Feb 11 2013

TRE DOMANDE DI PARTE A UN PRESIDENTE DI PARTE

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Il presidente del Tribunale della razza diventò il più stretto collaboratore di Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia. Poi guidò la Consulta. Il Pci ha mai avuto nulla da ridere? 

 

Illustre Presidente Napolitano, dopo aver sentito il suo vibrante discorso sul fascismo e l’antisemitismo, mi permetta di rivolgerle tre brevi domande.

La prima. Sapeva che il presidente dell’infame Tribunale della razza, nonché firmatario del «Manifesto della razza», Gaetano Azzariti, diventò il più stretto collaboratore del suo leader Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia, dopo essere stato Guardasigilli con Badoglio? Avete mai avuto nulla da ridire, lei e il suo Partito, sul fatto che poi, grazie a questi precedenti, lo stesso Azzariti sia diventato presidente della Corte costituzionale fino alla sua morte nel 1961?

La seconda. Sapeva che il primo concordato tra lo Stato italiano e gli ebrei fu fatto nel 1930 dal regime fascista? Una commissione composta da tre rappresentanti degli ebrei e tre giuristi varò un concordato in cui, scrive De Felice, «il governo fascista accettò pressoché in toto il punto di vista ebraico». Il presidente del consorzio ebraico, Angelo Sereni, telegrafò a Mussolini «la vivissima riconoscenza degli ebrei italiani» e sulla rivista ebraica Israel Angelo Sacerdoti definì la nuova legge «la migliore di quelle emanate in altri Stati».

Terzo. Presidente, ha mai detto e scritto qualcosa sulle centinaia di italiani, comunisti, antifascisti e a volte anche ebrei, che fuggirono dall’Italia fascista e furono uccisi nella Russia comunista con l’avallo del segretario del suo partito, il sullodato Togliatti? In Italia, persino sotto il Duce, avrebbero avuto una sorte migliore…

 

Fonte: srs Marcello Venziani da   Il Giornale.it  del 30  gennaio 2013

Link: http://www.ilgiornale.it/news/interni/880292.html

 


Feb 10 2013

IL PIANO KALERGI: IL GENOCIDIO DEI POPOLI EUROPEI

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L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda  multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

 

LA PANEUROPA

 

Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea. [1]

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Feb 05 2013

RIFLESSIONI SULL’ OLOCAUSTO

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 10:35

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NORMAN FINKELSTEIN DENUNCIA LA STRUMENTALIZZAZIONE DELL’OLOCAUSTO

 

Norman Finkelstein

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=BTGD_ApydgQ

Video tratto da una conferenza tenuta dal Professor Norman Finkelstein alla Waterloo Univeristy, in cui si vede il professore, figlio di ebrei rinchiusi nei campi di concentramento, replicare alle faziose accuse di antisemitismo. “Se ci fosse anche solo un po’ di cuore in te adesso piangeresti per i palestinesi” ribatte ad una ragazza che lo accusa.

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Feb 04 2013

QUELLO CHE GLI STORICI NON DICONO: LA COLLABORAZIONE TRA NAZISTI ED EBREI E L’ATTEGGIAMENTO IPOCRITA DELL’OCCIDENTE DEMOCRATICO

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 02:45

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di Gianfredo Ruggiero

 

La Germania nazionalsocialista considerava pregiudizialmente gli ebrei come un elemento estraneo alla nazione. Durante la sfortunata Repubblica di Weimar (1919-33), quando la popolazione tedesca subì la più grande crisi economica e sociale della sua storia (a causa soprattutto degli enormi debiti di guerra imposti dalle potenze vincitrici del primo conflitto mondiale), molti ebrei, nonostante rappresentassero meno dell’1% della popolazione, raggiunsero nel settore economico-finanziario posizioni di alto livello e di considerevole benessere tali da essere additati, a causa della loro presunta cupidigia, come responsabili della stato di crisi in cui versava la Germania. A ciò si aggiungeva l’atavico antiebraismo cristiano, il nazionalismo esasperato e il mito della purezza ariana dell’ideologia hitleriana.

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Feb 01 2013

TRIVELLIN ENNIO: A GUSEN SOLO ORRORI, 
AVEVO PERDUTO LA MIA DIGNITÀ

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Ennio Trivellin, 85 anni, con il suo i-pad sul quale accede a Facebook

 

 

Stamattina (martedì 29 gennaio 2013) al Quirinale riceverà dal presidente della Repubblica la medaglia per gli ex internati nei lager.

