Feb 20 2015

OLIVETTI NON ERA UN MARXISTA: L’IMPRENDITORE FILOSOFO DI IVREA SI ISPIRAVA AL PERSONALISMO DI MOUNIER E ALL’ANTROPOSOFIA DI STEINER. ERA UN’IDEALISTA PRATICO, NON UN MATERIALISTA DIALETTICO

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ADRIANO OLIVETTI ERA UN IDEALISTA PRATICO: Credeva “nel potere illimitato delle forze spirituali” . Esprimeva un pensare e un agire tutt’altro che marxisti

 

 

 

di Luca Negri

 

Ci piace pensare che vi sia qualcosa di provvidenziale dietro la riscoperta della figura e dell’opera di Adriano Olivetti. Dopo anni di semi oblio questo grande italiano torna finalmente attuale, o meglio ci si accorge della sua mai tramontata ed urgente attualità. Eccolo infilato nel pantheon delle personalità ispiratrici sia da Matteo Renzi che da Giorgia Meloni, dunque da ciò che resta della Sinistra e della Destra, quasi a confermare la decomposizione di quella dicotomia tutta otto-novecentesca.

 

Certo è che le nuove leve della politica italiana non fanno seguire alle parole i fatti, come degni continuatori delle leve ormai rottamate. Il nome di Olivetti, accanto a quelli di un Mazzini, di un La Pira, di un Longanesi, fa, come si dice, fine e non impegna. Non impegna, perlomeno, rampanti quarantenni come Renzi.

 

 

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Feb 18 2015

COME SI CHIAMANO I VENETI ITALIOTI?

Category: Società e politica,Venetismo,Veneto e dintornigiorgio @ 01:12

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di LUCIO CHIAVEGATO

 

 

Definizione di ITALIOTA

 

Individuo di provenienza diversa nord sud isole comprese, di estrazione politica varia, dx sx centro, che sponsorizza l’unità di taglia ed avversa in tutte le maniere l’indipendenza del proprio popolo al fine di conservare i propri privilegi acquisiti e di continuare a sfruttare il lavoro altrui per scopi privati.

 

Detto questo ora analizziamo la situazione Veneta.

 

Una regione italiana che, malgrado la crisi, il centralismo romano e la politica italiota è riuscita a distinguersi per capacità produttive, benessere sociale e alla competizione economica.

 

Gli ultimi scandali del Mose hanno portato a galla ciò che molti non volevano vedere e hanno fatto capire che anche nella nostra terra la politica del compromesso e del malaffare, legato agli appalti e alla politica, caratteristica tutta itagliana, ha ormai messo radici salde nella società Veneta.

 

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Feb 13 2015

IL POPOLO ITALIANO

Category: Libri e fonti,Popoli e nazioni,Società e politicagiorgio @ 00:08

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Vi segnaliamo un interessante libro di uno scrittore inglese Martin Solly che nel 1995 analizzava la società italiana partendo dal dato di fatto dello scarso o finto patriottismo che ci contraddistingue.

 

Il libro si chiama: “Xenophobe’s guide to the Italians” , ancora una volta autori stranieri (il più importante fu certamente lo storico Smith) vedono cose nella nostra finta patria che noi autoctoni non riusciamo a vedere.

 

Vi trascrivo integralmente l’introduzione così da capire tutto il senso del libro.

 

 

IL POPOLO ITALIANO

 

Gli italiani non sono un’etnia definita, ma un insieme di popolazioni differenti.

 

Tendono a pensare a se stessi e agli altri in primo luogo come romani, milanesi, siciliani o fiorentini, e in seguito come italiani.

 

Molto poco unisce Torino a Bari, o Napoli a Trieste, eccetto l’autostrada, la ferrovia e la Chiesa Cattolica.

 

Ogni tanto gli italiani cercano di comportarsi come una nazione e fanno grossi sforzi per essere nazionalisti, per esempio quando la nazionale di calcio riscuote successi durante il campionato mondiale.

