Dic 11 2014

STRAGE USTICA, IL SUPERTESTIMONE NELLA SALA OPERATIVA: “ECCO COSA SUCCESSE CON IL MIG LIBICO, I DUE MIRAGE E IL TOMCAT”

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“Fu all’inizio degli anni Ottanta. Una domenica in cui giocava l’Italia. Partii da Roma armato, con una scorta armata, e questo documento classificato segretissimo nella cartella. Una relazione completa sulla strage di Ustica che doveva essere controfirmata dal ministro della Difesa Giovanni Spadolini e trasmessa urgentemente al presidente del Consiglio Bettino Craxi. Arrivai alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, da lì una gazzella dei carabinieri mi portò nella sua residenza a Pian dei Giullari. Spadolini mi ricevette in biblioteca, indossava una vestaglia da camera rossa. Mi conosceva bene, lavoravo già da qualche anno nella sua segretaria particolare, mi chiamava per nome. Gli consegnai il documento. Lui si sedette, cominciò a leggere. Erano sette o otto pagine: il resoconto dettagliato di ciò che era accaduto quella sera, con allegate alcune carte del Sismi, il servizio segreto militare. Si parlava di due Mirage, di un Tomcat, si parlava del Mig. Mi resi subito conto che quello che c’era scritto non gli piaceva, scuoteva la testa. Finché a un certo punto sbattè un pugno sulla scrivania. Era infuriato. Ricordati, Giuseppe – mi disse – non c’è cosa più schifosa di quando i generali si mettono a fare i politici. Ma alla fine, controvoglia, firmò”.

 

Il maresciallo Giuseppe Dioguardi oggi ha 53 anni, ha prestato servizio in Aeronautica fino al 2008. Alla scadenza del suo nullaosta di segretezza, il Cosmic, che è il livello più alto, è stato ascoltato da Maria Monteleone ed Erminio Amelio, i due magistrati della Procura di Roma che indagano sulla strage di Ustica. Parte dell’interrogatorio è ancora secretato, ma il maresciallo ha accettato lo stesso di raccontare quello che sa. E sa molto. Nei 33 anni che ha trascorso nell’arma azzurra e alla Difesa, in posizioni di estrema responsabilità e delicatezza, un filo rosso lo ha tenuto sempre agganciato, spesso da supertestimone, a questa storia. Fin da quella sera del 27 giugno 1980, quando si trovò nella sala operativa della Prima regione aerea a Milano. Esattamente negli istanti in cui il DC9 Itavia veniva abbattuto nel cielo di Ustica.

 

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Dic 10 2014

MUSSOLINI, LO STORICO PETACCO SUL BLOG DI GRILLO: “NON FECE UCCIDERE MATTEOTTI, FU UN COMPLOTTO CONTRO BENITO”

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:40

 

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Mussolini – Matteotti 

 

 

 

Mussolini è estraneo al delitto Matteotti“: a novant’anni dal delitto dello statista socialista, lo storico Arrigo Petacco, sul blog di Beppe Grillo, lancia nuove teorie sull’omicidio avvenuto nel 1924, che portò alla famosa “secessione sull’Aventino” e di cui Mussolini si professò responsabile il 3 gennaio dell’anno successivo, con un famoso discorso in Parlamento.

 

La ricostruzione dei fatti

“Il fatto è questo”, spiega Petacco: “Quel 10 giugno, Matteotti passeggia sul lungo Tevere, e all’improvviso arriva una macchina, una Lancia con tanto di targa che il portiere si affretta anche a registrare. Scendono giù 4 manigoldi, squadristi e lo caricano in macchina, non gli sparano, non lo ammazzano, lo caricano in macchina. Evidentemente è solo un rapimento, solo che durante il tragitto in macchina, il Matteotti cacciato addirittura a forza sotto il seggiolino posteriore della macchina, scalcia: era un uomo forte robusto e coraggioso, scalcia, smadonna, addirittura morde i polpacci di quelli che gli stanno seduti sopra, e alla fine uno dei quattro, con una mano, trova sotto il lunotto posteriore una lima arrugginita e con quella colpisce alla testa Matteotti e lo uccide“. Questa la ricostruzione del delitto: e Mussolini? “Il Duce, in quel periodo, voleva agganciare la parte morbida del socialismo, in molti erano già d’accordo con lui a entrare nel governo, solo che la lotta era tra gli estremisti fascisti e gli estremisti socialisti“.

