Set 01 2013

ABBIAMO FATTO DI HITLER UN MOSTRO, UN DEMONIO…

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James Baker

 

Abbiamo fatto di Hitler un mostro, un demonio. Sicché non abbiamo potuto sconfessare questo dopo la guerra. Dopotutto, avevamo mobilitato le masse contro il diavolo in persona. Così siamo stati obbligati a recitare la nostra parte in questo scenario diabolico dopo la guerra.

In nessun modo potevamo dire al nostro popolo che la guerra era solo una misura economica preventiva.” (James Baker, sottosegretario agli Esteri USA, 1992)

 

Winston Churchill

Winston Churchill

 

Il delitto imperdonabile della Germania prima della Seconda Guerra Mondiale fu il suo tentativo di sganciare la sua economia dal sistema di commercio mondiale, e di costruire un sistema di cambi indipendente di cui la finanza mondiale non poteva più trarre profitto.” (Winston Churchill, 1960)

 

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Generale John Frederick Charles Fuller

 

Non fu la politica di Hitler a lanciarci in questa guerra. La ragione fu il suo successo nel costruire una nuova economia crescente. Le radici della guerra furono l’invidia, l’avidità e la paura.” (Generale J. P. C. Fuller, storico della Seconda Guerra Mondiale)

 

INFATTI

 

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Adolf Hitler

 

 “Noi non conduciamo la nostra politica economica secondo le vedute o i desideri dei banchieri di New York o di Londra, la politica economica della Germania viene invece condotta esclusivamente in base agli interessi del popolo tedesco. Ed in ciò sono un fanatico socialista che conserva costantemente davanti ai propri occhi gli interessi totali del suo popolo.” (Adolf Hitler, 24/2/1941)

 

Fonte: http://thule-italia.com/wordpress/archives/3778

 

 

Fonte: visto su Olodogma

Link: http://olodogma.com/wordpress/2013/05/27/0252-abbiamo-fatto-di-hitler-un-mostro-un-demonio-quando-la-verita-storica-cancella-le-falsita/#comments

 


Ago 31 2013

HITLER IMITO’ IL SISTEMA MONETARIO DI LINCOLN; IL MOTIVO PER CUI HITLER ANDAVA DISTRUTTO

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Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta collegata all’oro, di cui non abbiamo disponibilità, ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti.

Ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato“.

(Adolf Hitler, citato in Hitler’s Monetary System, www.rense.com, che riprende C.C.Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949).

Quello di Guernsey (politico del Minnesota, ndr), non fu dunque l’unico governo a risolvere i propri problemi infrastrutturali stampando da solo la propria moneta. Un modello assai più noto si può trovarlo nella Germania uscita dalla Prima Guerra Mondiale. Quando Hitler arrivò al potere, il Paese era completamente, disperatamente, in rovina.

 

Il Trattato di Versailles aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i Paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nella Germania. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’evento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello Stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali. O almeno così sembrava.

 

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Ago 24 2013

SHLOMO SAND: COME FU INVENTATO IL POPOLO EBRAICO

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(fonte: Miguel Urbano Rodriguez)

 

Shlomo Sand fu oggetto di una valanga di insulti in Israele quando pubblicò il libro dal titolo “Come fu inventato il Popolo ebraico”.

 

Il testo smonta miti biblici che costituiscono la base dello Stato sionista di Israele.

Professore di Storia Contemporanea all’Università di Tel Aviv, Shlomo Sand nega che gli ebrei siano un popolo con un’origine comune e sostiene che fu una specifica cultura e non la discendenza da una comunità arcaica unita da legami di sangue lo strumento principale del fermento protonazionale.

A suo avviso, lo “Stato ebraico di Israele” lungi dall’essere la concretizzazione del sogno nazionale di una comunità etnica con più di 4000 anni, fu invece reso possibile da una falsificazione della storia stimolata, nel XIX secolo, da intellettuali come Theodor Herzl.

