Nov 16 2018

CHIEDERE AL POTERE DI RIFORMARE IL POTERE. CHE MORTIFICAZIONE! CHE INGENUITÀ!

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 22:12

 

 

 

di ENZO TRENTIN

 

– Che mortificazione! Chiedere al potere di riformare il potere. Che ingenuità! 

 

Mi sia consentito d’iniziare parafrasando Giovannino Guareschi al fine di speculare su espressioni, comportamenti e conseguenze civili e politiche sui nostri giorni.

Chi sono? Sono un ex giornalista che adopera trecento o più parole. Federalista in una repubblica contraddistinta dall’accentramento dei poteri anche quando propone un  regionalismo che spaccia per decentramento amministrativo. Ho in uggia i partiti politici in un Paese che continua a destreggiarsi tra pseudo sinistra-destra e sovranisti-populisti. Sostengo l’iniziativa privata in tempi di statalismo becero e inefficiente. Sono assertore di un nuovo progetto politico di autodeterminazione in tempi di antinazionalismo. Non sono un indipendente, bensì un anarchico, un uomo libero, ma sovversivo.

 

Il fatto è che un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. L’idea di una repubblica fondata sulla partitocrazia non era quella per la quale gli Alleati vincitori della seconda guerra mondiale stimolarono e affrettarono l’avvio dei lavori della Costituente le cui sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948, perché nella visione degli Alleati c’era la nascita di uno Stato federale, come avvenne per la Repubblica Federale Tedesca (RFT) o Germania Ovest.

 

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Nov 09 2018

Protetto: VENEZIA – MOSE: NOMI, CIFRE, MAZZETTE, FAVORI. ECCO TUTTO L’ELENCO NEL DETTAGLIO

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Nov 08 2018

VOLETE ESSERE AUTONOMI? MARCITE CON I VOSTRI PINI

 

Il post di un dirigente Ulss dell’Abruzzo scatena una reazione a catena. Dal sud molti commenti sullo stesso stampo. La reazione della Regione.

 

Un incredibile incidente diplomatico fra Veneto e Abruzzo.

Il post su Facebook di un dirigente dell’Ulss di Sulmona, in Abruzzo (dunque un dirigente di alto livello della Regione Abruzzo), ha scatenato una vera e propria rivolta.

 

 

Commentando la richiesta di aiuti da parte del Veneto per fare fronte al disastro causato dal maltempo, il dirigente ha scritto:

 

 

 

“Però avete fatto il referendum per l’indipendenza… Ve lo ricordate vero? Mica state pensando di chiedere lo stato di emergenza per finanziare la ricostruzione con i soldi di tutti gli italiani, no? Se fosse per me vi farei marcire insieme al legno delle vostre foreste abbattute”.

E non si tratta di un commento isolato, sul tipo: volete essere autonomi e tenervi i vostri soldi? Allora arrangiatevi.

 

A parte l’ignoranza di chi confonde autonomia con indipendenza, il post è senza scusanti. E la reazione del presidente del consiglio regionale,Roberto Ciambetti, al suo omologo abruzzese è stata immediata. “Scusa, quando il terremoto ha messo in ginocchio l’Abruzzo noi siamo stati in prima fila ad aiutarvi. E adesso ci ripagate così?“.

 

Per la cronaca il dirigente è stato rintracciato e si è difeso dicendo che il suo profilo Facebook era stato hackerato.

 

Dura la reazione dell’assessore alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin.

 

“Se ci lasciano i 15 miliardi di euro di residuo fiscale che il Veneto dà a Roma ogni anno, il miliardo di danni causato dal maltempo che lo paghiamo noi senza problemi. Noi non stiamo chiedendo aiuto allo Stato, chiediamo solo che un piccolo pezzettino di quello che regaliamo ogni anno al resto d’Italia ci venga restituito“.