 

Questa mattina a Roma, al Quirinale, su richiesta della figlia Francesca, riceverà dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la medaglia d´onore agli ex internati dei lager nazisti, promossa con la legge 296 del 2006 dall´allora presidente della Repubblica Ciampi.

Si chiama Ennio Trivellin, da anni abita in Friuli Venezia Giulia, e la sua storia di deportazione è una storia «di famiglia» perchè coinvolse anche suo padre Zeffirino.  Si salvarono entrambi, ma pagarono un prezzo altissimo: quello del dolore della memoria.

Ennio Trivellin, che ha 85 anni, parte da qui, dalla memoria di ciò che è stato per ammonire sul presente: «Se i ragazzi oggi possono esprimere liberamente le proprie idee su Facebook, è anche perchè migliaia di ragazzi per la difesa della libertà morirono».
  L´ha aperta anche lui una pagina personale sulla piattaforma «social»: nome, cognome, una foto con alle spalle l´aereo che si è costruito lui stesso.

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AVEVO PERDUTO LA MIA DIGNITÀ”


Gen 05 2013

ASSOGGETTAMENTO E DECADENZA DELLE SOVRANITÀ DEMOCRATICHE

 

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La “innovativa” presa in conto da parte del diritto penale contemporaneo dell’intenzione puramente soggettiva (movente ultimo, arrière-pensée, foro interiore, o coscienza intima che sia), per la definizione strutturale stessa dei crimini e dei reati, ha una fonte internazionale (1).

 

Questa fonte storica essenziale risiede nello statuto del Tribunale Militare Internazionale, incluso nell’Accordo di Londra dell’8 agosto 1945, così come nella giurisprudenza che ne è seguita. Ma ciò che ben merita di essere chiamata la decadenza dei sistemi giuridici europei ha altre fonti estere, che emanano da convenzioni e trattati dal contenuto moraleggiante, che mirano a fondare anzi un nuovo ordine morale universale. Sotto la copertura dell’ordine morale occidentale e mondialista è stato edificato il sistema che ha fatto uscire dai confini religiosi la cattiva coscienza secolarizzata. Questo fenomeno, come vedremo, è in gran parte il frutto dell’unione che le circostanze hanno creato tra la plutocrazia puritana e l’”antifascismo”.

 

Le convenzioni e i trattati internazionali, fondati su una «morale di unanimità ed ortodossia» (vedi Robert Munchenbled) dalle pretese universali, pullulano, e strumentalizzano un “dovere alla virtù”. Sono atti multilaterali tramite cui i paesi europei partecipanti, in nome dell’”etica” rivelata dalle Nazioni Unite, non cessano di abdicare a grandi passi alla sovranità “democratica” nazionale.

 

Prima, questa sovranità veniva fondata, specie in Francia, sull’imperativo della “salute pubblica” della Nazione, cara ai rivoluzionari del 1793; ma poteva anche richiamarsi alla tradizione nazionale precedentemente incarnata dal Re, che, da parte sua, si riteneva ricevesse la sua sovranità da Dio; ed ancora nella prima parte del ventesimo secolo la sovranità sfuggiva alla metafisica mondialista debilitante dei Diritti dell’Uomo, cui essa è ora invece strettamente assoggettata. Così che ogni reticenza, ogni ribellione a questo nuovo ordine morale è giudicata oscena, e non può costituire altro che il fatto di “estremisti” indifendibili, dediti al vizio ed alla fornicazione spirituale con idee impure e peccaminose.

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Dic 06 2012

PACE IN PALESTINA? UNA META SEMPRE PIÙ LONTANA

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Per duemila anni la Palestina è stata il segno della concordia e della tolleranza tra le varie confessioni ed etnie (unica parentesi i turbolenti Regni Crociati del Medio Evo). Poi, nel 1948 a seguito di una semplice deliberazione dell’ONU a carattere consultivo, in spregio al diritto internazionale e al principio dell’autodeterminazione dei popoli (la popolazione non fu neppure interpellata con un referendum), le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale decisero di donare metà della Palestina agli ebrei con il pretesto che questi erano originari di quei luoghi e come forma di risarcimento per aver subito la persecuzione hitleriana (in realtà per lavarsi la coscienza a costo zero scaricandolo sui palestinesi).

