Set 14 2019

INDICE ALFABETICO DELLE FAMIGLIE NOBILI ESISTENTI A VENEZIA ALLA CADUTA DELLA REPUBBLICA NEL 1797

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Antonio Dal Zotto. Monumento al Doge Sebastiano Venier (1907). Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo

 

Indice alfabetico delle famiglie nobili esistenti alla caduta della Repubblica nel 1797

  • Acquisti. Origine Bergamasca. Aggregata nel 1688. Estinta. 
  • Albrizzi. Origine Lombarda. Aggregata nel 1667. Due procuratori. Esiste. 
  • Angaran. Da Vicenza. Aggregata nel 1655: ebbe ultimamente senatori e quaranta. Esiste. 
  • Antelmi. Da Cremona. Fatta del maggior consiglio nel 1646. Estinta. 
  • Arnaldi. Da Vicenza. Ascritta al patriziato veneto nel 1685. Esiste. 
  • Avogadro. Da Brescia. Aggregata nel 1438 per le benemerenze di Pietro. Esiste. 
  • Badoer già Partecipazio. Coeva alla repubblica. Conta sette dogi come Partecipazio. Otto procuratori come Badoer, un cardinale e molti illustri soggetti. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Esiste. 
  • Baglioni. Ascritta al Maggior Consiglio nel 1716. Esiste. 
  • Balbi. Credesi proveniente da colonia romana. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Conta molti senatori, vescovi, ec. Esiste. 
  • Barbaran. Da Vicenza. Aggregata nel 1665. Estinta. 
  • Barbarigo. Dall’Istria. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe due dogi, dieci procuratori di San Marco, quattro cardinali, un beato, e molti uomini celebri. Estinta.
  • Barbaro. Dicesi da Trieste. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Diede uomini illustri in ogni ramo civile, militare, ecclesiastico. Ebbe cinque procuratori. Esiste. 
  • Barozzi. Da Padova. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Uno fu procuratore di San Marco, e vari illustri si nella carriera ecclesiastica che nella civile. Esiste. 
  • Barzizza. Origine Bergamasca. Ascritta al Maggior Cnsiglio nel 1694. Esiste. 
  • Basadonna. Da Muggia. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe senatori ed elettori di dogi ed un cardinale. Estinta. 
  • Baseggio. Anticamente Mastelizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un procuratore di San Marco. Estinta. 
  • Battagia. Dal Milanese. Pierantonio, uomo segnalato, fu assunto al grado di nobile veneto nel 1500. Estinta.
  • Bembo. Bolognese di origine. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un doge, tre procuratori di San Marco, oltre gran quantità di militari, senatori, quaranta, ec. Esiste. 
  • Bentivolgio. Principesca, e fra le illustri italiane. Giovanni fu ascritto alla nobiltà veneta nel 1488. Esiste.
  • Benzon. Eran due. Una di queste che esiste, venne da Crema, e fu ascritta fino dal 1407 al veneto patriziato. L’altra fu ascritta nel 1685, ed è estinta. 
  • Beregan. Da Vicenza. Aggregata nel 1649. Un Nicola fu letterato. Ebbe senatori ed altri distinti personaggi. Esiste.
  • Bernardo. Dalla Trevigiana. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Conta quattro procuratori di San Marco, ed altri chiari senatori, ec. Esiste.
  • Boldù. Da Conegliano fino dal secolo nono. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. E’ nota per cittadini benemeriti della patria. Esiste.
  • Bollani. Una delle più antiche. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un procuratore di San Marco, molti senatori, ambasciatori, ec. Esiste.
  • Bon. Altri da Roma, altri da Bologna. Certo è antichissima veneta. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Due procuratori, molti senatori. Esiste. 
  • Bonfadini. Dal Tirolo. Aggregata nel 1648. Estinta.
  • Bonlini. Da Brescia. Aggregata nel 1667 e nel 1685. Annovera vari onorevoli magistrati e governatori di provincie. Esiste.
  • Borini. Nobile antica patavina. Aggregata alla veneta aristocrazia nel 1788. Esiste.
  • Bragadin. Da Veglia nei più antichi tempi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe otto procuratori, un cardinale ed altri distinti personaggi. Esiste.
  • Brandolin. Discende dalla casa di Brandeburgo. Aggregati nel 1686. Esiste.
  • Bressa. Da Treviso. Aggregata nel 1652. Ebbe un vescovo di Vicenza ed uno di Concordia. Estinta.
  • Buzzacarini. Nobile antica di Padova, aggregati nel 1782 al Maggior Consiglio. Esiste.
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  • Caiselli. Nobile udinese. Aggregata nel 1779 al Maggior Consiglio. Esiste.
  • Calbo. Si dicesi originaria di Roma. Tribuni antichi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un procuratore di San Marco. Esiste.
  • Canal. Alcuni da Ravenna, altri da Altino. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Quattro procuratori di San Marco, Nicolò e Cristoforo, chiari capitani generali, e altri assai illustri. Esiste.
  • Cappello. Si dice originaria di Roma. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Dieci procuratori di San Marco, molti cospicui militari e in altre classi, e la Bianca granduchessa che fu di Toscana. Esiste.
  • Carminati. Da Bergamo. Aggregata nel 1687. Esiste.
  • Cassetti. Da Bergamo. Aggregata nel 1662. Esiste.
