Dic 14 2016

8 DICEMBRE 1816: 200 ANNI FA LA SICILIA PERSE L’INDIPENDENZA

Category: Popoli e nazioni,Storia e dintornigiorgio @ 06:37

8 DICEMBRE 1816 – 8 DICEMBRE 2016: LO STATO SICILIANO TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

 

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 Ruggero II 

 

 

8 DICEMBRE 200 ANNI FA LA SICILIA PERSE L’INDIPENDENZA

 

Oggi, 8 Dicembre, in Sicilia sta passando quasi inosservata una ricorrenza storica che invece per noi Siciliani è importantissima.

Esattamente 200 anni fa, l’8 dicembre 1816, un decreto del suo ultimo re, Ferdinando III Borbone, poneva termine, almeno da un punto di vista formale, alla continuità di uno stato siciliano indipendente che datava almeno dal 948, da quando cioè l’Emiro Hasan I si era reso di fatto indipendente dal Califfo di Mahdìa, dando vita ad un Emirato di Sicilia indipendente ed ereditario.

 

Ma non è tanto dei fatti contingenti di quell’8 dicembre che oggi ci piace parlare. E’ tempo, piuttosto, di bilanci e di prospettive.

 

La Sicilia, allora, era quasi da mille anni abituata ad avere uno stato proprio. Da quel momento, e fino ad oggi, è stata inserita in formazioni politiche più grandi, comprendenti il Continente, e soprattutto con la capitale, la testa, il cuore dello stato, fuori dall’Isola. Vero è che non tutto era perduto ancora quell’8 dicembre 1816. L’ultimo atto formale dello “Stato di Sicilia” sarebbe stato compiuto più tardi, il 4 dicembre 1860, quando il Governo della Dittatura garibaldina (formalmente, ancora, quello di uno stato sovrano) fece il passaggio di consegne al Luogotenente Cordero di Montezemolo, al seguito di Vittorio Emanuele II che quel giorno stesso prendeva possesso delle nuove province “italiane” che si stavano così dissolvendo nello Stato italiano.

 

Ma è pur vero che, proprio da quel momento, lo “Stato di Sicilia”, anzi il “Regno di Sicilia” cominciò a diventare un’entità teorica, evanescente, più rivendicata che reale, dissolto com’era di fatto – se non pienamente di diritto – in quello stato “effimero” che fu il Regno delle Due Sicilie.

 

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Ott 18 2016

L’ ASSASSINIO DI UN ALTRO SUD: RIFLESSIONI SULLA GUERRA DI SECESSIONE AMERICANA

Category: Regno delle Due Sicilie,Storia e dintornigiorgio @ 00:28

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Le bandiere dei due Sud

 

 

Il 12 marzo 1861 cade l’ultima fortezza borbonica: Civitella del Tronto.

Esattamente un mese dopo, a Charleston, nella lontana Carolina del Sud, un colpo di mortaio contro la guarnigione unionista di Fort Sumter segna l’inizio della Guerra di Secessione americana.

A difesa dell’indipendenza nazionale, nell’Italia del Sud il popolo insorge, negli stati nordamericani del Sud il popolo corre alle armi.

Nel 1865 ha fine la lotta sanguinosa dei confederati sudisti ed appare irrimediabilmente sconfitta la guerriglia delle Due Sicilie, che pure continuerà, senza speranza, fino al 1870; anno in cui, a Lexington in Virginia, si spegne Robert Edward Lee, l’impareggiabile condottiero degli Stati del Sud.

La conoscenza di ognuno dei due eventi è capace di gettare luce sulla natura dell’altro. E questo non certo per la semplice concomitanza cronologica, e tantomeno per l’analoga contrapposizione a un “Nord” invasore, bensì per il fatto che su entrambi i fronti si combatte per la difesa della civiltà contro la barbarie del materialismo.

