La gente si straccia le vesti sull’ingerenza francese in Libya e sui migranti fatti arrivare abusivamente in Italia. Peccato che gli stessi che oggi si agitano non facciano i compiti a casa, non studino: il giudice Priore nel libro “Intrigo Internazionale – Perchè la guerra in Italia” – Chiarelettere, del 2010 – indica chiaramente che furono i francesi ad abbattere il DC-9 nell’Itavia nelle more di una operazione di guerra internazionale molto simile a quella che portò alla fine di Gheddafi 30 anni dopo. Come disse il capo dei servizi segreti francesi Alexandre de Marenches, pg. 154, “il leader libico doveva essere messo nelle condizioni di non nuocere più, e farlo era il dovere di più governi“. Questo perchè la politica estera di Gheddafi, certamente troppo filo-Italia (il Rais aveva attinenze materne italiane; ricordiamo tra le altre cose il salvataggio della Fiat alcuni anni prima coi soldi libici) dava molto fastidio a Parigi.
NAVIGAZIONE. RIFLESSIONE TECNICO-GIURIDICA DI DIRITTO INTERNAZIONALE
Riportiamo una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto internazionale del prof. Augusto Sinagra, docente di diritto dell’Unione europea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, già docente di diritto internazionale presso diversi atenei italiani.
Secondo quanto sostenuto dal prof. Sinagra le navi delle ONG navigano in regime di illegalità essendo vere e proprie navi pirata e mercanti di schiavi.
Per questo motivo viene impedito l’attracco nei porti italiani con la minaccia del sequestro delle imbarcazioni e l’arresto dell’equipaggio.
“Cercherò di fare una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto internazionale di cui sono stato Professore Ordinario nell’Università.
Le navi che solcano i mari battono una Bandiera. La Bandiera non è una cosa meramente folkloristica o di colore. La Bandiera della nave rende riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui Registri navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche la proprietà pubblica o privata).
La nave è giuridicamente una “comunità viaggiante” o, in altri termini, una “proiezione mobile” dello Stato di riferimento. In base al diritto internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della Bandiera.
Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi, tutte le leggi, anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.
Il famoso Regolamento UE di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” (in realtà, deportati) debba farsi carico lo Stato con il quale essi per prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali richieste di asilo politico.
Non si vede allora quale sia la ragione per la quale una nave battente Bandiera, per esempio, tedesca, spagnola o francese, debba – d’intesa con gli scafisti – raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque territoriali libiche e poi scaricarli in Italia quando la competenza e l’obbligo è, come detto, dello Stato della Bandiera.
Da ultimo è emerso che due navi battenti Bandiera olandese e con il solito carico di merce umana, non si connettano giuridicamente al Regno di Olanda e né figurino su quei registri navali, come dichiarato dalle Autorità olandesi. Allora, giuridicamente, si tratta di “navi pirata” le quali non sono solo quelle che battono la bandiera nera con il teschio e le tibie incrociate (come nei romanzi di Emilio Salgari).
Ne deriva il diritto/dovere di ogni Stato di impedirne la libera navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del Comandante e dell’equipaggio.
Molti dei cosiddetti “profughi” cominciano a protestare pubblicamente denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità della UE, che offende la coscienza umana e che va combattuto con ogni mezzo.”
Il fenomeno Grillo è forse il più importante esperimento della creazione di un partito totalitario a partire dal controllo del web e dell’universo mentale che esso ha creato
In Italia vi fu un periodo, alla fine degli anni Novanta, in cui il web apparve un nuovo stupendo mezzo ai giovani, agli intellettuali e a tutti coloro i quali volevano parlare, esprimersi, fare proposte.
In quel periodo i giovani più attivi hanno costruito il loro blog per comunicare a tutti gli uomini del mondo ciò che pensavano, che sognavano, per costruire insieme il futuro. È stato questo il clima culturale in cui si è incominciato a pensare a una democrazia più partecipata e a una crescita culturale mondiale.
Poi avvenne una crisi economica in cui si sono imposte le produzioni dei paesi a basso costo, le imprese hanno delocalizzato, ha cominciato a scendere la qualità e il web è stato colonizzato dalle società sovranazionali come Google, Facebook e Amazon che ne hanno preso il controllo imprigionando il pubblico con una rete di algoritmi segreti, grazie ai quali prima vengono a sapere tutto dei suoi gusti e poi lo indirizzano come pecore a fare le scelte che vogliono loro.