 

Gli ebrei, preso possesso di quelle terre, cacciarono con la forza chi le abitava da sempre: 900mila palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro case per fare posto ai nuovi arrivati e 530 villaggi furono completamente distrutti per impedirne il ritorno e molti altri sostituiti con insediamenti per soli ebrei. Neppure i cimiteri, luoghi sacri per i musulmani, furono risparmiati.

 

Lo spirito colonialista e di supremazia razziale del movimento sionista è condensato nello slogan, poi ripreso dal futuro Primo Ministro Israeliano Golda Meir: « Una terra senza un popolo, un popolo senza terra». In queste parole si coglie la totale indifferenza ebraica verso la popolazione palestinese che non viene neppure considerata, come se non esistesse.

 

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Dic 04 2012

LEGGI RAZZIALI: CHI E’ SENZA RAZZISMO SCAGLI LA PRIMA PIETRA

 

L’Italia e la sua svolta antiebraica

 

di Gianfredo Ruggiero

 

Le leggi del ‘38 furono una vergogna nazionale la cui responsabilità ricade interamente su Mussolini e su quanti, per ignavia o servilismo, nulla fecero per evitarle. Il rispetto per le vittime della discriminazione razziale non può e non deve però impedirci di affrontare l’argomento con il dovuto distacco e la necessaria serenità di giudizio. Per troppi anni la storia è stata viziata da pregiudizi e comodi schematismi che ci hanno portato lontano dalla verità. La stessa storia del popolo ebraico è costellata di stragi e persecuzioni a causa di un pregiudizio – accusa dei cattolici di aver ucciso Gesù – cui se ne sono aggiunti altri nel corso dei secoli (usura, internazionale ebraica per dominare il mondo attraverso il controllo delle economie nazionali, devianza sessuale per la pratica della circoncisione definita un patto con Cristo attraverso il pene, ecc.).  Hitler in definitiva non ha inventato nulla, ha semplicemente portato alle estreme conseguenze, in modo raccapricciante e disumano, quell’antiebraismo figlio del pregiudizio, ancor oggi presente.

 

Come hanno riconosciuto autorevoli storici del calibro di George L. Mosse, docente dell’Università ebraica di Gerusalemme, l’autore de “la nazionalizzazione della masse” la più completa opera sul fenomeno dei totalitarismi contemporanei (ed. il Mulino, Bologna 1975), Renzo De Felice, il più profondo conoscitore della storia degli ebrei sotto il fascismo (ed. Einaudi, Torino 1993) e il rabbino Elio Toaff nel suo libro “ essere ebreo” (ed. Bompiani, Milano 1996, pag. 134), tra i Paesi europei l’Italia è uno di quelli che meno ha conosciuto il razzismo.

 

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Nov 14 2012

GUERNICA, LA VERITA’ OLTRE IL MITO

Category: Arte,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:01

 

Guernica, il celebre dipinto di Pablo Picasso, è un quadro riciclato.

Fu infatti realizzato dall’artista molti anni prima del bombardamento tedesco della cittadina basca durante la guerra civile spagnola (1936-39).

 

Come tutti gli spagnoli, Picasso amava le corride e rimasto colpito dalla morte del famoso torero Joselito, suo beniamino, decise di dedicargli un dipinto. Così alcuni anni dopo realizzò una grande tela gremita di figure tragicamente atteggiate, tra cui un toro decapitato e un cavallo sventrato (quello del matador), che titolò per l’appunto  ”Lamento en muerte del torero Joselito”.

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Nov 13 2012

LA MARCIA SU ROMA

 

 

28 OTTOBRE 1922

 

A seconda della convenienza la marcia su Roma viene presentata come un colpo di stato incruento o come un tentativo di insurrezione armata. Tesi sballata la prima in quanto i golpe li fanno i militari e in totale segretezza, l’esatto contrario della marcia su Roma che fu una manifestazione pubblica e ampiamente propagandata; versione fantasiosa la seconda: non fu sparato un solo colpo e versata una sola goccia di sangue. In quei giorni la vita a Roma, come nel resto d’Italia, proseguì nella totale normalità e indifferenza. Le fabbriche, le scuole, i negozi e gli uffici pubblici rimasero aperti. L’occupazione fascista di alcune Prefetture furono dei semplici atti simbolici che non impedirono al personale di proseguire nella loro attività, inoltre  sarebbero bastate quattro fucilate dell’esercito (la capitale era difesa da 28.000 soldati) per disperdere i pericolosi sovversivi “armati” di manganelli e qualche schioppo residuato bellico.

