Gen 22 2013

THE UNTOUCHABLE

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:14

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I poteri di Giorgio Napolitano sono superiori a quelli di Dio. Egli è padrone del cielo e della Terra. E soprattutto: immune perfino al giudizio universale. Lo spiega bene l’ultimo professore di filosofia del diritto rimasto (ancora per poco?) libero, l’ultimo degli immortali della Costituzione: Paolo Becchi.  Prendete appunti.

 

di Paolo Becchi

Ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Genova

 

La Corte Costituzionale ha depositato il testo della sentenza sul conflitto di attribuzioni sollevato da Napolitano nei confronti della Procura di Palermo. Si chiariscono, così, alcuni degli interrogativi che, nel corso di una “querelle” a distanza con Eugenio Scalfari, avevo ritenuto sarebbero verosimilmente emersi con l’avvenuto deposito delle motivazioni (P. Becchi, Non siamo tutti uguali davanti alla legge: le prerogative di Re Giorgio, 6 dicembre 2012).

 

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Gen 21 2013

MONTI, LA TECNICA DELLA FALSIFICAZIONE

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:16

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Il Presidente Monti ci dice che, nel novembre 2011, nei giorni dell’insediamento del Governo “tecnico”, l’Italia era a rischio di fallimento e che si rischiava di non poter pagare i dipendenti pubblici. Ci dice anche che l’aumento del debito pubblico nel corso del 2012 è imputabile agli aiuti forniti dal nostro Paese a Grecia e Portogallo. Come è possibile tenere insieme queste due affermazioni? E’ ragionevole pensare che uno Stato a rischio di fallimento si adoperi per aumentare questo rischio (o accetti di farlo) per destinare proprie risorse al salvataggio di altri Stati?

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Gen 18 2013

TASSE E COMUNITÀ, IL REGRESSO SPIEGATO CON UNA FAVOLA

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:42

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di GIOVANNI MARINI

 

Non solo la fiscalità non serve al funzionamento dello Stato ed è un furto che si intesta come legittimo a discapito delle proprie comunità, ma è anche un freno alla crescita civile e tecnologica della comunità che la subisce.

 

Tersilio è un mugnaio e vende ad Ambrogio il fornaio la farina per fare il pane, a 2 soldi; Tersilio ne deve dare 1 allo Stato come imposta e ne guadagna 1.  Ambrogio la compra per fare 4 pani  durante la sua giornata di lavoro. Lo vende a 1 soldo l’uno o a Tersilio il mugnaio o a Spartaco l’esattore o a Gennaro il dipendente statale o a Silverio l’ingegnere o ad Amilcare e Giacinto gli operai, che hanno a disposizione 1 soldo a testa per comprarli.  Ad Ambrogio fare il pane costa 3 soldi; 2 per la farina e 1 per le imposte che Spartaco incassa per conto dello Stato e che, insieme a quello di Tersilio, servono a pagare Spartaco e Gennaro. Ambrogio dal suo lavoro ottiene 1 soldo di guadagno, però non riesce a fare tutti i pani necessari per soddisfare la domanda e gli ultimi clienti non trovano mai il pane da comprare.  La cosa non piace e c’è un discreto malcontento.

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Gen 15 2013

BERLUSCONI SU LIBIA: NON ERA PRIMAVERA, GHEDDAFI ERA AMATO DAL SUO POPOLO, LA GUERRA LA SCATENÒ SARKOZY

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Libia. Manifesti Berlusconi-Gheddafi

 

ROMA (RADIO ITALIA IRIB) – Dichiarazioni sconcertanti di Silvio Berlusconi sulla Libia che confermano che fu la Francia e soprattutto il presidente Sarkozy a scatenare la guerra in Libia.

Secondo i media italiani, raccontando la verità sulla Libia a distanza di mesi dal crollo del regime di Gheddafi e dall’assassinio del rais, Berlusconi ha spiegato:

“Non era primavera araba, non era una rivoluzione della gente, Gheddafi era amato dal suo popolo”, perché mancava la libertà ma il popolo aveva il pane e la casa gratis. E’ stata ”una decisione del governo francese di andare a intromettersi in una disputa interna, fatta passare come una rivoluzione”.

