Apr 12 2015

RENZI-ZAIA, SCONTRO SULLA SANITÀ. IL PREMIER: NEL VENETO TROPPE ASL; LA REPLICA: IMPARA A CONTARE

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 12:50

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di Giorgio Gasco

 

VENEZIA – La risposta non cambia: se a Roma continuate a dire che le cose non vanno, allora decidete, finalmente, di applicare i costi standard e vedrete che, almeno in Veneto, le cose cambieranno. Anche per la nuova polemica innescata dal premier Renzi, la replica partita da Venezia per Palazzo Chigi è una sonora bordata.

 

Matteo Renzi dopo il via libera del governo al Def aveva parlato di sprechi nella sanità pizzicando la regione Veneto, anche senza citarla: «Non esiste problema per le Regioni, se non quello naturale che se io fossi un presidente di Regione che ha 7 province (il Veneto, ndr) e 22 Asl (errore, ndr.) mi preoccuperei di ridurre il numero delle Asl, cioè delle poltrone, e magari questo potrebbe aiutare ad avere performance ospedaliere migliori». Il passaggio non scivola via come acqua sul governatore uscente Luca Zaia.

 

Il leghista, ricandidato da Carroccio e Forza Italia, va giù duro. «Di fronte a tanta sfrontatezza – attacca il presidente veneto – condita dalla scarsa conoscenza delle realtà di cui parla, c’è da rimanere allibiti».

Intanto «prendo atto che il presidente del Consiglio dello Stato Italiano sfrutta la sua veste istituzionale per fare campagna elettorale. È gravissimo, ma lo avevamo già intuito». Ma non basta: «È ancor più grave che lo faccia dicendo stupidaggini, probabilmente messo in trappola dai suoi stessi disinformati informatori sul territorio».

 

Per questo Zaia vuole «informare il disinformato Renzi che in quella Regione, cioè il Veneto, le Asl sono 21 e non 22 e, al solo scopo di informare il disinformato Renzi sulla realtà di una Regione di uno Stato di cui lui è il sempre più fazioso capo del governo, gli offro spunti per imparare l’Abc».

 

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Apr 12 2015

MILANO, TERRA DI FALLIMENTI: DALLA ‘NDRANGHETA ALLA STRAGE IN TRIBUNALE

 

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di STEFANIA PIAZZO

 

Milano è una città groviera. Quattro morti nel Tribunale, un magistrato, un avvocato, un testimone uccisi a sangue freddo. Un metal detector che non funziona.

Ma la strage di innocenti che raggela l’anima, nel luogo simbolo delle mani pulite, del riformismo giudiziario, ha consumato la sua nemesi politico-economica non a caso nella sezione fallimentare, quella dei brigantaggi delle imprese, degli appalti così e così, delle bancarotte fraudolente.

 

E’ la Milano dal cuore malato, la Lombardia che si scopre in provincia luogo di iniziazione della ‘Ndrangheta, nei paesi della Pedemontana.

E’ la Lombardia dove si è mangiato su Expo, è il territorio su cui il presidente dell’Anticorruzione, Cantone, non mette le mani sul fuoco, dicendosi non certo che non si troveranno altri appalti fuori luogo.

Una catena dì sant’Antonio di compiaciute compiacenze finanziarie. E politiche.

Apri, mangi e chiudi. E non paghi i fornitori, non paghi i lavoratori.

 

Milano città specchio degli inganni ha consumato nella strage di innocenti del suo Tribunale, il rito di un gruppo di agnelli sacrificali casuali, che risveglia le nostre coscienze.

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Apr 10 2015

CRESCERE IN UNA COPPIA GAY MI HA ROVINATO LA VITA

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:30

Questi sono stralci dalla drammatica testimonianza dell’attrice inglese Hetty Baynes Russel, il primo caso di figlia cresciuta in una coppia omosessuale, due lesbiche, senza padre.

 

La donna ha voluto dire la sua, dopo le polemiche degli ultimi tempi sulle adozioni gay:

 

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 Hetty Baynes Russel

 

 

Durante la mia infanzia era un rituale mattutino. Il risveglio, andare in camera da letto dei miei genitori e saltare sul letto tra le lenzuola per una tazza di tè e alcune coccole.

Sono stata fortunata a conoscere tanto affetto. Mentre alcuni dei miei amici avevano difficoltà a creare un legame con le loro famiglie, per me questa intimità era scontata. Per me era un comportamento del tutto normale.