Le civiltà condividono spesso le medesime fasi evolutive, un po’ come del resto la quasi totalità degli organismi biologici.
C’è una prima fase di crescita, accompagnata da sforzi di affermazione di sistemi di valori specifici e determinanti, una fase di maturità, evoluzione e di conflitti interni, durante la quale ai valori stabiliti si oppongono degli anti-valori, e una fase finale dove l’elemento caratteristico è spesso la comparsa di pseudo-valori emergenti che accelerano la disgregazione sistemica.
Basti pensare alle ultime fasi dell’impero romano, seduto su sé stesso, auto referenziato, tormentato da crisi di identità e moltitudini di influenze interne ormai non più armonizzate; oppure la fine dell’URSS, lentamente consumata da una contaminazione culturale e ideologica, che ha minato le basi del credo sovietico nel suo DNA esistenziale.
Sicuramente fattori finanziari, economici ed esterni giocano parti essenziali come enzimi di accelerazione o decelerazione del processo evolutivo, ma non lo guidano mai.
Questo significa che nel momento in cui una civiltà, uno stato, come un individuo, finisce per ignorare le dinamiche e le esigenze interne al suo essere, si sta incamminando inesorabilmente verso la fine.
– Quando un tipo di destra non è cacciatore e non gli piacciono le armi, semplicemente non va a caccia e non compra armi.
– Quello di sinistra invece chiede che sia proibita la caccia e la vendita di armi.
– Quando un tipo di destra è vegetariano, semplicemente non mangia carne.
– Quello di sinistra invece fa una campagna contro gli alimenti di carne e gli piacerebbe che si proibisse di mangiare carne.
– Quando un tipo di destra è omosessuale, fa una vita normale.
– Quello di sinistra invece fa apologia dell’omosessualità, va alle manifestazioni “gay pride” e accusa di “omofobia” tutti quelli che non la pensano come lui.
– Quando un tipo di destra perde il lavoro, pensa a come uscire dalla situazione e fa di tutto per trovare un nuovo lavoro.
– Quello di sinistra invece va a lamentarsi col sindacato, spende fino all’ultimo giorno e va a tutte le manifestazioni e scioperi sia contro la destra e sia contro gli imprenditori.
– Quando a un tipo di destra non piace un programma televisivo, cambia canale oppure spegne il televisore.
– Quello di sinistra invece se ne lamenta coi giornali, denunciandolo sui quotidiani, alle radio, alle televisioni, ai partiti politici di sinistra ed infine promuove un’associazione perché chiudano il canale televisivo che trasmette quel programma.
– Quando un tipo di destra è ateo, semplicemente non va in Chiesa.
– Quello di sinistra invece perseguita tutti quelli che credono in Dio, denuncia la scuola che esponga un crocifisso, protesta contro ogni segno di identità religiosa, chiede che si esproprino i beni della Chiesa, che si proibisca la settimana Santa e ogni processione o pellegrinaggio.
– Quando un tipo di destra ha problemi economici, cerca il modo di guadagnare di più e tende a risparmiare.
– Quello di sinistra invece ne dà la colpa alla destra, agli imprenditori, alla borghesia, al capitalismo, ai neoconservatori ecc. ecc., poi si mette in un sindacato sperando di fare un salto in un partito politico.
– Quando un tipo di destra legge questo scritto, ride e lo manda ai suoi amici.
– Quello di sinistra invece si infuria e dà del fascista e del retrogrado a chi l’ha scritto e glielo ha mandato.
Fonte: da Facebook. Non so chi l’abbia scritta ma è geniale
L’UNICO DIO CRISTIANO E CATTOLICO E LA DIVINITÀ ISLAMICA: NULLA VI È IN COMUNE.
I 99 nomi di Allah
Chiariamo innanzitutto che Allah non è il nome arabo che corrisponde al Dio unico dell’ebraismo e al Dio Uno e Trino del cristianesimo. Allah era uno dei 360 idoli pagani preesistenti all’islam che Maometto ha monopolizzato, scegliendolo come unico dio da adorare ed escludendo gli altri 359 idoli, e ha personalizzato sostenendo che Allah rivelava solo a lui ciò che gli altri comuni mortali dovevano fare o non fare.