“Sarkozy ce l’aveva con me – ha raccontato Berlusconi – perché, andato in Libia, vedendo tutti quei grandi manifesti trenta metri per quindici, con Gheddafi che mi abbracciava e diceva:  il giorno della vendetta trasformato nel giorno dell’amicizia.

È tornato a casa e ha detto ai suoi: “l’Italia, Berlusconi ci ha fregato tutto il gas e il petrolio libico”.

Le dichiarazioni di Berlusconi confermano rapporti di intelligence diffusi negli ultimi mesi ed anche le dichiarazioni di fonti vicine all’ex presidente francese che spiegano che Sarkozy aveva ricevuto soldi per la sua campagna elettorale da Gheddafi e che decise di eliminarlo perché  “sapeva troppo su di lui”.  Secondo alcuni resoconti furono proprio le forze speciali francesi ad assassinare Muammar Gheddafi.

 

Fonte: da Italian.irib.ir si sabato  12 gennaio 2013

Link: http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/119515-berlusconi-su-libia-non-era-primavera,-gheddafi-era-amato-dal-suo-popolo,-la-guerra-la-scatenò-sarkozy

 


Gen 14 2013

PERCHÉ VOTERETE UN GOVERNO SOLO VIRTUALE. SE NON CAPITE QUESTO SIETE FINITI.

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Articolo di Paolo Barnard | Link

 

Da oltre dieci anni pubblico le prove della progressiva perdita di qualsiasi sovranità politica e costituzionale degli Stati occidentali (WTO, GATS, ecc.). Oggi, nel caso dell’Eurozona, quella perdita è totale. Ciò significa che nessuno degli uomini o delle donne che oggi si azzuffano nelle liste elettorali, premier o parlamentari, vi potrà governare nei prossimi 5 anni.

 

Essi eseguiranno solo ordini impartiti da tecnocrati europei, dai Trattati europei, e dai mercati finanziari, fine (le prove qui sotto). Fra Vendola e Monti lo spazio di manovra è non più dello 0,1%, se consideriamo le politiche nazionali che contano. Grillo ancora meno, perché il suo team è talmente scadente che neppure riuscirebbe a capire come si paga uno stipendio di un bidello, meno che meno cosa siano le Collective Action Clauses sui titoli del Tesoro o il Correcting Macroeconomic Imbalances.

 

Inutile votare sti politici, inutile leggerne i programmi, guardare i dibattiti tv. Essi sono figure virtuali, impotenti al 99,9%, sono morti viventi.

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Gen 06 2013

IL MANIFESTO PER IL CONTANTE LIBERO

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«Fino a che non diventeranno coscienti del loro potere, non saranno mai capaci di ribellarsi, e fino a che non si saranno liberati, non diventeranno mai coscienti del loro potere».

(George Orwell, 1984)

 

La tecnologia come mezzo di controllo sociale per imporre, attraverso una continua induzione di paure ed ansie, moduli di pensiero e comportamenti umani totalmente spersonalizzati, asserviti e ideologizzati. Obbiettivo finale: annichilire qualsiasi sentire, agire e pensare che possa essere veramente alternativo e concorrente. In sintesi, annichilire la libertà.

 

Questo è il pericolo su cui ci ammonisce il celebre romanzo 1984 di George Orwell. Ciò nondimeno, in questi anni di crisi tale pericolo non è lontano da un suo pieno concretizzarsi. Buona parte della società civile e dell’opinione pubblica sembra non voler vedere questo mostro che cresce; lentamente e apaticamente essa sta lasciando la propria libertà nelle mani di un’entità manipolatrice dai tratti allo stesso tempo oligarchici e collettivistici.

 

Se vogliamo difendere la libertà (la nostra libertà) dobbiamo innanzitutto scrollarci di dosso l’apatia e prendere coscienza del nostro potere. Per far questo è necessario “educarci alla libertà” processo che in primo luogo implica il comprendere e il saper confutare rigorosamente la logica antirazionale propugnata dai nemici della libertà.

