Giu 20 2016

ROMA. SCOPERTE DALLE CATACOMBE DI SANTA TECLA: TROVATE LE ICONE DEGLI APOSTOLI PIETRO E PAOLO E FORSE GIACOMO E GIOVANNI

Category: Chiesa Cattolica,Storia e artegiorgio @ 00:13

 

ROMA CATACOMBE DI SANTA TECLA - Fotografo: BENVEGNU_-GUAITOLI-LANNUTTI

ROMA CATACOMBE DI SANTA TECLA – Fotografo: BENVEGNU_-GUAITOLI-LANNUTTI

 

Sulla via Ostiense, a poca distanza dalla Basilica di San Paolo fuori le mura

 

Continuano le sorprese sul fronte dell’archeologia sacra. Gli scavi sono eseguiti dalla Pontificia commissione di Archeologia sacra presieduta da Monsignor Gianfranco Ravasi. Le ipotesi e le voci che più si sentono sono quelle che in un cubicolo siano stati scoperti altre due icone di Apostoli, si dice che raffigurino forse Giacomo e Giovanni, e ancora un Daniele tra i leoni e il sacrificio di Isacco. Si sta lavorando con il laser per ripulire la patina calcarea che ricopre la volta dell’ipogeo.

 

Nel giugno scorso, nella ricorrenza dell’anno giubilare di San Paolo, fu scoperta una icona raffigurante l’Apostolo delle genti risalente al IV secolo d.C. Il volto di San Paolo ha la fronte ampia e con rughe, barba lunga a punta, l’Apostolo è raffigurato con i tratti tipici del pensatore.

 

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Feb 09 2016

RETTORE BASILICA DI SAN NICOLA DI BARI: LE SPOGLIE DI SAN NICOLA NON SONO UN BENE CULTURALE MA RELIGIOSO

Category: Chiesa Cattolica,Storia e artegiorgio @ 00:03

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Bari, la Basilica di San Nicola dove sono custodite le spoglie del Santo

 

E’ la dichiarazione fatta da padre Damiano Bova, rettore della basilica, a proposito dell’intenzione espressa dal ministro della cultura della Turchia di chiedere la restituzione delle spoglie del santo di Myra, trafugate nel 1087 ad opera di 62 marinai baresi

 

Le reliquie di San Nicola non sono un bene culturale ma religioso, non qualcosa da visitare in un museo ma da venerare.

E’ difficile rispondere a qualsiasi domanda poiche’ la richiesta e’ stata fatta dalla Turchia all’Italia, cioe’ da uno Stato all’altro e non alla chiesa cattolica, quindi al Vaticano che e’ depositario di quelle reliquie”.

 

Lo dice all’ADNKRONOS il rettore della Basilica di San Nicola di Bari, padre Damiano Bova, a proposito dell’intenzione espressa in un’intervista dal ministro della cultura della Turchia di chiedere la restituzione delle spoglie del santo di Myra, trafugate nel 1087 ad opera di 62 marinai baresi, con l’obiettivo di custodirle in un museo dell’attuale Demre. ”Cosa intendono fare: trasferire la Basilica di San Nicola che fu costruita proprio per onorare il santo?”, aggiunge.

 

Fonte: Adnkronos del 02 gennaio 2010


Mar 30 2015

GLI ANTICHI ROMANI PIÙ BRAVI DI NOI NEL TUTELARE AMBIENTE, PAESAGGIO, ARCHITETTURA E NEL SCONFIGGERE GLI SPECULATORI E I LORO PROTETTORI POLITICI

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La Postumia a Verona, sullo sfondo la porta romana di  Porta Borsari

 

 

Tutto il mondo, dall’America all’Europa, ha adottato i principi dell’antica roma per sconfiggere gli speculatori e i loro protettori politici

 

Un modello insuperabile di razionalità legale: così rimane il sistema messo a punto dagli antichi giuristi romani per proteggere ambiente, paesaggio e architettura. «Res omnium gratissima»: già nell’antica Roma qualsiasi singolo cittadino poteva agire legalmente in nome del populus Romanus. Gli americani e l’Europa hanno recepito l’insegnamento romano. Ma in Italia speculatori e politici ignorano o fanno finta di aver dimenticato quello che da sempre è riconosciuto un diritto universale.