  • Catti. Dalla Germania. Nel 1646 nobile veneta. Esercitassi nei reggimenti e nelle magistrature. Esiste.
  • Cavallli. Da Verona. Fatta del gran consiglio nel 1381 per le benemerenze di Jacopo. Marino e Sigismondo furono ambasciatori reputatissimi. Estinta. 
  • Celsi
  • Cicogna. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Due procuratori, uno dei quali, cioè Pasquale, fu doge. Esiste.
  • Civran. Antichissima e tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe militari illustri, senatori, ec. Esiste.
  • Cocco. Da Durazzo. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe uomini distinti nell’ecclesiastico e nel civile. Estinta.
  • Codognola. Dal Milanese. Aggregata nel 1717. Estinta.
  • Collalto. Antichissima. Ascritta nel 1306. Chiarissima poi per illustri personaggi e per la Beata Giuliana. Esiste.
  • Condulmer. Antica tribunizia. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Due cardinali, uno dei quali, Gabriele, che fu poi papa, col nome di Eugenio IV. Estinta.
  • ContariniCoetanea alla repubblica. Annovera otto dogi, quarantaquattro procuratori di San Marco, letterati e lunghissima serie di altri illustri. Esiste.
  • Contenti. Aggregata nel 1686. Estinta.
  • Cornaro . Si dice originaria romana. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe ventidue procuratori, un doge, nove cardinali e altri chiari uomini. Esiste.
  • Correr. Da Roma a Torcello. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Sette procuratori, un papa col nome di Gregorio XII, due cardinali, fra i quali il papa. Esiste.
  • Cottoni. Aggregata nel 1699. Estinta.
  • Crotta. Da Milano. Aggregata nel 1649. Sebastiano fu dei letterati dello scorso secolo XVIII. Estinta.
  • Curti. Dal Milanese. Ascritta nel 1688. Leopoldo fu chiaro avvocato criminale alla metà circa dello scorso secolo. Estinta.
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  • Da Ponte
  • Dandolo. Da Altino. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Diede quattro dogi, dodici procuratori. Esiste.
  • Dario
  • Diedo. Da Aquileja e da Altino. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe tre procuratori, e molti uomini illustri nelle cariche civili e militari. Esiste.
  • Dolce. Dalla condizione cittadinesca passò alla patrizia nel 1657. Pietro, defunto dopo il 1838, fu uomo coltissimo. Estinta.
  • Delfino. Coeva alla repubblica. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Diede alla patria un doge, quattordici procuratori di San Marco, sei cardinali, e molti vescovi, senatori, generali di mare, ec. Esiste.
  • Donato o Donà. Da Altino. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Tre dogi, otto procuratori, un cardinale, uomini distinti. Esista
  • Dondirologio. Antica di Padova, ascritta alla veneta nobiltà nel 1653. Esiste.
  • Duodo. Chi la dice proveniente dalla Schiavonia, chi dalla Germania. Ascritta nel 1297. Ebbe quattro procuratori, e molti militari che si dedicarono a favore della patria. Estinta.
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  • Emo. Dalla Dalmazia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Quattro procuratori. Parecchi, uomini illustri nella milizia, fra i quali fioriva dopo la metà dello scorso secolo, Angelo, eroe contro i Tunisini. Esiste. 
  • Erizzo. L’Istria diede i principi a questa casa, che contò tribuni. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un doge e quattro procuratori. Estinta. 
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  • Falier. Delle antichissime venete. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe tre dogi. In altri carichi ebbe personaggi illustri, fra i quali cinque procuratori. Esiste.
  • Farsetti. Di Toscana. Ebbe il veneto patriziato nel 1664. Estinta.
  • Ferro. Una casa venne da Ferrara, e si estinse sino dal 1681 o poco dopo. Un’altra dalla Fiandra, e nel 1662 fu fatta del Maggior Consiglio. Estinta.
  • Fini. Cipriotta di origine. Assunta del Maggior Consiglio nel 1649. Annovera due procuratori. Esiste.
  • Flangini. Cipriotta anch’essa. Aggregata nel 1664. Prode guerriero contro i Turchi fu Lodovico, che vi morì combattendo. Estinta.
  • Fontana
  •  Foscari. Dalla Trivigiana. Ebbe tribuni antichi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un doge, quattro procuratori, un patriarca di Venezia, molti senatori e magistrati. Esiste.
  • Foscarini. Da Altino. Antichi tribuni. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Quattordici procuratori, lunga serie di senatori, Marco, fu letterato e politico chiarissimo, indi doge. Esiste.
  • Foscolo. Antichissima veneta. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Chiara specialmente nell’armi e nella toga. Annovera un procuratore. Esiste.
  • Fracassetti. Di Bergamo. Ascritti nel 1704. Estinta.
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  • Gabriel. Antichissima. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Tre procuratori, vari letterati, ecclesiastici, senatori, magistrati. Estinta.
  • Gambara. Bresciana. Aggregata alla veneta nobiltà nel 1653. Veronica poetessa e Carlo Antonio, defunto in questi ultimi anni, fu letterato di fama. Esiste.