Mentre accademici israeliti insistono nel sostenere che gli ebrei sono un popolo con uno specifico DNA, Sand, fondandosi su una documentazione esaustiva, ridicolizza questa tesi senza alcun fondamento scientifico.

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Mag 21 2013

ABBIAMO LANCIATO IN COREA ARMI BATTERIOLOGICHE”: CONFESSA IL CAPO DI STATO MAGGIORE DEI MARINES

 

di Gianni Lannes

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L’aerosolterapia bellica di carattere letale – su nemici ed amici – è praticata dall’aviazione degli Stati Uniti d’America – in base a prove schiaccianti – dal novembre dell’anno 1951. Anche se le prime bombe al napalm sono state sperimentate nel 1943 sulla pacifica isola di Pantelleria e poi in Emilia Romagna, prima di essere adoperate nell’offensiva delle Ardenne ed in seguito (5 lustri dopo) in Vietnam. Prove?

Il famigerato Memorandum Groves. Lo sterminio di massa era stato progettato nel 1943 dal governo U.S.A. inizialmente contro il popolo italiano, tedesco e giapponese.  Il folle piano è stato solo rimandato in tutta la sua virulenza ai giorni nostri.

Attualmente in gran parte del mondo l’aeronautica militare di Washington inietta quotidianamente nel cielo enormi quantità di tossico bario per rendere l’atmosfera elettroconduttiva, così da consentire al sistema H.A.A.R.P. di irradiare la ionosfera con le onde Elf a bassa frequenza, e bombardare la crosta terrestre scatenando terremoti.

 

Un segreto – Il confronto militare tra nordcoreani e statunitensi conta 60 anni. Durante la guerra di Corea (1950-53) il nord della penisola venne completamente raso al suolo dai bombardamenti nordamericani e contro i coreani vennero lanciate in modo indiscriminato armi batteriologiche. Nel corso del conflitto morirono quasi 3 milioni di coreani. Di fronte alla difficile situazione bellica sul campo il generale Mac Arthur chiese addirittura al presidente Truman di ricorrere alla bomba atomica.

 

«Io, colonnello Frank H. Schwable, numero di matricola 04429, sono stato capo di Stato maggiore del 1. Stormo aereo del corpo americano dei marines …  Il piano generale della guerra batteriologica in Corea ci fu inviato dal gruppo unificato dei capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti nell’ottobre del 1951. In quel mese il gruppo unificato dei capi di Stato Maggiore aveva inviato una direttiva, consegnata personalmente al capo delle forze armate dell’Estremo Oriente (che era allora il generale Rigdway), nella quale si ordinava di iniziare la guerra batteriologica in Corea, dapprima su scala ridotta, in via sperimentale, e, in seguito, di allargarla gradualmente. … il generale Everest tornò poi in Corea con le seguenti informazioni, affidategli personalmente e oralmente, poiché, per considerazioni di sicurezza, fu deciso di non avere in Corea nessun documento scritto in merito a tale questione. 

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Mag 21 2013

TUTTE LE GUERRE SONO GUERRE DI BANCHIERI

se i miei figli non avessero voluto guerre non ce ne sarebbero state

 

Comincio a pubblicare la traduzione del bellissimo articolo di Michael Rivero, “All war are bankers’ wars” (tutte le guerre sono guerre di banchieri) perchè, come già detto qui, mi è sembrato particolarmente bello ed efficace, nella sua sintesi. Per chi volesse approfondire suggerisco il documentario di Bill Still col suo The Money Masters”, ma vi avverto, sono quasi 4 ore di documentario!

  • Articolo originale: qui.
  • Formato mp3 (inglese): qui.
  • Video con articolo in forma discorsiva: qui.

Parte prima seconda e terza.