 

Che ciò sia vero per il nostro antico Regno molti hanno portato solidi argomenti per dimostrarlo, e questa rivista da cinquant’anni. Quanto alla Confederazione d’oltre oceano, pochissimo studiata dalle  nostre parti, alla mente dei più affiorerà immediatamente un’ obiezione, condensata in un’unica, terribile parola: schiavitù.

 

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Set 17 2016

DAI SUMERI AD OGGI : “GLI ANUNNAKI – NEFILIM – I CREATORI DELL’UOMO”

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Anunnaki  Creazione Dell’ Uomo

 

 

Il fatto, registrato e trasmesso per la prima volta dai Sumeri, che l’Uomo era stato creato dai Nefilim, sembra a prima vista fare a pugni sia con la teoria evoluzionistica sia con i precetti ebraico-cristiani basati sulla Bibbia. In realtà, però, i dati contenuti nei testi sumerici – e solo quei dati – affermano tanto la validità della teoria dell’evoluzione quanto la veridicità del racconto biblico, mostrando che non vi è alcuna contraddizione tra l’una e l’altro.

Nel racconto epico Quando gli dèi come gli uomini, in altri testi specifici e in riferimenti sparsi, i Sumeri hanno descritto l’uomo sia come creatura derivante da un atto deliberato degli dèi sia come un anello della catena evolutiva che cominciò con gli eventi celesti descritti nell’Epica della Creazione.

Partendo dal presupposto che la creazione dell’uomo fu preceduta da un’epoca in cui la Terra era abitata soltanto dai Nefilim, i testi sumerici riferivano numerosi avvenimenti (come l’incidente tra Enlil e Ninlil, per esempio) che si erano verificati «quando l’uomo non era ancora stato creato, quando Nippur era abitata solo da dèi». Al tempo stesso i testi ci parlano della creazione della Terra e dello sviluppo di piante e animali in termini che corrispondono alle attuali teorie evoluzionistiche.

Quando infatti i Nefilim giunsero sulla Terra, non esisteva ancora sul nostro pianeta alcuna forma di coltivazione di cereali o frutta, né di allevamento del bestiame. Anche la Bibbia colloca la creazione dell’uomo nel sesto “giorno” del processo evolutivo. Il Libro della Genesi afferma poi che nel precedente stadio evolutivo:

 

Nessuna pianta del campo era ancora sulla Terra,

nessuna erba mai piantata era ancora cresciuta…

E non c’era ancora l’uomo a lavorare il suolo.

 

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Set 16 2016

SCHIO 1809. L’INSORGENZA VENETA CONTRO NAPOLEONE. LO STATO CANCELLA LA STORIA E I MARTIRI

Category: Storia e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 00:41

 

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10 luglio 1809  “A Schio si è fondato la sede del loro governo, il maggior numero vuole San Marco”.

 

L’insorgenza veneta del 1809 è sistematicamente ignorata dalla storiografia “ufficiale”; nessuna sorpresa per la verità, visto che i veneti sanno tutto sulle oche del Campidoglio, conoscono a memoria i nomi dei sette re di Roma ma ben poco sanno di quanto straordinaria sia la loro storia, la storia del popolo veneto.

 

Napoleone aveva portato la nostra Terra  in condizioni di miseria e disperazione come mai nella nostra storia, imponendo la coscrizione obbligatoria e una serie di tasse pesantissime (pensiamo a quella sul macinato, vera e propria tassa sulla fame).

 

Il nostro popolo reagì con particolare vigore, al suono della campana a martello:  i francesi, in nome della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità, riportarono l’ordine con centinaia e centinaia di morti.

 

Particolarmente interessante è  un passo del diario della contessa Ottavia Negri Velo che ricorda come il 10 luglio 1809 “A Schio si è fondato la sede del loro governo, il maggior numero vuole San Marco”: è evidente  che fra le venete e i veneti che scesero in piazza c’era una notevole dimensione culturale e politica per arrivare a costituire un governo; la storiografia ufficiale ne parla, invece, come un’accozzaglia di “briganti”, di sbandati.