Chiariamo che Maometto non è stato un sant’uomo ma un predone del deserto, che negli ultimi dieci anni della sua vita, tra il 622 e il 632, fece un centinaio di razzie e guerre, a cui lui personalmente partecipò e in cui combatté, uccise, sgozzò e decapitò i suoi nemici, e fu particolarmente feroce con gli ebrei.
– Che mortificazione! Chiedere al potere di riformare il potere. Che ingenuità!
Mi sia consentito d’iniziare parafrasando Giovannino Guareschi al fine di speculare su espressioni, comportamenti e conseguenze civili e politiche sui nostri giorni.
Chi sono? Sono un ex giornalista che adopera trecento o più parole. Federalista in una repubblica contraddistinta dall’accentramento dei poteri anche quando propone un regionalismo che spaccia per decentramento amministrativo. Ho in uggia i partiti politici in un Paese che continua a destreggiarsi tra pseudo sinistra-destra e sovranisti-populisti. Sostengo l’iniziativa privata in tempi di statalismo becero e inefficiente. Sono assertore di un nuovo progetto politico di autodeterminazione in tempi di antinazionalismo. Non sono un indipendente, bensì un anarchico, un uomo libero, ma sovversivo.
Il fatto è che un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. L’idea di una repubblica fondata sulla partitocrazia non era quella per la quale gli Alleati vincitori della seconda guerra mondiale stimolarono e affrettarono l’avvio dei lavori della Costituente le cui sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948, perché nella visione degli Alleati c’era la nascita di uno Stato federale, come avvenne per la Repubblica Federale Tedesca (RFT) o Germania Ovest.
Il post di un dirigente Ulss dell’Abruzzo scatena una reazione a catena. Dal sud molti commenti sullo stesso stampo. La reazione della Regione.
Un incredibile incidente diplomatico fra Veneto e Abruzzo.
Il post su Facebook di un dirigente dell’Ulss di Sulmona, in Abruzzo (dunque un dirigente di alto livello della Regione Abruzzo), ha scatenato una vera e propria rivolta.
Commentando la richiesta di aiuti da parte del Veneto per fare fronte al disastro causato dal maltempo, il dirigente ha scritto:
“Però avete fatto il referendum per l’indipendenza… Ve lo ricordate vero? Mica state pensando di chiedere lo stato di emergenza per finanziare la ricostruzione con i soldi di tutti gli italiani, no? Se fosse per me vi farei marcire insieme al legno delle vostre foreste abbattute”.
E non si tratta di un commento isolato, sul tipo: volete essere autonomi e tenervi i vostri soldi? Allora arrangiatevi.
A parte l’ignoranza di chi confonde autonomia con indipendenza, il post è senza scusanti. E la reazione del presidente del consiglio regionale,Roberto Ciambetti, al suo omologo abruzzese è stata immediata. “Scusa, quando il terremoto ha messo in ginocchio l’Abruzzo noi siamo stati in prima fila ad aiutarvi. E adesso ci ripagate così?“.
Per la cronaca il dirigente è stato rintracciato e si è difeso dicendo che il suo profilo Facebook era stato hackerato.
Dura la reazione dell’assessore alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin.
“Se ci lasciano i 15 miliardi di euro di residuo fiscale che il Veneto dà a Roma ogni anno, il miliardo di danni causato dal maltempo che lo paghiamo noi senza problemi. Noi non stiamo chiedendo aiuto allo Stato, chiediamo solo che un piccolo pezzettino di quello che regaliamo ogni anno al resto d’Italia ci venga restituito“.
Il 5 febbraio 1999 il gruppo “Liga Veneta Repubblica” in Consiglio Regionale del Veneto organizzava a Padova un memorabile convegno intitolato “Veneto: un popolo sovrano verso l’Europa”, con la partecipazioni di prestigiosi studiosi, dal prof. Miglio al prof. Mario Bertolissi, dall’avv. Ivone Cacciavillani al prof. Renzo Gubert, allora senatore; il convegno fu poi nobilitato da tre straordinarie relazioni incentrate sulla Catalunya e sulla Scozia tenute dal prof. Ferran Requejo dell’Università Pompeo Fabra di Barcellona, da Josep Camps di “Convergencia Democratica di Catalunia e da Donald Henderson dello “European Affairs Division dello Scottish Office” di Edimburgo. Francesco Jori riuscì, da par suo, a mettere insieme il tutto, intervallando sapientemente anche gli interventi di Comencini, Foggiato, Morosin e il mio.
