Gen 01 2018

DELLA LUNA: IL RE È NUDO MA NIENTE SUCCEDE…TENGONO IN VITA L’ITALIA SOLO PER FINIRE DI SVUOTARLA

 

 

Il re è nudo ma niente succede.

 

I numerosi scandali e, ultimamente, la commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, hanno messo a nudo la realtà della politica e della burocrazia, le sistematiche e trasversali ruberie del regime, la sua strutturale illegalità di funzionamento – e niente succede, la società accetta tutto passivamente.

 

Così come fa la “Giustizia”, il popolo non reagisce, accetta ingiustizia e illegalità. Sempre più subisce e non agisce. L’esperienza gli ha insegnato che votare e manifestare è improduttivo.  Una ribellione popolare contro il marcio regime è impossibile: il popolo italiano è vecchio e sfiduciato, anche in se stesso, e senza fiducia in se stesso un popolo non organizza una ribellione. E il voto non consente di cambiare, come si dirà.

 

I banksters saccheggiano impuniti il risparmio mentre autorità di controllo giudiziarie e amministrative chiudono un occhio o due e non agiscono nemmeno dopo il fatto. Il governo, con dentro parenti e amici dei banchieri, li copre e scarica sulla società civile i danni dei loro abusi. Grillo ruggiva dichiarando che il suo movimento aprirà i palazzi del potere come scatolette di sardine per mettere alla luce del giorno tutte le illegalità, come se ciò potesse suscitare reazioni tali da riformare il sistema.

 

Ma non è così: il sistema continua come prima, e la gente subisce passivamente. E perché stupirsi? La legalità è l’interesse più diffuso, dunque il più disperso, il più debole, quindi il più perdente. E’ un interesse impotente a difendere se stesso. Il popolo è bue perché è popolo, non per altra ragione. Per contro, gli interessi concentrati, dei pochi contro i molti, soprattutto se illeciti e nascosti, sono anche poteri forti, e hanno buon gioco a comprare chi gli serve e a mettere nei posti giusti i loro fiduciari.

 

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Dic 31 2017

SABINO ACQUAVIVA … L’EUROPA UNITA PUÒ NASCERE DALLA LIGA VENETA

Sabino Acquaviva

 

 

Il 29 dicembre del 2015 fa moriva a Padova Sabino Acquaviva, sociologo, docente universitario, già preside di Scienze politiche al Bò; ero uno dei pochi presenti ai Suoi funerali e fin d’allora ho avuto l’impressione, e continuo ad averla, che sia la città che l’università siano restìe a tributargli quei riconoscimenti che meriterebbe, probabilmente è ancora penalizzato da quel modo di fare schivo e mite che ne caratterizzava il tratto.


E allora vorrei riproporre una articolo che uscì sul Mattino il 6/8/1983, pochi mesi dopo il sorprendente successo della Liga Veneta alle elezioni politiche del maggio ’83, quando i commenti dei commentatori e intellettuali vari erano improntati a una superficialità e a una cialtroneria impressionanti: il prof. Acquaviva, invece, cercava di capire cosa c’era sotto quel voto, sotto quel messaggio che ancor oggi continua, dalla Catalunya alla Corsica, ad essere importante in tante parti d’Europa e che ci dimostra quanto avanti, profetico direi, fosse il prof. Sabino Acquaviva.

 

Ettore Beggiato 

 

 

L’EUROPA UNITA PUÒ NASCERE DALLA LIGA  VENETA 

 

In questi giorni ho ricevuto una lettera tassata, credo perché affrancata con alcuni francobolli sovrastampati, con scritte diverse: “nathion veneta”, “poste venete”, “territori autonomi dei veneti”.
Io, europeista convinto fautore degli “Stati Uniti d’Europa”, dovrei sentirmi lontano da chi parla di “nazione veneta”: dovrei pensare a tutto questo come a un’espressione di un passato senza ritorno. 
Che può aver da spartire una cultura europeista, moderna, che guarda alla Comunità europea come il nocciolo dell’Europa unita, con dei regionalisti ?