Poi, un giorno, sul letto dalla mia bella mamma non c’era più mio padre, ma Maria, l’amante lesbica di mia madre – una figura formidabile e spesso spaventosa che era il ‘padrone di casa’.

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Apr 09 2015

LA TEORIA DEL GENDER NON ESISTE : NERVI TESI SU WIRED

Category: Monolandia,Scuola e università,Società e politicagiorgio @ 05:48

Su Wired, per difendere il condizionamento psicologico operato fin dai bambini della scuola materna, si arriva a negare che esista la teoria del Gender che sarebbe un’invenzione dei cattolici.

 

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La testata è Wired e propone un giornalismo fatto da giovani e rivolto ai giovani, il termine “wired” significacollegato via cavo, ma in un uso gergale può anche significare “agitato, dai nervi tesi”, e in questo caso sembra proprio che il significato da intendere sia il secondo. Un’agitazione scaturita dal dover fronteggiare le critiche giunte riguardo all’insegnamento della (secondo loro inesistente) teoria del Gender nelle scuole. La domanda ovviamente è la seguente: ma se la teoria del Gender davvero non esiste, contro cosa protestano le associazioni che la contrastano?

 

Si capisce subito che Wired opera dall’interno di una teoria del complotto: il Gender l’hanno inventato i cattolici. Ecco le esatte parole impiegate nell’articolo:

 

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Apr 07 2015

QUESTA ITALIA E’ FALLITA

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:09

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Bastano due semplici numeri per capire che, per l’Italia, è assai difficile immaginare un lieto fine. Il grafico che segue rappresenta la variazione del prodotto interno lordo e del debito pubblico dal 2007 (anno precedente all’inizio della crisi) al 2014.

 

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Il Pil nominale, nel 2007, era di 1610 miliardi di euro. Dal 2007 al 2014 è cresciuto di appena 6 miliardi di euro, portandosi a 1616 (considerando anche le attività criminali). Per contro, il debito pubblico, dal 2007 al 2014 è aumentato di 529 miliardi di euro, passando da 1606 miliardi a 2135 miliardi di fine 2014. Detto in altri termini, il debito pubblico, dal 2007, è aumentato di circa un terzo dello stock di allora

 

 

Fonte: MiglioVerde

Link: http://www.miglioverde.eu

 

 


Apr 04 2015

SANGUISUGHE D’ITALIA: UN LUNGO ELENCO DI ENTI PIU O MENO INUTILI

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:23

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Non passa giorno – da anni ormai – che non si legga sui giornali di tagli, di spending review (inglesismi che nascondono il nulla), di Cottarelli oggi e Bondi ieri, di coperture per coprire omaggini vari del governo, di tagli delle Province che tagli non sono, visto che per 3000 politici che se ne vanno ne arriverà un’informata di 30.000, con città metropolitane annesse.

 

Da anni, invece, si sa cosa e chi tagliare. Gli enti inutili sono un must – ad esempio – ma una volta citati, tutto rimane nel dimenticatoio della politica, perchè dietro agli enti inutili si nascondono migliaia e migliaia di parassiti utili… al clientelismo nostrano.

 

Di seguito, per conoscenza generale, pubblichiamo un lungo elenco di soggetti inutili che succhiano soldi ai contribuenti.

 

Buona lettura.

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Apr 02 2015

DI MAIO. NON PERDONERÒ MAI MATTEO RENZI PER QUELLO CHE STA FACENDO AI MIEI COETANEI

Category: Società e politicagiorgio @ 01:44

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Luigi Di Maio,  Matteo Renzi

 

 

Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati e parlamentare del Movimento 5 Stelle, ha attaccato duramente il premier Matteo Renzi per la politica del lavoro del suo governo.

 

Di seguito il messaggio:

 

Non perdonerò mai Matteo Renzi per quello che sta facendo ai miei coetanei.

Lui che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, mette mano e bocca sui contratti di lavoro.

Che rabbia. 



Il contratto a tempo indeterminato con il suo jobs act è diventato a tempo determinato.

Alla mia generazione è rimasto solo il crepacuore, a tempo indeterminato.

Le aziende stanno convertendo i vecchi contratti precari in nuovi contratti precari, che facendosi beffa di noi, hanno anche il coraggio di chiamare a “tempo indeterminato”.

E il PD se ne vanta anche? 



Vogliono creare lavoro precarizzando, ma così si crea solo depressione sociale, frustrazione, avvilimento.

Ho smesso di credere che questo Governo possa tagliare soldi pubblici dagli sprechi e abbassare le imposte, oppure che possa fare Microcredito a quelle imprese a cui le banche hanno chiuso i rubinetti.