Posted by Alberto Medici on 27  mar, 2013

 

TUTTE LE GUERRE SONO GUERRE DI BANCHIERI – PARTE PRIMA

 

By MICHAEL RIVERO

So che molte persone hanno molta difficoltà a comprendere come molte guerre siano state originate unicamente dalla volontà di imporre banche centrali private ad una nazione, per cui lasciatemi fare alcuni esempi in modo che capirete perchè il governo USA sia coinvolto in così tante guerre in giro per il mondo. Vediamo prima gli antefatti.

 

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Apr 26 2013

IL 25 APRILE NON È UNA DATA CONDIVISA PERCHÉ È UN FALSO

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Nelle Venetie cresce la contestazione rispetto alla data del 25 aprile quale data di festeggiamento della “liberazione”.

Personalmente sono già diversi anni che lamento il fatto che la data copre la festa nazionale del popolo veneto, e che la cosa sembra proprio studiata per cancellare questa fondamentale data identitaria nazionale (veneta).

E bisognerebbe sapere che molte città venete furono liberate soltanto diversi giorni dopo. Trieste e Udine subirono la occupazione Titine e le Foibe. Altre città venete come Pola e Fiume e non furono nemmeno mai più liberate dall’occupazione.

Ci sono dunque elementi storici oggettivi che ci dimostrano la falsità ideologica di questa festa.

Invito il lettore ad una rivoluzionaria riflessione sul valore reale della “liberazione”, dimostrata da tutti gli elementi storici e giuridici che indico sotto e che annullano il senso della festa per i veneti.

Oggi i vincitori raccontano la loro storia come loro piace, ma se andiamo a verificare chi c’era al governo italiano di allora, scopriamo che c’era quello golpista nato l’8 settembre per “prendere i poteri costituzionali dello Stato”, ossia il fronte costituito da Popolari, Liberari, Comunisti e Repubblicani. Rispetto all’ordinamento vigente questi erano sovversivi e miravano a instaurare con la forza e contro il popolo un ordinamento diverso.

Ci sono riusciti, ma non sappiamo cosa volesse il popolo visto che quasi tutta la Venetia non venne chiama al voto Referendario del 1946, compresa Udine, Pordenone, Bolzano ecc, l’Istria e la Damatia.

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Feb 13 2013

I PIANI ALLEATI PER L’ANNIENTAMENTO DEL POPOLO TEDESCO. MISURE PER LA DEVASTAZIONE DEL CUORE DELL’EUROPA

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:16

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Copertina di un numero di  Vierteljahreshefte fuer freie Geschichtsforschung,  (col prof. Faurisson in bicicletta )

 

A cura di: Claus Nordbruch

 

Pubblicato per la prima volta in tedesco sul Vierteljahreshefte fuer freie Geschichtsforschung (quaderni trimestrali per la libera ricerca storica) 5(1) (2001), pag. 55-65, tradotto da Peter Lambda.

 

Molto tempo prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e di certo ben  prima che questa guerra fratricida europea fosse prevedibile, i vincitori e i loro tirapiedi avevano fatto dei progetti per la sistemazione della Germania che contenevano violazioni basilari del Diritto Internazionale. Oltre ai piani di demilitarizzazione e alla denazificazione, vi erano piani per la distruzione o l’espulsione dei Tedeschi dai territori in cui avevano abitato per molti secoli. Ad esempio, l’espulsione di 3,5 milioni di Tedeschi dei Sudeti fu proposta nel Dicembre del 1938 dall’ex presidente cecoslovacco Edvard Benes, cioè, circa un anno prima dello scoppio ufficiale della guerra e lui non fu il solo a fare la proposta. Durante il Congresso Panslavo tenutosi a Praga nel 1848 fu presa la decisione che non solo i Tedeschi dei Sudeti dovevano essere cacciati ma anche tutti cittadini di etnia tedesca ad Est della linea Trieste-Stettino. Nell’estate del 1917 Benes ed il successivo presidente Ministro Kramà diedero agli Alleati un memorandum nel quale chiedevano lo smembramento della Germania e l’incorporazione di ampi territori dell’Impero Tedesco e Austria-Ungheria nella Cecoslovacchia che stava per nascere (1). Dopo la firma del diktat chiamato “Trattato di Versailles”, le affermazioni e le richieste nazionalistiche ceche e panslave erano politicamente notevoli; purtroppo non c’è abbastanza spazio qui per discutere l’argomento nei dettagli (2). Comunque, queste richieste furono più o meno fanaticamente stabilite sull’espulsione dei Tedeschi dei Sudeti.