 

Fonte: da la Voce di Rovigo del   7 novembre 2018

Link: http://www.polesine24.it/veneto/2018/11/07/news/volete-essere-autonomi-marcite-con-i-vostri-pini-33202/?fbclid=IwAR1L5V8yoL7JsILfSCOzgDJH1S2xfk91T0Fr9Kj_8SO4fC1j4gZ5rNPAnkk

 

(“era stato hackerato”…non ci crede  nessuno)

 


Nov 07 2018

LA PREGHIERA DI MIGLIO VALE ANCHE OGGI: FATE IN FRETTA

GIANFRANCO MIGLIO

 

 

6 Nov 2018

 

di  ETTORE BEGGIATO e GIANFRANCO MIGLIO

 

Il 5 febbraio 1999 il gruppo “Liga Veneta Repubblica” in Consiglio Regionale del Veneto organizzava a Padova un memorabile convegno intitolato “Veneto: un popolo sovrano verso l’Europa”, con la partecipazioni di prestigiosi studiosi, dal prof. Miglio al prof. Mario Bertolissi, dall’avv. Ivone Cacciavillani al prof. Renzo Gubert, allora senatore; il convegno fu poi nobilitato da tre straordinarie relazioni incentrate sulla Catalunya e sulla Scozia tenute dal prof. Ferran Requejo dell’Università Pompeo Fabra di Barcellona, da Josep Camps di “Convergencia Democratica di Catalunia e da Donald Henderson dello “European Affairs Division dello Scottish Office” di Edimburgo. Francesco Jori riuscì, da par suo, a mettere insieme il tutto, intervallando sapientemente anche gli interventi di  Comencini, Foggiato, Morosin e il mio.

Fu una giornata di un’intensità straordinaria e lo può confermare chi  partecipò all’Hotel Sheraton all’evento; ma in particolare vorrei riproporre l’intervento del prof. Miglio, per certi versi profetico,direi, in particolare quando sottolineava con forza: 

Ma fate più in fretta possibile, o Veneti, perché questo Stato italiano sta avvicinandosi al suo momento critico.”

Eravamo nel 1999….

 

 

di Gianfranco MIGLIO:

 

IL PROGETTO DI UNA CARTA COSTITUZIONALE VENETA ADOTTATA IN ESERCIZIO PRECOSTITUZIONALE DELLA SOVRANITÀ

 

Quando ho ricevuto il materiale che gli organizzatori di questo convegno mi hanno mandato, ho fatto un salto sulla mia seggiola, perché ho visto esaltata quest’idea del “Popolo Sovrano”, e allora mi sono detto: “Non pensano a una costituzione federale”, perché voi sapete che la caratteristica di una costituzione federale è che al suo interno nessun potere è sovrano. Poi. leggendo, e ascoltando le belle relazioni di Morosin e di Bertolissi, mi si è chiarito il concetto di “sovranità pre-costituzionale”, che non pregiudica la struttura di una costituzione federale o confederale, e quindi della sovranità “divisa”.

 

Però quell’idea di mettere davanti all’esercizio degli articoli 121 e 138 della Costituzione, una presa di posizione del Popolo Veneto a favore della sua indipendenza, comporta una certa logica di azione politica, che io sconsiglio. Perché ritengo che si debba prima arrivare a far funzionare la Costituzione con le sue norme, e precisamente gli articoli 121 e la 138, soltanto se la procedura ordinaria non funzionerà, allora verrà il momento di una azione insurrezionale.

 

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Ott 31 2018

SI SCRIVE MITENI, SI LEGGE RIMAR

 

 

di Gianni Sartori – 26/04/2017

 

Fonte: Gianni Sartori

 

Avvertenza: questo non è, assolutamente, un articolo di informazione sull’inquinamento da PFASS che sta impregnando le acque e i corpi del Veneto. Soltanto un necrologio, un amaro amarcord condito di qualche considerazione su come funziona il capitalismo, quello del nord-est in particolare. Per gli aspetti tecnici potete attingere alle puntuali denunce pubblicate da qualche anno a questa parte su Quaderni Vicentini.  In tempi non sospetti, quando invece un noto quotidiano locale ignorava o minimizzava la grave situazione che si andava delineando. 