Fu una giornata di un’intensità straordinaria e lo può confermare chi partecipò all’Hotel Sheraton all’evento; ma in particolare vorrei riproporre l’intervento del prof. Miglio, per certi versi profetico,direi, in particolare quando sottolineava con forza:
“Ma fate più in fretta possibile, o Veneti, perché questo Stato italiano sta avvicinandosi al suo momento critico.”
Eravamo nel 1999….
di Gianfranco MIGLIO:
IL PROGETTO DI UNA CARTA COSTITUZIONALE VENETA ADOTTATA IN ESERCIZIO PRECOSTITUZIONALE DELLA SOVRANITÀ
Quando ho ricevuto il materiale che gli organizzatori di questo convegno mi hanno mandato, ho fatto un salto sulla mia seggiola, perché ho visto esaltata quest’idea del “Popolo Sovrano”, e allora mi sono detto: “Non pensano a una costituzione federale”, perché voi sapete che la caratteristica di una costituzione federale è che al suo interno nessun potere è sovrano. Poi. leggendo, e ascoltando le belle relazioni di Morosin e di Bertolissi, mi si è chiarito il concetto di “sovranità pre-costituzionale”, che non pregiudica la struttura di una costituzione federale o confederale, e quindi della sovranità “divisa”.
Però quell’idea di mettere davanti all’esercizio degli articoli 121 e 138 della Costituzione, una presa di posizione del Popolo Veneto a favore della sua indipendenza, comporta una certa logica di azione politica, che io sconsiglio. Perché ritengo che si debba prima arrivare a far funzionare la Costituzione con le sue norme, e precisamente gli articoli 121 e la 138, soltanto se la procedura ordinaria non funzionerà, allora verrà il momento di una azione insurrezionale.
Avvertenza: questo non è, assolutamente, un articolo di informazione sull’inquinamento da PFASS che sta impregnando le acque e i corpi del Veneto. Soltanto un necrologio, un amaro amarcord condito di qualche considerazione su come funziona il capitalismo, quello del nord-est in particolare. Per gli aspetti tecnici potete attingere alle puntuali denunce pubblicate da qualche anno a questa parte su Quaderni Vicentini. In tempi non sospetti, quando invece un noto quotidiano locale ignorava o minimizzava la grave situazione che si andava delineando.
Non è nemmeno un invito a intervenire per rimediare. Da tempo ho la convinzione che cercare di fermare il degrado ambientale sia quasi impossibile. Nel Veneto senza “quasi”. Qui la catastrofe è ormai completa, per quanto subdola e inavvertita. Il territorio veneto e ancor più quello vicentino (un’autentica “poltiglia urbana diffusa” da manuale) hanno raggiunto livelli di contaminazione e cementificazione tali che soltanto un’apocalisse di ampia portata potrebbe, forse, porvi rimedio. Ripristinando in parte quell’ordine naturale che oggi come oggi appare irrimediabilmente stravolto.
Prendiamo atto comunque che se pur molto tardivamente, la questione PFASS ha assunto rilevanza non solo locale ma anche regionale (vedi la richiesta di analizzare l’acqua “potabile” nelle scuole in provincia di Rovigo). Ma per quanto riguarda la “sfilata degli ipocriti” (i sindaci vicentini che hanno manifestato a Lonigo contro l’inquinamento da PFASS) direi che si commenta da sola. Dov’erano le istituzioni in tutti questi decenni (almeno 4, dagli anni settanta) mentre la RIMAR prima e la MITENI (cambia il nome, ma l’azienda fisicamente è sempre la stessa) poi versavano schifezze direttamente nelle nostre acque e indirettamente nel nostro sangue?
Oggi ho chiesto ad alcuni liceali che protestavano:
–Io “Come mai tutto sto casino?”
– Una ragazza di 3^ “Perché Salvini è un fascista, anzi, no, è nazista.”
– Io “Perché dici che è nazista?”
– Lei “Perché non vuole mettere soldi alle scuole e arresta tutti i profughi.”
– Io “Ma Salvini NON si occupa di scuola e poi vuole arrestare solo i delinquenti.”
– Lei “Non è vero! Noi abbiamo bisogno di tutti i profughi perché se noi diventiamo dottori, chi coltiva la terra?”
– Io “Come mai state scioperando?”
– Un ragazzo di 19 anni “Perché ci siamo rotto i coglioni di questi vecchi bacucchi della politica italiana.”
– Io “Ma, veramente, i due ministri che state contestando sono giovanissimi e appena arrivati al governo.”
