sua propria interpretazione della legge e nel dibattito che ne seguì, affermò che Mosè non poteva essere il più grande dei profeti, poiché aveva dovuto ottenere consiglio da Jethro. Ciò portò ad ulteriori indagini sui progenitori di Gesù e venne scoperto, tramite Shimeon ben Shetah, che era il figlio illegittimo di Giuseppe Pandera. Miriam lo ammise.  [in una versione di tale ammissione, ella confessa che non solo Gesù è il frutto di una unione illecita, ma che in quei giorni ella era impura per le mestruazioni (i rapporti sessuali anche con il coniuge non sono leciti durante le mestruazioni, o, nella legge rabbinica, per qualche tempo dopo) (AH)]  Quando ciò divenne noto, Gesù dovette fuggire in Alta Galilea.[4]

Dopo re Ianneo, sua moglie Elena [Salome Alexandra (G)]  regnò su tutto Israele. Nel Tempio si trovava la Pietra della Fondazione, sulla quale erano intagliate le lettere del Nome Ineffabile di Dio. Chiunque avesse imparato il segreto del Nome ed il suo uso sarebbe stato in grado di fare tutto quello che desiderava. Perciò i Dottori si preoccuparono affinché nessuno potesse ottenere tale conoscenza. Leoni di bronzo furono legati alle due colonne di ferro del cancello dell’altare dei sacrifici. Se qualcuno fosse entrato e avesse imparato il Nome, all’uscita i leoni avrebbero ruggito e il prezioso segreto sarebbe stato immediatamente dimenticato.

Gesù entro e imparò le lettere del Nome; le scrisse su una pergamena che mise in un taglio aperto nella sua coscia e poi piegò la carne sopra la pergamena. Quando uscì, i leoni ruggirono e lui dimenticò il segreto. Ma quando arrivò nella sua casa, riaperse la ferita con un coltello e ne tirò fuori lo scritto. Allora ricordò e ottenne l’uso delle lettere. 

[in accordo con il tono generale della polemica ebraica sui miracoli di Gesù, che risale almeno all’epoca di Celso (II secolo), questa tradizione non nega la capacità di Gesù di compiere miracoli, accusandolo invece di preticare la magia. Questa versione accetta anche l’origine divina dei miracoli, attribuendoli all’abuso del nome divino, con i poteri ad esso connaturati. Nell’Alphabet di Ben Sira, Lilith viene accusata dello stesso crimine, avendo usato il potere del nome per fuggire dal giardino dell’Eden (AH)]

Raccolse intorno a sé 310 giovani di Israele e accusò chi parlava male della sua nascita di essere gente che desiderava grandezza e potere per sé. Gesù proclamava: “Io sono il Messia; e a proposito di me Isaia profetizzò e disse, ‘Guardate, una vergine concepirà, e partorirà un figlio e lo chiamerà Emmanuele ’ ”. Insistendo, citava altri testi messianici, dicendo: “Davide, mio antenato, profetizzò su di me: ‘Il Signore mi disse, tu sei mio figlio, oggi ti ho generato ’ “.

I ribelli che erano con lui risposero che, se Gesù era il Messia, doveva dare loro un segno che li convincesse. Perciò portarono davanti a lui un paralitico, che non aveva mai camminato. Gesù pronunciò sull’uomo le lettere del Nome Ineffabile e il lebbroso fu guarito.[5] Dopo di che, lo adorarono come il Messia, Figlio dell’Altissimo.

Quando la notizia di questi avvenimenti giunse a Gerusalemme, Il Sinedrio decise la cattura di Gesù. Mandarono dei messaggeri, Annanui e Achazia, che, fingendo di essere suoi discepoli, dissero che gli portavano un invito dei capi di Gerusalemme perché li visitasse. Gesù acconsentì, a condizione che i membri del Sinedrio lo ricevessero come Signore. Si diresse a Gerusalemme e, giunto a Knob (?), comprò un asino sul quale entrare cavalcando in Gerusalemme, perché si adempisse la profezia di Zaccaria C.