 

Non è nemmeno un invito a intervenire per rimediare. Da tempo ho la convinzione che cercare di fermare il degrado ambientale sia quasi impossibile. Nel Veneto senza “quasi”. Qui la catastrofe è ormai completa, per quanto subdola e inavvertita. Il territorio veneto e ancor più quello vicentino (un’autentica “poltiglia urbana diffusa” da manuale) hanno raggiunto livelli di contaminazione e cementificazione tali che soltanto un’apocalisse di ampia portata potrebbe, forse, porvi rimedio. Ripristinando in parte quell’ordine naturale che oggi come oggi appare irrimediabilmente stravolto.

 

Prendiamo atto comunque che se  pur molto  tardivamente, la questione PFASS ha assunto rilevanza non solo locale ma anche regionale (vedi la richiesta di analizzare l’acqua “potabile” nelle scuole in provincia di Rovigo). Ma per quanto riguarda la “sfilata degli ipocriti” (i sindaci vicentini che hanno manifestato a Lonigo contro l’inquinamento da PFASS) direi che si commenta da sola. Dov’erano le istituzioni in tutti questi decenni (almeno 4, dagli anni settanta) mentre la RIMAR prima e la MITENI (cambia il nome, ma l’azienda fisicamente è sempre la stessa) poi versavano schifezze direttamente nelle nostre acque e indirettamente nel nostro sangue?

 

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Ott 14 2018

OGGI HO CHIESTO AD ALCUNI LICEALI CHE PROTESTAVANO

Category: Monolandia,Scuola e università,Società e politicagiorgio @ 20:00

 

 

Oggi ho chiesto ad alcuni liceali che protestavano:

Io “Come mai tutto sto casino?”
– Una ragazza di 3^ “Perché Salvini è un fascista, anzi, no, è nazista.”
– Io “Perché dici che è nazista?”
– Lei “Perché non vuole mettere soldi alle scuole e arresta tutti i profughi.”
– Io “Ma Salvini NON si occupa di scuola e poi vuole arrestare solo i delinquenti.”
– Lei “Non è vero! Noi abbiamo bisogno di tutti i profughi perché se noi diventiamo dottori, chi coltiva la terra?

 

 

– Io “Come mai state scioperando?”
– Un ragazzo di 19 anni “Perché ci siamo rotto i coglioni di questi vecchi bacucchi della politica italiana.
– Io “Ma, veramente, i due ministri che state contestando sono giovanissimi e appena arrivati al governo.”
– Lui “A me che cazzo me ne frega, frate, qua dicono tutti così!”

 

– Io “come mai tutta sta mobilitazione?”
– Un altro ragazzo più giovane ” I proff. hanno detto che questi ministri sono incapaci e vogliono distruggere la scuola.”
– Io “Ma tu cosa ne pensi?”
– Lui “A me basta che saltiamo un giorno di scuola!
– Io “Ma sai, almeno, chi sono i ministri che contestate?”
– Lui “Come si chiama, quella lì, forse Fornero? No, aspetta… chiama alcuni amici e amiche in aiuto… la prima dice, “La Rossa no!“…

 

la seconda dice “No ma che cazzo dici, si chiamano Mattarella e quello scemo di Saviano.” (Saviano!?!)…

 

Ma il terzo è il più fenomenale… “Minchia raga, non sapete proprio un cazzo, è contro il governo e la BELDRINI (ha detto e ripetuto proprio BELDRINI) CHE CI STIAMO FACENDO SENTIRE.

 

AUGURI RAGAZZI

 

 

Fonte: da Facebook di Antonio  Settembrini del 12  ottobre 20018

Link: https://www.facebook.com/antonio.settembrini.10

 


Set 23 2018

L’ITALIA È QUELLA STRANA NAZIONE

 

 

L’Italia è quella strana nazione dove ti mettono i codici identificativi sui sacchetti della spazzatura per multarti se butti un pezzo di carta nel sacco della plastica… ma permettono a migliaia di rom di vivere in campi abusivi dove buttano nei fossi la loro spazzatura.