 

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Nov 14 2017

GLI ITALIANI TRUCIDATI DAL REGIME COMUNISTA

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:06

January 1942, Kerch, USSR — Families identify dead in Kerch, Crimea. — Image by © Dmitri Baltermants/The Dmitri Baltermants Collection/Corbis

 

 

Il comunismo inteso come regime non è mai andato al potere in Italia. In compenso ha mietuto più vittime italiane del “famigerato” regime fascista che pure ha dominato nel nostro Paese per oltre un ventennio.

 

Centinaia di italiani emigrati in Crimea nell’Ottocento soprattutto dalla Puglia, e poi dal Veneto, a partire dagli Anni Venti del ‘900 furono perseguitati dal regime comunista, prima col sequestro delle proprietà e poi con le purghe staliniane.

 

Molti di loro furono ingiustamente sospettati e accusati di attività controrivoluzionaria, furono processati e fucilati. Il 29 gennaio del 1942 avvenne il rastrellamento di tutte le famiglie di origine italiana e il loro trasferimento nei Gulag del Kazakhstan, dove i circa 1500 deportati furono decimati dal freddo, dalla fame, dalle malattie e dai lavori forzati.

 

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Nov 03 2017

VENETO: PIÙ CHE L’AUTONOMIA, HA VINTO SAN MARCO

 

 

di Stefano Lorenzetto 

 

Non ha vinto l’autonomia. Ha vinto la Serenissima. È un’altra cosa. Mai il referendum avrebbe potuto assumere in Lombardia lo spessore plebiscitario registrato in Veneto. Che cos’hanno a che vedere le valli orobiche e camune con Milano? Niente. E infatti le percentuali dei votanti lombardi differiscono nettamente da quelle, ridotte a valori omeopatici, degli elettori ambrosiani. I quali sono rappresentati da un sindaco, Giuseppe Sala, che ha preferito snobbare la consultazione e svegliarsi sotto il cielo di Parigi, al contrario del governatore Luca Zaia, che alle 7 meno un quarto, mentre faceva ancora buio, si è presentato al seggio del suo paesello per dare il buon esempio.
Il Veneto intero ha invece tutto a che vedere con Venezia. La città di San Marco è sua madre. Lo stesso dicasi di Bergamo e Brescia, i cui centri storici ancora traboccano di leoni marciani scolpiti nella pietra. Fino al 1797, fino all’Adda, era Repubblica veneta. La più longeva che sia mai esistita. Motto ufficiale: “Viva San Marco!”. Durata 1100 anni. Affogata nel sangue da un ladrone il cui nome faceva rima con Napoleone, saccheggiatore di opere d’arte (dalle Nozze di Cana del Veronese alla Cena in Emmaus del Tiziano, fatevi un giro al Louvre) e di molto altro (40 milioni di lire oro dell’epoca, depositate nella Zecca della Serenissima, pari, al valore di oggi, alla metà del debito pubblico italiano).
Se non siete mai approdati a Venezia dalla parte giusta, dal mare, dalla bocca di porto di San Nicoletto, e non vi ha preso uno struggimento, un magone, un’inspiegabile voglia di piangere vedendo in lontananza il campanile di San Marco e il Palazzo Ducale che brillano nell’oro del tramonto, lasciate perdere queste righe: non fanno per voi.

 

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Ott 19 2017

LA PRIGIONE INVISIBILE ITALIANA

Oneto: le idee sono punite come fossero dinamite. La prigione “invisibile” in cui viviamo

 

In un memorabile articolo Gilberto Oneto descrive la situazione in cui si trovano a vivere veneti e lombardi, paragonati a quegli uccelli che, ormai condizionati, non provamo neanche più ad uscire dalla gabbia a portellino aperto. E del resto, quando ci si provassero, la musica cambia, come ora sta succedendo in Catalogna, con i primi arresti e il plauso neanche tanto sottaciuto, della élite burocratica finanziaria europea. Consiglio la lettura. Oneto non c’è più ma le sue idee vivono ancora. 