Non credo più che questa gente sia al servizio del bene, ormai da tempo. 



Molti mi chiedono cosa mi spinga ad andare avanti ogni giorno senza scoraggiarmi, mantenendo la calma e restituendo puntualmente la metà del mio stipendio o rinunciando a tutti i privilegi. 



La mia motivazione è una: quando andremo al Governo noi, non importa quante leggi vergogna avranno creato questi sciacalli, basteranno 7-8 giorni per rottamarle tutte.

Non c’è più necessità ed urgenza che quella di abolire la Legge Fornero, l’Irap o il Jobs Act.

Sarà una rivoluzione gentile della gente comune, di chi ha sempre vissuto onestamente e vuole cambiare le cose democraticamente.

Sarà l’Italia della bellezza, contro l’Italia dei falsi e degli ipocriti.

E noi abbiamo un vantaggio, i giovani (d’età o nello spirito) stanno con noi.

E’ solo questione di tempo.

Quando accadrà io voglio esserci“.

 


Mar 30 2015

GLI ANTICHI ROMANI PIÙ BRAVI DI NOI NEL TUTELARE AMBIENTE, PAESAGGIO, ARCHITETTURA E NEL SCONFIGGERE GLI SPECULATORI E I LORO PROTETTORI POLITICI

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La Postumia a Verona, sullo sfondo la porta romana di  Porta Borsari

 

 

Tutto il mondo, dall’America all’Europa, ha adottato i principi dell’antica roma per sconfiggere gli speculatori e i loro protettori politici

 

Un modello insuperabile di razionalità legale: così rimane il sistema messo a punto dagli antichi giuristi romani per proteggere ambiente, paesaggio e architettura. «Res omnium gratissima»: già nell’antica Roma qualsiasi singolo cittadino poteva agire legalmente in nome del populus Romanus. Gli americani e l’Europa hanno recepito l’insegnamento romano. Ma in Italia speculatori e politici ignorano o fanno finta di aver dimenticato quello che da sempre è riconosciuto un diritto universale.

 

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Mar 27 2015

NELL’INFERNO FISCALE ITALIANO SERVE SEMPRE UNA LEGGE: NE FANNO 4 AL GIORNO

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Negli ultimi 12 mesi, sono state 997 le nuove disposizioni fiscali introdotte da leggi e decreti. Praticamente, quattro interventi al giorno (esclusi sabati, domeniche e festivi). Solo una minima parte di queste misure, però, è stata approvata per attuare la legge delega di riforma del fisco, che mira proprio a razionalizzare il quadro delle regole, mentre la maggior parte delle disposizioni ha modificato norme esistenti. Poche quelle abrogate. Il quadro si complica se si considerano anche circolari, comunicati e Faq dell’amministrazione.

 

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Mar 26 2015

LO STATO RENDE SERVI I SUDDITI METTENDOLI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI

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LO STATO RENDE SERVI I SUDDITI METTENDOLI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI

 

di ETIENNE DE LA BOETIE

 

 

Il saggio sostiene che qualunque tiranno detiene il potere fintanto che i suoi sudditi glielo concedono: dunque delegittimando qualsiasi forma di potere. La libertà originaria sarebbe stata abbandonata dalla società, che una volta corrotta dall’abitudine, avrebbe poi preferito la servitù del cortigiano alla libertà dell’uomo libero, che rifiuta di essere sottomesso e di obbedire.

 

 

Ma ora vengo a un punto, che è a mio avviso la risorsa ed il segreto del dominio, il sostegno ed il fondamento della tirannia.

 

 

Chi pensa che le alabarde, le guardie ed i posti di sentinella salvaguardino i tiranni, a mio avviso si sbaglia di grosso; e se ne servono, credo, più per l’aspetto formale e di spauracchio che perché ci facciano affidamento.

Gli alabardieri impediscono di entrare nel palazzo ai poveracci senza mezzi, non agli uomini ben armati e pronti all’azione.

È facile verificare che ci sono stati meno imperatori romani che siano sfuggiti a qualche pericolo grazie al soccorso delle loro guardie, di quanti siano stati uccisi dai loro stessi pretoriani.

Non sono le truppe di cavalleria, non sono i battaglioni di fanteria, non sono le armi che difendono il tiranno.

Non lo si crederà immediatamente, ma certamente è vero: sono sempre quattro o cinque che sostengono il tiranno, quattro o cinque che mantengono l’intero paese in schiavitù.