 

In realtà, nonostante la sua successiva mitizzazione, la “marcia” fu essenzialmente una parata che, come vedremo, non influì minimamente sulle sorti politiche dell’Italia.

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Nov 06 2012

RUSSEL BARTON: “FURONO LE MALATTIE A UCCIDERE I PRIGIONIERI DEI NAZISTI”

 

Dal sito di Andrea Carancini  http://andreacarancini.blogspot.it/

 

UN DOTTORE SOSTIENE CHE FURONO LE MALATTIE A UCCIDERE I PRIGIONIERI DEI NAZISTI [1]

 

Di Wendy Darroch, 8 febbraio 1985

 

Migliaia di prigionieri che morirono nel campo di concentramento di Bergen Belsen [2] durante la seconda guerra mondiale non vennero deliberatamente fatti morire di fame ma morirono per un’ondata di malattie, secondo uno psichiatra che era lì nel 1945.

 

Russell William Burton, 61 anni, (nel 1985) di Rochester, N. Y. [New York], ha detto che quando entrò nel campo il 2 maggio 1945, aveva sentito dire – credendovi – che i prigionieri venivano deliberatamente fatti morire di fame dai nazisti.

Ma Barton, che era uno studente di medicina – partito volontario con la Croce Rossa inglese – ha detto che se fosse stato vero non poteva capire come mai le cucine del campo erano così ben attrezzate.

Ha detto ieri ad una giuria della Corte Distrettuale che si convinse che le storie sulla malefica inumanità dei tedeschi non erano vere dopo aver trovato libri mastri , risalenti al 1942, che elencavano la quantità di cibo cucinato e distribuito ogni giorno.

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Nov 05 2012

ANALISI STORICA: EBREI, COMUNISMO, UNIONE SOVIETICA E SIONISMO

 

 

Dal sito di Andrea Carancini

 

Da Andrea Giacobazzi ricevo e pubblico: Ebrei e Rivoluzione

 

Se si volesse guardare all’origine famigliare, si dovrebbe riscontrare che la Rivoluzione russa fu un avvenimento considerevolmente ebraico. In questa panoramica storica non indagheremo le ragioni di questa ampia partecipazione, le lasceremo ai sociologi ed eventualmente ai criptopolemologi. In ogni caso, l’instaurazione del socialismo vide tra i suoi principali protagonisti talmente tanti soggetti dall’inequivocabile ascendenza israelitica da far scrivere a Winston Churchill:

Non c’è bisogno di esagerare il ruolo giocato da questi Ebrei internazionali e per lo più atei, nella creazione del Bolscevismo e nell’attuale realizzazione della Rivoluzione Russa. E’ stato certamente un importantissimo ruolo che ha inciso più di qualsiasi altro. […]

Così Tchitcherin, un russo puro, viene eclissato dal suo simbolico subalterno Litvinoff, e l’influenza di russi come Bukharin o Lunacharsky non può essere paragonata al potere di Trotsky o di Zinovieff […] (1)

 

Lo stesso Lenin poteva contare nella sua genealogia famigliare “un quarto” ebraico essendo suo nonno materno Israel (Alexander) Blank, poi battezzato. Lo storico israeliano L. Rapoport, scrisse che “subito dopo la Rivoluzione [Bolscevica], molti ebrei erano euforici della loro presenza nel nuovo governo in un così alto numero. Il primo Politburo di Lenin era dominato da uomini di origine ebraica” (2). Un altro storico ebreo – L. Schapiro – sostenne che chiunque fosse caduto nelle mani della Cheka aveva “ottime possibilità di trovarsi davanti ad un inquirente ebreo e con ogni eventualità essere fatto fucilare da quest’ultimo” (3).  È generalmente riconosciuto che “molti ebrei parteciparono attivamente alle purghe staliniane e occuparono posti-chiave nel famigerato sistema dei Gulag” (4), anche se a questo proposito bisogna sfatare il mito che vuole il brutale sistema repressivo sovietico come una creazione di Stalin; Lenin e il suo governo lo avevano ideato e sviluppato sensibilmente: ne faranno le spese anche diversi ebrei.

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Set 12 2012

MONTECASSINO: QUELLO CHE NON SI È MAI DETTO SU MONTECASSINO DURANTE LA II GUERRA MONDIALE

 

Montecassino un luogo tutt’ora suggestivo, ma completamente alterato.