 

 

Gli Indipendentisti – ovvero le Idee punite come fossero dinamite. La prigione “invisibile” italiana. E quella, ormai visibile, spagnola. 

 

 

Ci sono due modi per tenere la gente in prigione ed evitare che se la squagli: costruire mura solidissime e munirle di inferriate triple, oppure convincerla che sta benissimo dov’è e che fuori starebbe peggio. Le sbarre di metallo hanno il difetto (in tempi di buonismo e di politically correct) di essere evidenti e identificabili, di poter essere stigmatizzate su manifesti e fotografie. Le sbarre psicologiche non si vedono, non si possono fotografare, non ci si può appendere o impiccare, si possono sempre negare, si può sostenere che sono frutto di autoconvincimento o di propaganda avversaria. Ma sono in definitiva anche le più solide e subdole, sono difficili da segare e non si sa esattamente quale spazi delimitino: alla fine riducono alla condizione di certi uccelli che se ne restano in gabbia anche quando le porte vengono aperte.

 

L’Italia è una prigione di questo genere: a nessuno viene impedito di uscire fisicamente e (soprattutto) di entrare, ci si può lamentare e organizzare per cambiare le cose all’interno. Si può proporre di cambiarle anche radicalmente ma non si possono toccare i muri: si può rinnovare l’arredamento, ma le pareti vanno lasciate come sono.

 

Nuove porte e finestre incorrono nei rigori del Codice Rocco che difende con scrupolo la sacralità e l’intangibilità dei muri dell’unità nazionale, e della prigione. Nel creare argomenti per convincere i carcerati di non esserlo sono stati abilissimi e hanno saputo percorrere anche strade diverse e creative: una volta si attaccavano ai sentimentalismi patriottici (De Amicis è stato un grande carceriere), alle catarsi belliche (anche Cadorna lo è stato) e ai turgori nazionalistici (Mussolini e Franco sono stati perfetti). 

 

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Ott 04 2017

DEFINIZIONE DI POLITICO

Category: Monade satira e rattatuje,Società e politicagiorgio @ 00:44

 

 

Definizione di politico: chi riesce a dire più bugie nel miglior modo possibile

 


Set 17 2017

UN REGIME DI BUFFONI

Category: Dominio Potere e Violenza,Società e politicagiorgio @ 13:57

 

 

Da dove può nascere a 72 anni dalla fine del fascismo una legge che vieta la propaganda fascista e la compravendita di oggettistica in materia? Da forme patologiche di odio, di psicosi e di fobia. E da ignoranza, malafede e stupidità. 

 

Non riesco a trovare migliori spiegazioni per capire il movente di approvare subito, a tambur battente, appena si sono riaperte le camere, una legge così grottesca, così anacronistica, in piena tempesta di violenze sessuali e stupri, di emergenza dei flussi migratori e di allarme terrorismo islamista. 

 

Nel centenario della nascita del comunismo, il più grande orrore totalitario del Novecento, per quantità di vittime, durata ed estensione, in Italia si apre una ridicola campagna antifascista per reprimere il mercatino nostalgico del web e le sue propaggini di vintage & folclore. 

 

E si approva, in un paese che già prevede due leggi speciali ad hoc che puniscono quel reato d’opinione, vale a dire la legge Scelba e la legge Mancino, un’ennesima legge acchiappafantasmi, fasciofoba e canagliesca. 

 

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Ago 06 2017

«CHEMIO NATURALE» SOSPESO PER 6 MESI IL MEDICO DI BADIA CLAUDIO SAURO

Per non dimenticare

 

Il dottor Sauro in una foto tratta dal profilo Facebook

 

 

A un mese dal processo avvenuto lo scorso 6 giugno, la commissione dell’Albo dei medici di Verona ha deciso una sospensione di sei mesi dall’attività professionale per il medico di Medicina generale e di famiglia Claudio Sauro, ritenendo che non potesse non sapere che altri, esplorando il suo profilo Facebook e il gruppo chiuso denominato «Chemioterapia naturale», avrebbero potuto diffondere in rete informazioni ambigue e non supportate da prove scientifiche in materia di cura dei tumori con l’utilizzo della vitamina D.