  • Garzoni. Da Bologna. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Un procuratore. Pietro illustre storico. Estinta.
  • Gheltof. Da Anversa. Nobile nel 1697. Estinta.
  • Gherardini. Veronese o Fiorentina. Ascritta nel 1652. Esiste.
  • Giovanelli. Da Bergamo. Ascritta nel 1668. Ebbe tre procuratori e Federico, patriarca di Venezia di santissima vita. Esiste.
  • Giustinian. Dicono da Roma. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Chiarissima famiglia per un doge, per ventisette procuratori, per lungo elenco di ambasciatori, generali, senatori, governatori di città e provincie, militari, letterati, ec. Esiste. 
  • Gonzaga. Principesca famiglia. Ebbe tre aggregazioni in tempi differenti per i meriti suoi verso la repubblica. Estinta.
  • Gradenigo . Delle prime venute a Venezia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Diede tre dogi alla patria, e quattordici procuratori, molti uomini chiari sì nella toga che nelle lettere, e nella via della chiesa. Esiste.
  • Grassi. Da Chioggia. Aggregati nel 1718. Estinta.
  • Grimani. Antichissima. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Tre dogi, ventuno procuratori, tre cardinali, e più e più senatori, rettori di provincie, ec. Esiste.
  • Gritti. Di origine assai vetusta, e tribunizia. Un doge, tre procuratori, molti senatori e generali d’armi. Esiste.
  • Guerra. Dalla Dalmazia. Ascritta nel 1689. Esiste.
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  • Labia. Avignonese, indi Toscana. Ascritta nel 1646. Carlo Maria fu arcivescovo di Corfù, poi vescovo di Adria, e letterato. Esiste.
  • Lambertini. Da Bologna, chiarissima, fatta nobile veneta per l’assunzione di Benedetto XIV al pontificato. Estinta ?
  • Lezze. Da Ravenna. Sette procuratori, e altri distinti personaggi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Estinta.
  • Lin. Da Bergamo. Assunta nel 1685. Esiste.
  • Lio-Cavazza. Da Padova. Ascritta nel 1652. Girolamo fu procuratore cospicuo. Estinta.
  • Lippomano. Da Negroponte. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Ebbe vescovi e letterati. Esiste.
  • Logo. Antica assai è la sua origine. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Conta lunga serie di senatori, governatori di provincie, scrittori, ec. Esiste.
  • Loredano. Ebbe tribuni, Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Due dogi, dodici procuratori, molti capitani generali, senatori e magistrati onoratissimi. Esiste.
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  • Maffetti. Nobile di Brescia e di Bergamo, fatta patrizia nel 1654. Estinta.
  • Magno. Da Oderzo; tribunizia; Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Vari senatori e magistrati diede in servigio della patria. Esiste.
  • Malipiero. Da Altino. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Due dogi, tre procuratori di San Marco, molti senatori, elettori di dogi e letterati. Esiste.
  • Manin. Da Firenze passò nel Friuli. Aggregata nel 1651. L’ultimo doge usciva da questa casa. Ebbe due procuratori. Oggi è decorata dal conte Leonardo, cultissimo nelle cose patrie. Esiste.
  • Manolesso. Originaria di Torcello, Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Esiste.
  • Manzoni. Patavina. Aggregata nel 1687. Esiste.
  • Marcello. Tribuni antichi. Origine romana. Un doge, sei procuratori. Esiste.
  • Marin. Da Jesolo. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe militari, senatori, quaranta, ed altri uomini distinti. Carlo Antonio è chiaro per la storia del veneto commercio. Esiste .
  • Martinengo. Antichissima di Brescia. Un ramo di essa nel 1448 fu aggregato al Veneto Consiglio. Nel 1689 ne fu aggregato un altro ramo. Lunga serie annovera di cospicui personaggi. Esiste.
  • Melli. Da Cremona. Assunta alla veneta nobiltà nel 1499 o 1500, avutone il privilegio nel 1502. Estinta.
  • Memmo. Da Altino. Tribuni antichi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe tre dogi e la storia ne annovera un altro, sebbene non entri nelle serie comuni. Cinque procuratori e molti senatori, militari, ambasciatori, letterati, ec. Esiste.
  • Mezzo. Da Jesolo. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Ebbe alquanti illustri militati. Estinta.
  • Miani. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un procuratore di San Marco, vari capitani generali, ambasciatori, senatori e un gran santo, Girolamo. Estinta.
  • Michiel. Antichissima veneta. Tre dogi, dodici procuratori, un cardinale, molti eroi nell’armi, molti illustri nella toga. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Esiste.
  • Minelli. Da Bergamo. Ascritta nel 1650. Estinta.
  • Mimo. Da Altino. Diede tribuni. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297; conta parecchi senatori, ambasciatori, governatori di città. Esiste.
  • Minotto. Alcuni la vogliono di origine romana, altri albanese. Tribunizia antica. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Militari vari e senatori. Esiste.
  • Mocenigo. Delle prime venute a Venezia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Vanta sette dogi, venticinque procuratori di San Marco. Esiste.