 

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Dic 09 2014

QUANDO MIGLIO DISSE: VENETI, FATE IN FRETTA

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Gianfranco Miglio

 

 

di ETTORE BEGGIATO e GIANFRANCO MIGLIO

 

Il 5 febbraio 1999 il gruppo “Liga Veneta Repubblica” in Consiglio Regionale del Veneto organizzava a Padova un memorabile convegno intitolato “Veneto: un popolo sovrano verso l’Europa”, con la partecipazioni di prestigiosi studiosi, dal prof. Miglio al prof. Mario Bertolissi, dall’avv. Ivone Cacciavillani al prof. Renzo Gubert, allora senatore; il convegno fu poi nobilitato da tre straordinarie relazioni incentrate sulla Catalunya e sulla Sozia tenute dal prof. Ferran Requejo dell’Università Pompeo Fabra di Barcellona, da Josep Camps di “Convergencia Democratica di Catalunia e da Donald Henderson dello “European Affairs Division dello Scottish Office” di Edimburgo. Francesco Jori riuscì, da par suo, a mettere insieme il tutto, intervallando sapientemente anche gli interventi di  Comencini, Foggiato, Morosin e il mio.Fu una giornata di un’intensità straordinaria e lo può confermare chi  partecipò all’Hotel Sheraton all’evento; ma in particolare vorrei riproporre l’intervento del prof. Miglio, per certi versi profetico,direi, in particolare quando sottolineava con forza: “Ma fate più in fretta possibile, o Veneti, perché questo Stato italiano sta avvicinandosi al suo momento critico.”

 

Eravamo nel 1999….

 

 

IL PROGETTO DI UNA CARTA COSTITUZIONALE VENETA ADOTTATA IN ESERCIZIO PRECOSTITUZIONALE DELLA SOVRANITÀ

 

di Gianfranco MIGLIO:

 

 

Quando ho ricevuto il materiale che gli organizzatori di questo convegno mi hanno mandato, ho fatto un salto sulla mia seggiola, perché ho visto esaltata quest’idea del “Popolo Sovrano”, e allora mi sono detto: “Non pensano a una costituzione federale”, perché voi sapete che la caratteristica di una costituzione federale è che al suo interno nessun potere è sovrano. Poi. leggendo, e ascoltando le belle relazioni di Morosin e di Bertolissi, mi si è chiarito il concetto di “sovranità pre-costituzionale”, che non pregiudica la struttura di una costituzione federale o confederale, e quindi della sovranità “divisa”.

 

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Dic 08 2014

L’ITALIA E GLI ITALIANI? UN SISTEMA CHE DEVE CREPARE, NON CI SONO ALTRE SPERANZE

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:08

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Di Gianluca Marchi

 

L’Italia deve morire e gli “italiani” crepare con essa. Non parlo in senso fisico (specifichiamolo subito per chi magari non capisce o non vuole capire), ma in senso metaforico.

Non ci sono speranze: questo Paese è malato fin dentro le sue radici e la gente, anche la migliore, ha finito per assuefarsi o ad ammalarsi con esso. Mi spiace dover contraddire l’amico Salvini, secondo il quale l’Italia si salva tutta insieme oppure non ce n’è più per nessuno: no, caro Matteo, questo Stato è marcio e i suoi cittadini (molti di noi compresi) sono marciti con esso. Non abbiamo più anima, abbiamo perso ogni dignità, cerchiamo di sopravvivere italianamente sperando di poterci affidare al solito stellone, che invece è morto e sepolto da tempo. Nutriamo rigurgiti di speranza nel salvatore di turno della patria, ma è solo un modo per continuare a rimandare nel tempo la presa di coscienza di quel che siamo diventati: una cloaca maxima.