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Feb 11 2013

TRE DOMANDE DI PARTE A UN PRESIDENTE DI PARTE

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Il presidente del Tribunale della razza diventò il più stretto collaboratore di Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia. Poi guidò la Consulta. Il Pci ha mai avuto nulla da ridere? 

 

Illustre Presidente Napolitano, dopo aver sentito il suo vibrante discorso sul fascismo e l’antisemitismo, mi permetta di rivolgerle tre brevi domande.

La prima. Sapeva che il presidente dell’infame Tribunale della razza, nonché firmatario del «Manifesto della razza», Gaetano Azzariti, diventò il più stretto collaboratore del suo leader Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia, dopo essere stato Guardasigilli con Badoglio? Avete mai avuto nulla da ridire, lei e il suo Partito, sul fatto che poi, grazie a questi precedenti, lo stesso Azzariti sia diventato presidente della Corte costituzionale fino alla sua morte nel 1961?

La seconda. Sapeva che il primo concordato tra lo Stato italiano e gli ebrei fu fatto nel 1930 dal regime fascista? Una commissione composta da tre rappresentanti degli ebrei e tre giuristi varò un concordato in cui, scrive De Felice, «il governo fascista accettò pressoché in toto il punto di vista ebraico». Il presidente del consorzio ebraico, Angelo Sereni, telegrafò a Mussolini «la vivissima riconoscenza degli ebrei italiani» e sulla rivista ebraica Israel Angelo Sacerdoti definì la nuova legge «la migliore di quelle emanate in altri Stati».

Terzo. Presidente, ha mai detto e scritto qualcosa sulle centinaia di italiani, comunisti, antifascisti e a volte anche ebrei, che fuggirono dall’Italia fascista e furono uccisi nella Russia comunista con l’avallo del segretario del suo partito, il sullodato Togliatti? In Italia, persino sotto il Duce, avrebbero avuto una sorte migliore…

 

Fonte: srs Marcello Venziani da   Il Giornale.it  del 30  gennaio 2013

Link: http://www.ilgiornale.it/news/interni/880292.html

 


Feb 10 2013

IL PIANO KALERGI: IL GENOCIDIO DEI POPOLI EUROPEI

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L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda  multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

 

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Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea. [1]

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Feb 05 2013

RIFLESSIONI SULL’ OLOCAUSTO

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 10:35

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NORMAN FINKELSTEIN DENUNCIA LA STRUMENTALIZZAZIONE DELL’OLOCAUSTO

 

Norman Finkelstein

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=BTGD_ApydgQ

Video tratto da una conferenza tenuta dal Professor Norman Finkelstein alla Waterloo Univeristy, in cui si vede il professore, figlio di ebrei rinchiusi nei campi di concentramento, replicare alle faziose accuse di antisemitismo. “Se ci fosse anche solo un po’ di cuore in te adesso piangeresti per i palestinesi” ribatte ad una ragazza che lo accusa.

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Feb 04 2013

QUELLO CHE GLI STORICI NON DICONO: LA COLLABORAZIONE TRA NAZISTI ED EBREI E L’ATTEGGIAMENTO IPOCRITA DELL’OCCIDENTE DEMOCRATICO

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 02:45

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di Gianfredo Ruggiero

 

La Germania nazionalsocialista considerava pregiudizialmente gli ebrei come un elemento estraneo alla nazione. Durante la sfortunata Repubblica di Weimar (1919-33), quando la popolazione tedesca subì la più grande crisi economica e sociale della sua storia (a causa soprattutto degli enormi debiti di guerra imposti dalle potenze vincitrici del primo conflitto mondiale), molti ebrei, nonostante rappresentassero meno dell’1% della popolazione, raggiunsero nel settore economico-finanziario posizioni di alto livello e di considerevole benessere tali da essere additati, a causa della loro presunta cupidigia, come responsabili della stato di crisi in cui versava la Germania. A ciò si aggiungeva l’atavico antiebraismo cristiano, il nazionalismo esasperato e il mito della purezza ariana dell’ideologia hitleriana.