 

Un’altra pagina emblematica di quelle rivolte è quella riportata dal diario di Pietro Basso, sarto di Asolo, che sottolinea come il giorno 8 luglio “Le done de Loria, accordate con quele di Besega, le a desfà la municipalità”: siamo in provincia di Treviso e sono le donne venete che insorgono contro la soldataglia napoleonica; ma da Loria si potrebbe passare a Legnago, a Valdagno, ad Adria, a Camposanpiero, a tante altre comunità che si ribellarono contro le orde napoleoniche, come si erano ribellate nel 1797 (e penso alle Pasque Veronesi ma anche  ai 5 giovani fucilati dai francesi a Mussolente).

 

Una pagina, quella del 1809, che meriterebbe di essere conosciuta dal  popolo veneto; mancò una figura leggendaria come l’eroe tirolese Andreas Hofer che guidasse il nostro popolo, e mancò anche chi, come il grande pittore spagnolo Francisco Goya tramandasse ai posteri l’eroismo di chi lottava per la propria libertà   contro i crimini dell’occupante napoleonico.

 

 

Fonte: da L’indipendenza del 12 luglio 2013

Link: http://www.lindipendenzanuova.com/schio-1809-linsorgenza-veneta-contro-napoleone-lo-stato-cancella-la-storia-e-i-martiri/

 


Set 15 2016

SUMERI, ASSIRI, BABILONESI, EGIZI, EBREI: UN SOLO IMPERO

 

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A proposito di testi particolari, ci piace segnalare l’interessante opera di Messod e Roger Sabbah: “I Segreti dell’Esodo”. L’approfondimento è d’obbligo, pena capirci poco… L’oggetto della diatriba, riguarda le vicende della fuga ebraica dell’Egitto. 

 

 

Nulla di nuovo, in apparenza, ma… avete mai associato Abramo ad Akhenaton, Smenkhara a Ismaele o Sara a Nefertiti? Un giochino simpatico che passa perfino dal binomio Horemeb-Aronne e da quello Ramose I-Mosè. Nel calderone tante informazioni attinte indifferentemente tra la Bibbia Aramaica e quella Ebraica, passando per il geroglifico pre e post amarniano. Naturalmente non mancano certezze e contraddizioni, ma è da leggere e rileggere….

 

Il popolo ebraico, guidato da Mosè, non era composto da schiavi di un’antica tribù in prigionia, bensì da membri di una casta sacerdotale costituitasi con il faraone monoteista Akhenaton. 

 

Con la controrivoluzione religiosa che ripristinò il politeismo nell’antico Egitto, i seguaci di Akhenaton furono costretti ad abbandonare la terra d’origine. Da qui il mito dell’Esodo biblico. Gli autori sono giunti a questa conclusione dopo uno studio ventennale. Rileggendo l’Antico Testamento in aramaico, accompagnati dall’esegesi biblica di Rachi (XI sec.) e con un paziente lavoro di comparazione, Roger e Messod Sabbah hanno scoperto similitudini sorprendenti tra geroglifici e alfabeto ebraico, tra Genesi e cosmologia egiziana.

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Set 10 2016

IL BIOLOGO SIRIO TREVISANATO: L’ERUZIONE DI SANTORINI CAUSÒ LE PIAGHE BIBLICHE, UN PAPIRO EGIZIANO SPIEGA LA FUGA DEGLI EBRE

Category: Bibbia ed Egitto,Natura e scienza,Storia e dintornigiorgio @ 06:53

 

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Isola di Santorini

 

 

Il mondo prese a girare a rovescio come se fosse una ruota del vasaio e la terra si capovolse. (Papiro di Ipuwer, 1250 a.C).

 

Quando è successo? E soprattutto: cosa vuol dire?

 

 

Toronto 30 agosto 2006, ore 18,00,  al 496 di Huron Street,  Istituto Italiano di Cultura.

Un biologo italiano, Sirio Trevisanato, ha ricostruito gli eventi che afflissero l’antico Egitto di circa 3600 anni fa leggendo gli antichi papiri medici e ora dà delle risposte.