 

«Si addebita al dottor Sauro una imprudente e ambigua divulgazione via web di contenuti a carattere medico non adeguatamente supportati da dati scientifici», spiega l’avvocato Enrico Querena, che lo ha difeso davanti alla commissione dell’Albo dei medici di Verona e che ha già annunciato ricorso alla Commissione esercenti le professioni sanitarie del ministero della Salute.

 

«Per noi la decisione di Verona è già un successo», osserva l’avvocato Querena, «perché quanto meno esclude la radiazione dell’albo, che era stata minacciata dal presidente dell’Ordine al dottor Sauro, anticipando i tempi di una decisione che poi si è rivelata diversa».

V.Z.

 

Fonte: da L’Arena di Verona del 6 luglio 2017

Link: http://www.larena.it/territori/città/chemio-naturale-sospeso-per-6-mesi-il-medico-di-badia-1.5816092


Ago 03 2017

DECRETO VACCINI. UNA LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

 

 

Ill.mo Sig. Presidente della Repubblica Italiana Dr. Sergio Mattarella,
in rappresentanza dei sentimenti e della volontà delle famiglie e dei cittadini che da mesi manifestano in molte città d’Italia, le chiediamo di non promulgare la legge sull’obbligo vaccinale per i seguenti motivi: 

 

– innanzitutto il Decreto Legge sull’obbligo vaccinale, ieri convertito in legge con voto di fiducia e senza che i parlamentari abbiano potuto svolgere appieno il proprio ruolo affidatogli con mandato elettorale, non doveva essere promulgato dal governo perché del tutto inesistenti i motivi di necessità ed urgenza previsti dalla Costituzione (articoli 72, 76 e 77 ) e dall’ordinamento giuridico italiano;
– che il Governo abbia strumentalmente fatto ricorso al principio di decretazione d’urgenza, è stato ampiamente dimostrato anche nel dibattito che è seguito al suo iter parlamentare, come ad esempio nella lucida e articolata ricostruzione di merito scientifico-sanitaria fatta dal medico Senatore Maurizio Romani, così come da altri Parlamentari dell’opposizione; che, viceversa, si sia trattato di una smaccata e sprezzante violazione della Carta Costituzione –oltretutto su un tema socialmente molto sensibile e controverso sotto il profilo scientifico- è stato acclarato dalle clamorose contraddizioni interne della norma decretata; infatti, sostenendo la gravissima imposizione di pesanti quanto inutili e dannose vaccinazioni di massa, attraverso l’alibi del rischio di inesistenti epidemie infettive, il Governo avrebbe dovuto prevedere la vaccinazione della totalità della popolazione, per coerenza con la sbandierata esigenza di raggiungere quel 95% di copertura vaccinale necessario –a suo dire- per garantire la cosiddetta “immunità di gregge”, non certo raggiungibile vaccinando solamente il segmento “agnellini”!
Le inaccettabili violazioni della Carta costituzionale (e dell’etica) non si fermano però, per numero e gravità, a questi primi due vulnus esposti.

 

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Lug 29 2017

A BRESCIA SPARISCE VIA CADORNA, AL SUO POSTO QUELLA DEDICATA DODDORE MELONI

 

 

di REDAZIONE

 

Si tratta di un gesto certo, ma estremamente simbolico anche se illegale.

Questa notte qualcuno ha apposto sopra la targa intitolata a Luigi Cadorna, nella omonima via a Brescia, una altra insegna con scritto Via Doddore Salvatore Meloni. Patriota sardo.

In pratica, al posto di un assassino si ricorda un assassinato dallo Stato.

 

Doddore Meloni indipendentista sardo scomparso 3 settimane fa, dopo un lungo sciopero della fame e della sete.

Perchè a Brescia?