 

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Dic 06 2014

IMMIGRAZIONE ITALIA ASSEDIATA DAI NUOVI BARBARI

IMMIGRAZIONE ITALIA ASSEDIATA

 

 

La politica degli imperatori che ha fatto entrare promiscuamente chiunque entro i confini romani, buoni e cattivi, civilizzati e barbari, ha determinato la decadenza di Roma e ha creato le premesse perchè i barbari possano comandarci.

 

Il professor Giuseppe Valditara, Ordinario di Diritto Romano e Diritti dell’Antichità presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, ha scelto le parole pronunciate da Sesto Aurelio Vittore, senatore romano del IV Secolo d.C e nordafricano di origine, come chiusa del suo ultimo libro “L’immigrazione nell’antica Roma: una questione attuale” (e-book, acquistabile su Amazon). Una frase capace di sintetizzare lo stato d’animo di una cospicua fetta di italiani, i quali osservano con preoccupazione la gestione delle politiche immigratorie da parte del Governo nazionale. In particolare nel momento attuale in cui il timore della diffusione dell’ebola fa guardare con sospetto alla mobilità degli extracomunitari verso l’Italia. La Voce della Russia ha deciso di sentire l’opinione del professor Valditara, divenuto recentemente presidente dell’associazione politico-culturale Crescita e Libertà.

 

– Professor Valditara, chi sono i nuovi barbari?

– Sono coloro che non accettano i valori alla base della civiltà occidentale. Penso alla libertà, all’uguaglianza, al rifiuto di ogni forma di discriminazione personale, al rispetto reciproco, particolarmente in termini di diritti.

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Dic 06 2014

DOSSIER DELLE NAZIONI UNITE: GLI IMMIGRATI SERVIRANNO PER SOSTITUIRE I LAVORATORI ITALIANI

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L’INVASIONE

Così gli immigrati occuperanno il Paese

Dossier choc delle Nazioni Unite: serviranno a sostenere l’economia. Fino al 2050 l’Italia dovrà ospitarne 120 milioni. L’Unione Europea 700

 

Nel 2050 un terzo della popolazione italiana sarà composta da immigrati. Stranieri sbarcati nel Belpaese per lavorare e figli e nipoti dei migranti che in questi giorni il Mediterraneo sta rovesciando sulle nostre coste. Nello studio «Replacement Migration: is it a solution to declining and ageing populations?», redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu vengono analizzati i movimenti migratori a partire dal 1995 e, attraverso modelli matematici, vengono prospettati diversi scenari che disegnano per l’Italia la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i 119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Visto che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e presupposto che il tasso di natalità per donna resti fermo a 1,2 bambini (negli Anni Cinquanta la media era 2,3).

 

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Nov 28 2014

PERCHÉ NON INSEGNANO AI NOSTRI FIGLI LA STORIA LOCALE?

Category: Cultura e dintorni,Società e politicagiorgio @ 00:15

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di Diana Ceriani

 

Ragionate con me: nelle Scuole si insegna la grande storia, quella degli eroi, e dei farabutti, quella delle guerre, le vittorie e le tremende sconfitte, quella delle rinascite, delle carestie, degli infiniti errori politici e delle grandi idee sviluppate o spesso dimenticate.

Nelle Scuole, quindi, si insegna solo il lato eclatante della vita, il comportamento di pochissimi individui su milioni di individui che invece la storia l’hanno subita, senza possibilità di scelte e decisioni.

Chi studia questo tipo di storia non capirà mai il perché e come siamo arrivati fino ad oggi, e, questo tipo di storia, non svelerà mai tra le sue righe le implicite soluzioni ai secolari problemi che l’essere umano ha trasportato, suo malgrado, subendo le scelte degli eroi e anche dei farabutti.