Trevisanato sarà a Toronto per parlare dei suoi studi «fatti per hobby», dice e in particolare presenterà presso l’Istituto Italiano di Cultura  alle 18 “Ipuwer, the Hitherto Uncredited Unifier of Ancient Egypt”. L’iniziativa è patrocinata dalla “Society for the Studies of Ancient Egypt e dall’Istituto Italiano di Cultura di Toronto”.

 

Ma cos’è Ipuwer?

 

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Ago 29 2016

IL ROMAN WARMING: IL FATTORE CLIMA TRA LE CAUSE DELLA PROSPERITÀ E DELLA CADUTA DI ROMA

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L’abbigliamento romano lascia pensare a stagioni particolarmente miti durante i fasti dell’Impero

 

Alla grandezza di Roma ha contribuito anche il clima mite,  e per la sua decadenza un probabile raffreddamento climatico.

 

L’abbigliamento romano lascia pensare a stagioni particolarmente miti durante i fasti dell’Impero. Avrete senza dubbio osservato l’abbigliamento degli antichi romani in centinaia di film. Tutto si può dire fuorché fossero molto coperti o temessero il freddo. Eppure le stagioni si avvicendavano anche allora.

 

Le temperature però erano mediamente più elevate rispetto ad oggi, anche di 2.5°C. Questo ovviamente si traduceva in inverni particolarmente miti e in periodi molto caldi nelle stagioni primaverili ed estive.

 

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Lug 14 2016

L’ULTIMA VOLTA CHE L’EUROPA HA FERMATO I TURCHI, NELLA BAIA DI NAVARINO

Category: Storia e dintornigiorgio @ 00:05

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di GILBERTO ONETO

 

– In ottobre non ricorre solo l’anniversario della battaglia di Lepanto ma anche di un’altra fondamentale vittoria navale europea contro i turchi: quella della baia di Navarino avvenuta il 20 ottobre del 1827, nel corso della guerra di liberazione greca.

Da anni i greci stavano combattendo una dura lotta per liberarsi dall’oppressione ottomana ed erano, dopo una serie di alterne vicende (fra cui le dure sconfitte di Sfacteria nel 1825 e di Missolungi, l’anno successivo), riusciti a liberare buona parte del Peloponneso, la grande penisola che aveva fatto parte dello Stato veneziano con il nome di Morea. Della vicenda si era inizialmente occupata la Russia nel suo ruolo di protettrice degli interessi dei popoli slavi e – nel caso particolare – di erede dell’Impero bizantino: da sempre interessata a uno sbocco navale sul Mediterraneo, vedeva in uno Stato greco indipendente l’occasione attesa da lungo tempo per disporre di basi di appoggio sicure in un Paese amico se non addirittura vassallo.

 

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Lug 11 2016

IL CALENDARIO: COME E’ CAMBIATO IL TEMPO NEL VENETO

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L’ Orologio della Loggia del Comune di Bassano del Grappa, realizzato da Mastro Corrado da Feltre per 46 ducati d’oro. Entrò in funzione il 2 febbraio 1430.

 

 

Nell’affrontare i documenti d’archivio, in particolare per analizzare i vari processi, la data e l’ora assumono un significato importante. Per tale motivo è importante per non fare errori grossolani ricordarsi che:

 

Le date dei documenti veneziani venivano spesso affiancati dalla dicitura latina more veneto, ossia “secondo l’uso veneto”: in tal modo, ad esempio, la data 14 febbraio 1702 more veneto corrispondeva alla data generale 14 febbraio 1703, in quanto l’anno 1703 iniziava in Veneto solo a partire dal mese seguente e quindi febbraio risultava essere l’ultimo mese del 1702 (il vecchio anno). L’uso, di origini molto antiche, faceva si che secondo tale sistema i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre fossero effettivamente il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese dell’anno, come indicato dal nome.