  • Molin. Antichissime due famiglie. Rimasero del Maggior Consiglio nel 1297. Un doge, nove procuratori, e ne uscirono uomini celebri nell’armi, nelle lettere, nelle magistrature. Estinta.
  • Mora. Dall’Elvezia. Fu fatta del maggior consiglio nel 1653. Altra casa venne di Spagna, e fu aggregata nel 1694. Esistono ambedue.
  • Morelli. Da Murano. Ascritta nel 1686. Estinta.
  • Moro. Da Eraclea. Tribuni antichi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Cristoforo fu doge. Ebbe sei procuratori, e diversi militari e senatori. Esiste.
  • Morosini. Antichissima, tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Quattro dogi, ventisette procuratori, due cardinali, illustri in ogni secolo e in ogni ramo. Per tutte le storie è celeberrimo il Peloponnesiaco, uno dei dogi. Esiste.
  • Mosto (Da). Da Oderzo. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un procuratore, parecchi si distinsero, fra i quali il viaggiatore Alvise. Esiste.
  • Muazzo. Origine torcellana. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un procuratore. Ne uscì Giannantonio, chiaro senatore e storico, ed altri. Estinta.
  • Mula (Da). Dei Veneti primi. Tribuni. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un cardinale, due procuratori, vari senatori, rettori di città, ec. Esiste.
  • Mussati. Di Padova. Aggregata nel 1775 a tenore della parte presa nel 1776. Estinta.
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  • Nadal. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Pietro fu vescovo di Jesolo e scrittore. Esiste.
  • Nani. Da Altino a Torcello, quindi a Venezia. Antica tribunizia. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Sei procuratori. Esiste. 
  • Nosadini. Da Bassano, ascritta al patriziato nel 1694. Estinta ?
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  • Orio. Da Altino. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe distinti, fra glialtri, Filippo e Lorenzo ambasciatori, e Domenico rettore in Candia. Esiste.
  • Ottolini. Nobile veronese, aggregata alla veneta nobiltà nel 1775, giusta la parte presa nel 1780. Estinta.
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  • Pallavicino. Chiarissima fra le italiane. Aggregata nel 1427. Da essa il cardinale Sforza, scrittore della storia del Concilio di Trento. Esiste.
  • Panciera. Dal Friuli; ascritta alla nobiltà veneta nel 1777. Esiste.
  • Papafava. Antica di Padova. Aggregata al maggior consiglio nel 1652. Roberto fu fra i letterati. Esiste.
  • Paruta. Da Lucca. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Paolo Paruta fu procuratore e storico. Esiste.
  • Pasqualigo. Da Candia. Una parte rimasta del Maggior Consiglio nel 1297. Un’altra ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Tre ne uscirono procuratori, altri molti furono generali, ambasciatori, senatori, ec. Esiste.
  • Pasta. Da Bergamo, assunta del 1669. Estinta.
  • Pepoli. Antica bolognese. Esiste.
  • Persico. Bergamasca. L’anno 1685 fu accettata nel maggior consiglio. Esiste.
  • Pesaro. Da Pesaro, tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un doge, sette procuratori, molti generali, senatori, ed altri uomini celebri. Estinta.
  • Pindemonte. Da Verona. Nobile veneta nel 1782. Di essa famiglia furono Giovanni ed Ippolito letterati. Esiste.
  • Piovene. Da Vicenza. Ascritta al maggior consiglio nel 1654. Estinta.
  • Pisani. Antica veneta. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un doge, sedici procuratori, due cardinali. Altri molti illustri fra gli ambasciatori, generali d’armata, senatori, ec. Esiste.
  • Pizzamano. Dalla Boemia; tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Antonio fu vescovo di Feltre; vari militari e senatori. Esiste.
  • Polani
  • Poli. Dal Friuli. Ascritta nel 1663. Esiste.
  • Ponte (Da). Varia l’origine, chi da Ferrara, chi da Negroponte. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Nicolò doge, tre procuratori, e vari ecclesiastici e altri distinti. Esiste.
  • Priuli. Dall’Ungheria. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Tre dogi, quattordici procuratori, cinque cardinali, molti ambasciatori, generali, governatori di città e provincie, ec. Esiste.
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  • Querini . Antichi tribuni, quindici procuratori e chiari soggetti in ogni ordine. Esiste.
  • Raspi. Da Bergamo. Ascritta nel 1662. Esiste.
  • Ravagnin. Da Treviso. Ascritta nel 1657. Estinta.
  • Redetti. Da Rovigo, assunti nel 1698. Antonio fu vescovo di Bergamo. Esiste.
  • Renier. Dalmati di origine. Assunti nel 1381, sebbene fino dal 1092 fossero degli annuali consigli. Ebbe un doge e tre procuratori. Esiste.
  • Rezzonico. Di nobiltà antica germanica. Ascritta nel 1687. Ebbe due procuratori e tre cardinali, fra i quali un papa. Estinta.
  • Riva (Da). Da Jesolo. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Esiste.
  • Rizzi. Antica veneta. Nobile nel 1687. Esiste.
  • Romieri. Veneto antica. Aggregata nel 1689. Esiste.
  • Rossi. Da Parma. Nobile veneta, nel 1482. Gli antichi ebbero celebri capitani. Estinta.
  • Rota. Da Bergamo. Ascritta nel 1685. Estinta.