 

Ma principalmente gli italiani si sentono tali quando sono all’estero: in una gelateria di Melbourne in Australia, in una miniera belga o ad una partita di calcio negli Stati Uniti.

 

L’identità è importante per gli italiani. Forse proprio perchè sono piuttosto insicuri della loro italianità e non esattamente in grado di dire cosa significhi, sentono invece fortemente le loro radici.

 

“Di dove sei?” è una domanda importante per un italiano e richiede una risposta esauriente. Diversamente da un inglese o da un americano, nessun italiano è mai in imbarazzo quando questa domanda gli viene posta.

 

Gli italiani sanno esattamente da dove vengono, e portano quel luogo con sè per tutta la vita.

 

Dichiarare la propria origine è strettamente connesso con il concetto chiave del “campanilismo” che letteralmente significa “fedeltà al proprio campanile” ; in pratica esso presuppone il pensare che la propria città natale sia la migliore del mondo.

 

Gli italiani amano la loro città di origine e trovano difficile esserne allontanati. Questo attaccamento alla città, comunque, presuppone grande concorrenza, che è particolarmente forte tra paesi, città, provincie e regioni vicine.

 

La rivalità è così accesa che spesso gli italiani non hanno tempo per altro, perchè sanno bene che quelli di altre famiglie, paesi, città o regioni non sanno comportarsi come si deve e sono inaffidabili. Come sarebbe bella l’Italia senza gli altri italiani!

 

Tratto da Martin Solly; Xenophobe’s guide to the Italians , Orsham, Ravette Books, 1995

 

 

Fonte: Briganti.info del 6 febbraio 2015

Link: http://briganti.info/il-popolo-italiano/

 

 


Feb 12 2015

SEGNALE DELLA CRESCITA: ACCENDERE I CERI PER SPERARE NEL FUTURO

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 03:01

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di LUIGI CORTINOVIS

 

Uno, due anni fa le agenzie lanciavano notizie in cui si conteggiavano le ore di cassa integrazione in centinaia di milioni. Ora, quei sussidi stanno finendo ed il conteggio è diverso.

 

L’onda lunga della crisi ne sposta gli effetti dalla cassa integrazione ai licenziamenti. E’ il quadro tracciato dalla Fim-Cisl della Lombardia, il cui segretario generale Nicola Alberta parla di “preoccupante impennata del 72% dei licenziamenti rispetto a fine giugno”.

 

Sono 1.633 le aziende – secondo quanto riportato dall’Ansa – che anche nel secondo semestre 2014 hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali. Oltre 40.000 i lavoratori coinvolti e di questi ben 5.843 sono stati licenziati.

 

Presto, nella Lombardia si ricorrerà ai metodi siciliani:

“«Sembra un parodosso  – dice il signor Gambino, titolare di una cereria di Catania – ma è grazie alla crisi se quest’anno sto vendendo più candele rispetto al passato. La gente viene e mi dice: “Mi dia un cero, così vado in chiesa, lo accendo e prego perché la mia situazione familiare migliori”».

 

 

Fonte: tratto da MIGLIOVERDE

LINK: http://www.miglioverde.eu/ecco-il-31-segnale-della-crescita-accendere-i-ceri-per-sperare-nel-futuro/

 


Feb 12 2015

DON MILANI INDIPENDENTISTA: VENTIMILA SANMARINI, LA PROFEZIA DELLA SOVRANITÀ DEI POPOLI. DA DON MILANI A SALVADORI –

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 La scuola di don Milani

 

 

Nella bella Sala Paladin del Palazzo Moroni, si è tenuta nei giorni scorsi la presentazione del saggio “Ventimila Sammarini” – “ La Profezia sulla inevitabile sovranità dei Popoli di tutto il mondo, vista da Don Milani, da Don Giussani e dalla Toscana” (Ed. Il Cerchio”, Rimini 2014)

 

Ha aperto i lavori il dott. Manrico Casini Velcha,  Segretario Generale del Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio di Mugello (Fi). L’oratore ha illustrato le parti salienti della vita del Profeta di Barbiana, dalla agiata e ricca giovinezza al Seminario, mettendo in evidenza il grande Servizio che ha reso – da Sacerdote fedelissimo – alla Chiesa, anche promuovendo la Scuola di Barbiana. Ma Don Lorenzo Milani oggi emerge, soprattutto, per le Profezie testimoniate da Alessandro Mazzerelli.

