OPPEANO CITTA’ CARDINE DELLA CIVILTA’ PALEOVENETA
Ciclo di incontro culturali dedicati alla Civiltà Paleoveneta
presentati dall’Assessore alla Cultura Emanuela Bissoli,
a cura di Luigi Pellini
Gen 13 2015
Dic 09 2013
Scavi al riparo Scalucce, foto Dal Fabbro del 15 settembre 188
STORIA NATURALE. Domani al Museo l´archeologo Luciano Salzani presenta il volume su «Ricerche e scoperte litiche a Breonio», opera dello scienziato ottocentesco
Si avvera dopo 130 anni un desiderio di Stefano De Stefani, appassionato scienziato ottocentesco, pioniere degli studi preistorici nel Veronese: per primo segnalò decine e decine di nuovi siti archeologici dalla Lessinia a Peschiera, a Rivoli e Bovolone, ed è annoverato tra i benefattori del Museo civico di storia naturale, di cui arricchì le collezioni con i suoi ritrovamenti e per il quale si adoperò dopo la rovinosa alluvione dell´Adige nel 1882.
Dic 05 2013
La cavea dell’arena di Verona
Sesterzi, vasi e ventagli: ecco il tesoro. I ritrovamenti archeologici in due arcovoli durante i lavori per la nuova cabina elettrica
Doppia scoperta archeologica nel cantiere per l´installazione della nuova cabina elettrica negli arcovoli dell´Arena, in corrispondenza dell´ala. Lo scavo, all´interno dell´arcovolo 58 ha rivelato una serie di stratificazioni di materiali, soprattutto fanghi e resti di animali, risalenti ai secoli dal 1300 al 1600, che vi erano stati gettati in barba alle leggi dell´epoca, quando il monumento veniva utilizzato come mercato.
Giu 09 2013
Uno dei muri perimetrali del tempio venuti alla luce sul monte Castelon
MARANO DI VERONA. Studiosi da tutta Italia a confronto sui risultati di sei anni di ricerca e due campagne di scavi che hanno portato alla luce preziosi reperti. Gli esperti non hanno dubbi: il monte Castelon è fra i «top sites» dell´archeologia veneta e vanta anche frammenti di decorazioni in stile pompeiano
Tanti misteri ancora da svelare sulle pendici del Monte Castelon. Il Tempio di Minerva fa ancora parlare di sé e questa volta diventa protagonista di un convegno, che si è svolto nella chiesa di Santa Maria Valverde, presenti esperti arrivati da tutta Italia, scortati dalla Protezione civile fin sulle pendici del Castelon, dove sorgeva il famoso santuario.
In discussione i risultati delle campagne di scavo, ma anche i tanti punti interrogativi e le ipotesi aperte su un luogo di grande interesse archeologico e di grande complessità scientifica.
Continua a leggere”MARANO DI VALPOLICELLA. IL TEMPIO DI MINERVA, UN TESORO RITROVATO”
Mag 06 2013
Di Alberto Solinas
Alberto Solinas (a sinistra con il cane Virgo) durante una visita al sito archeologico del Ponte di Veja, 1981
Alberto Solinas, nato a Verona il 24 giugno 1940, diplomato alla scuola d’arte Napoleone Nani nel 1958. «Figlio d’arte» di Giovanni, si interessa di archeologia. Nelle sue ricerche accumula una grande esperienza e conoscenza in campo paletnologico, che lo porta a scoprire il paleosuolo di Isernia. Questo accampamento del Paleolitico inferiore europeo è una delle più grandi scoperte paletnologiche di tutti i tempi
Il presente lavoro vuole illustrare come si sono svolte le ricerche preistoriche, e come si è inserito l’uomo in Avesa e nella zona circostante.
È da tener presente che le date e le ipotesi che si avanzano, col passare degli anni possono subire dei cambiamenti, perché la preistoria è una scienza molto giovane e quindi soggetta a continui aggiornamenti. Quando andiamo a passeggiare, o a compiere delle scampagnate sulle nostre colline, in genere non osserviamo con attenzione il terreno che calpestiamo, altrimenti noteremmo quei fenomeni geologici che lo hanno plasmato, e osserveremmo prima o poi, quelle pietre del tutto particolari, le cui forme possono difficilmente spiegarsi come scherzi della natura: lame sottili, ciottoletti più o meno rotondeggianti, punte, ecc., tutte per lo più con quella patina lucida e biancastra, oppure variamente colorate e dall’aspetto vetroso: sono le selci volgarmente chiamate folende.