  • Ruzzini. Da Costantinopoli. Tribuni antichi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe un doge, due procuratori, e valorosi cittadini. Estinta.
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  • Sagredo. Da Sebenico. Un doge, sette procuratori, un santo già vescovo nell’Ungheria e martire, e lunga serie di ambasciatori, senatori, rettori di città, ec. Esiste.
  • Sandi. Da Feltre; patrizia veneta nel 1685. Esiste.
  • Sangiantofetti. Da Crema. Nel 1649 ottenne ingresso nel Maggior Consiglio. Esiste.
  • Sanudo. Antichissima veneta. Era detta Candiana. Come Candiana conta cinque dogi. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ha due procuratori, e molti senatori, e celebri uomini. Esiste.
  • Savorgnan. Antichissima dal Friuli. Nel 1385 ascritta alla veneta nobiltà. Un procuratore, e molti valorosissimi militari. Esiste.
  • Scroffa. Vicentina nobile. Aggregata nel 1698 al veneto consiglio. Esiste.
  • Semenzi. Dalla cittadinanza veneta originaria passò alla classe patrizia nel 1685. Esiste.
  • Semitecolo. Istriana. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ha vari onorevoli individui specialmente nei reggimenti di terra e di mare.
  • Soserini. Da Firenze. Aggregata nel 1656. Estinta.
  • Soranzo. Coetanea alla repubblica. Tribunizia; Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un doge, sedici procuratori, e numerosi senatori, ambasciatori, generali, governatori, magistrati, ec. Esiste.
  • Spatafora. Antica Messinese. Aggregata fino dal 1409, sebbene alcuni la facciano di più antica aggregazione, cioè del 1399. 
  • Spineda. Da Trevigi. Ascritta nel 1776 per la parte del 1775. Esiste.
  • Spinelli. Patavina antica. Dalla cancellaria ducale passò alla nobiltà veneta nel 1718, giusta la parte del 1716. Estinta. 
  • Steno.
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  • Tiepolo. Riminese. Delle più antiche veneziane. Una parte rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Due dogi, e sette procuratori. Esiste.
  • Toderini. Antica veneta. Ascritta solo nel 1694. Estinta.
  • Trento. Da Vicenza. Aggregata nel 1777 in forza della parte del Maggior Consiglio 1785. Estinta.
  • Trevisano. Aquilejese. Alcuni rimasti del Maggior Consiglio nel 1297, altri nel 1381 per la guerra di Chioggia, altri nel 1689. Chiarissima per illustri personaggi, fra i quali un doge e dieci procuratori. Esiste.
  • Trono. Antichissima. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Conta un doge e sette procuratori, oltre a diversi senatori, ambasciatori, ec. Esiste. 
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  • Valaresso. Da Salona. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ne uscirono due procuratori, e vari illustri nella toga e nelle lettere. Zaccaria seniore e Zaccaria juniore, savio di terraferma, si distinsero. Esiste.
  • Valiero. Patavina antica. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Diede alla patria due dogi, due cardinali, fra i quali letteratissimo Agostino. Esiste.
  • Valmarana. Da Vicenza, aggregata nel 1658. Ebbe governatori di città reputatissimi. Esiste.
  • Vanaxel. Dalla Fiandra. Ascritta al veneto patriziato nel 1665. Esiste.
  • Vendramino. Da Aquileja e dal Friuli. Ascritta nel 1381 per la guerra di Chioggia. Un doge e tre procuratori, un patriarca di Venezia, e molti distinti uomini. Esiste.
  • Veniero. Delle più antiche nostre. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Tre dogi, ventuno procuratori, e molti e molti ambasciatori, senatori, ec. Esiste. 
  • Veronese. Da Chioggia. Nel 1704 assunta al maggior consiglio. Sante fu vescovo di Padova e cardinale scrittore. Esiste.
  • Vitturi. Da Altino. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe due procuratori e parecchi illustri nella milizia e nelle cariche senatorie, ec. Esiste.
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  • Widmann. Dalla Carintia. Fatta del veneto consiglio nel 1646. Cristoforo fu cardinale. Esiste.
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  • Zacco. Di Padova. Ascritta nel 1653. Esiste. 
  • Zaguri. Albanese. Cittadina veneta, indi patrizia creata nel 1646. Pietro letterato, e Marco vescovo, sono dei recenti della casa. Estinta. 
  • Zambelli. Patavina, fatta del veneto consiglio nel 1648. Estinta.
  • Zane. Antichissima veneta. Dicono che fosse un ramo degli Ziani. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Ebbe cinque procuratori, e vari distinti, fra i quali Jacopo poeta del secolo XVI. Estinta. 
  • Zeno. Delle antichissime tribunizie. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un doge, tredici procuratori, un cardinale, e molti altri in ogni classe distinti. Esiste.
  • Zenobio. Veronese. Aggregata nel 1646. Estinta.
  • Ziani
  • Zino. Da Bergamo. Ascritta nel 1718. Estinta.
  • Zolio. Da Bergamo. Assunta nel 1656. Esiste.
  • Zorzi. Dei veneti più remoti. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Un doge, undici procuratori, un cardinale, molti chiari personaggi per ambascerie, per arte militare, ec. Esiste.
  • Zusto. Da Padova. Tribunizia. Rimase del Maggior Consiglio nel 1297. Estinta.