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Gen 04 2013

IN ITALIA LA DEMOCRAZIA È MORTA. QUELLA CONGIURA DEI POTERI FORTI CHE HA UCCISO LA DEMOCRAZIA

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di Magdi Cristiano Allam

 

La denuncia di Berlusconi è la fotografia della realtà: l’esecutivo Monti fu calato dall’alto per ordine dei colossi finanziari di cui il Prof è espressione

 

 

(Il Giornale) – La Storia ricorderà il primo anno del governo Monti per aver perpetrato tre crimini ai danni della democrazia, dello Stato e degli italiani. La denuncia di Berlusconi, fatta tardivamente, di essere stato vittima di una congiura che lo costrinse a rassegnare le dimissioni, è un dato di fatto oggettivo e documentabile.

 

In Italia la democrazia sostanziale è morta. La Costituzione che recita che siamo una Repubblica parlamentare è stata stravolta da un capo dello Stato che si comporta come se fossimo una Repubblica presidenziale auto-attribuendosi il potere esecutivo, commissariando il Parlamento e riducendo il governo a esecutore di direttive presidenziali arbitrarie.  Così come Berlusconi si dimise senza un voto di sfiducia del Parlamento, ugualmente Monti si è dimesso senza un voto di sfiducia del Parlamento. Napolitano ha annunciato la data delle elezioni anticipate quando il Parlamento non era ancora dissolto e il governo era ancora in carica. Il fatto che le scelte politiche cruciali avvengano senza tener conto del Parlamento che dovrebbe esprimere la sovranità popolare, conferma che siamo già in un contesto estraneo alla democrazia sostanziale. L’insieme delle istituzioni non sono più rappresentative della volontà popolare. Il Parlamento è formato da deputati e senatori designati, non essendoci più il voto di preferenza, ciò che fa venir meno il fulcro della democrazia sostanziale, ovvero il rapporto fiduciario tra l’elettore e l’eletto. Il capo dello Stato è designato da un Parlamento di designati. E il capo del governo è stato calato dall’alto dai poteri finanziari globalizzati.

 

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Gen 03 2013

BCE, LA FABBRICA DEL DEBITO CHE STA ROVINANDO L’EUROPA

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di Magdi Cristiano Allam

Se tutti i giorni i Merkel, Monti, Barroso, Draghi scendono in campo per rassicurarci che «l’euro è irreversibile», vuol dire che stiamo assistendo a un rito scaramantico per allungare il più possibile la vita del moribondo. Tutti gli indicatori dell’economia reale attestano in modo inequivocabile che giorno dopo giorno siamo prossimi al funerale. Il nostro funerale. La recessione sempre più profonda, l’indebitamento pubblico che cresce, il Pil che si riduce, la produzione, le esportazioni e i consumi in calo, le tasse più alte al mondo, le imprese strangolate che chiudono, i disoccupati e i poveri che aumentano, i giovani senza prospettive.

 

Ebbene, come è possibile che, da un lato, la crisi è causata dall’euro e, dall’altro, siamo noi italiani, noi europei, a pagarne le conseguenze? La risposta è nella recente dichiarazione del governatore della Bce (Banca centrale europea) Mario Draghi a Le Monde: «Il nostro mandato non è di risolvere i problemi finanziari degli Stati, ma di garantire la stabilità dei prezzi e mantenere la stabilità del sistema finanziario in tutta indipendenza».

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Dic 31 2012

MARIO MONTI – WEIMAR RELOADED

 

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Heinrich Brueningr-Mario Mmonti

 

Di Maurizio Blondet

 

 

Articolo di Maurizio Blondet tratto da EFFEDIEFFE.COM cui consiglio caldamente l’abbonamento (50€ per un intero anno di informazione fuori dai media mainstream.)