 

L’italia è quella strana nazione dove ti multano se regali un panino a un senzatetto senza aver fatto lo scontrino… ma permettono a venditori abusivi di vendere le loro merci taroccate agli angoli delle strade.

 

L’Italia è quella strana nazione dove ti multano se dove c’è il limite di 50 km/h.. e  vai a 51 km/h… ma permette a chi ha targa straniera di andare e fare quel cavolo che gli pare.

 

L’italia è quella strana nazione che se un militare delle forze dell’ordine arresta un violento in modo violento… viene indagato per violenza.

 

L’italia è quella strana nazione che mette il divieto di accendere le stufe a legna per non aumentare l’inquinamento atmosferico… ma permette ai rom di fare falò con i copertoni delle ruote per pulire il rame.

 

L’Italia è quello strana nazione dove per comprarti una casa devi farti un mutuo di 30 anni… ma poi permette ad occupanti abusivi di occuparti la casa e cambiare le serrature.

 

L’italia è quella strana nazione dove i giudici condannano i proprietari di casa a rimborsare i rapinatori se questi vengono morsicati dal cane in giardino.

 

L’italia è quella strana nazione dove dopo innumerevoli casi dove maestre d’asilo picchiano i bimbi… non si possono mettere telecamere di controllo perché ledono la privacy.

 

L’italia è quella strana nazione dove i giudici diminuiscono la pena a un assassino perché 48 coltellate non è sinonimo di crudeltà.

 

L’italia è quella strana nazione che sfratta una nonnina terremotata perché nella sua casetta manca un foglio burocratico… ma permette a zecche dei centri sociali di occupare e vivere in aziende capannoni ed edifici.

 

L’Italia è quella strana nazione in cui molti milionari al governo, con pensioni da trentamila euro al mese, ordinano al popolo di tirare la cinghia, fare sacrifici e morire lavorando fino alla fine.

 

Potrei andare avanti x ore, ma la musica e’ sempre la stessa…

L’Italia in una sola frase è 
La potenza dell’impotenza!!! 

 

Se non si opera un vero cambiamento, l’Italia non apparterrà mai  agli italiani.

 

Fonte: facebook  settembre 2018

 


Set 18 2018

IL RAPPORTO TORMENTATO TRA IL VENETO E L’ITALIA

Category: Società e politica,Veneto e dintornigiorgio @ 01:49

Il tormentato rapporto fra il Veneto e lo Stato italiano è ritornato d’attualità grazie all’iniziativa di alcuni docenti e intellettuali italiani che hanno pensato bene di rivolgersi al Parlamento romano in termini perentori: al Veneto ogni ulteriore forma di autonomia non deve essere concessa… e via una serie di considerazioni che vi risparmio.

 

È incredibile come, laggiù in Italia, non ci si voglia render conto di quanto diffusa sia la voglia di autonomia, di autogoverno qui nel Veneto, e da sempre.

A Roma devono capire che non è una moda passeggera, ma una battaglia che i veneti portano avanti da 150 anni, dal momento in cui, attraverso un plebiscito-truffa, furono annessi all’Italia (21 e 22 ottobre 1866).

 

 

Ferruccio Macola(1861-1910).

 

E in questo senso vorrei riproporre un documento di straordinaria attualità, scritto nel 1889 da Ferruccio Macola, direttore della “Gazzetta di Venezia”. Il Macola fu sicuramente uno dei protagonisti dell’ottocento veneto: nato a Camposanpiero (PD) nel 1861, fu uno dei fondatori del quotidiano genovese “Secolo XIX” del quale divenne anche direttore. Eletto più volte deputato per la Destra nel collegio di Castelfranco, è ricordato per il duello alla sciabola con il deputato radicale Felice Cavallotti, che ebbe la peggio e morì nel marzo 1898 a Roma.