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Set 10 2019

ELENCO DEI PATRIZI VENETI SECONDO A. DA MOSTO

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 07:39

 

 

(Volenti o nolenti ai membri di queste famiglie va il merito di avere fatto e governato la più longeva Repubblica del mondo).

 

Abramo, Acotanto, Acquisti, Adami, Adoaldi, Agadi, Agnusdei, Agrinali, Aicardo, Albani, Alberenghi, Alberti, d’Albore, Albrizzi, Aldobrandini, Aldoi, Alidosio, Altieri, Amadio, d’Amboise, Amigo, Amizo, Angaran, Angiò, Angussola, Anselmi, Antelmi, Aoldi, Arduini, Ariani, Ariberti, d’Arman, d’Armer, Arnaldi, d’Arpino, d’Arpo Attendolo, Avanzago, Aventurati, d’Aviano, Avogadro, Avonale.

 

Babilonio, Badoari (Partecipazi), Baffo, Baglioni, Balastro, Balbi, Baldovino, Balestrieri, Barbaran, Barbarigo, Barbaro, Barbazini, Barberini, Barbetta, Barbo, Barbolani, Barboniani, Bardonizi, Barizani, Baroni, Barozzi, Barziza, Basadello, Basadonna, Baseggio, Battaja, Baviera, Bazolani, Belegno, Belloni, Bellosello, Bellotto, Bembo, Benado, Benedetti, Bensisi, Bentivoglio, Benzon, Beregan, Berenghi, Bergonci, Berlendis, Bernardo, Betti, Bettoni, Bianca, Bianco, Boccasi, dalle Boccole, Boche, Beco, Bollani, Boldù, Bon, Bonaldi, Bonci, Boncili, Boncompagni, Bondumier, Bonfadini, Bonhomo, Boninsegna, Bonlini, Bonvicini, Bonzeno, Borbone, Bordolo, Borghese, Borgia, Borsello, Borsolo, Braccolani, Bragadin, Brandolin, Bredani, di Brenna, Bressa, Briani, Brioci, Bristolani, Brunswick, da Buora, Buricaldi, Busnadego, Busneghi.

 

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Set 09 2019

GUARISCI I PAZIENTI? E IO TI LICENZIO!

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 04:43

 

È successo alla dott.ssa Michela De Petris licenziata dal San Raffaele di Milano.

 

Qualche settimana fa, ad un convegno di medicine complementari svoltosi a Sirmione, ho conosciuto personalmente Antonio, guarito da un tumore al cervello grazie all’alimentazione prevalentemente vegana-crudista.

 

E stato accompagnato in questo percorso dalla dottoressa Michela De Petris, un medico chirurgo specializzato in nutrizione oncologica, che lavora sia privatamente, sia come specialista all’IRCCS San Raffaele di Milano.