– Lui “A me che cazzo me ne frega, frate, qua dicono tutti così!”
– Io “come mai tutta sta mobilitazione?”
– Un altro ragazzo più giovane ” I proff. hanno detto che questi ministri sono incapaci e vogliono distruggere la scuola.”
– Io “Ma tu cosa ne pensi?”
– Lui “A me basta che saltiamo un giorno di scuola!”
– Io “Ma sai, almeno, chi sono i ministri che contestate?”
– Lui “Come si chiama, quella lì, forse Fornero? No, aspetta… chiama alcuni amici e amiche in aiuto… la prima dice, “La Rossa no!“…
la seconda dice “No ma che cazzo dici, si chiamano Mattarella e quello scemo di Saviano.” (Saviano!?!)…
Ma il terzo è il più fenomenale… “Minchia raga, non sapete proprio un cazzo, è contro il governo e la BELDRINI (ha detto e ripetuto proprio BELDRINI) CHE CI STIAMO FACENDO SENTIRE.
AUGURI RAGAZZI
Fonte: da Facebook di Antonio Settembrini del 12 ottobre 20018
L’Italia è quella strana nazione dove ti mettono i codici identificativi sui sacchetti della spazzatura per multarti se butti un pezzo di carta nel sacco della plastica… ma permettono a migliaia di rom di vivere in campi abusivi dove buttano nei fossi la loro spazzatura.
L’italia è quella strana nazione dove ti multano se regali un panino a un senzatetto senza aver fatto lo scontrino… ma permettono a venditori abusivi di vendere le loro merci taroccate agli angoli delle strade.
L’Italia è quella strana nazione dove ti multano se dove c’è il limite di 50 km/h.. e vai a 51 km/h… ma permette a chi ha targa straniera di andare e fare quel cavolo che gli pare.
L’italia è quella strana nazione che se un militare delle forze dell’ordine arresta un violento in modo violento… viene indagato per violenza.
L’italia è quella strana nazione che mette il divieto di accendere le stufe a legna per non aumentare l’inquinamento atmosferico… ma permette ai rom di fare falò con i copertoni delle ruote per pulire il rame.
L’Italia è quello strana nazione dove per comprarti una casa devi farti un mutuo di 30 anni… ma poi permette ad occupanti abusivi di occuparti la casa e cambiare le serrature.
L’italia è quella strana nazione dove i giudici condannano i proprietari di casa a rimborsare i rapinatori se questi vengono morsicati dal cane in giardino.
L’italia è quella strana nazione dove dopo innumerevoli casi dove maestre d’asilo picchiano i bimbi… non si possono mettere telecamere di controllo perché ledono la privacy.
L’italia è quella strana nazione dove i giudici diminuiscono la pena a un assassino perché 48 coltellate non è sinonimo di crudeltà.
L’italia è quella strana nazione che sfratta una nonnina terremotata perché nella sua casetta manca un foglio burocratico… ma permette a zecche dei centri sociali di occupare e vivere in aziende capannoni ed edifici.
L’Italia è quella strana nazione in cui molti milionari al governo, con pensioni da trentamila euro al mese, ordinano al popolo di tirare la cinghia, fare sacrifici e morire lavorando fino alla fine.
Potrei andare avanti x ore, ma la musica e’ sempre la stessa…
L’Italia in una sola frase è
La potenza dell’impotenza!!!
Se non si opera un vero cambiamento, l’Italia non apparterrà mai agli italiani.
Il tormentato rapporto fra il Veneto e lo Stato italiano è ritornato d’attualità grazie all’iniziativa di alcuni docenti e intellettuali italiani che hanno pensato bene di rivolgersi al Parlamento romano in termini perentori: al Veneto ogni ulteriore forma di autonomia non deve essere concessa… e via una serie di considerazioni che vi risparmio.
È incredibile come, laggiù in Italia, non ci si voglia render conto di quanto diffusa sia la voglia di autonomia, di autogoverno qui nel Veneto, e da sempre.
A Roma devono capire che non è una moda passeggera, ma una battaglia che i veneti portano avanti da 150 anni, dal momento in cui, attraverso un plebiscito-truffa, furono annessi all’Italia (21 e 22 ottobre 1866).
Ferruccio Macola(1861-1910).