 

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Feb 03 2015

ANCHE LE BARCHE AVEVANO GLI OCCHI…

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Hanno un che di misterioso e di arcano, queste imbarcazioni tradizionali dell’arcipelago di Malta, i luzzu, barche di pescatori dagli scafi coloratissimi: rossi, blu o gialli, che sulla prua portano dipinti un paio d’occhi verdi o azzurri. Sono gli occhi di Osiride, decorazioni beneaugurali che si trovavano già sulle barche di greci e fenici. Venivano pitturati per allontanare le tempeste e scongiurare una pesca infruttuosa.

 

 

Perché … cosa sono questi grandi e misteriosi occhi che ci guardano dalla prua delle nostre vecchie lancette o dei vecchi gozzi? …Ebbene, essi sono e si chiamano “occhi apotropaici” (dal greco apotròpaios, derivato di apotròpein che significa allontanare), che, cioè, allontanano gli influssi malefici.

 

Anche oggidì, frequentando appartate località, ove il lavoro marinaro sia rimasto presente in dimensione “non industriale” ma quale attività più o meno individuale (pesca e trasporto locali p.e.), si può notare la sopravvivenza d’una caratteristica un tempo universale in quei mari ove fiorirono le più antiche civiltà, quali sono infatti i mari cinesi e tutto il Mediterraneo: si tratta appunto degli occhi apotropaici, dipinti, uno a dritta ed uno a sinistra, sulla prua dei navigli.

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Feb 01 2015

SCOPERTA IN TURCHIA UNA MISTERIOSA DIVINITÀ

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CONFONDE GLI ESPERTI

Una scultura raffigurante una misteriosa divinità romana, mai osservata prima d’ora, è stata rinvenuta durante gli scavi di un tempio romano in Turchia del 1° secolo a.C.

 

 

L’immagine di un enigmatico dio barbuto che emerge da quella che sembra una pianta o un fiore è stata scoperta durante gli scavi di un tempio romano del 1° secolo a.C. in Turchia, nei pressi del confine con la Siria.

 

Si tratta di una divinità completamente sconosciuta agli esperti. “È chiaramente un dio, ma al momento è difficile dire di chi esattamente si tratta”, ha confessato a Live Science Micheal Blömer, archeologo dell’Università di Muenster, Germania, impegnato nel sito.

 

Il rilievo era inglobato in un muro di sostegno realizzato successivamente per l’edificazione di un monastero cristiano medievale. “Ci sono alcuni elementi che ricordano le antiche divinità del Vicino Oriente, quindi potrebbe essere una divinità più antica del pantheon romano”, continua Blömer.

 

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Gen 26 2015

LO SGUARDO DEL DEMONIO NELLA CHIESA DI SAN PIETRO A PERUGIA

Category: Chiesa Cattolica,Storia e artegiorgio @ 00:03

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“Apoteosi dell’Ordine dei Benedettini” dipinto nel 1592 da Antonio Vassilacchi detto l’Aliense,

 

 

PERUGIA – Lo sguardo del demonio dentro la chiesa più bella di Perugia. C’è una storia avventurosa e ricca di mistero dietro un quadro, “riscoperto” sulla Rete, dopo oltre 400 anni grazie alla scrittrice perugina Emanuela Casinini, dipendente dei Beni  Culturali e appassionata cultrice delle vicende della sua città.

 

La grande tela, di quasi 90 metri quadri, sovrasta la porta d’ingresso di San Pietro ed occupa l’intera parete del tempio: l’“Apoteosi dell’Ordine dei Benedettini” dipinto nel 1592 da Antonio Vassilacchi detto l’Aliense, raffigura venerabili, pontefici, cardinali, vescovi, abati ed esponenti di altri ordini monastici legati al santo di Norcia.

 

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Gen 25 2015

LA CARBONATAZIONE DEL CALCESTRUZZO E L’AGW

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Carbonatazione del calcestruzzo

 

 

di Lynn Yarris, lcyarris@lbl.gov

 

Qualche giorno fa (qui su CM) è stato pubblicato un post riguardante la carbonatazione del calcestruzzo e l’influenza del Global Warming (GW) sul fenomeno.

 

Prima di analizzare il fenomeno è opportuno cercare di capire di cosa si tratta.