Quanti misteri e quante reticenze sui fatti tragici accaduti su quel monte sacro dove San Benedetto decide che quel luogo debba essere la residenza della sua regola e dei suo monaci sulle indicazioni dei Padri del deserto egizio e del retaggio cenobita, dando alla regola la “riproduzione” e il legame del numero (sacro a Pitagora) 12 legato alle Lucumunie Etrusche.

Quel luogo prima che fosse occupato da San Benedetto era la sede di un importante tempio Pagano dedicato ad Apollo e nelle vicinanze esisteva anche un tempio dedicato a Giove. Al di sotto di quella Acropoli pagana troviamo la Cassino romana con il suo anfiteatro e molti manofatti propri della sacralità romana.

Durante la Seconda guerra mondiale, gli studiosi tedeschi dell’Ahnenerbe pianificarono una delle più segrete missioni della storia per recuperare alcuni manoscritti. Questa missione fu battezzata Diomede, dal nome dell’eroe omerico che dopo la caduta di Troia si rifugiò nelle Isole Tremiti e, insieme ai suoi compagni, fu trasformato da Venere nelle diomedee, gli uccelli di mare che nidificano sulla costa.

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Ago 16 2012

I CRIMINI “DIMENTICATI” DEL COMUNISMO

I crimini nazisti ci sono ricordati ad ogni piè sospinto, perchè le vittime, altrettanto innocenti, della barbarie rossa sono relegate in un angolo della nostra memoria?

G.R.

 

Continua la controversia fra gli storici se abbia ucciso più persone Hitler o Stalin. Il libro dello storico inglese Frank Dikötter Mao’s Great Famine. The History of China’s Most Devastating Catastrophe, 1958-1962 (Walker, New York 2010) ci ricorda che Mao Tse-Tung li batte di gran lunga entrambi, stabilendo record che forse superano anche Gengis Khan. Una cosa, secondo Dikötter, è sicura: il “Grande Balzo in Avanti” del 1958-1962 è il più grande crimine di tutti i tempi, la peggiore catastrofe mai causata da mano umana nella storia.

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Ago 13 2012

ILLUDERE GLI OPERAI, DISTRUGGERE LA CHIESA, AGGREGARE L’ITALIA ALL’URSS: I PIANI DEL PCI IN DUE DOCUMENTI ESCLUSIVI

E’ il 1948, all’orizzonte si profila l’appuntamento con il 18 aprile, giorno delle elezioni politiche che potrebbero rivelarsi decisive per le sorti dell’Italia. Pci e Psi si sono riuniti nel Fronte Democratico Popolare, con lo scopo dichiarato di assumere la guida del Paese battendo la Dc, già uscita vincitrice dalle precedenti elezioni del 1946. Al fine di raggiungere l’obiettivo, i militanti sono disposti a tutto: una vera e propria “macchina da guerra”, nemmeno troppo “gioiosa”, per parafrasare la famosa uscita di Achille Occhetto molti anni dopo.
La propaganda del Fronte Democratico Popolare è feroce, tanto che i “compagni propagandisti” rivestiranno un ruolo importante durante la campagna elettorale.

I due documenti che vi mostriamo sono particolarmente significativi: una lettera segreta contenente un vero e proprio vademecum per i propagandisti ed un decalogo inoltrato ai militanti più fedeli e considerati affidabili. Entrambi stupiscono per il tono enfatico e ancor di più per i contenuti, talvolta davvero stucchevoli. Ci sono stati forniti da un lettore del blog, che li ha avuti originali da una persona nata del 1932 che all’epoca risiedeva in un paesino vicino a Ravenna. Essendo famiglia di area cattolica, hanno ricevuto tale missiva per errore, ma l’hanno gelosamente custodita per tutti questi anni.
 Nel vademecum sono elencati i 9 punti che il Partito intendeva inculcare ai propagandisti: dai nemici del Fronte Popolare, individuati anche nei mancati alleati del PSLI (futuro PSDI) e PRI, agli obiettivi da ottenere in ambito morale, economico e religioso. Ossia estirpare la Chiesa, distruggere la moralità, abolire la proprietà privata. E poi, trasformare l’Italia in una Repubblica Socialista, vassalla dell’URSS di Stalin, favorendo l’egemonia comunista nel mondo. Oltre alla raccomandazione finale di non divulgare la lettera, che deve restare segreta. Abbiamo scelto di riportare integralmente il documento, senza correggere errori pacchiani come “appariscano”.

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