Probabilmente, perchè proprio nella città  della Leonessa Meloni era stato rinviato a giudizio insieme a oltre 40 persone per il processo “Tanko 2” ovvero per aver attentato all’’Unità d’ Italia.

 

Doddore Meloni è stato tumulato a Terralba, dove hanno partecipato decine di persone, provenienti da ogni parte della penisola.

Applausi, “Libertà” e “Indipendentzia” urlate tenendo alta la bandiere dei quattro Mori, quella di Malu Entu e anche quella col Leone di San Marco.

I funerali si sono svolti il 9 luglio scorso a Terralba (Oristano), dove viveva con la famiglia, nella Cattedrale di San Pietro gremita di gente arrivata un da tutta la Sardegna.

 

Fonte: da il miglioverde del 28 luglio 2017-07-28

Link: https://www.miglioverde.eu/a-brescia-sparisce-via-cadorna-al-suo-posto-quella-dedicata-doddore-meloni/

 


Lug 25 2017

NAPOLI – IL GIGANTE CHE DERIDEVA I POTENTI

 

 

Ci fu un tempo in cui Largo di Palazzo, l’attuale piazza Plebiscito, era sorvegliata da una immensa statua di Giove proveniente dalla rube euboica di Cuma, la prima città della Magna Grecia e anello di congiunzione tra Napoli e l’Ellade.

Il Gigante del Largo di Palazzo, così come venne chiamato dai napoletani, fu collocato nel 1668 sul margine meridionale della piazza dal viceré don Pedro Antonio d’Aragona, e rappresentò per ben 138 anni il veicolo attraverso il quale i napoletani, con la propria straripante ironia, si prendevano gioco dei potenti.

 

Da simbolo del potere autoritario, dal forte impatto evocativo, la statua del Giove Cumano divenne per il popolo il Gigante parlante, l’improbabile portavoce di lazzari e intellettuali che con sberleffi e componimenti satirici schernivano le cariche istituzionali che si succedevano nell’adiacente Palazzo Reale. Un’usanza dilagante e profondamente oltraggiosa capace di mandare su tutte le furie i governati di Napoli, che a più riprese tentarono di estirpare questa umiliante condanna con ogni mezzo.

Si racconta che il viceré Luis de la Cerda, duca di Medinaceli, sul finire del XVII secolo provò a scoraggiare i napoletani promettendo una taglia di 8.000 scudi d’oro a chiunque fosse stato capace di cogliere sul fatto gli irriverenti burloni. Un tentativo che, ahilui, si dissolse nell’inquietante controproposta dei lazzari napoletani, che nella notte affissero sulla base della statua una taglia di 80.000 Ducati d’oro per chiunque fosse stato in grado di decollare l’ardito governante ed esporre la testa mozzata in piazza Mercato.

 

Durate i burrascosi moti rivoluzionari del 1799, il popolo fasciò il Gigante cumano con i colori della Repubblica Napoletana, e sul capo riccioluto di Giove fu riposto il simbolo della rivoluzione francese, un enorme berretto frigio che fu poi strappato via qualche tempo dopo dai sanfedisti Napolitani capeggiati dal Cardinale Ruffo.

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Lug 23 2017

LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE BOLDRINI, CHE A QUANTO PARE DISPREZZA IL FASCISMO MA USUFRUISCE DEI BENEFICI.

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 16:10

Arturo Scalia

 

 

L’altro giorno la signora Boldrini  ( la signora tiene tanto al genere femminile ed io non  sentendomi di violentare la lingua Italiana, come fanno tanti giornalisti leccaculo storpiando il termine Presidente con Presidenta o peggio ancora Sindaco con Sindaca, preferisco femminilizzare il suo cognome con Boldrina) dicevo, la signora ha dichiarato in un’intervista

“C’è chi, come lei, non si sente a proprio agio passando davanti ai monumenti fascisti”
Suggerirei al Presidente Boldrina di cambiare itinerario per evitare il “disagio” che gli procura passare davanti a certi monumenti e sarebbe ancora più valido per gli italiani, se il suo giro per evitarli fosse molto largo abbracciando anche nazioni extracomunitarie che lei tanto ama.