Questi «sassi» si trovano generalmente concentrati in alcune aree della collina, oppure, più raramente, nella pianura ai piedi delle colline, ivi trasportati e sepolti dai dilavamenti delle piogge e delle nevi di migliaia di stagioni, assieme alla terra che ricopriva i colli, formando depositi terrosi che innalzarono il fondo delle valli.
Le concentrazioni di queste selci (lame, raschiatoi, picconi, punte di freccia, scarti di lavorazione ecc.), che rinveniamo abbandonati sul terreno nella zona di Avesa, sono parte degli strumenti che servirono all’uomo primitivo per la sua attività, e costituiscono le più tangibili testimonianze dei villaggi da lui costruiti sulle cime delle colline migliaia di anni fa.
Oggi noi troviamo in superficie i manufatti si licei più recenti, mentre i più antichi li possiamo rinvenire, o nelle grotte (come nei ripari Mezzena e Zampieri) oppure, come abbiamo detto, trasportati nelle valli dai fenomeni atmosferici, e depositati negli strati terrosi più profondi (esempio: le cave di Ca’ Rotta).
Apr 30 2013
Il nuovo scavo a Castel San Pietro: ritrovato un tempio risalente al 90 avanti Cristo (FOTO MARCHIORI)
REPERTO ECCEZIONALE. Sulla collina in cui è nata Verona viene alla luce un´altra testimonianza dopo la cisterna viscontea. Risale circa al 90 prima di Cristo È il più antico edificio sacro veneto Lavori a rischio rallentamento per il museo di Storia naturale
Sulla collina in cui è nata Verona viene alla luce un’altra testimonianza dopo la cisterna viscontea. Risale circa al 90 prima di Cristo È il più antico edificio sacro veneto. Lavori a rischio rallentamento per il museo di Storia naturale
Spunta un reperto archeologico di eccezionale valore storico-monumentale dagli scavi nell´area di Castel San Pietro, che verrà restaurato per ospitare il Museo civico di Storia naturale. E questo potrebbe rallentare ancora i lavori per sistemare il complesso. Il manufatto rinvenuto è un tempio di epoca romana che, stando a una prima datazione, risalirebbe intorno al 90 avanti Cristo, all´epoca di Silla. Sarebbe il primo tempio monumentale antico trovato nel Veneto.
Continua a leggere”VERONA. SCAVI SOTTO CASTEL SAN PIETRO, SPUNTA UN TEMPIO ROMANO”
Apr 12 2013
La ricostruzione di una femmina di Homo neanderthalensis. Fotografia di Joe McNally
Un accenno di mento in una mandibola neandertaliana potrebbe essere la prima prova fisica di incroci tra le due specie avvenuti più di 30 mila anni nelle grotte del veronese. Un frammento di mandibola scoperto nel Riparo Mezzena di Avesa nel 1957 potrebbe appartenere al primo ibrido Neanderthal-Sapiens mai scoperto finora.
È il risultato di un nuovo studio internazionale pubblicato su Plos One, che ha analizzato un fossile proveniente dai Monti Lessini, in Veneto, scoprendo caratteristiche tipiche della nostra specie nella conformazione del mento dell’esemplare.
Secondo i ricercatori, tra i quali figurano David Caramelli e Martina Lari dell’Università di Firenze, è la prova di un incrocio tra le due specie, avvenuto nel nord della penisola circa 40 mila anni fa.
La mandibola fossile di Riparo Mezzena oggetto dello studio pubblicato su PlosOne.