 

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Feb 10 2015

IMMIGRAZIONE, ERA TUTTO PREVISTO: FAREMO ARRIVARE IN MASSA IMMIGRATI, CI SERVIRANNO PER RILANCIARE LOTTA DI CLASSE.

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Valter Veltroni e Achille Occhetto 

 

 

ALLE ORIGINI DI ‘MARE NOSTRUM’

 

C’è una data, che tutti coloro che andranno a votare contro se stessi, cioè per i partiti che hanno favorito l’invasione extracomunitaria, in particolare coloro che in buona fede votano per l’ex PCI, il cosiddetto Partito Democratico.

 

Questa data è il 18 settembre 1988. Perché ? Che accadde ? Dove ?

 

Il luogo è Campi Bisenzio, un comune confinante con Firenze, l’evento è il Festival Nazionale de “L’Unità” , un Festival importante, ove si presentava alle “masse” il nuovo segretario nazionale Achille Occhetto.

Era un Festival per qualche verso diverso a tutti gli altri, erano scomparsi i gazebo dei paesi dell’Est, al loro posto c’erano quelli di varie industrie, anche multinazionali…

Mi colpì la cucina multietinica – anche questa era una novità – e uno sparuto gruppetto di anziani, meno di dieci, che ascoltavano l’oracolo di un alto esponente del partito, un parlamentare presente anche in questa legislatura, che avevo conosciuto da ragazzo nei primi anni sessanta.

Mi avvicinai ed ascoltai :

Compagni, vi vedo preoccupati, ma non ne capisco la ragione… il Partito si è mosso. Sì all’Est siamo in crisi e può anche darsi che salti tutto per aria… Ma da noi non succederà niente. Per certi versi anzi è meglio… non ci potranno più accusare di essere i servi di MoscaDal prossimo anno faremo arrivare in massa gli extracomunitari, ci serviranno per rilanciare la lotta di classe, disarticolare l’Occidente e la Chiesa Cattolica.”

 

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Feb 09 2015

L’ULTIMO DISCORSO DI ENRICO MATTEI: LA RICCHEZZA DEVE RESTARE IN SICILIA

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Enrico Mattei saltò in aria con il suo aereo il 27 ottobre del 1962, poche ore prima tenne un discorso memorabile a Gagliano Castelferrato (Enna), dove disse ai siciliani che il petrolio trovato nelle loro terre gli avrebbe portato benessere e avrebbe fatto in modo che la gente non emigrasse più e che, anzi, sarebbero ritornati gli emigrati.
 Infine si scagliò contro le multinazionali estere.

Di seguito vi riportiamo il discorso integrale con le parti evidenziate in cui parla del risveglio della Sicilia, forse fu questa la causa del suo omicidio?? L’ Italia Unita S.P.A. voleva tenere la Sicilia sempre come colonia interna?