I Dottori lo legarono e lo condussero davanti alla regina Elena, con l’accusa: “Quest’uomo è uno stregone e seduce il popolo”. Gesù replicò: “Già da molto tempo i profeti predissero la mia venuta: ‘E ci sarà un virgulto dal germoglio di Jesse’ e sono io; ma quanto a loro, la Scrittura dice: ‘Benedetto colui che non cammina nel consiglio del maligno ’ “.

La regina Elena chiese ai Dottori: “Quello che dice è nella vostra Legge?” Quelli replicarono: “E’ nella nostra legge, ma non si applica a lui, poiché sta scritto: ‘E quel profeta che pretenderà di dire una parola in mio nome che io non gli avrò comandato di dire o che parlerà in nome di altri dei, anche quel profeta dovrà morire.’ Egli non ha adempiuto i segni e le condizioni del Messia.”

Gesù disse: “Signora, io sono il Messia e risuscito i morti.” Venne portato un cadavere; egli pronunciò le lettere del Nome ineffabile ed il cadavere tornò in vita. La regina fu grandemente impressionata e disse: “Questo è un segno.” Ella rimproverò i Dottori e li mandò via umiliati dalla sua presenza. I seguaci di Gesù aumentarono di numero e ci fu discordia in Israele.

Gesù si recò in Alta Galilea. I Dottori si presentarono alla regina, lamentando che Gesù praticava la magia e conduceva tutti in errore. Perciò mandarono a prenderlo Annanui e Acazia.

Lo trovarono in Alta Galilea, che si proclamava Figlio di Dio. Quando cercarono di catturarlo ci fu una lotta, ma Gesù disse agli uomini dell’Alta Galilea: “Non combattete”. Egli si sarebbe fatto riconoscere per mezzo del potere che gli derivava da suo Padre nei cieli. Pronunciò il Nome ineffabile sugli uccelli di creta ed essi volarono nell’aria.[6] Pronunciò le stesse lettere su una pietra da mulino che era stata piazzata sulle acque. Vi salì e quella galleggiò come una barca. Quando vide ciò, la gente si meravigliò. Ad un ordine di Gesù, gli emissari se ne andarono e riportarono questi miracoli alla regina. Ella tremò di sbigottimento. 

Allora i Dottori scelsero un uomo di nome Giuda Iscarioto e lo portarono al Tempio dove egli imparò le lettere del Nome ineffabile, come aveva fatto Gesù.

Quando Gesù fu convocato davanti alla regina, erano presente anche i Dottori e Iscarioto. Gesù disse: “E’ scritto di me: ‘Io ascenderò al cielo ’ “. Allargò le braccia come le ali di un aquila e volò a mezz’aria tra cielo e terra, tra lo stupore di ognuno. Gli anziani chiesero ad Iscarioto di fare lo stesso. Egli lo fece, e volò verso il cielo. Iscarioto cercò di costringere Gesù a ritornare a terra, ma nessuno dei due riusciva a prevalere, poiché entrambi conoscevano l’uso del Nome ineffabile. Tuttavia, Iscarioto contaminò Gesù, cosicché ambedue persero il loro potere e caddero a terra, e nel loro stato di contaminazione le lettere del nome ineffabile sfuggirono da loro [7]. A causa di questa impresa di Giuda (i Cristiani ? F.P.) piangono alla vigilia della nascita di Gesù. Gesù fu catturato. La sua testa fu coperta con un cencio e lui fu colpito con canne di melograno; ma non potè fare niente, poiché non possedeva più il nome ineffabile.