 

“Le iene” il 5 marzo scorso, hanno trasmesso un servizio ben documentato in cui raccontavano la storia di Antonio e nell’intervista, la dott.ssa De Petris affermava che “non c’è malattia che non si giovi del miglioramento alimentare. In tanti casi, cambiando alimentazione è possibile guarire da patologie quali:  allergie, patologie reumatologiche, eczemi, irritazioni, dermatiti, diabete, patologie infiammatorie, intestinali come il morbo di Crohn, ipercolesterolemia, calcolosi, malattie auto-immuni e molto spesso anche patologie tumorali, soprattutto quelli ormono-sensibili (mammella, colon, prostata)”

 

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Set 08 2019

SI PUÒ DEFINIRE “SOCCORSO” IL RECUPERO DI UN PASSEGGERO PAGANTE CHE SI È VOLONTARIAMENTE IMBARCATO SU DI UN GOMMONE?

 

A scanso di equivoci, premettiamo subito che andremo contro corrente; analizzare e raccontare imparzialmente quanto accade non conduce a nessuna captatio benevolentiae, ma preferiamo lasciare ad altri il rischio di interpretare il ruolo del Nerone di Petrolini (“Bravo! Grazie!”).

 

La vicenda ricattatoria della Seawatch3, che si sta protraendo in questi giorni al largo di Lampedusa, porta a diverse considerazioni. Nessuna piacevole, beninteso. Innanzi tutto si fa un gran parlare, da più parti, di legge del mare: al netto delle reminiscenze dei film da cinema dopolavorista, alzi la mano chi conosce davvero la materia e, soprattutto, le sue applicazioni in ambito marittimo, tenuto conto che si danno della norma interpretazioni che, basate su una opinabile geometria variabile, privilegiano punti di vista e considerazioni che, con il diritto hanno poco a che vedere e, soprattutto, saltano a piè pari tutti gli altri obblighi previsti da quella stessa legge che, incensata fino a pochi attimi prima, diventa invisa già al primo comma successivo.

 

Diciamo che la libera prassi ha spogliato di significato il diritto, per cui i concetti di area SAR, porto sicuro e più vicino, bandiera della nave di primo soccorso, rientrano nell’aspetto equestre di un circo istituzionale che, non avendo saputo reagire alle circostanze in quanto privo di vis ma ricco di levantine contraddizioni, ha preferito mercanteggiare il problema con clienti più smaliziati e soprattutto coesi, non disposti ad acquistare dal primo Totò di passaggio la Fontana di Trevi.

 

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Set 07 2019

UN GIORNO, QUANDO I MIEI FIGLI SARANNO ABBASTANZA GRANDI…

Category: Pensieri e parole,Veja migiorgio @ 07:42

 

Un giorno, quando i miei figli saranno abbastanza grandi per capire la logica che motiva le madri, gli dirò:
Ti ho amato abbastanza, da chiederti dove andavi, con chi e a che ora saresti tornato a casa.
Ti ho amato abbastanza, da insistere perché risparmiassi il denaro per comperarti una bicicletta anche se noi, tuoi genitori, avremmo potuto comperartene una.
Ti ho amato abbastanza, da tacere e lasciarti scoprire che il tuo nuovo e migliore amico era un matto.
Ti ho amato abbastanza da darti fastidio e starti addosso, per due ore, mentre mettevi in ordine la tua stanza, un lavoro che avrebbe preso a me solo 15 minuti.
Ti ho amato abbastanza da lasciarti intravedere nei miei occhi, la mia collera, delusione e lacrime. 
Anche i figli devono capire che non siamo perfette.
Ti ho amato abbastanza da lasciare che ti prendessi la responsabilità delle tue azioni, anche se spezzo le punizioni mi spezzavano il cuore.
Però, soprattutto, ti ho amato abbastanza da dirti “NO” anche se sapevo che mi avresti odiata per questo..
Queste sono state le battaglie più difficili per me.
Però sono contenta per averle vinte,  perché alla fine hai vinto anche tu.
E un giorno o l’altro, quando i tuoi figli siano sufficientemente grandi per capire la logica che motiva i genitori, tu gli dirai: 
“Ti ho amato abbastanza da fare tutto quello che ho fatto per te”!!!

(web)

 


Set 03 2019

VENETO. LA GRANDE INVASIONE MAFIOSA

 

 

Quando arrivano in Veneto, mandati in soggiorno obbligato, i mafiosi sono tutti persone “normali”. Erano – per chi li avrebbe poi conosciuti, chiacchierando al bar la mattina – “bravi uomini”, sempre disponibili a scambiare qualche battuta. Salvo poi scoprire dalle cronache giornalistiche che si trattava di criminali e assassini. «Ma davvero? Non ne sapevo nulla, sapevo solo che proveniva dal Sud». Lo stupore degli intervistati nel corso degli anni non sarebbe mai cambiato.
I primi mafiosi di un certo peso arrivarono alla fine degli Anni Cinquanta. Domenico Albano e Giovanni Sacco detto “Vanni”. Il primo, che fu inviato a Lastebasse (provincia di Vicenza), era il capomafia di Borgetto che negli anni nel secondo dopoguerra protesse il bandito Salvatore Giuliano e cercò per lui una mediazione politica dopo la strage di Portella della Ginestra. Sacco, invece, era capomafia di Camporeale e tra i più importanti mafiosi del tempo perché aveva intuito l’importanza di stringere patti con la politica. Per questo aveva cercato di entrare nella corrente democristiana di Giovanni Gioia, ma fu osteggiato dal sindaco di Camporeale, Domenico Almerico, che una volta costretto alle dimissioni, fu assassinato il 27 marzo 1957.Sacco processato in qualità di mandante ma prosciolto per insufficienza di prove, fu inviato al confino a Posina, in provincia di Vicenza.