E in questo senso vorrei riproporre un documento di straordinaria attualità, scritto nel 1889 da Ferruccio Macola, direttore della “Gazzetta di Venezia”. Il Macola fu sicuramente uno dei protagonisti dell’ottocento veneto: nato a Camposanpiero (PD) nel 1861, fu uno dei fondatori del quotidiano genovese “Secolo XIX” del quale divenne anche direttore. Eletto più volte deputato per la Destra nel collegio di Castelfranco, è ricordato per il duello alla sciabola con il deputato radicale Felice Cavallotti, che ebbe la peggio e morì nel marzo 1898 a Roma.
Nella foto minatori friulani in Belgio, 1961. Museo provinciale della vita contadina
Il nuovo dittatore belga, ASSELBORN, un esponente del Partito Operaio Socialista, è un altro che NON HA STUDIATO la sua STORIA e racconta una grossa bugia affermando che i migranti italiani (MINATORI con contratto di lavoro in mano) non sono mai stati respinti, però non precisa come venivano costretti a lavorare.
Va ricordato, anche a Salvini, che la «BATTAGLIA DEL CARBONE» era stata lanciata nel febbraio del 1945 dal primo ministro belga Achille Van Acker, con l’obiettivo di convincere il maggior numero di cittadini belgi a scendere nei pozzi, ma non erano disposti sia per la durezza del lavoro sia soprattutto per la sua pericolosità, nonostante gli incentivi promessi (miglioramento di salari, pensioni, ferie, nuove case operaie). Conseguenza, il progetto fallì e rimase lettera morta fino al 1951.
Con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), venne varata la politica di “immigrazione flessibile“, cioè ingresso forza lavoro legato agli andamenti del mercato: ogni qualvolta si minacciava un rallentamento dell’attività economica ed un ristagno dell’occupazione interna, l’immigrazione veniva bloccata e i contratti non rinnovati.
Nonostante ciò il Governo di De Gasperi, con l’approvazione dell’opposizione per assicurarsi rimesse e fonti energetiche per la ricostruzione del paese, nel 1947 aveva firmato un secondo accordo che assicurava un costante afflusso di lavoratori fino alla terribile catastrofe di Marcinelle dell’8 agosto 1956, quando l’immigrazione ufficiale dall’Italia fu sospesa e le autorità belghe si rivolsero verso nuovi paesi esportatori di manodopera (Spagna, Grecia, Marocco, Turchia).
Per me non c’è destra centro o sinistra, io faccio solo differenza tra verità e menzogna, e quando la verità ti viene imposta per legge o per imperio, allora stai certo: è una menzogna!
Le prove se sono false le sbugiardi subito, se sono vere le puoi solo distruggere
L'ISTRUZIONE PERVERTE LA MENTE
“L'istruzione perverte la mente, poiché ci opponiamo direttamente al suo sviluppo naturale, ottenendo prima le idee e poi le osservazioni. “ “Questo è il motivo per cui così pochi uomini di cultura hanno buon senso come quello che è comune tra gli analfabeti.” Arthur Schopenhauer
IL MIO PAESE
L’importante non è il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà, perché in quel paese non te l’hanno rubata.
LA CASA
La casa è un attributo della personalità e tassare la casa è come tassare l'intelligenza, la bellezza o l'altezza di una persona.
SOCIETA’
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche nella misura in cui essi fruiscono delle stesse
DIRITTO
Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo
DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE
L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE
Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino
GIUSTIZIA
Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti
DIRITTO D’AUTORE E PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Noi, per quella decina di anni o poco più, che il Padre Eterno ci lascia su questa terra, siamo il 99,999 periodico il passato e il sapere degli altri, il rimanente, forse, noi, se madre natura è stata generosa, pertanto è ipocrito pretendere e campare diritti autoritari di possesso e proprietà intellettuale.
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CHE IMPORTA SE OGNUNO CERCA LA VERITA’ A SUO MODO?
Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento.
Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda.
Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco –
Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.
(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae III,10)
RICERCA DELLA FELICITA’
Ognuno è libero di credere in ciò che vuole e in ciò che lo fa stare in pace con se stesso e con l'universo. È l'inestimabile valore della libertà di pensiero. Il problema sorge quando le persone ritengono che le loro conoscenze siano la verità assoluta e vogliono imporre la loro visione delle cose al resto del genere umano.
VENERA DIO SUL TUO CAMMINO
Le religioni tendono ad avere una memoria selettiva e a prendere le distanze dai loro antichi precursori.
Di conseguenza:
“Venera Dio sul tuo cammino.