 

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Nov 23 2014

MAGALDI: «I MASSONI NON SI FIDANO DI RENZI»

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Il  Gran Maestro Gioele Magaldi 

 

 

La versione del Gran Maestro democratico: «Ma anche il fondatore degli scout aveva il grembiulino»

 

Alessandro Da Rold

 

Da anni il Gran Maestro Gioele Magaldi e «i suoi fraterni collaboratori» (così li definisce ndr) di Grande Oriente Democratico raccontano sul loro sito le relazioni invisibili della massoneria italiana e internazionale. Magaldi è massone dichiarato, non lo nasconde, e sottolinea le appartenenze massoniche di diversi esponenti del mondo economico e politico italiano. Per Chiarelettere è imminente l’uscita di diversi libri che rischiano di fare molto rumore. Il primo è «Massoni, società a responsabilità illimitata in uscita il 20 novembre».  «Li ho scritti in collaborazione con altri confratelli dell’establishment massonico progressista sovranazionale» spiega in un linguaggio tecnico sconosciuto alla maggioranza degli italiani «Prima verranno pubblicati i tre volumi di “Massoni S.r.ill. Società a responsabilità illimitata, poi i due volumi de Il Potere Globale e i suoi Venerabili Maestri».

 

Domanda. “Stantio odore di massoneria”, Magaldi, ma lei sul Corriere della Sera aveva mai letto un editoriale come quello di Ferruccio De Bortoli di mercoledì 24 settembre? Stiamo parlando del Corriere, dove negli anni ’70 governava Bruno Tassan Din…

Risposta. L’editoriale di De Bortoli è stato qualcosa di effettivamente inedito e inusuale. Nessuno, però, ha notato la coincidenza tra la sua pubblicazione e la contemporanea presenza di Matteo Renzi alla sede newyorkese del Council on Foreign Relations, solidissimo sodalizio paramassonico istituito nel 1921, mentre nel 1920 era stato fondato il suo omologo britannico, il Royal Institute of International Affairs o Chatham House. Entrambe queste associazioni paramassoniche furono create su iniziativa della Ur-Lodge (termine che indica una superloggia sovranazionale) “Leviathan”. Ed entrambe, sia il Cfr che il Riia, continuano ad essere controllate e gestite da massoni, con la presenza ancillare e subalterna di paramassoni servizievoli, ossia di membri “profani” del jet-set politico, economico-finanziario, mediatico, diplomatico, militare e culturale internazionale, i quali ancora non hanno avuto un’iniziazione massonica presso il circuito elitario ed ambitissmo delle Ur-Lodges, ma aspirano ad averla.

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Nov 23 2014

MAGALDI: SUPER-FRATELLI D’ITALIA, ÉLITE OCCULTA DEL VERO POTERE

Quirinale, giuramento del Governo Monti

Napolitano  Monti

 

 

Esistono i massoni e i supermassoni, le logge e le superlogge. Lo rivela Gioele Magaldi, quarantenne “libero muratore” di matrice progressista, nel libro “Massoni, società a responsabilità illimitata”, pubblicato da Chiarelettere, editrice che figura tra gli azionisti del “Fatto Quotidiano”.

 

Proprio sul “Fatto”, Gianni Barbacetto e Fabrizio D’Esposito presentano l’operazione editoriale, soffermandosi sul sottotitolo dell’opera di Magaldi, basata su documenti custoditi a Londra, Parigi e New York: “La scoperta delle Ur-Lodges”.

 

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Magaldi, che anni fa ha fondato in Italia il Grande Oriente Democratico in polemica con il Goi (Grande Oriente d’Italia, la più grande obbedienza massonica del nostro paese), in 656 pagine apre ai profani un mondo segreto e invisibile: «Tutto quello che accade di importante e decisivo nel potere è da ricondurre a una cupola di superlogge sovranazionali, le Ur-Lodges, appunto, che vantano l’affiliazione di presidenti, banchieri, industriali.

Non sfugge nessuno a questi cenacoli. Le Ur-Lodges citate sono 36 e si dividono tra progressiste e conservatrici, e da loro dipendono le associazioni paramassoniche tipo la Trilateral Commission o il Bilderberg Group. Altra cosa infine sono le varie gran logge nazionali, ma queste nel racconto del libro occupano un ruolo marginalissimo. Tranne in un caso, quello della P2 del Venerabile Licio Gelli».