Continua a leggere”FORSE SCOPERTI I RESTI DEL PRIMO IBRIDO NEANDERTHAL-SAPIENS”
Ott 30 2012
L´interno della cisterna di Castel San Pietro con il pozzo che s´infila in mezzo (FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORI)
Gioielli di Castel San Pietro: Siamo entrati per la prima volta nel grandioso manufatto
L’architetto Stefano Gis
L´antica chiesa di San Pietro in Castello, sulla sommità del colle che domina Verona, era una chiesetta che doveva esistere fin dalla prima metà del sesto secolo. Vi furono sepolti due vescovi: Valente e Verecondo, entrambi vissuti in quell´epoca. Inoltre nel 924 qui venne ucciso Berengario primo, re d´Italia e imperatore, e qui si rifugiò Raterio, vescovo di Verona, per sfuggire alla vendetta degli avversari. La chiesetta fu abbattuta nel XIX secolo per far posto alla caserma austriaca.
Continua a leggere”VERONA – CASTEL SAN PIETRO: LA CISTERNA SARÀ PARTE DEL MUSEO”
Ott 01 2012
L´assessore Luca Faustini indica l´area dove è stato rinvenuto l´insediamento …
È molto probabilmente una porzione dell´insediamento dell´età del Ferro che si estende alle aree Fornaci e Montanara. Tutto documentato e richiuso dalla Soprintendenza, in collaborazione con il Comune, nella zona sportiva
Oppeano. Nuovi reperti archeologici sono emersi, in occasione dell´avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo campo da calcio in località Le Fratte, nel capoluogo. Durante i primi scavi è stato ritrovato un insediamento preistorico che risale all´età del Ferro. Non è la prima volta che ad Oppeano vengono fatti ritrovamenti archeologici.
Continua a leggere”OPPEANO. SOTTO I CAMPI DELLE FRATTE C´È UN VILLAGGIO PREISTORICO”
Set 14 2012
SANT´EUPREPIO: PER SECOLI, IN SUO ONORE, IL 21 AGOSTO ERA GIORNO DI RIPOSO NEI CAMPI
Don Franco Segala è uno dei più fini intellettuali della Chiesa, non solo veronese. Ed è l´autore di un nuovo saggio su Sant´Euprepio primo vescovo di Verona, quarantaseiesimo volume della collezione Studi e Documenti di Storia e Liturgia, pubblicato con il solito scientifico rigore dall´Archivio storico della Curia diocesana.
Novanta pagine che fanno tremare per la loro forza, per l´invito al riconoscimento di una vera fede; di più, per l´invito a rispettare le tracce e le tradizioni di questa fede presenti nel territorio veronese. Senza tema, con basi storiche e riferimenti precisi, il sacerdote ci porta in questo testo a rivivere la nascita del cristianesimo nella città, che dopo dieci secoli diventerà scaligera. Una città, che nel II e III secolo, ancor prima del Concilio di Nicea, trova un contatto preciso con l´insegnamento cristiano che viene da Roma e dall´Oriente e che qui trova un incrocio imprescindibile tra la fede che corre tra Milano e Aquileia e l´insegnamento di Pietro che si diffonde tra Roma e il nord.
Set 13 2012
Le archeologhe al lavoro nell´area dell´abitato dei Celti Cenomani a Povegliano (FOTOSERVIZIO PECORA)|
L´archeologa Giostra cercava tracce di Longobardi e trova resti dell´abitato del II secolo avanti Cristo. Ci sono i fori dei pali che reggevano le capanne
Nell´area verde del santuario di Madonna dell´Uva Secca c´è un antico abitato dei Celti Cenomani. È un ritrovamento di rilevante interesse in quanto rari sono gli insediamenti di Celti portati alla luce in Italia. Anche a Povegliano, dove moltissime tombe con i corredi sono state ritrovate, finora sono stati scavati un insediamento abitato dell´età del bronzo alla Muraiola e tre capanne di Longobardi all´Ortaia.
Giu 26 2012
Ricostruzione del neanderthaliano scoperto vicino ad Avesa
DNA. Scoperte mutazioni genetiche immunitarie
Verona. Arriva dal Dna dell’uomo di Neanderthal il segreto della sopravvivenza alle malattie infettive, determinante nell’evoluzione dell’uomo moderno.
È quanto emerge da una ricerca condotta con un importante contributo dell’Italia e che fa risalire a circa 100.000 anni fa un evento che portò alla drastica riduzione della popolazione a poche migliaia di individui stanziati in Africa.