Gesù fu imprigionato e portato nella sinagoga di Tiberiade e lì lo legarono ad un pilastro[8]. Per placare la sua sete gli diedero da bere aceto. Sul capo gli posero una corona di spine. Ci furono contrasti e lotte tra i Dottori e gli scatenati discepoli di Gesù, e in seguito a ciò i discepoli fuggirono con Gesù nella regione di Antiochia [secondo alcune tradizioni, “in Egitto” (G)] ; lì Gesù rimase fino alla vigilia della Pasqua.

 Gesù poi decise di recarsi al tempio per riacquistare il segreto del Nome. [in una variante della storia, Giuda riesce a sconfiggere Gesù nella gara di miracoli senza contaminarlo. Gesù viene sbugiardato ed arrestato e, come in questa versione, i suoi discepoli riescono a liberarlo, ma egli ricorda ancora il Nome ineffabile. Fugge in Egitto nella speranza di apprendere anche la magia egiziana (considerata la migliore magia del mondo). Giuda arriva in Egitto e si infiltra tra i discepoli, fingendo di essere uno di loro. Da questa posizione di vantaggio, riesce a fare in modo che Gesù dimentichi il Nome magico, in modo da indurlo a ritornare a Gerusalemme per impararlo di nuovo. Giuda manda un avvertimento ai Dottori, insieme con il suo piano per arrestare Gesù (AH)]  Quell’anno la Pasqua cadeva di sabato. Alla vigilia di Pasqua Gesù entrò in Gerusalemme cavalcando su un asino, seguito dai discepoli. Molti gli si inchinavano. Entrò nel tempo con i suoi trecentodieci seguaci. Uno di essi, Giuda Iscarioto, informò i Dottori che Gesù si trovava nel Tempio, che i discepoli avevano fatto voto per i Dieci Comandamenti di non rivelare la sua identità, ma che egli lo avrebbe indicato inchinandosi davanti a lui. Così avvenne e Gesù fu catturato. Richiesto del suo nome, rispose alla domanda diverse volte dando i nomi Mattai, Nakki, Buni, Netzer, ogni volta citando un versetto, mentre i Dottori citavano un controversetto.[9]

Gesù fu messo a morte all’ora sesta della vigilia della Pasqua e del Sabbath. Quando cercarono di appenderlo ad un albero, questo si ruppe, poiché quando aveva a disposizione il potere aveva comandato per il Nome ineffabile che nessun albero avrebbe dovuto portarlo.  Aveva dimenticato di pronunciare il divieto sul carrubo  [o cespo di cavolo (AH)] [10], poiché era una pianta più che un albero e là fu appeso fino all’ora della preghiera pomeridiana, poiché sta scritto: “il suo corpo non rimarrà per tutta la notte sull’albero”. Lo seppellirono fuori città.

Il primo giorno della settimana i suoi seguaci andarono impudentemente dalla regina Elena con la notizia che colui che era stato ucciso era veramente il Messia e che non era nel sepolcro; era asceso al cielo, come aveva profetizzato. Venne cercato con diligenza e non si trovò nel sepolcro in cui era stato sepolto. Un giardiniere lo aveva tolto dalla tomba e lo aveva portato nel suo giardino e sepolto nella sabbia, dove l’acqua scorreva all’interno del giardino.[11]

La regina Elena pretese, minacciando pene severe, che il corpo di Gesù le venisse mostrato entro tre giorni. Ne nacque grande angoscia. Quando il giardiniere vide Rabbi Tanhuma che camminava nel campo lamentandosi dell’ultimatum della regina, il giardiniere raccontò cosa aveva fatto, affinché i seguaci di Gesù non rubassero il corpo e poi pretendessero che fosse asceso al cielo[12]. I Dottori presero il corpo, lo legarono alla coda di un cavallo e lo portarono alla regina, con le parole: “Ecco Gesù, che si dice che sia asceso al cielo.” Comprendendo che Gesù era un falso profeta, che seduceva e fuorviava il popolo, ella derise i suoi seguaci ma lodò i Dottori.