Qualunque sia la forma in cui si manifesta.
Che sia abbellito con pietre preziose, o rappresentato da una statua di rame.
Una forma ne sostituirà un’altra, come una nuova inondazione segue la precedente”
(Insegnamento per Merekarie)
AMO LA VITA
Il matrimonio gay non reca in se' la vita e il futuro del mondo
Ma e' una scelta di morte
E un modello culturale di morte costruito contro l'origine e il fondamento della stessa vita umana
PENSIERI E PRINCIPI
«Ama il Creatore».
«Ama la terra».
«Lavora gratuitamente».
«Conta su quello che hai e sii povero».
«Ama qualcuno che se non se lo merita».
«Studia molto sia la natura che gli uomini; più sul terreno che sui libri».
«Non pestare sul terreno senza necessità perché uccidi un essere vivente e lavori alla distruzione di tutti i viventi».
«Non progredire, ma vivere».
«Vendere poco e comperare meno».
«Non comperare roba venuta da lontano».
«Non produrre cose che possano essere esportate lontano».
«Non produrre cose che possano essere trasformate in simboli monetari».
«Non prendere soldi in prestito; se hai risparmiato soldi, non prestarli alle banche».
«Non ti fidare del governo di nessun governo».
«Gli Stati non possono distruggere la cultura dei popoli».
«Abbraccia gli essere umani del tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica».
«Evita come un diavolo qualunque sport. Sono drogature dei capitalisti per rubare i soldi ai salariati, e aumentare la degradazione dell’ energia. Anche lo sport è una guerra fatta per impinguare i capitalisti ».
«Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo».
«Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti».
«Approva nella natura quello che non capisci, e loda quella speranza, perché ciò che l’Uomo non ha razionalizzato non ha distrutto».
«Fai le domande che non hanno risposta».
«Metti l'orecchio vicino alla terra e ascolta i bisbigli delle canzoni future».
«Sorridi, il sorriso è incalcolabile».
«Aspetta la fine del mondo».
«Investi nel millennio».
«Pianta castagnari».
(PENSIERI E PRINCIPI DI DON ALBERTO BENEDETTI)
IL VENETO E’ LA MIA PATRIA
Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria.
Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto.
Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all'Italia, bensì perché penso al Veneto.
(Goffredo Parise, Il Corriere della Sera, 7 febbraio 1982)
TI CON NU, NU CON TI
Perasto 23 agosto 1797: Giuseppe Viscovich, Capitano di Perasto, deponendo sotto l'altare maggiore della chiesa le insegne di San Marco, alla presenza di tutte le milizie e di tutto il popolo pronunciò, con una notevole intensità, il seguente discorso:
"In sto amaro momento, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenisimo Dominio, al Gonfalon della Serenisima Republica, ne sia de conforto, o citadini, che la nostra condota pasada, che quela de sti ultimi tempi la rende più xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del xorno la farà saver a tuta Europa che Perasto la ga degnamente sostegnudo fin a l'ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto ato solene e deponendolo bagnà da el nostro universal, amaro pianto.
Sfoghemose, citadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti, che i sigilà la nostra gloriosa corsa soto el Serenisimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rapresenta e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par 377 ani la nostra fede, el nostro valor, la ga senpre custodia par terra e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamà i so nemisi, che li xe stai pur queli dela Religion. Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e virtuoxi.
Nisuni co Ti ne ga visto scanpar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!
E se sti tenpi prexenti, infelici par inprevidensa, par disension, par arbitrii ilegali, par visi ofendenti la natura e el gius dele xenti no Te gavese cavà via, par Ti in perpetuo sarave stae le nostre sostanse, el nostro sangue, la vita nostra, e pitosto che vedarTe vinto e dexonorà dai Toi, el corajo nostro, la nostra fede, se gaverave sepelio soto de Ti.
Ma xa che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cuor sia l'onoratisima to tonba, e el più puro e el più grando to elogio le nostre lagrime".
Il Capitano Viscovich, deponendo le insegne, s’inginocchiò davanti all’'Altare, e rivolto al piccolo nipote che gli era accanto, disse:
“Inxenocite anca ti; basile, e tienile a mente par tuta la vita”.
(Discorso del Capitano Giuseppe Viscovich tratto da "Storia Documentata di Venezia" di S. Romanin)
Par stasera basta
Note, cristiani…par stasera basta e, se Dio vol, se catarem doman…