La ricerca, pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, è stata coordinata dalla Scuola di medicina dell’Università della California a san Diego assieme al gruppo del dipartimento di Biologia evoluzionistica dell’università di Firenze guidato da David Caramelli e all’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
Giu 10 2012
Dopo la lottizzazione degli anni ’80 si sperava che le rimanenti parti integre del castelliere fossero state salvaguardate per le generazione a divenire.
Ma quando mai!
La gru installata sul Casteggioni sta dimostrare che la sensibilità dei nostri amministratori verso le aere culturali, tendono sempre a zero.
Cosa volete farci, le persone sono sempre tese verso altri traguardi!
POST CORRELATI
COLOGNALA AI COLLI: ASPETTI STORICO ABITATIVI DEL MONTE CASTEGGIONE (IL CASTEJON DI COLOGNOLA AI COLLI)
COLOGNOLA AI COLLI NELL’ETÀ DEL BRONZO E DEL FERRO
https://www.veja.it/2012/06/09/colognola-ai-colli-nelleta-del-bronzo-e-del-ferro/
CASTEGGION (CASTEJON) DI COLOGNOLA AI COLLI, DOVE SI NARRA LA MEMORABILE STORIA DI UNA COLLINA…
CASTEJON DI COLOGNOLA AI COLLI, L’ ALTARE SOTTO LA ROCCIA: INTRODUZIONE
IL CASTEJON DI COLOGNOLA AI COLLI: L’ALTARE SOTTO L’ASFALTO
https://www.veja.it/2009/03/22/il-castejon-di-colognola-ai-colli-l’altare-sotto-lasfalto/
VERONA. IL CASTEGGION O CASTEJON O DI COLOGNOLA AI COLLI: PRIMA E DOPO LA CURA EDILIZIA
https://www.veja.it/2009/03/23/verona-il-castejon-di-colognola-ai-colli-prima-e-dopo/
Giu 09 2012
Fibula tipo a drago con arco fuso in un sol pezzo databile VII sec. a.C. trovata tra San Zeno e Colognola ai Colli nel 1886
Luciano Salzani
Nel tracciare la preistoria di un’area limitata, quale il territorio di un comune, vanno sempre tenuti presenti l’ambiente e i processi storici e culturali di carattere generale in cui tale area si colloca.
Il territorio di Colognola ai Colli, (nella provincia di Verona), è posto lungo il margine meridionale dei Monti Lessini, allo sbocco di larghe vallate. È situato dunque presso importanti vie di transito e nello stesso tempo presenta piccoli rilievi sparsi, dolci pendici collinari, abbondanza di risorgive, che sono condizioni particolarmente favorevoli per gli insediamenti umani.
Sistematiche ricerche archeologiche nella zona si sono avute soltanto negli ultimi anni e perciò l’attuale documentazione non può essere presa come campione completo della presenza umana in questo territorio.
Continua a leggere”COLOGNOLA AI COLLI NELL’ETÀ DEL BRONZO E DEL FERRO”
Giu 08 2012
NOTA PRELIMINARE CONCERNENTE ALCUNI ASPETTI INSEDIATIVI RELATIVI AL NUCLEO ABITATIVO DI ETÀ PROTOSTORICA – STORICA DI MONTE CASTEGGIONI.
Di Claudio Balista
Risulta piuttosto impegnativo, e in un certo senso pericoloso, tentare di sviluppare alcuni dei vari motivi ecologico-insediamentali che possono aver concorso a determinare l’elezione del colle di Casteggioni di Colognola ai Colli a sede di nucleo abitativo protostorico, specie sulla base di parzialmente inediti risultati emersi dai limitati interventi di scavo condotti dalla Soprintendenza alle Antichità del Veneto nei mesi di maggio-giugno 1981-’82.
L’abitato attuale di Colognola ai Colli conserva l’aspetto di un ombroso e disteso insediamento collinare, parzialmente mimetizzato su una delle prominenze con cui si conclude una delle diramazioni secondarie di quella più ampia dorsale medio-lessinea che rinserra ad oriente, con sviluppo prevalentemente meridiano, il piatto solco allungato della Val d’Illasi.