I fatti giudiziari nati successivamente alla sua morte, portano purtroppo a pensare proprio questo…

 

“Prima di tutto desidero ringraziarvi di questa calda accoglienza che abbiamo ricevuto, qui, nel vostro paese. Oggi si affacciano alla mia memoria quegli anni che possiamo considerare lontani, dell’immediato dopoguerra, quando nessuno credeva alle reali possibilità dei nostro sottosuolo. Noi cominciammo una lotta dura, fra l’ostilità di coloro che non credevano a queste possibilità dei nostro paese, poi giungemmo alle scoperte della valle Padana che hanno rivoluzionato – come diceva poco prima il vostro onorevole Lo Giudice – la valle Padana e l’alta Italia. Quando chiedemmo di venire in Sicilia, trovammo che non eravamo di moda: allora erano in momento favorevole tutte le compagnie petrolifere straniere. Io debbo ringraziare la Regione siciliana di averci dato tutto quello che in pratica era rimasto, che gli altri non avevano scelto. Volevamo dimostrare anche alla Sicilia quello che potevano veramente fare gli italiani, gli italiani che si rendevano conto di quello che poteva significare questo tipo di progresso per la Sicilia.

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Gen 29 2015

VOGLIONO ACQUA, LUCE E GAS: SOLDI A PALATE, E IL PD OBBEDIRÀ. VIA L’ARTICOLO V

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Acqua, luce, gas. Perché il Pd vuole privatizzare i servizi pubblici fondamentali? Perché gliel’hanno ordinato gli speculatori: la finanza ci guadagna di più e non rischia niente.

Ecco il motivo dell’invocata modifica del Titolo V della Costituzione, che tuttora affida agli enti locali il controllo delle reti di distribuzione.

Tutto iniziò con Franco Bassanini, attuale presidente della Cdp, la Cassa Depositi e Prestiti. Già socialista, poi transitato al Pds: fu lui, ricorda Paolo Barnard, a sferrare il primo storico attacco alla gestione pubblica dei servizi degli enti locali, le “utility”. Risultato: la legge 267 del 2000, figlia del lavoro svolto negli anni ‘90 da questo tecnocrate europeista.

Bassanini «obbediva al già infame trattato Gats dell’Organizzazione Mondiale del Commercio di Ginevra», cioè il trattato del Wto che «mirava a mettere nelle mani degli speculatori internazionali (cioè privatizzare) i tuoi servizi essenziali, come scuola, sanità, assistenza sociale, cimiteri, anagrafe, acqua, luce, gas».

Poi il Gats «si è impantanato», ma niente paura: oggi rientra dalla finestra col nome di Tisa ed è collegato al Ttip, il Trattato Transatlantico sul commercio.

 

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Gen 28 2015

BASTA OPPRESSIONE? VOLETE UNA RIVOLUZIONE? D’ACCORDO! MA SIETE CONSAPEVOLI CHE….

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Basta oppressione? Volete attuare una sommossa? Una insurrezione? Una rivoluzione? D’accordo! Ma siete consapevoli che….

 

E’ vero, come diceva Publio Cornelio Tacito che Il desiderio di resistere all’oppressione è radicato nella natura umana‘.

 

Ma, erano altri tempi. Ora le cose sono cambiate e c’è qualcosa che vi sfugge e che dovete sapere per avere consapevolezza di quel che dite e di quel che fate.

A questo proposito prendiamo in prestito le parole che nel marzo 1993, Norman Franz, economista Senior della FAMC, First American Monetary Consultants, scrisse in un documento dal titolo “Un governo mondiale per assenso o asservimento”. In questo documento si legge:

“Le pressioni per un governo mondiale continuano da secoli ma non abbiamo mai raggiunto prima il livello a cui siamo arrivati oggi, l’ingrediente chiave di questa formula è mandare in bancarotta finanziaria la macchina internazionale.

 

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Gen 25 2015

SCUOLA PUBBLICA, LA MACCHINA PER FABBRICARE MANSUETI ELETTORI

Category: Scuola e università,Società e politicagiorgio @ 00:06

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di DENIS DE ROUGEMONT

 

Io credo all’assurdità di fatto dell’istruzione pubblica. Credo anche che non si possa riformare l’assurdo. Chiedo soltanto che mi si spieghi perché trionfa e perpetua; con quale diritto ci schiaccia.

 

La risposta è semplice, terribilmente semplice: con il diritto della Democrazia.