 

Il cemento, componente essenziale del calcestruzzo, è il prodotto di un processo produttivo che parte da minerali silico-alluminosi di calcio (calcare, argille e marne) miscelati in opportune proporzioni e finemente macinati e accuratamente miscelati. Dopo deumidificazione ed opportuno trattamento termico all’interno di un forno rotativo alla temperatura di circa 1450 °C, il miscuglio così costituito subisce una parziale fusione dando luogo al cosiddetto clinker. Si tratta di granuli di varie dimensioni costituiti da silicati anidri di calcio, alluminati di calcio e ferriti di calcio che dopo essere stati trasformati in una polvere finissima, sono in grado di reagire chimicamente con l’acqua in modo da generare un comportamento “idraulico” della pasta così formata. Il miscuglio di cemento ed acqua, dopo il fenomeno di presa ed indurimento, genera una roccia artificiale che risulta essere molto simile ad una roccia naturale molto comune nell’area della città di Portland in Gran Bretagna. Da ciò deriva il suo nome: cemento portland.

 

 

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Gen 07 2015

IL MEDIOEVO VALORIZZÒ LA DONNA, L’ILLUMINISMO LA CHIUSE IN CASA

Category: Cultura e dintorni,Storia e artegiorgio @ 00:31

 

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Augurandovi nuovamente buon 2015 avviamo l’attività di quest’anno infinitamente grati al Signore per quanto ci ha dato nel 2014. Si riparte dunque, buon cammino a tutti!

 

Certamente il Medioevo fu il periodo storico in cui la Chiesa poté esercitare la sua massima influenza sulla società ed è da questa evidenza che si giustifica la leggenda nera dei “secoli bui”, creata dai sedicenti “illuministi” dell’800. Ancora oggi resiste l’esclamazione del “torniamo al medioevo” quando qualcosa non gira per il verso giusto.

 

Eppure, fior di storici hanno dedicato la loro vita a smontare questo antistorico pregiudizio, primo fra tutti l’agnostico Jacques Le Goff, secondo il quale addirittura non è mai esistito il Rinascimento, poiché si è trattato semplicemente di un lungo Medioevo, dal VI al XVII secolo.

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Dic 30 2014

LE NOTTI PIÙ LUNGHE DELL’ANNO. SATURNALIA

 

Alfredo Cattabiani – Scrittore e saggista

 

Nel periodo presolstiziale si celebravano nell’antica Roma i Saturnalia, la ricorrenza più festosa dell’anno. Gli schiavi erano temporaneamente liberi, venivano scambiati doni, si eleggeva una specie di re di burla. Tale festa in onore del dio Saturno, segnava la fase di passaggio tra il vecchio e il nuovo anno, tra il sole che muore ed nuovo che deve rinascere.

 

Combattimento tra Carnevale e Quaresima, di P. Bruegel il Vecchio

Combattimento simbolico fra il carnevale (metà sinistra del quadro) e la quaresima (metà destra), di P. Bruegel il Vecchio (1559).

 

 

Il tempo che precede il solstizio d’inverno e le feste ad esso collegate, dal Natale al Capodanno, è un periodo di passaggio tra il vecchio e il nuovo anno, tra il sole che sta morendo e il nuovo che deve “risorgere”. La Chiesa ha trasformato questo periodo con la liturgia dell’Avvento, che consta di quattro domeniche, simboli dei 4.000 anni mitici di attesa del Messia dopo la Caduta originale. Il carattere dell’Avvento è duplice: di penitenza, che si esprime con il carattere violaceo delle paramenta, la proibizione dei fiori sull’altare e del suono dell’organo, la soppressione del Gloria in excelsis e del Te Deum; e di un santo “entusiasmo”, di un intenso desiderio della venuta del Messia, espresso nei numerosi Alleluia. Ma la liturgia cristiana non è se non un velo sovrapposto a una sequenza di riti che ancor oggi riaffiorano, pur stravolti, nell’ambito delle feste natalizie e di fine anno.

 

Per orientarci meglio in questi meandri, dove convivono residui mitici e rituali di epoche diverse, occorre cominciare dal calendario.

 

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Dic 28 2014

LE FESTE SOLSTIZIALI. I 12 GIORNI MAGICI, DA NATALE ALL’EPIFANIA

 

Alfredo Cattabiani – Scrittore e saggista

 

Il sole di Capodanno  

Le dodici notti che vanno dal Natale all’Epifania, oltre a rappresentare i dodici mesi dell’anno, sono intrise di simbolismi. Dall’antichità ad oggi, gli usi e i costumi dei popoli europei che celebrano in queste notti il rinnovamento del cosmo.

 

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Allegoria del solstizio invernale, da Nuova Iconologia del Cavalier Ripa Cesare Perugino (Padova 1611).