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Set 15 2018

GLI ITALIANI ALLA BATTAGLIA DEL CARBONE

Nella foto minatori friulani in Belgio, 1961. Museo provinciale della vita contadina

 

 

Il nuovo dittatore belga, ASSELBORN, un esponente del Partito Operaio Socialista, è un altro che NON HA STUDIATO la sua STORIA e racconta una grossa bugia affermando che i migranti italiani (MINATORI con contratto di lavoro in mano) non sono mai stati respinti, però non precisa come venivano costretti a lavorare.

 

Va ricordato, anche a Salvini, che la «BATTAGLIA DEL CARBONE» era stata lanciata nel febbraio del 1945 dal primo ministro belga Achille Van Acker, con l’obiettivo di convincere il maggior numero di cittadini belgi a scendere nei pozzi, ma non erano disposti sia per la durezza del lavoro sia soprattutto per la sua pericolosità, nonostante gli incentivi promessi (miglioramento di salari, pensioni, ferie, nuove case operaie). Conseguenza, il progetto fallì e rimase lettera morta fino al 1951. 

 

Con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), venne varata la politica di “immigrazione flessibile“, cioè ingresso forza lavoro legato agli andamenti del mercato: ogni qualvolta si minacciava un rallentamento dell’attività economica ed un ristagno dell’occupazione interna, l’immigrazione veniva bloccata e i contratti non rinnovati.

 

Nonostante ciò il Governo di De Gasperi, con l’approvazione dell’opposizione per assicurarsi rimesse e fonti energetiche per la ricostruzione del paese, nel 1947 aveva firmato un secondo accordo che assicurava un costante afflusso di lavoratori fino alla terribile catastrofe di Marcinelle dell’8 agosto 1956, quando l’immigrazione ufficiale dall’Italia fu sospesa e le autorità belghe si rivolsero verso nuovi paesi esportatori di manodopera (Spagna, Grecia, Marocco, Turchia).

 

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Set 03 2018

SFOGO DI UN EMIGRATO ITALIANO..

 

 

“On.  Giuseppe Civati chi le scrive e’un emigrante, 43 anni in Svizzera, Zurigo dall’eta’di 18 anni, nel 2019 avro’ 65 anni, ma ricordo molto bene quell’anno: settembre 1972,avevo da poco compiuto 18 anni, arrivati a Zurigo dopo un viaggio di 20 ore, treno diretto: Llecce-Zurigo, il treno pieno di emigranti, giovani come me non trovammo il comitato accoglienza, cittadini svizzeri con caffe’caldo e biscotti…e con borse di indumenti, e regali per i “gastarbeiter” tradotto: ospiti-lavoratori , ma la “fremdpolizei” polizia per gli stranieri, che gentilmente ai nuovi arrivati domandavano: in perfetto italiano:

 

 1:biglietto da dove e’partito
2:contratto di lavoro 

 

3:indirizzo dove risiedere fino al 18 dicembre: (scadenza del contratto…)

 

4: ci pregavano di presentarci a kloten aereoporto Zurigo per la :gesundheiten kontroll:controllo dello stato di salute, dove una volta passato il controllo, se eri in salute ottimale veniva messo il visto sul contratto di lavoro: gesund bestedigt : stato di salute ottimale puo’ lavorare…se non lo superavi, veniva messo il visto:nicht bestedigt :stato di salute non ottimale, il venerdì successivo venivi accompagnato sullo stesso treno e partivi con un biglietto di ritorno per l’Italia !!!

 

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Ago 30 2018

LE INVASIONI MIGRATORIE SARANNO L’INGREDIENTE FATALE CHE SCIOGLIERÀ L’UNIONE EUROPEA

 

 

Invece di portare alla fusione, la crisi migratoria europea sta portando alla fissione”, ha scritto lo storico di Stanford Niall Ferguson.

Sono sempre più convinto che la crisi migratoria sarà vista dai futuri storici come l’ingrediente fatale che ha sciolto l’Unione Europea”. Settimana dopo settimana, la previsione di Ferguson sembra trasformarsi in realtà.