 

L’istruzione pubblica e la Democrazia sono sorelle siamesi. Sono nate contemporaneamente. Sono cresciute e si sono abbellite all’interno di uno stesso movimento. Redarguire l’una significa far piangere l’altra. Ascoltare ciò che dice l’una significa sapere che cosa pensa l’altra. Esse non moriranno che insieme. Non vi sarà che un’orazione. Laica.

 

Voglio che non mi si contesti questa tesi. Essa è glorificata in tutti i banchetti ufficiali da oratori commossi e ci vorrebbe una solenne ipocrisia a fingere di non riconoscerla, una volta dissipato il fumo dei civet, dei sigari e delle ideologie inebriate. D’altronde, questa idea che ho l’onore di dividere con i miei avversari corrisponde a fatti semplici e evidenti; sarebbe veramente un peccato privare questi Signori di un colpo fortunato così raro.

 

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Gen 21 2015

LA POLITICA È L’INVERSIONE DELLA VITA. INTERVISTA CON MARCO BASSANI

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J.J. David, “L’incoronazione di Napoleone” (1806)

 

 

DIALOGHI SUL POTERE,   15/01/2015

 

“Il problema”, osserva Marco Bassani, professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Milano, “è che la vita reale non entra mai nei giudizi politici”. Un’analisi a tutto campo sul ruolo della Chiesa e del Politico nel mondo moderno e postmoderno.

 

 

Domenica scorsa, 11 gennaio, abbiamo visto centinaia di migliaia di persone sfilare a Parigi. Il senso di questa cerimonia laica, in qualche modo ancora ci sfugge. Iniziamo oggi il primo di cinque dialoghi sulla genealogia del moderno, incontrando Luigi Marco Bassani

 

 

UN MOSTRO MODERNO: LO STATO

 

Lei ha ricordato che dopo «la scristianizzazione dell’Occidente, deificato lo Stato, monumento e greppia delle elite, le classi colte dell’Occidente si trovano ora costrette ad inchinarsi di fronte ad un altro dio.  Nemesi: divinizzando lo Stato siamo diventati incapaci di combattere chi vuole statalizzare il divino». Una lettura su cui Le chiedo di tornare.

 

Marco Bassani: La mia lettura parte dal 1790: il 13 febbraio 1790 l’Assemblea votò la proibizione per i voti religiosi e la soppressione di tutti gli ordini e le congregazioni (esclusi quelli che esercitavano attività ospedaliera e scolastica). Nel luglio del 1790 con la Costituzione civile del clero….

 

Per capirci, la Costituzione approvata dall’Assemblea nazionale francese, volta a regolamentare la vita della Chiesa sul territorio nazionale, con la soppressione dei privilegi degli ordini religiosi e una stretta irregimentazione dei parroci, che finirono per essere eletti – e quindi alle dipendenze – dal potere politico …

 

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Gen 21 2015

LE TASSE AI LADRI E ALLA MAFIA

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:07

 

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Ormai è sotto gli occhi di tutti: le tasse che paghiamo vanno in mano ai ladri della politica, delle istituzioni, della burocrazia, delle mafie, che le usano soprattutto per arricchirsi, senza curarsi di spenderle bene e utilmente, nell’interesse collettivo.

A Roma era così già 50 anni fa. E’ la costante nazionale, il carattere essenziale e immutabile dello Stato italiano.

Rubare è lo scopo per cui si fa politica, e il mezzo con cui si fa politica, è il criterio con cui si fa carriera in politica e nell’apparato pubblico e partecipato.

 

Ovviamente ciò vale per la politica che tocca la palla – non per tutta la politica. Anche questo articolo è un atto politico, solo che non tocca la palla – anche se forse unge il piano inclinato della storia. Anche quella che Napolitano, eletto delle segreterie dei partiti politici, bolla come antipolitica, in realtà è autentica politica. Politica disingannata verso il tipo di forze politiche e i metodi politici che Napolitano tutela. Anche contro i contraccolpi dei suoi scandali.