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Nov 22 2014

SENTI, POVERO DEFICIENTE (DRAGHI)…

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:41

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Il sogno di uno come me sarebbe che Mario Draghi leggesse questo post e avesse il coraggio di rispondere punto su punto. E gli direi:

 

Senti razza di un deficiente, hai annunciato una serie di ‘gran misure’ per salvare la ormai completa distruzione dell’economia dell’euro, e ciascuna di queste è già stata dimostrata da anni essere fallimenti colossali, delle tragiche frittate spiccicate sul pavimento.

 

Le tue iniezioni di liquidità a tassi inesistenti (TLTRO-QE forse-acquisti di ABS) sono SOLO soldi facili alle banche che NON li prestano alle aziende o alle famiglie, ma speculano in Borsa come pazzi. Infatti dal 2012 al settembre 2014 mentre USA e Giappone facevano appunto queste demenziali iniezioni a tutto spiano, il PIL mondiale è crollato e le scommesse di Borsa sono schizzate alle stelle (vedere i grafici Bloomberg). Il tuo primo LTRO (soldi alle banche a tassi ridicoli) non solo ha portato al collasso finale dell’Europa in acclarata DEFLAZIONE oggi, ma è riuscito spettacolarmente a trascinare anche la Germania nel fango. Sei un genio! E insisti.

 

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Nov 19 2014

PAOLO BASAGLIA L’INGEGNERE CHE SMONTA TUTTE LE BUGIE DEI NO TAV

“Molti manifestanti lavorano per la A32, penalizzata dai treni ad alta velocità. Spesa faraonica? Ridicolo”

 

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Paolo Basaglia

 

 

Stefano Lorenzetto – Dom, 19/01/2014 – 08:56

 

C’è un solo modo per spiegare l’impresa nella quale Paolo Basaglia s’è lanciato: il cognome. «Mia nonna sosteneva che eravamo parenti alla lontana dello psichiatra passato alla storia per aver fatto chiudere i manicomi». Se gli va bene, ma v’è da dubitarne, lui resterà nella cronaca per essere riuscito a far aprire quello che in gergo tecnico viene chiamato tunnel di base del Moncenisio, primo step dell’opera pubblica più contestata di tutti i tempi: l’Alta velocità Torino-Lione.

 

Impresa indubbiamente da pazzi, la sua, perché significa fronteggiare un’agguerritissima tribù, come non se ne vedevano in azione dai moti di Reggio Calabria del 1970: i No Tav della Val di Susa, le cui proteste contro la nuova linea ferroviaria ad alta velocità di 235 chilometri fra Italia e Francia sono state accompagnate da un crescendo di attentati, intimidazioni, scontri con le forze dell’ordine, aggressioni, blocchi stradali, occupazioni e boicottaggi, bollati come segnali eversivi da Gian Carlo Caselli, fino a tre settimane fa capo della Procura di Torino.

Si chiama – ecco la coraggiosa follia – Comitato Sì Tav. Per ora è soltanto una pagina su Facebook, anche se in breve tempo ha già raccolto oltre 3.300 adesioni. Ad aprirla, insieme con Basaglia, è stato Ivan Possekel, tecnico informatico. Abitano a Torino. Iscritto al Partito democratico il primo, irriducibile di destra il secondo, «credo che simpatizzi per Francesco Storace», informa Basaglia, e anche questa è un’alchimia da matti, perché significa marciare divisi su tutto – «litighiamo in continuazione sul governo, sull’immigrazione, sui diritti civili degli omosessuali» – per colpire uniti sull’unico bersaglio che sta a cuore a entrambi: il treno ad alta velocità.

 

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Nov 19 2014

A VOI LA VERA STORIA ITALIANA: CIA, BR, MATTEI, CIAMPI, ANDREOTTI, BILDERBERG, BRIRRANIA,RENZI, TUTTE PAGINE DI STORIA NON SCRITTE SU COME È STATA SVENDUTA L’ITALIA

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Beniamino Andreatta

 

 

Riprendo questo bel post per  tutte quelle persone lobotomizzate dalle  ideologie politiche e che fanno della stupidità malgrado una elevata intelligenza la loro ragione di vita.

 

 

di Nino Galloni

Fonte: http://fuorisubito.blogspot.it/2014/11/cia-bilderberg-br-britannia-ecco-voi-la.html

 

 

Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese.

Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell’Italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l’Est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all’euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi, l’Italia.

 

A Roma non mancano complici: pur di togliere il potere sovrano dalle mani della “casta” corrotta della Prima Repubblica, c’è chi è pronto a sacrificare l’Italia all’Europa “tedesca”, naturalmente all’insaputa degli italiani.

 

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Nov 17 2014

L’INDIPENDENZA DA CESARE NON È SOLO UN FATTO ECONOMICO. PER DIO

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di DAVIDE LOVAT

 

La laicità dello Stato non coincide con il concetto di “laicismo” di matrice giacobina e non significa che lo Stato debba essere ateo, perché se lo Stato fosse ateo smetterebbe di essere laico in quanto farebbe una precisa scelta, l’ateismo, in rapporto alla religione. Va detto anche che la “aconfessionalità” delle istituzioni, ammesso e non concesso che sia necessaria, non obbliga a una legislazione che tratti tutte le religioni allo stesso modo.

 

La separazione fra sfera spirituale e sfera temporale è connaturata alla civiltà cristiana, essendo stato addirittura Gesù di Nazareth a proclamarla per primo nella storia dell’umanità, durante il processo al cospetto di Pilato, narrato nel Vangelo di Giovanni. Fu quello, e solo quello, il momento originario del concetto puro di laicità delle istituzioni; non, come taluni erroneamente credono, quello della disputata questione circa la legittimità del tributo a Cesare, perché chiunque abbia studiato la dottrina patristica sa che quel passo evangelico ha tutt’altra portata e si collega bene alle istanze indipendentiste, tanto che la riflessione su quel brano è attualissima e opportuna per capire le differenze tra autonomismo e indipendentismo. Ragioniamoci sopra attualizzando, con anche un po’ d’ironia francescana nell’esegesi testuale del Vangelo.

 

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Nov 17 2014

ECCO SPIEGATO PERCHE’ MARX ERA PEGGIO DI STALIN

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di GUGLIELMO PIOMBINI*

 

Negli anni Novanta i liberali si aspettavano che il crollo dei regimi comunisti trascinasse definitivamente nella polvere le dottrine di Karl Marx, ma per uno strano e inspiegabile paradosso della storia è avvenuto il contrario: mai come in questi tempi si innalzano tante lodi alla sua opera.

 

Esattamente venticinque anni dopo la caduta del Muro di Berlino, gli intellettuali considerati più chic nel dibattito intellettuale sono quelli che ricordano quanto sia “attuale” il pensiero di Marx.

 

Il celebrato storico inglese Eric Hobsbawn, scomparso nel 2012, nel suo ultimo libro Come cambiare il mondo. Perché riscoprire l’eredità del marxismo, aveva sentenziato tra plausi di approvazione che «la crisi finanziaria rilancia la lezione di Marx, il quale aveva previsto con largo anticipo la crisi del capitalismo globalizzato».

 

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Nov 13 2014

DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE: L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE

 

« Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino »

 

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Esiste per un popolo i cui diritti sono stati violati il diritto a ribellarsi? Quando lo Stato non è più espressione dell’interesse comune è giusto insorgere? E’ un nostro diritto? Quando ho sentito le notizie che declamavano la firma dell’accordo che cambierà la nostra Costituzione inserendo l’obbligo del pareggio di bilancio ci ho pensato. Ho pensato che può anche andar bene che – per sottomissione ai tedeschi – si inserisca questo obbligo di bilancio in Costituzione.

Ma ho pensato che se il costo di sacrifici, lacrime e sangue dovesse diventare intollerabile dovremmo avere anche il diritto a ribellarci ad uno Stato massacratore della felicità di suoi cittadini.  E ho pensato che questo diritto dovrebbe essere – lui pure – sancito dalla Costituzione.

 

Il caso ha voluto che in un convegno che trattava un’altra materia, il relatore citasse questo diritto alla resistenza. Un rapido accenno che ho cercato di approfondire. Ho scoperto così che l’articolo 50 della Costituzione – diventato poi l’attuale articolo 54 – aveva un secondo comma poi scomparso. Il comma recitava:

 

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