I discepoli se ne andarono tra le genti – tre andarono sui monti di Ararat, tre a Roma e tre presso il mare[13]. Essi illudevano il popolo, ma alla fine vennero uccisi.

I seguaci indotti in errore in Israele dicevano: “Avete ucciso il Messia del Signore”. Gli Israeliti rispondevano: “Avete creduto in un falso profeta”. Ci furono lotte e infinite discordie per trent’anni.

I Dottori desideravano separare da Israele quelli che continuavano a proclamare che Gesù era il Messia e si rivolsero ad un uomo molto dotto, Simeone Cefa, perché li aiutasse. Simeone si recò ad Antiochia, principale città dei Nazareni[14] e dichiarò loro: “Sono discepolo di Gesù. Egli mi ha mandato per mostrarvi la via. Vi darò un segno come fece Gesù”. Simeone, avendo ottenuto il segreto del Nome ineffabile, guarì grazie ad esso un lebbroso ed un paralitico e venne accettato come un vero discepolo. Disse loro che Gesù era in cielo, seduto alla destra del padre, in adempimento del Salmo 11:1. Aggiunse che Gesù desiderava che si separassero dai Giudei e non seguissero più i loro costumi, come aveva detto Isaia: “La mia anima aborrisce i vostri mesi e le vostre festività”. Ora avrebbero dovuto osservare il primo giorno della settimana anziché il settimo, la resurrezione invece della Pasqua, l’Ascensione al cielo invece della festa delle settimane, il ritrovamento della Croce invece del Nuovo Anno, la festa della Circoncisione invece del giorno dell’Espiazione, l’Anno nuovo invece di Chanukah; avrebbero dovuto mostrarsi indifferenti rispetto alla circoncisione ed alle prescrizioni alimentari. Inoltre avrebbero dovuto seguire l’insegnamento di porgere la (guancia? FP) destra se colpiti sulla sinistra e di accettare mitemente la sofferenza. Tutti questi insegnamenti che Simeone Cefa (o Paolo, come era noto ai Nazareni) [15] impose loro erano volti in realtà a separare questi Nazareni[16] dal popolo di Israele e mettere fine alle discordie interne.

 

 

NOTE

[1] Appare strano lo scambio di nomi: in questa Toledoth, Giuseppe è il padre biologico di Gesù, mentre il promesso sposo di Miriam / Maria si chiama Giovanni; come il Giuseppe di Matteo, è di discendenza davidica.

 

[2] In altri testi, probabilmente, Miriam non era vista in maniera così positiva, come sembra dimostrare l’allusione di Tertulliano ai giudei che definiscono Gesù “figlio di una prostituta” , nel “De spectaculis”.

 

[3] In tradizioni più antiche, era Shimeon ben Azzai ad avere un ruolo nello  smascheramento dell’inganno sulla nascita verginale di Gesù; tuttavia, anche Shimeon ben Shetah sembra essere connesso a Gesù (vedi http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/san107b.html e http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/yebamoth49a.html ).

 

[4] Questo episodio sembra ispirato alla disputa con i dottori di Gesù adolescente in Lc 2:46; inoltre, serve a spiegare perché, pur essendo nato a Betlemme, il suo ministero comincia in Galilea ed i suoi seguaci provengono dalla Galilea, fatto questo èiù volte ribadito in tutti i Vangeli.

 

[5] Non so se l’incoerenza paralitico – lebbroso sia nel testo originale o sia un errore della traduzione inglese.

 

[6] Sembra ispirato ad un noto episodio del Vangelo apocrifo dell’infanzia di Tommaso.

 

[7] E’ impossibile, dalla parola inglese “defile” determinare più precisamente la natura di questa “contaminazione”; si riferisce comunque a qualcosa di impuro secondo il rituale ebraico.

 

[8] Gesù colpito con verghe e legato ad un pilastro è una immagine ricorrente dell’iconografia cristiana medievale e rinascimentale; questi particolari sono probabilmente assai recenti.