 

Le feste natalizie erano nella Roma imperiale feste del solstizio, del nuovo sole che rinasceva dopo la morte simbolica, risalendo verso il nord dopo aver toccato il punto più basso con l’entrata nella costellazione del Capricorno. Anche il nuovo anno legale cominciava in quei giorni, alla Kalendae Januarii nel periodo immediatamente posteriore al solstizio che, come si è accennato nell’articolo precedente, (vedi Abstracta n. 9) veniva convenzionalmente fissato al 25 dicembre per seguire la tradizione dei Romani più antichi che, poco esperti in astronomia, si erano fidati dei propri occhi.

 

Prima di cominciare l’anno – scriveva l’Imperatore Giuliano nel discorso su Elio Re – noi diamo in onore di Elio giochi magnifici, solennità consacrate a Elio Invincibile. … Ah! si degnino gli dèi sovrani di permettermi di celebrare sovente questi misteri, e che il sovrano stesso dell’universo, Elio il primo, mi accordi questo favore! Sorto da tutta l’eternità intorno all’essenza feconda del Bene, mediatore fra gli dèi intelligenti, essi stessi mediatori, Egli ne assicura pienamente la continuità, la bellezza senza limiti, l’inesauribile fecondità, l’intelligenza perfetta, e li dota abbondantemente di tutti i beni atemporali[X].

 

La festa del Sole era diventata il culto più importante in Roma verso la fine del III secolo per l’influenza delle tradizioni orientali.

 

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Dic 27 2014

NIGRA SUM: BANCA DATI DELLE MADONNE NERE D’EUROPA

Category: Arte,Chiesa Cattolica,Religioni e rasie,Storia e artegiorgio @ 00:16

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La Madonna Nera di Częstochowa.

 

 

Culti, santuari e immagini delle Madonne nere d’Europa

 

Il Centro di Documentazione dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Oropa, hanno curato la ricerca on line che ha portato alla costruzione della banca dati delle Madonne nere d’Europa presente in questo sito.

 

Le Madonne di alcuni celebri santuari mariani d’Europa sono nere o brune: Oropa, Crea, Varese e Loreto in Italia, Montserrat in Spagna, Czestochowa in Polonia, Einsiedeln in Svizzera, Rocamadour in Francia, sono i vertici di un diffuso e poco noto fenomeno di immagini mariane caratterizzate dal colore bruno della Vergine.

 

In ambito europeo le Madonne nere costituiscono un comune patrimonio religioso, storico, culturale e artistico: in questo censimento effettuato sul web sono state individuate 772 Madonne nere così distribuite:

 

 

Francia: 428

Italia: 155

Spagna: 107

Germania: 18

Belgio: 17

Malta: 8

Svizzera: 7

Austria: 5

Repubblica Ceca: 4

Regno Unito: 4

Portogallo: 3

Romania: 3

Croazia: 2

Lussemburgo: 2

Polonia: 2

Irlanda: 1

Kosovo: 1

Lettonia: 1

Lituania: 1

Montenegro: 1

Ungheria: 1

Turchia: 1

 

 

Nel censimento sono state prese in considerazione le Madonne ritenute “nere” e “brune”: oltre alle Madonne universalmente riconosciute come “nere” infatti, ci sono molti altri casi di  Madonne dall’incarnato scuro o persino schiarite in seguito ai restauri, ma venerate come “nere”.

Questa banca dati vuole essere un primo strumento utile alla ricerca e all’individuazione delle Madonne nere europee. Sarà possibile per l’utente segnalare approfondimenti o integrazioni che possano implementare questa documentazione.

 

Gli Atti del Convegno Internazionale “Nigra Sum. Culti, Santuari e Immagini delle Madonne Nere d’Europa” svoltosi a Oropa e a Crea nel 2010 sono stati pubblicati e sono scaricabili in formato pdf al seguente link: http://www.sacrimonti.net

 

 

Fonte: da NIGRA SUM

Link: http://www.nigrasum.it

 


Ott 01 2014

L’ALTARE CRISTIANO CATTOLICO

Category: Chiesa Cattolica,Storia e artegiorgio @ 00:12

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Verona. Altare del sacello di SS.Teuteria e Tosca.

 

 

Articoli a cura di don Enrico Finotti

 

IL NATALE E L’ALTARE

 

 

Quando in principio Dio creò il cielo e la terra (Gen 1, 1), nel sesto giorno, costruì laltare, consacrò il sacerdote e fu glorificato da quell’oblazione pura e santa, che da una creazione incontaminata, saliva al cospetto della Divina Maestà. Quell’altare, quel sacerdote e quel sacrificio immacolato era Adamo, l’immagine e somiglianza di Dio, risplendente della grazia soprannaturale, la compiacenza del Creatore, il cuore e il vertice dell’intera creazione, l’immagine di quel nuovo Adamo, che era ancor prima di Adamo e doveva venire nel mondo nella pienezza del tempo per ricapitolare in sé tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra (Ef 1, 10).