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Feb 01 2013

TRIVELLIN ENNIO: A GUSEN SOLO ORRORI, 
AVEVO PERDUTO LA MIA DIGNITÀ

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Ennio Trivellin, 85 anni, con il suo i-pad sul quale accede a Facebook

 

 

Stamattina (martedì 29 gennaio 2013) al Quirinale riceverà dal presidente della Repubblica la medaglia per gli ex internati nei lager.

 

Questa mattina a Roma, al Quirinale, su richiesta della figlia Francesca, riceverà dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la medaglia d´onore agli ex internati dei lager nazisti, promossa con la legge 296 del 2006 dall´allora presidente della Repubblica Ciampi.

Si chiama Ennio Trivellin, da anni abita in Friuli Venezia Giulia, e la sua storia di deportazione è una storia «di famiglia» perchè coinvolse anche suo padre Zeffirino.  Si salvarono entrambi, ma pagarono un prezzo altissimo: quello del dolore della memoria.

Ennio Trivellin, che ha 85 anni, parte da qui, dalla memoria di ciò che è stato per ammonire sul presente: «Se i ragazzi oggi possono esprimere liberamente le proprie idee su Facebook, è anche perchè migliaia di ragazzi per la difesa della libertà morirono».
  L´ha aperta anche lui una pagina personale sulla piattaforma «social»: nome, cognome, una foto con alle spalle l´aereo che si è costruito lui stesso.

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AVEVO PERDUTO LA MIA DIGNITÀ”


Gen 05 2013

ASSOGGETTAMENTO E DECADENZA DELLE SOVRANITÀ DEMOCRATICHE

 

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La “innovativa” presa in conto da parte del diritto penale contemporaneo dell’intenzione puramente soggettiva (movente ultimo, arrière-pensée, foro interiore, o coscienza intima che sia), per la definizione strutturale stessa dei crimini e dei reati, ha una fonte internazionale (1).

 

Questa fonte storica essenziale risiede nello statuto del Tribunale Militare Internazionale, incluso nell’Accordo di Londra dell’8 agosto 1945, così come nella giurisprudenza che ne è seguita. Ma ciò che ben merita di essere chiamata la decadenza dei sistemi giuridici europei ha altre fonti estere, che emanano da convenzioni e trattati dal contenuto moraleggiante, che mirano a fondare anzi un nuovo ordine morale universale. Sotto la copertura dell’ordine morale occidentale e mondialista è stato edificato il sistema che ha fatto uscire dai confini religiosi la cattiva coscienza secolarizzata. Questo fenomeno, come vedremo, è in gran parte il frutto dell’unione che le circostanze hanno creato tra la plutocrazia puritana e l’”antifascismo”.

 

Le convenzioni e i trattati internazionali, fondati su una «morale di unanimità ed ortodossia» (vedi Robert Munchenbled) dalle pretese universali, pullulano, e strumentalizzano un “dovere alla virtù”. Sono atti multilaterali tramite cui i paesi europei partecipanti, in nome dell’”etica” rivelata dalle Nazioni Unite, non cessano di abdicare a grandi passi alla sovranità “democratica” nazionale.