 

Vorrei fare notare alla Presidente Boldrina, se la sua dichiarazione corrispondesse al vero ( cioè che tutto quello che riguarda il fascismo la mette a disagio), che dovrebbe non usufruire di tutti i miglioramenti sociali accaduti nel tanto odiato ventennio;

ne elenco solo 39 per comodità e per mancanza di spazio, ma sono oltre 100:

 

** 1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184 
**2. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158 
** 3. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841 
**4. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653 
**5. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277 
**6. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798 
**7. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055 
**8. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312 
**9. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928 
**10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397

**11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827 
**12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768

**13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 264 
**14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 1923 
**15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817 
**16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048 
**17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138 
**18. Istituto Autonomo Case Popolari 19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali 
**19. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859) 
**20. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono casa del popolo 
**21. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori) 
**22. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927 
**23. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni – studenti medi da 326.604 a 674.546 – universitari da 43.235 a 71.512 
**24. Fondò il doposcuola per il completamento degli alunni 
**25. Istituì l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole 
**26. Abolizione della schiavitù in Etiopia 
**27. Lotta contro la malaria 
**28. Colonie marine, montane e solari 
**29. Refezione scolastica 
**30. Obbligo scolastico fino ai 14 anni 
**31. Scuole professionali 
**32. Magistratura del Lavoro 
**33. Carta della Scuola Opere architettoniche e infrastrutture

**34. Bonifiche paludi Pontine, Emilia, Sardegna, Bassa Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele ed appoderamento del latifondo siciliano. Con la fondazione delle città di Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia, Guidonia, Carbonia, Fertilia, Segezia, Alberese, Mussolinia (oggi Alborea), Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e Pozzo Littorio e di 64 borghi rurali, 1933 – 1939 
**35. Parchi nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, dell’Abruzzo e del Circeo 
**36. Centrali Idroelettriche ed elettrificazione delle linee Ferroviarie 
**37. Roma: Viale della Conciliazione 
**38. Progetto della Metropolitana di Roma 
**39. Tutela paesaggistica ed idrologica 

 

Cara Presidente Boldrina, cosa ha fatto lei oltre a inorridirci con lo storpiamento della lingua italiana, con la falsa rivoluzione di rivalutazione della donna, con l’acquisto di centinaia di frigoriferi “ultranecessari”  per la Camera? Con il continuo disprezzo per gli italiani per il loro lavoro e la loro dignità?

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Lug 07 2017

MINISTRO LORENZIN, FIRMI QUI

Category: Salute e benessere,Società e politicagiorgio @ 00:02

Beatrice Lorenzin

 

 

Lettera aperta al Ministro della Salute

 

Gentile Ministro Lorenzin,

 

Lei condivide, insieme a gran parte dell’accademia scientifica, la posizione che “i vaccini sono sicuri“, e che “non esiste correlazione fra vaccini pediatrici e gravi disordini di tipo neurologico, come ad esempio l’autismo o altre malattie dello sviluppo“.

 

E ora il suo governo vuole introdurre l’obbligatorietà vaccinale a livello nazionale, triplicando nel contempo il numero dei vaccini obbligatori. Poichè l’imposizione di un obbligo di questo tipo comporta anche delle responsabilità da parte di chi lo impone, la invitiamo a dimostrare con i fatti ciò che finora ha sostenuto a parole, firmando pubblicamente la dichiarazione che segue.

“Io sottoscritta Beatrice Lorenzin, in qualità di Ministro della Salute della Repubblica Italiana, mi assumo personalmente ogni responsabilità per eventuali danni di tipo neurologico, certificati da un tribunale della repubblica, che potessero derivare dall’inoculazione vaccinale obbligatoria ad un qualunque bambino italiano”.