 

Non solo l’Europa continua a frammentarsi poiché il sentimento anti-immigrazione acquista forza politica, ma in seguito alla crisi migratoria, la zona interna all’Unione Europea senza frontiere, il gioiello più prezioso del nostro continente dopo la seconda guerra mondiale, è ora definita “a rischio” dal governo italiano, ma anche da parte di altri governi, come l’Austria.

 

L’immigrazione sta inoltre ridefinendo l’accordo intraunionale.

 

La Cechia, l’Ungheria, la Polonia e la Slovacchia, il cosiddetto “gruppo di Visegrad”, hanno recentemente invocato la difesa delle frontiere UE. “Noi dobbiamo avere un’Europa in grado di difenderci”, ha affermato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, dopo essere stato invitato a partecipare alla riunione dei Paesi di Visegrad.

 

Anche il nuovo governo populista italiano, dopo che l’Italia ha visto arrivare sulle proprie coste più di 700 mila migranti negli ultimi cinque anni, ha adottato una linea intransigente. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha di recente chiuso i porti italiani alle navi cariche di migranti. In Germania, dopo che la cancelliera tedesca si è scontrata sul tema dell’immigrazione con il ministro dell’Interno Horst Seehofer, la politica migratoria potrebbe anche portare alla fine del mandato della Merkel.

 

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Ago 28 2018

PAPA BERGOGLIO E I MIGRANTI: «SE NON SI PUÒ INTEGRARE, MEGLIO NON ACCOGLIERE»

 

 

Durante l’intervista sul volo di ritorno da Dublino, al Papa è stato chiesto un giudizio sulla vicenda italiana della nave Diciotti e sul tema dell’immigrazione. «Accogliere lo straniero è un principio morale», ha ribadito il Pontefice. «Ma non si tratta di accogliere “alla belle étoile”, no, ma un accogliere ragionevole». Perciò occorre parlare «della prudenza dei popoli sul numero o sulle possibilità: un popolo che può accogliere ma non ha possibilità di integrare, meglio non accolga. Lì c’è il problema della prudenza. E credo che proprio questa sia la nota dolente del dialogo oggi nell’Unione Europea».

 

Salta così, una volta di più, l’immagine costruita da certi media di un Pontefice immigrazionista, schierato irrazionalmente per un’accoglienza selvaggia dei migranti. Non è la posizione della Chiesa. Il Papa ha anche citato la Svezia: «La Svezia è stata un modello. Ma, in quel momento, la Svezia incominciava ad avere difficoltà: non perché non avesse buona volontà, ma perché non aveva le possibilità di integrazione», di migranti. Giudizi in continuità con quanto aveva già detto tante altre volte. Ma avvertendo anche prudenza nel volerli rimandare indietro: «Ho visto in un filmato registrato di nascosto dove si vede ciò che succede a coloro che vengono rimandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti. È doloroso: le donne e i bambini sono venduti, ma gli uomini ricevono le torture, le più sofisticate. Prima di rimandarli indietro, si deve pensare bene, bene, bene».

 

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Ago 16 2018

CHIUNQUE SIA DI GENOVA

Domenica del Corriere, 1 marzo 1964  Ponte Morandi     

 

 

Chiunque sia di Genova …sa che li sotto di morti ce ne sono tanti, ma tanti.

 

Chiunque sia di Genova sa che cambierà tutto a Genova, che finiscono per sempre gli anni ’60 e le loro illusioni di futuro.

 

Chiunque sia di Genova sa che sarà un inferno spostarsi, viverci. Sarà impossibile raggiungere l’aeroporto, spostarsi un treno verso nord (la ferrovia passa li sotto), sarà impossibile andare a Ovest, in Francia.

 

Chiunque sia di Genova sa che bastava già prima un nonnulla per bloccare la città: uno sciopero dei trasportatori, un incidente sulla A10, il vento di tramontana che impedisce ai tir di scaricare il carico perchè le navi portacontainer con il vento di tramontana si mettono di traverso e non si possono gestire gli scarichi.