 

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Set 05 2014

LA TRADIZIONE DEL FURTO DELLA SPOSA: UNA LETTURA MULTIDISCIPLINARE

Category: Cultura e dintorni,Storia e artegiorgio @ 00:03

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Nicolas Poussin, Il ratto delle Sabine

 

 

A. NORSA – A. BRUGNOLI – F. CORTELLAZZO – G. MORTARO – A. RIDOLFI

 

1. INTRODUZIONE

Il “furto della sposa”, consolidata tradizione presente in tutte le vallate ladine, è un rito che i giovani del paese, invitati alle nozze, compiono il giorno stesso, abitualmente dopo la celebrazione del matrimonio. Il rituale si ritrova, con similitudini e differenze, oltre le catene montuose anche in altri luoghi più o meno distanti, di diverse culture e religioni e affonda le sue radici nella notte dei tempi, laddove si perdono le documentazioni ed iniziano le interpretazioni.

 

Il presente lavoro è la sintesi di cinque diverse prospettive inerenti il tema proposto, frutto di altrettanti professionisti della Frazer Association for Anthropological Research, associazione che da alcuni anni è impegnata nell’indagine e raccolta di testimonianze nel settore etnoantropologico, competenti in diverse discipline: antropologia, medicina e psicologia, religione, storia ed educazione.

 

Il contributo sarà quindi introdotto da una disamina del rito nelle vallate ladine, continuerà con una lettura dal punto di vista antropologico-sociale, per rintracciare poi una continuità con i testi classici, evidenziandone significative presenze anche nei sacri testi della fede cristiana ed infine con la presenza, più o meno manifesta o mascherata dal simbolo, nel mondo delle fiabe.

Faranno da cornice al lavoro i concetti di esogamia ed endogamia, legami costanti dei diversi contributi.

 

 

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Giu 23 2014

NEL TERZO SECOLO ROMA FU COLPITA DA UN’EPIDEMIA APOCALITICA

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Resti romani colpiti da una grande epidemia ritrovati in Egitto

 

 

Un team di archeologi italiani ha riportato alla luce i resti di moltissime persone morte nel periodo dell’antico Egitto. I resti ritrovati furono uccisi da un’epidemia che colpi il Mondo intero, i ricercatori l’hanno potuto apprendere grazie ai testi ritrovati di San Cipriano, vescovo di Cartagine e scrittore (Cartagine, 210 – Sesti, 14 settembre 258), che descrisse quella epidemia come la fine del Mondo.

Il ritrovamento è avvenuto durante i lavori sul complesso funerario Akhimenru Harwa e sul bordo occidentale della antica città di Tebe (Luxor moderna) in Egitto, gli scheletri erano ricoperti da uno spesso strato di calce, storicamente utilizzato come disinfettante ed accanto a loro vi erano i resti di un falo’ utilizzato per bruciare le persone colpite dalla peste

 

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Mag 02 2014

SAN GIORGIO E IL DRAGO: LE ORIGINI DELLA LEGGENDA

Category: Chiesa Cattolica,Religioni e rasie,Storia e artegiorgio @ 01:10

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San Giorgio è il santo uccisore di draghi per eccellenza. Eppure le più antiche rappresentazioni del martire-cavaliere ci raccontano tutta un’altra storia.

 

 

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In quanto simbolo del paganesimo e del male, il drago è un personaggio frequente nelle storie dei santi medievali. La lista dei santi sauroctoni – cioè uccisori di draghi – è infatti molto lunga: Teodoro, Silvestro, Margherita e Marta (che però si limitò ad ammansire il mostro) sono solo i più famosi. A questi si aggiunge l’arcangelo Michele, alla guida della battaglia contro il drago apocalittico.

 

Tra gli uccisori di draghi, tuttavia, nessuno ha riscosso tanta venerazione popolare quanto san Giorgio, scelto come patrono dall’Inghilterra e dal Portogallo.

 

Della sua vita non ci sono notizie storicamente fondate, se non che fu un soldato originario della Cappadocia, martirizzato sotto Diocleziano. Le storie che lo riguardano sono quindi il risultato di elaborazioni medievali, che si arricchivano progressivamente di dettagli.

 

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