 

Prima, questa sovranità veniva fondata, specie in Francia, sull’imperativo della “salute pubblica” della Nazione, cara ai rivoluzionari del 1793; ma poteva anche richiamarsi alla tradizione nazionale precedentemente incarnata dal Re, che, da parte sua, si riteneva ricevesse la sua sovranità da Dio; ed ancora nella prima parte del ventesimo secolo la sovranità sfuggiva alla metafisica mondialista debilitante dei Diritti dell’Uomo, cui essa è ora invece strettamente assoggettata. Così che ogni reticenza, ogni ribellione a questo nuovo ordine morale è giudicata oscena, e non può costituire altro che il fatto di “estremisti” indifendibili, dediti al vizio ed alla fornicazione spirituale con idee impure e peccaminose.

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Dic 06 2012

PACE IN PALESTINA? UNA META SEMPRE PIÙ LONTANA

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Per duemila anni la Palestina è stata il segno della concordia e della tolleranza tra le varie confessioni ed etnie (unica parentesi i turbolenti Regni Crociati del Medio Evo). Poi, nel 1948 a seguito di una semplice deliberazione dell’ONU a carattere consultivo, in spregio al diritto internazionale e al principio dell’autodeterminazione dei popoli (la popolazione non fu neppure interpellata con un referendum), le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale decisero di donare metà della Palestina agli ebrei con il pretesto che questi erano originari di quei luoghi e come forma di risarcimento per aver subito la persecuzione hitleriana (in realtà per lavarsi la coscienza a costo zero scaricandolo sui palestinesi).

 

Gli ebrei, preso possesso di quelle terre, cacciarono con la forza chi le abitava da sempre: 900mila palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro case per fare posto ai nuovi arrivati e 530 villaggi furono completamente distrutti per impedirne il ritorno e molti altri sostituiti con insediamenti per soli ebrei. Neppure i cimiteri, luoghi sacri per i musulmani, furono risparmiati.

 

Lo spirito colonialista e di supremazia razziale del movimento sionista è condensato nello slogan, poi ripreso dal futuro Primo Ministro Israeliano Golda Meir: « Una terra senza un popolo, un popolo senza terra». In queste parole si coglie la totale indifferenza ebraica verso la popolazione palestinese che non viene neppure considerata, come se non esistesse.

 

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Dic 04 2012

LEGGI RAZZIALI: CHI E’ SENZA RAZZISMO SCAGLI LA PRIMA PIETRA

 

L’Italia e la sua svolta antiebraica

 

di Gianfredo Ruggiero

 

Le leggi del ‘38 furono una vergogna nazionale la cui responsabilità ricade interamente su Mussolini e su quanti, per ignavia o servilismo, nulla fecero per evitarle. Il rispetto per le vittime della discriminazione razziale non può e non deve però impedirci di affrontare l’argomento con il dovuto distacco e la necessaria serenità di giudizio. Per troppi anni la storia è stata viziata da pregiudizi e comodi schematismi che ci hanno portato lontano dalla verità. La stessa storia del popolo ebraico è costellata di stragi e persecuzioni a causa di un pregiudizio – accusa dei cattolici di aver ucciso Gesù – cui se ne sono aggiunti altri nel corso dei secoli (usura, internazionale ebraica per dominare il mondo attraverso il controllo delle economie nazionali, devianza sessuale per la pratica della circoncisione definita un patto con Cristo attraverso il pene, ecc.).  Hitler in definitiva non ha inventato nulla, ha semplicemente portato alle estreme conseguenze, in modo raccapricciante e disumano, quell’antiebraismo figlio del pregiudizio, ancor oggi presente.

 

Come hanno riconosciuto autorevoli storici del calibro di George L. Mosse, docente dell’Università ebraica di Gerusalemme, l’autore de “la nazionalizzazione della masse” la più completa opera sul fenomeno dei totalitarismi contemporanei (ed. il Mulino, Bologna 1975), Renzo De Felice, il più profondo conoscitore della storia degli ebrei sotto il fascismo (ed. Einaudi, Torino 1993) e il rabbino Elio Toaff nel suo libro “ essere ebreo” (ed. Bompiani, Milano 1996, pag. 134), tra i Paesi europei l’Italia è uno di quelli che meno ha conosciuto il razzismo.

 

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