 

Chiunque sia di Genova sa che non si tratterà solo di code o rallentamenti, ma di cambiare abitudini di vita, di trasporto, di mobilità, di scambio di beni.

 

Chiunque sia di Genova sa che non parliamo di giorni o settimane o mesi, ma di anni (e non pochi).

 

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Ago 15 2018

LE STELLE SONO CONCORDI SUL MESE IN CUI NASCONO I GENI

 

 

Gli studiosi sono categoricamente contro l’astrologia e le credenze per cui la data di nascita abbia una qualche influenza sul destino della persona. Tuttavia, chi nasce in inverno vive più a lungo, chi in autunno ha migliori risultati a scuola e chi in estate ha più successo nello sport.

 

Gli studiosi sono categoricamente contro l’astrologia e le credenze per cui la data di nascita abbia una qualche influenza sul destino della persona. Tuttavia, chi nasce in inverno vive più a lungo, chi in autunno ha migliori risultati a scuola e chi in estate ha più successo nello sport. A tutto questo c’è una spiegazione razionale.

 

Chi nasce ad agosto ha buone probabilità di diventare un giocatore della nazionale di calcio francese, belga o olandese. Siete nati tra settembre e novembre? Per voi è meglio la Premier League inglese. Se volete che vostro figlio diventi un giocatore di hockey di successo, pianificate la sua nascita per il primo semestre dell’anno.

Queste non sono raccomandazioni dell’astrologo, ma deduzioni fatte sulla base di alcune ricerche scientifiche.

 

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Lug 24 2018

COIMPO, UNA STORIA VENETA DI FANGHI TOSSICI SVERSATI NELLE CAMPAGNE

Veneti che tradiscono la loro terra. Un girone dell’inferno solo per loro.

 

La trasformazione di una latteria sociale del Rodigino in un impianto di trattamento. La tragedia del settembre 2014: quattro morti, uccisi dalle esalazioni. I segreti della vasca D.

 

 

La ricerca della verità e dei colpevoli di Gianni Belloni 

 

Gli inizi della storia

 

Era la latteria sociale di Cà Emoun pugno di case perse nella pianura sconfinata tra Adria e Rovigo. Mauro Luiseha il fiuto per gli affari e dal trasporto latte, a metà degli anni ’80, si converte alla gestione dei fanghi di depurazione. In questa operazione è aiutato da un nuovo socio con più esperienza e con le spalle più grosse: Gianni Pagnindi Noventa Padovana.

 

Il procedimento è semplice: dopo la stabilizzazione e il trattamento, i fanghi vengono distribuiti nei campi. Nasce così, nel 1984, la Coimpospecializzata nel trattamento nei fanghi da depurazione.

 

Gli affari vanno bene, i fanghi arrivano da tutta Italia e anche dall’estero stando alle dichiarazioni degli abitanti che annotano le targhe dei camion in arrivo. Ma gli odori sono forti e pungenti.

 

Le proteste e i malumori degli abitanti si concretizzano nella costituzione di un comitato e in una raccolta di firme. Qualcuno ricorda ancora gli appostamenti notturni presso i cancelli della Coimpo per scoprire che cosa succedesse all’interno e che cosa trasportassero i tanti camion in arrivo. Ma la mobilitazione dei cittadini ha vita breve. Luise appare come un uomo potente. La Coimpo sponsorizza diverse manifestazioni compresa la locale squadra di calcio. La gente si acquatta in silenzio.

 

Gli affari proseguono a gonfie vele. Nel 2006 la Coimpo ottiene di gestire 99mila tonnellate annue di rifiuti. Entrano in società anche le figlie dei due fondatori. Nel frattempo Mauro Luise acquista una tenuta in Romania, La Fazenda, e lì si trasferisce, ma continua ad esercitare un controllo ferreo sull’azienda.

 

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