 

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Mag 03 2016

IL 22 GENNAIO 2008 MORIVA A RAVENNA ARRIGO BOLDRINI, IL “COMANDANTE BULOW” E PRESIDENTE ONORARIO DELL’ANPI

Category: Storia e dintornigiorgio @ 08:05

 

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ITALIA. RAVENNA 22 gennaio 2008: SI E’ SPENTO A 92 ANNI ARRIGO BOLDRINI, IL “COMANDANTE BULOW”, IL PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ANPI, UN UOMO DI PACE.

 

La lezione di una vita generosissima: “Noi abbiamo combattuto per quelli che c’erano, per quelli che non c’erano e anche per chi era contro…”.

Napolitano esprime gratitudine: “Dedizione alla causa della libertà,   dell’indipendenza nazionale, del progresso sociale e civile del paese”. La camera ardente sarà allestita a partire dalle ore 9 di domani nella sala preconsiliare del Municipio di Ravenna mentre le esequie si svolgeranno giovedì alle 15 in piazza del Popolo di Ravenna.

 

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Apr 28 2016

TUTTA LA TRAGEDIA DELL’ISTRIA È RACCHIUSA IN QUESTA OSCURA PAROLA: FOIBE

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F ò i b e: 


Tutta la tragedia dell’Istria è racchiusa in questa oscura parola, che riassume in sè le vicende dolorose degli ultimi tre anni e l’ansia di un temuto destino. Paurosa parola: mette il brivido, a pronunciarla, in chi ha avuto l’amara ventura di veder risalire alla luce, dall’ abisso delle foibe istriane i cadaveri dei fratelli massacrati.

 

Fu nel settembre dell’ armistizio che gli slavi giocarono la loro facile carta, armando con le nostre armi bande affrettatamente raccolte fra l’elemento slavo delle campagne istriane con lusinghe di immaginari vantaggi, da agitatori locali e d’oltre confine. E bastò meno di un mese, ai nuovi venuti, per compiere il loro antico disegno: colpire l’ italianità dell’ Istria eliminando i suoi uomini migliori.

In venti giorni essi inflissero agli italiani sofferenze e lutti indescrivibilmente più gravi di quanti non abbiano sopportati gli slavi dell’ Istria, per colpa del fascismo, in venti anni. In venti giorni!

Basti, per farsene un’ idea, questa cifra: più di 600 morti. Una media spaventosa: trenta vittime al giorno. Né si sarebbero fermati, se non avessero dovuto abbandonare il campo. Lo dimostrarono infatti al loro ritorno, nel maggio 1945: da allora ad oggi quasi cinquemila persone mancano in Istria, secondo un calcolo inevitabilmente approssimativo ma attendibile. Cinquemila, fra arrestati, deportati, massacrati la loro fine è avvolta nel mistero.

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Apr 24 2016

NAPOLEONE E IL PROCLAMA DI NIZZA DEL 31 MARZO DEL 1796

Category: Storia e dintorni,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:20

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Napoleone Bonaparte

 

 

Ecco un proclama che si legge   poche volte sui libri di scuola italiani

 

Siete nudi e mal nutriti. Il governo ha con voi molti obblighi e nulla può fare per voi. La pazienza, il valore mostrato fra queste montagne sono mirabili, ma non vi procacciano gloria, né illustrano il vostro nome.

Io vi condurrò nelle più fertili pianure del mondo; città grandi, doviziose province, verranno colà, in vostra mano; colà troverete onore, gloria, ricchezze.”,

 

Rompe gli indugi e  invade l’Italia…

 

 

E non credete che fosse a capo di una armata di uomini “brancaleone”, erano sì di meschine condizioni esteriori, scarse le dotazione di materiali e di denaro, ma soldati valentissimi che Bonaparte potè arruolare da tutti gli eserciti della Francia, compresi quelli provenienti dal battaglione elvetico, ma soprattutto ricchi di valenti ufficiali.

 

Ma soprattutto non credete che Napoleone venne in Italia per portare i principi della rivoluzione francese.

Niente di più falso!