 

Lo scorso 14 dicembre il nostro ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, è volato a Washington ad incontrare il suo pari grado, Tim Geithner, e «investitori» finanziari non meglio identificati. Ad essi, secondo Il Corriere, Grilli ha spiegato il piano del governo Monti per ridurre un poco il debito pubblico, che Monti ha continuato a far salire rispetto al PIL, inarrestabile. Il calo del PIL (e non le tasse, secondo Grilli) ha fatto sì che esso si divaricasse dal debito: quello scende e, per forza, questo sale. La soluzione è aumentare il PIL «nominale», cioè quello reale più l’inflazione (che è al 2%, secondo loro), per far convergere le due entità. Come fare? Tranquilli, ha detto Grilli ai finanzieri esteri: «Il continuo aumento della disoccupazione spinge chi cerca un posto ad accettare compensi sempre minori pur di lavorare, ridando così un po’ di competitività di prezzo alle imprese»Le imprese italiane potranno dunque «ridurre i costi… del lavoro» (Il Tesoro e la via anti-debito).

 

Ecco dunque il progetto di «rilancio» e «crescita» di Monti (e di Bersani poi, per cui Monti è «un punto di non ritorno»): nessuna liberazione delle imprese dallo strangolamento della burocrazia pletorica inadempiente, nessun taglio ai «costi della politica»; niente blocco degli statali e dei loro stipendi, già il 15% superiori a quelli privati; niente fiscalità che non sia persecutrice di chi produce, nessun taglio agli statali di lusso con stipendi miliardari. Quello che vuol ridurre, il governo, sono i salari privati, ossia di quelli che producono, non dei parassiti. Mettendo in competizione gli occupati con i disoccupati, costretti ad «accettare compensi sempre minori».

 

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Dic 29 2012

PROVE INVALSI 2011: I RAGAZZI MIGLIORANO IN MATEMATICA QUELLI PIÙ BRAVI SONO NEL NORDEST

Category: Società e politicagiorgio @ 14:15

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RISULTATI DELLE PROVE INVALSI 2011:  BENE I RISULTATI DEGLI IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE

 

I ragazzi migliorano in matematica. 
Quelli più bravi sono nel Nordest. Le valutazioni meno incoraggianti in Calabria e Sicilia.  Ma in altre regioni del Sud ci sono segnali di recupero

 

ROMA – Ci sono eccezioni, specie all’inizio della carriera scolastica, quando le abitudini della famiglia pesano più di quanto si impara in classe. In seconda elementare, ad esempio, i bambini più bravi in matematica sono quelli delle Marche e della Basilicata, mentre in italiano vanno forte quelli del Lazio e dell’Umbria. Ma poi – con il trascorrere degli anni, passando alle medie e alle superiori – i colori sulla cartina dell’Italia diventano definiti, netti, stabili. E i risultati migliori li raggiungono gli studenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, quelli peggiori i ragazzi siciliani e anche quelli della Calabria, dove probabilmente le pagelle andrebbero ritoccate al ribasso visto che «si riscontrano alcune evidenze di cheating», termine tecnico per indicare le copiature di massa. Ma se la classifica generale è sempre quella (Nord, poi il Centro, in fondo il Sud), dal Mezzogiorno arrivano segnali di recupero, soprattutto dalla Puglia ma anche da Abruzzo e Basilicata.

 

Sono ricchi di numeri e tabelle i risultati dei test Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) pubblicati ieri. Si tratta delle prove che tanto hanno fatto discutere a maggio con le proteste di una parte di studenti e insegnanti. Prove standard, cioè uguali in tutte le scuole d’Italia, con l’obiettivo di misurare il livello degli studenti a prescindere dal variabile metro di giudizio dei loro insegnanti.

 

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Dic 27 2012

L’IMPRONTA MAFIOSA SULLE ECONOMIE E SULLE SOCIETÀ DEL SETTENTRIONE: INTERVISTA CON L’EX PM E SENATORE GIUSEPPE AYALA

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Giuseppe Ayala

 

QUELLA LINEA SILENZIOSA CHE AVANZA

 

Lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia, più di cinquant’anni fa, utilizzò la metafora della Linea della Palma per descrivere l’espandersi della Mafia al Nord.