 

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Gen 20 2015

LA DEMOCRAZIA È IL GOVERNO DEI CRIMINALI

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Nota personale:

 

La democrazia è semplicemente il governo dei criminali, che ingannando il popolo riescono a prenderne il potere, a discapito dei giusti e del resto delle masse, che per loro ignoranza avvalorano i loro stessi boia. Su questi troni dove siedono gli incapaci e i vili, prospereranno i peggiori oppressori dell’umanità intera.

 

Per quanto si sforzino gli idioti a dimostrare che la democrazia sia uno strumento di libertà, tutti i fatti esaminati a mente lucida dimostrano invece i gravi danni che le società hanno subito adottando tali forme di governo, e che in questo tipo di società proprio la libertà tanto propagandata è quella che invece viene a mancare.

 

Non è un caso se i criminali e i corrotti possano avere modo di prosperare solo nella democrazia, come un parassita può prosperare solo finché non è riconosciuto come tale.

 

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Gen 18 2015

IL DEBITO PUBBLICO NON PUÒ ESTINGUERSI. E LA CATASTROFE È PROSSIMA

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:00

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di GERARDO COCO

 

L’evento più singolare del 2014 si è verificato, secondo noi, il 12 novembre scorso quando Philae, il lander trasportato dalla sonda spaziale Rosetta, è atterrato sulla cometa Cometa Churyumov-Gerasimenko dopo un viaggio di oltre 10 anni. La missione servirà a studiare l’evoluzione dell’Universo per decifrarne i misteri.

Come è stato possibile raggiungere la «stella cadente»? Sfruttando la legge di gravitazione universale scoperta più di 300 anni da Isaac Newton e per la quale il grande astronomo ha giustamente meritato sulla pietra tombale l’epitaffio di Onore del genere umano. La gravitazione, il principio che spiega la stabilità e l’equilibrio del sistema solare e che ha reso possibile l’esplorazione dello spazio, ha permesso alla fisica moderna di elaborare una teoria unitaria per spiegare le mutue interazioni dei corpi celesti.

Quel giorno importante per l’umanità, ci chiedevamo se, quaggiù, in Terra, esisteva una legge universale analoga alla meccanica celeste, in grado di decifrare il funzionamento dell’universo economico e spiegarne, secondo un principio unitario, le interdipendenze fra tutti i suoi fenomeni.

 

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Gen 17 2015

LE BANCHE D’AFFARI STRANIERE CHE PARTECIPARONO ALLA RIUNIONE DEL BRITANNIA DEL 2 GIUGNO 1992

 

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Le banche d’affari straniere che parteciparono alla riunione del britannia del 2 giugno 1992 furono Salomon Brothetrs Smith Barney (l’attuale Citicorp/Citigroup), Barclays che avevano sin dal 1968 centinaia di miliardi di euro di interessi in gioco da realizzare in italia, interessi quali :

 

– il colossale business solo per le banche dei  prestiti rateali (mutui , leasing,…) alla clientela creati con un click dal 15 Agosto 1971 ed il

 

– il colossale business solo per le banche delle carte di credito Mastercard /Visa, che proprio Salomon Brothers Smith Barney inventò nel 1968,  anch’esse (carte di credito) dal 15 Agosto  1971  scollegate dalla raccolta del denaro tra il pubblico, per cui tutto l’incassato dalla clientela dal pagamento delle rate dei prestiti, ha costituito per le banche dal 15 Agosto 1971  tutto guadagno (quote capitali+ quote interessi)   non dovendo più le banche  restituire, dal 15 Agosto 1971 , le quote capitali ad alcuno non avendo piu’ avuto la necessità dal 15 Agosto 1971  di effettuare raccolta del denaro tra il pubblico essendo stata abolito il 15 Agosto 1971   l’obbligo di conversione del dollaro in oro.

 

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