 

In questo modo non solo potrà rassicurare tutte le mamme italiane che oggi si preoccupano per la salute dei propri figli, ma potrà anche fugare il diffuso sospetto che l’introduzione dell’obbligo vaccinale (con contemporanea triplicazione del numero minimo) non sia affatto una esigenza di tipo sanitario, ma piuttosto un grosso regalo fatto dal nostro governo alle case farmaceutiche.

 

(A proposito, ogni volta che ripete pubblicamente che “i vaccini saranno gratuiti“, si ricordi anche di specificare che saranno certamente gratuiti per chi effettua la vaccinazione, ma che il costo di tali vaccinazioni sarà comunque pagato alle case farmaceutiche dallo stato italiano, e quindi da tutti noi cittadini.

Da una parte quindi ci obbligate a vaccinarci, e dall’altra ci obbligate a pagare, con i soldi delle nostre tasse, il conto – triplicato – alle case farmaceutiche).

 

Massimo Mazzucco

 

Fonte: srs di Massimo Mazzucco, da Luogcomune.net del 20 maggio 2017

Link: https://www.luogocomune.net/LC/index.php/21-medicina-salute/4678-ministro-lorenzin-firmi-qui


Giu 21 2017

IUS SOLI? I ROMANI NON SAPEVANO COSA FOSSE. COSÌ SI DIVENTAVA CITTADINI NELL’URBE

Foro Augusteo  

 

 

Di Adriano Scianca – 15 giugno 2017

 

Roma, 15 giugno – Non c’è marchetta all’immigrazione che non tiri in ballo Roma, la “aperta”, “tollerante”, “colorata” Roma, contrapposta alla chiusura delle polis greche.

 

È vero che, a differenza di queste ultime, l’Urbe non conobbe mai mito dell’autoctonia. Da qui a farne l’antesignana della società multirazziale ce ne passa.

 

Proprio il dibattito sullo ius soli è, a questo riguardo, interessante. Come si diventava cittadino, a Roma? Ha scritto Eva Cantarella (pur aggiungendo in seguito le frasi di prassi sui romani come campioni dell’assimilazione): “Back to the Romans, quindi, torniamo ai romani. Per i quali la soluzione era chiara: la cittadinanza si acquistava iure sanguinis.

 

Come scriveva il giurista Gaio, nel II secolo d. C., nel suo celebre manuale di Istituzioni, erano cittadini romani i figli legittimi di un cittadino, ovvero quelli naturali di una cittadina. La regola, infatti, voleva che i figli nati da un matrimonio legittimo seguissero la condizione del padre al momento del concepimento, e che quelli nati fuori del matrimonio seguissero la condizione della madre al momento della nascita”.

 

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Giu 16 2017

SAN FRANCESCO IL REDDITO DI CITTADINANZA LO AVREBBE BOCCIATO

Il professore Stefano Zamagni, 74 anni

 

 

ZAMAGNI «Per i francescani la cosa più importante è produrre lavoro», spiega l’economista, docente all’Università di Bologna e padre degli studi sul Terzo settore. Che boccia la proposta di Grillo e dei Cinque Stelle

 

Professor Zamagni ha visto Grillo alla Perugia-Assisi? Sostiene il reddito di cittadinanza per tutti nel nome di San Francesco

“Guardi, per mettere fine al dibattito basta una cosa sola: già nel 1300 i frati francescani girando per l’ Italia solevano dire che l’ elemosina serve a sopravvivere ma non a vivere, perché vivere significa produrre e l’ elemosina non aiuta a produrre”.

 

Dunque San Francesco la pensava diversamente?

“Quello che i francescani hanno sempre negato è l’ assistenzialismo. La dignità non si realizza nel mangiare, ma nel produrre. Quindi la missione era dare a tutti la possibilità di produrre, che significa lavorare. La divisione del lavoro, che è un’ idea forte dei francescani, serviva a dare a tutti, anche ai più deboli (i disabili, i poveri) la possibilità di produrre e dunque di lavorare, che è qualcosa di connaturato alla dignità dell’ uomo”.

 

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