 

[9] Nei testi ebraici più antichi, l’episodio è invece riferito ai discepoli di Gesù (vedi http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/JewishJesus/b_san43a.html ); secondo un’altra interpretazione, i nomi non sarebbero quelli dei discepoli, ma dei primi vescovi cristiani di Gerusalemme, successivi a Giacomo il Giusto. Non è da escludere che la versione della Toledoth, in cui l’interrogatorio, la schermaglia attraverso le discordanti citazioni scritturali e la successiva condanna a morte hanno per protagonista Gesù, sia da considerare quella originaria.

 

[C] Tutti i Vangeli descrivono la scena, fondamentale per l’interpretazione messianica di Gesù, ma solo Matteo, pur equivocandola, e Giovanni ne citano la fonte, che è Zaccaria 9,9. Secondo i sinottici, l’episodio avviene in un villaggio non nominato, di fronte a Betfage e Betania.

 

[10] Si tratta di un elemento mitologico comune a diverse tradizioni e culture (es. uccisione di Baldur nella mitologia nordica con un ramo di vischio)

 

[11] Questa sembra una versione assai antica; è da notare che in Gv 20:15, Maria di Magdala scambia Gesù risorto con “il custode del giardino”; che il corpo di Gesù sia stato spostato da un giardiniere si trova anche negli accenni polemici di Tertulliano già citati.

 

[12] Il fatto che i discepoli non abbiano rubato il corpo (che fu probabilmente la versione polemica alternativa che risale all’epoca della prima predicazione cristiana, come dimostra l’episodio delle guardie in Matteo) è nell’ottica ebraica provvidenziale, poiché in questo modo i discepoli di Gesù possono essere sbugiardati.

 

[13] Potrebbe indicare tre antiche direttrici della predicazione cristiana tra le comunità della diaspora giudaica: l’Armenia (Edessa? sarebbe in questo caso il ricordo del noto episodio della conversione di re Abgar il Nero, narrato da Eusebio), Roma e l’Occidente, e l’enigmatico “verso il mare” (le città costiere di Libano e Siria? l’Egitto?).

 

[14] E’ noto dagli Atti (At 11:26) che fu ad Antiochia che i seguaci di Gesù cominciarono a dirsi Cristiani.

 

[15] Assai singolare questa confusione tra Simon Pietro e Paolo; è comunque da notare come, anche nell’interpretazione giudaica, il primo teologo sistematico della nuova religione sia Paolo. Nonostante il nome, la situazione descritta si attaglia comunque molto meglio all’attività di Paolo che a quella di  Pietro.

 

[16] Il termine di Nazareni è qui probabilmente tradizionale ed un relitto delle polemiche del I secolo, quando i Nazareni costituivano la primitiva comunità giudeo-cristiana.

 

Fonte: da srs di  FRANK POWERFUL/ Nuova enciclopedia italiana


Feb 23 2009

Giuramento dei Templari

Giuramento dei Templari

Cavalieri, scudieri, servitori, che la pace del Signore, promessa agli uomini di buona volontà, sia con noi.

In questo luogo angusto e santo, in suo nome, noi vedremo pronunciare, da labbra pure e con umile fierezza, il Giuramento del Templare che i Poveri Cavalieridi Cristo fecero nel momento più sacro della vita Templare.

Signore che spieghi i cieli come una tenda di luce, Signore che fai dei fulmini i messaggeri della tua maestà, davanti il tuo sacro altare, dove s’adempì la sublime immolazione, noi leviamo alta la spada della luce, per depositarla ai piedi dell’altare come testimonianza del nostro giuramento.

Signore Dio delle armi, noi lo giuriamo per il Cristo, giammai contro il Cristo, per la difesa del Vangelo, per la guardia dei pozzi, per la verità, per la giustizia.