La sua Parigi è al tracollo economico, dissanguata dalla Rivoluzione, devastata dalla crisi economico-finanziaria, non c’è più ordine e pace sociale, l’economia è bloccata e servono soldi, soldi, soldi….e il generale corso, che discende da una famiglia di rivoluzionari che avevano lottato affinché la loro isola fosse liberata dalla dominazione di Genova, ha ben chiaro in quale modo recuperarli.

 

 


Mar 27 2016

RAPPRESAGLIE ROMANE CONTRO I GIUDEI; DA GUERRE GIUDAICHE

Category: Dominio Potere e Violenza,Storia e dintornigiorgio @ 00:06

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Nicolas Poussin: Distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. per opera delle truppe del comandante romano Tito (dipinto nel 1637)

 

 

Gli abitanti di Damasco furono i primi a trucidare i Giudei della loro città (più di diecimila o forse diciottomila persone disarmate). Ma le rappresaglie più eclatanti furono a opera dei Romani.

 

Il primo scontro avvenne ad Ascalona, città che i Giudei cercarono invano di espugnare ai Romani.

 

Vespasiano intanto scese con le sue truppe da Antiochia verso la Galilea: gli abitanti di Sepphoris gli dichiararono fedeltà cosicché i Romani poterono dedicarsi al saccheggio della zona, uccidendo tutti gli uomini validi alle armi e trascinando in schiavitù i più deboli.

 

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Mar 18 2016

IL SEGRETO DEI TEMPLARI? L’ALIMENTAZIONE. “ECCO PERCHÉ VIVEVANO IL DOPPIO RISPETTO AI CONTEMPORANEI”

Category: Alimentazione e gastronomia,Storia e dintornigiorgio @ 00:17

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Secondo una ricerca condotta da 4 medici su documenti antichissimi, la straordinaria longevità dei monaci-soldati era dovuta alle regole igieniche ed alimentari codificate da Bernardo di Chiaravalle: poca carne e molti legumi e poi pesce, formaggio, olio d’oliva e frutta fresca. Un regime moderno, inconsueto per l’epoca e antesignano della Dieta mediterranea

ROMA – Vivevano 40 anni in più rispetto alla media dei loro coetanei. Quello che era uno dei segreti dei Templari sembra ora svelato da una ricerca che ha esaminato a fondo, utilizzando fonti documentali, le loro scelte alimentari: attenzione all’igiene a tavola, ma anche alla qualità e varietà degli alimenti, con poca carne e maggiore consumo di legumi, pesce e frutta fresca.
“Una dieta che ha portato 314 Cavalieri Templari, uno dei più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani, in molti casi a superare i 70 anni al processo che li vide protagonisti nel 1321. La spiegazione potrebbe risiedere nell’effetto positivo esercitato sulla flora intestinale da questa alimentazione, più sana rispetto a ciò che si mangiava nel Medioevo. Una fonte naturale di probiotici che ha effetti positivi e protettivi sulla flora gastrointestinale”.

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Mar 17 2016

LA LEGGENDA NERA SULLE CROCIATE COME ABBATTERE 5 FALSI MITI

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Le crociate rappresentano uno degli eventi più fraintesi della storia occidentale. La stessa parola “crociata” ancora oggi viene utilizzata con una connotazione negativa, quando ad esempio si intende sottolineare un conflitto i cui moventi siano più ideologici che ideali; lo stereotipo più collaudato, invece, è quello che descrive avidi nobili europei dediti alla efferata conquista dei musulmani pacifici, con ricadute negative che perdurano ancora oggi grazie anche alla diffusione di tale tesi “a senso unico” nei maggiori testi scolastici occidentali.

 

La storia delle crociate in realtà richiede una sorta di purificazione che è oltretutto doverosa anche alla luce degli ultimi studi che provengono da ambiti accademici molto accreditati.

Consapevoli della complessità della tematica, cercheremo di sintetizzare i fatti storici, riprendendo un articolo molto più approfondito, comparso su “Crisis magazine”circa i luoghi comuni consolidati, penetrati nell’immaginario collettivo.

Un articolo simile è stato pubblicato in Ultimissima 17/05/11.

 

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