È sempre successo che cinque o sei hanno avuto la fiducia del tiranno, che si siano avvicinati da sé, oppure chiamati da lui, per essere i complici delle sue crudeltà, i compagni dei suoi piaceri, i ruffiani delle sue voluttà, e partecipi ai bottini delle sue scorrerie.

Questi sei orientano così bene il loro capo, che a causa dell’associazione, egli deve essere disonesto, non solamente per le sue malefatte, ma anche per le loro.

Questi sei ne hanno seicento che profittano sotto di loro, e fanno con questi seicento quello che fanno col tiranno.

Questi seicento ne tengono seimila sotto di loro, che hanno elevato nella gerarchia, ai quali fanno dare o il governo delle provincie, o la gestione del denaro pubblico, affinché appoggino la loro avarizia e crudeltà e che le mettano in atto al momento opportuno; e d’altro canto facendo tanto male non possono resistere, né sfuggire alle leggi ed alla pena, senza la loro protezione.

Da ciò derivano grandi conseguenze, e chi vorrà divertirsi a sbrogliare la matassa, vedrà che, non seimila, ma centomila, milioni, si tengono legati al tiranno con quella corda, servendosi di essa come Giove in Omero, che si vanta, tirando la catena, di ricondurre verso sé tutti gli dei.

Da ciò deriva la crudeltà del Senato sotto Giulio, la fondazione di nuovi Stati, la creazione di uffici; non certo, a conti fatti, riforma della giustizia, ma sostegno della tirannia. Insomma che ci si arrivi attraverso favori o sotto favori, guadagni e ritorni che si hanno sotto i tiranni, si trovano alla fina quasi tante persone per cui la tirannia sembra redditizia, quante quelle cui la libertà sarebbe gradita.

 

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Mar 25 2015

STATO E PRIVATO, IL MATRIMONIO CHE HA PARTORITO IL FALLIMENTO DELL’AUTOSTRADA BRE.BE.MI.

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 08:03

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Inaugurazione della  BreBeMi

 

 

di MAURO GARGAGLIONE

 

Il disastro economico dell’autostrada BreBeMi, l’opera pubblica finanziata dai privati che nessuno usa, rivela la grandissima ipocrisia della formula mista, lo Stato che dà i permessi e la concessione di sfruttamento, e i privati che investono.

 

I privati possono fare affari a braccetto con lo Stato, e ne fanno, eccome se ne fanno, solo se lo Stato esercita ciò che lo rende vincente, l’uso del monopolio della forza.

 

Voglio dire che i privati fanno profitti solo quando lo Stato obbliga i cittadini, attraverso leggi e regolamenti, a servirsi di un certo bene o servizio prodotto o erogato da un’azienda privata, magari imponendo anche il prezzo al pubblico.

 

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Mar 23 2015

DON MILANI E IL COMUNISMO

Category: Chiesa Cattolica,Società e politicagiorgio @ 00:08

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Don Lorenzo Milani sul comunismo, il 31 luglio 1966, ebbe a dire:

Il comunismo è la mediazione e l’organizzazione politica di ogni male, al fine di consentire, ad una classe dirigente parassitaria e brutale, la gestione di ogni forma di potere sulle spalle degli ultimi”.

 

 

QUEL “COMUNISTA” DI DON MILANI

 

 

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Nemmeno la Chiesa esce incolume dall’infelice suddivisione del mondo tra “destra” e “sinistra”, categorie che gli studiosi della politica reputano defunte da oltre un decennio ma che continuano, come se nulla fosse, a contaminare il lessico comune.

Accade così che alcuni preti siano tutt’ora accreditati come comunisti ed altri come fascisti, quasi che il Vangelo possa essere guardato, a seconda di chi lo predica, come un inserto speciale dell’”Unità” o de “Il Giornale”.

Ora, si da il caso che il sacerdote più gradito negli ambienti di sinistra sia quel don Lorenzo Milani passato alla storia come il priore di Barbiana.

Non è mia intenzione deludere nessuno, né tanto meno pronunciarmi sull’appartenenza politica reale o presunta di Milani.

 

Reputo invece utile lasciare la parola a quest’ultimo che, in una lettera indirizzata all’avvocato Corrado Bacci scritta il 27 dicembre del 1961, a proposito del mondo politico di sinistra annotava:

 

Nelle Case del Popolo si vedono camerieri in giacca bianca che servono ai tavolini. E negli incontri sindacali non si riesce dai vestiti né dalla maniere a capire quali sono gli oppressori e quali gli oppressi[…] ho visto una foto di Togliatti all’Opera in smoking con dama ingioiellata accanto”.