Contro gli oppressori, contro i mietitori di scandali ed i corruttori dell’innocenza, contro la menzogna liberata, contro i traditori delle fazioni e dei partiti:

Noi lo giuriamo di impegnare la doppia spada: quella d’acciaio levigato e quella della parola splendente e fulminante.

Giammai noi attaccheremo per primi.

Giammai noi provocheremo per primi.

Tre volte noi sopporteremo l’ingiuria.

Tre volte noi ignoreremo il disprezzo e la menzogna.

Ma quando la spada brillerà nel sole come un colpo di chiarore, tuonerà la parola.

Allora poi non indietreggeremo di un solo passo, non taceremo che dopo il silenzio dell’avversario.

Davanti ai ranghi angelicati, nostri compagni d’armi, noi lo giuriamo al Cristo, Re della gloria.

Chiunque rinnegherà questo giuramento, sarà per noi e per gli angeli, rinnegato.

Niente per noi, Signore niente per noi, ma per la sola gloria del Tuo nome.

 

   Amen


Feb 21 2009

Stele di Kuttamuwa – Scoperto il piu’ antico monumento all’anima

La prima evidenza scritta della convinzione religiosa della separazione tra anima e corpo nelle antiche civiltà del Medio Oriente, è stata scoperta da un gruppo di archeologi americani nel sito di Zincirli, in Turchia, vicino al confine con la Siria. 

Fino a questo momento si riteneva che in tutte le culture semitiche (Arabi, Ebrei, Cananeo-Fenici, Cartaginesi) l’anima e il corpo fossero considerati indissolubili, tanto che la cremazione del defunti era espressamente vietata. Soltanto nelle popolazioni camite dell’Africa, come gli Egizi, si riteneva che dopo la morte l’anima sopravvivesse indipendentemente dal corpo.

Scavando nell’antica città di Sam’al, presso l’attuale Zincirli, gli archeologi dell’Università di Chicago hanno rinvenuto una stele di basalto, che risale a circa l’800 a.C., con scritte in una lingua semitica che sembra essere una arcaica variante dell’aramaico. La stele, pesante 400 chili e alta 1,2 metri, era stata fatta costruire da un funzionario reale, Kuttamuwa, come luogo di riposo della sua anima dopo la morte. 

 

Sulla stele si legge: “lo, Kuttamuwa, servo del re Panamuwa, ho provveduto in vita alla produzione di questa stele. L’ ho posta nella camera eterna e ho disposto un banchetto per (il dio della tempesta) Hadad, un montone per (il dio del Sole) Shamash, … e un montone per la mia anima che è in questa stele”.

 

Accanto alla scritta è incisa la figura di un uomo, presumibilmente Kuttamuwa, con la barba e un copricapo, nell’atto di sollevare un calice di vino,  mentre è seduto davanti a una tavola imbandita con pane e un’anatra arrostita. 

Un’immagine del genere, sottolineano gli studiosi, rappresentava un invito a portare offerte votive di vino e cibo davanti alla tomba di un defunto. Come ha precisato Joseph Wegner, egittologo dell’Universitàdella Pennsylvania, in Medio Oriente era pratica diffusa portare offerte votive ai morti, ma fino a questo momento non esisteva alcuna testimonianza del concetto della separazione tra anima e corpo in queste civiltà. Peraltro, il ritrovamento nel sito di urne che sembrano dovessero contenere le ceneri dei defunti fa supporre che le popolazioni di Sam’al praticassero la cremazione. La stele di Zincirli rappresenta dunque il più antico (e finora unico) “monumento all’anima” rinvenuto nel Medio Oriente.

Inoltre la scoperta getta una nuova sorprendente luce sulle credenze della vita ultraterrena nell’Età del ferro, e in particolare sulla credenza che l’identità, “l’anima”, del defunto, permanesse abitando all’interno del monumento su cui era stata tracciata la sua immagine, come sottolinea la frase finale dell’incisione

 

Fonte: Storica – National  Geographic – numero 1, marzo 2009


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