Un incontro con l’ex PM del maxiprocesso di Palermo ed ex Senatore e Sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala ci aiuta a capire le strategie e le intenzioni di Cosa nostra, ‘ndrangheta e Camorra.

 

La limpidezza e la fermezza nell’esporre e nel raccontare vicende storiche, anche drammatiche, che hanno accompagnato la sua lunga carriera di magistrato e di politico, come l’uccisione dell’amico fraterno Giovanni Falcone, del collega Paolo Borsellino e degli uomini della scorta, o nel descrivere situazioni di forte tensione come il clima pesantissimo che si respirava in Parlamento dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio, e con il ciclone Tangentopoli che in quegli anni avrebbe spazzato via la prima Repubblica, fanno emergere chiaramente il carattere forte e deciso di Giuseppe Ayala.

 

L’ex magistrato, noto per aver ricoperto il ruolo di Pubblico Ministero al maxi- processo di Palermo (10 febbraio 1986 – 16 dicembre 1987), considerato il primo vero colpo inflitto dallo Stato a Cosa Nostra, è stato ospite il 21 novembre scorso a un incontro a Santa Maria in Stelle, organizzato dalla Parrocchia. Durante la serata, in una chiesa gremita di persone, Ayala ha presentato la sua ultima fatica editoriale intitolata “Troppe coincidenze”, un volume edito da Mondadori che ripercorre alcune passaggi fondamentali della politica italiana nel biennio 1992- 1994. In quei mesi si susseguirono numerosi avvenimenti (“coincidenze” per l’autore, ndr) che resero evidente l’esistenza di una trattativa tra Stato e Mafia per cercare di mettere fine all’ondata di sangue iniziata il 21 luglio 1979 con l’assassinio del capo della Squadra mobile di Palermo Boris Giuliano.

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Dic 26 2012

VOGLIO ESSERE EGOISTA: VOGLIO LA LOMBARDIA INDIPENDENTE

 

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di UGO MARIA DOMENICO CALO’*

 

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo dal titolo:  ‘L’indipendenza è un diritto ed anche un’opportunità’ e qualcuno ha controbattuto evidenziando che se l’indipendenza portasse ad un esaurimento del flusso di denaro (denominato politiche di solidarietà dagli statalisti) che dalle regioni ricche viene dirottato ogni anno verso quelle con un PIL pro capite inferiore alla media nazionale altro non sarebbe che egoismo territoriale.  Ecco perché, provocatoriamente, da lombardo dico che voglio essere egoista ben sapendo che la retorica centralista,  esaurita la versione patriottica (anche perché tale versione alla lunga non tiene in quanto in Svizzera esiste un amor di patria superiore al nostro pur essendo quel paese una confederazione di stati), si attaccherà a parole come solidarietà, equità, giustizia sociale ed altro bla, bla clientelare.

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Dic 22 2012

LA “MAMMA” DEL BENIGNI È “LA PIÙ BELLA DEL MONDO”

Category: Monolandia,Musica e spettacoli,Società e politicagiorgio @ 00:03

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di GILBERTO ONETO

 

L’altro giorno, con gran cassa mediatica, il Benigni ha dichiarato che si deve voler bene alla Costituzione come fosse la mamma. Applausi. In Italia la mamma è tutto, comincia per emme come Mussolini, come Monti. Luciano Tajoli  e Beniamino Gigli dovevano essere dei padri costituenti. Siccome a molti questa Costituzione non garba (fuori dai palazzi, dai teatri e dai café-chantant non piace quasi a nessuno), gli lasciamo volentieri questo riconoscimento di maternità: è la mamma del Benigni, che è perciò un figlio della Costituzione. E ci fermiamo qui per evitare di scadere in linguaggio da caserma.

 

Una strana mamma di cui tutti raccontano ed esaltano solo i primi 12 articoli e glissano sul resto. È come la biografia di una signora chiacchierata di cui si ricordano solo i primissimi anni, quelli dell’illibatezza. Diamo un’occhiata a questi pochi sprazzi di verginità.