 

In un’altra lettera spedita a Alessandro Mazzarelli, che col priore di Barbiana intrattenne una fitta corrispondenza, possiamo leggere:

 

Il comunismo è la mediazione e l’organizzazione politica di ogni male, al fine di consentire ad una classe dirigente parassitaria e brutale la gestione di ogni forma di potere sulle spalle degli ultimi”.

 

Ancora:

 

Gli intellettuali comunisti, quasi tutti borghesi, soni i nostri nemici. Sono loro che vogliono quel laido “compromesso” fra gli sfruttati e gli sfruttatori. Lo vogliono in nome di Cristo e di Marx. Sono proprio dei figli di puttana […] i capi del comunismo affermano che la loro ideologia viene da lontano e andrà lontano. Non è vero. Il comunismo viene da pochi decenni di storia e va avanti strisciano e speculando tra le innumerevoli miserie della terra”.

 

Niente male, per un prete “comunista”.

 

 

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Fonte: da Liberta e Persona, del 16 maggio 2009

Link: http://www.libertaepersona.org/wordpress/2009/05/quel-comunista-di-don-milani-1267/


Mar 15 2015

GLI INCENDIARI GRIDANO AL FUOCO

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Bersani, Letta, d’Alema

 

 

L’arte della guerra. La rubrica settimanale di Manlio Dinucci

 

La guerra che divampa in Libia miete sempre più vittime non solo sulla terra ma sul mare: molti dei disperati, che tentano la traversata del Mediterraneo, annegano. «Da sotto il mare ci chiedono dove sia finita la nostra umanità», scrive Pier Luigi Bersani. Dovrebbe anzitutto chiedersi dove sia finita la sua umanità, e con essa la sua capacità etica e politica, quando, il 18 marzo 2011 alla vigilia della guerra Usa/Nato contro la Libia, in veste di segretario del Pd esclamava «alla buon’ora», sottolineando che «l’articolo 11 della Costituzione ripudia la guerra, non l’uso della forza per ragioni di giustizia».

 

Enrico Letta, che con Bersani si appella ora al senso umanitario, dovrebbe ricordarsi quando il 25 marzo 2011, in veste di vice segretario del Pd, dichiarava «Guerrafondaio è chi è contro l’intervento internazionale in Libia e non certo noi che siamo costruttori di pace».

 

Una «sinistra» che nascondeva le vere ragioni – economiche, politiche e strategiche della guerra, sostenendo per bocca di Massimo D’Alema (già esperto di «guerra umanitaria» in Jugoslavia) che «in Libia la guerra c’era già, condotta da Gheddafi contro il popolo insorto, un massacro che doveva essere fermato» (22 marzo 2011).

 

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Mar 14 2015

GOVERNO USA: “ABBIAMO UCCISO NOI ALDO MORO”

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Il corpo ucciso  di Aldo Moro

 

 

«La decisione di far uccidere Moro non venne presa alla leggera. Ne discutemmo a lungo, perché a nessuno piace sacrificare delle vite. Ma Cossiga mantenne ferma la rotta e così arrivammo a una soluzione molto difficile, soprattutto per lui. Con la sua morte impedimmo a Berlinguer di arrivare al potere e di evitare così la destabilizzazione dell’Italia e dell’Europa». 

 

Così parlò nel 2006 Steve Pieczenik, il consigliere di Stato USA, chiamato al fianco di Francesco Cossiga per risolvere la condizione di crisi, in un’intervista pubblicata in Francia dal giornalista Emmanuel Amara, nel libro Nous avons tué Aldo Moro

 

Ancora prima il 16 marzo del 2001 in una precedente dichiarazione rilasciata a Italy Daily, lo stesso Pieczenik disse che il suo compito per conto del governo di Washington era stato quello

 

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Mar 13 2015

GLI ESPORTATORI ILLEGALI DI CAPITALE SONO BENEFATTORI DELLA PATRIA

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:04

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Gli esportatori illegali di capitale sono benefattori della Patria, perché i capitali scappano quando i governo dissennati e spendaccioni li dilapidano, e allora portandoli altrove li salvano dallo scempio e li preservano per una futura utilizzazione, quando sarà tornato il buon senso.

 

Luigi Enaudi (1874 -1961)

Economista politico e giornalista italiano secondo presidente della Repubblica Italiana

 

 

 


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