 

Art. 1

 

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

 

Tre milioni di disoccupati, legioni di sottoccupati, occupati in nero, cassintegrati e finti lavoratori; un esercito di pubblici dipendenti, di finti invalidi, di immigrati nullafacenti, di pensionati che non hanno mai lavorato, di politici. Tutta gente che vive di Italia e sul lavoro degli altri.

 

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 

Fosse una cosa seria si fermerebbe a “la sovranità appartiene al popolo”, punto. Il reso è limitativo, toglie reale potere alla sovranità: è come dire che si gode della più assoluta libertà ma all’interno delle mura di una cella. Al popolo è mai stato chiesto se era d’accordo sulle cessioni di sovranità a stranieri della Nato o alla Comunità europea? In realtà non gli è mai stato neppure chiesto se gli andava bene la Costituzione. Qualche volta gli si chiede un parere con referendum abrogativi che però abrogano solo quello che il potere ha deciso di abrogare e lasciano tutto il resto così com’è. Alla faccia della sovranità!

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Dic 16 2012

GIANNI LANNES: L’ULTIMA INCHIESTA

Category: Media e informazione,Società e politicagiorgio @ 13:31

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Lettrici e lettori tutti che seguitate a chiedermi perché ho staccato la spina. Questo è l’ultimo pezzo che ho scritto per Il Corriere della Sera, il più importante quotidiano del Belpaese. Il tema è di cogente attualità: la giustizia che non ingrana. Non ho accettato l’imperante diktat (occuparsi di frivolezze e non toccare i gangli del potere) – già avanzato da un altro quotidiano La Stampa (di proprietà Fiat) – ed ho perso il lavoro. Pensate un pò: l’11 ottobre 2008, La Stampa pubblicò in primo piano (prima pagina) una mia inchiesta sull’amianto alla Barilla (stabilimento di San Nicola di Melfi in Basilicata, dove si producono le famose merendine). Reazione della multinazionale alimentare? Minacce  a mezzo dell’avvocato Mariconda con studio a Milano.  Esiste un documento scritto (un atto di transazione tra Barilla e Fiat, ne ho una copia in originale) in cui appunto la Barilla chiede ed ottiene la mia testa. E poi il presidente del Senato Schifani che fa visita alla redazione di Torino e mi invita alla festa del ventaglio a Roma per chiedermi lumi di questo mio interessamento ad “un’utile opera pubblica”,  già sponsor di una superstrada inutile e devastante in Sicilia nel bosco della Ficuzza (compresa un’area archeologica), già cittadino onorario di Corleone. Aveva ragione lo scrittore Leonardo Sciascia: troppi professionisti dell’antimafia sulla scena.

Il seguito? Un corollario di attentati ed intimidazioni mortali alla mia famiglia.

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Dic 16 2012

RIFORMA DEI CONDOMINI: ECCO COME SONO CAMBIATE LE REGOLE

Category: Architettura e urbanistica,Società e politicagiorgio @ 00:23

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Verona – Grattacielo di Piazza Simoni

 

Amministratore “trasparente”, nuovi quorum delle assemblee, via libera agli animali e ai condomini che vogliono staccarsi dal riscaldamento centralizzato

 

Una riforma dopo 70 anni. Sta per essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge(scarica il testo in pdf) che modifica la disciplina “del condominio negli edifici“, una ventina di articoli del Codice civile rimasti pressoché invariati dal 1942, mentre la convivenza e le esigenze di uno stabile si sono completamente trasformate. Un mondo dove la casistica delle situazioni, spesso ad alta conflittualità, è pressoché infinita. La nuova legge, che entrerà in vigore dopo 6 mesi dalla pubblicazione (quindi presumibilmente verso la metà del 2013),  andrà a incidere sulla vita quotidiana di 30 milioni di italiani che vivono in edifici condominiali.

 

Le novità riguardano moltissimi aspetti delle vita condominiale: dal ruolo dell’amministratore, ai quorum delle assemblee, al sito web per le comunicazioni alla tutela degli animali, la possibilità di staccarsi dal riscaldamento centralizzato e leparabole tv. Vediamole più in dettaglio.

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