 

Poi, nel decennio successivo, arrivarono in Veneto 143 criminali e mafiosi. Tra questi Giuseppe Palmeri, narcotrafficante che a Cittadella (Padova) costituì la sua base operativa insieme a Leonardo Crimi, inviato in soggiorno obbligato a Conegliano (Treviso), e il mafioso Giuseppe Sirchiaa Castelfranco Veneto (Treviso), che nel 1970 scampò ad un agguato organizzato da Gaetano Fidanzati, arrestato proprio nella comune della Marca insieme ad altri due mafiosi. Lo volevano eliminare perché “accusato” di aver preso parte alla strage di Viale Lazio. E anche Fidanzati sarebbe stato confinato nel 1981 a Monselice (Padova).

 

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Set 02 2019

NEGRAR È DIVENTATO FAMOSO ANCHE PER IL NEOLOGISMO…NEGRARIZZAZIONE

 

Anche questo è la Valpolicella

 

 

Negrar è diventato famoso anche per il neologismo che ha fatto nascere, legato alla speculazione edilizia …..

 

Riporto dal vocabolario dalla Treccani  

 

Negrarizzazione 1 s. f. Urbanizzazione speculativa, e al di fuori di ogni controllo, del territorio compreso nel comune di Negrar, in provincia di Verona.  

 

Il conte Pieralvise Serego Alighieri, cinquantenne, vignaiolo di Gargagnago, ultimo discendente del Sommo Poeta, può, a buon diritto, parlare di storia.

Spende volentieri il suo nome, quale presidente dell’associazione «SalValpolicella» (70 iscritti), per una battaglia in cui crede moltissimo e che raccoglie adesioni tra molti abitanti dei 5 comuni dell’area veneta, oggi assediata dal cemento.

Al punto che è stato coniato il neologismo «negrarizzazione», che ricorda il più famoso «rapallizzazione» per indicare il proliferare della speculazione edilizia.

«In effetti – spiega il conte Serego Alighieri – Negrar è il paese più degradato dei cinque. Ma, avanti così, l’identità di tutta la Valpolicella è destinata a scomparire». (Marisa Fumagalli, Corriere della sera, 13 gennaio 2007, p. 23) •

«nell’ultimo capitolo ho chiarito il concetto di negrarizzazione, neologismo coniato da un architetto veronese con il quale si intende definire “lo sfruttamento non pianificato di un’area senza rispetto per l’impatto ambientale”.  È un fenomeno che ha avuto origine, come suggerisce il nome stesso, nel paese di Negrar, ma che poi ha finito con l’allargarsi e interessare l’intera vallata» [Monica Beghini intervistata da Giancarla Gallo]. (Arena, 27 marzo 2007, p. 29, Cronaca della Provincia).
1-Derivato dal toponimo Negrar con l’aggiunta del suffisso izzazione.

 

Fonte srs di Luigi Pellini

Link: http://luigi-pellini.blogspot.com

Link. https://luigi-pellini.blogspot.com/2017/04/negrar-e-diventato-famoso-anche-per-il.html?spref=fb&fbclid=IwAR3MkfAd1Q7hmqanzaYVKAJTyrPvKdaqhMYoYoDN1_Pex2_xYq2oZsQatUA

Link: http://www.treccani.it/vocabolario/negrarizzazione_%28Neologismi%29/

 


Ago 29 2019

UN SIGILLO PER RUBARE MEGLIO

Imposta Regno di Savoia

 

Non è un segreto che i Savoia abbiano portato in dote alla penisola unificata, una montagna di debiti:  li avevano prima dell’unità;

li hanno incrementati con le campagne militari organizzate per eliminare i legittimi governanti e insediarsi al loro posto; 

150 anni più tardi il debito è fuori controllo diventando un buco nero in grado di inghiottire tutta l’Europa. 

Ai tempi della Repubblica Veneta le tasse erano al 6%; oggi ci stanno soffocando con una pressione fiscale per le imprese, vicinissima al 70% ma lo negano.

Dal loro arrivo hanno solo pensato come, dove e in quale percentuale apporre nuove imposte e i successori si son dimostrati degni eredi: Imposta sul sale, sui fiammiferi, sull’energia elettrica, sul tabacco, sugli alcoolici, sugli accendini, sui carburanti, sui redditi, sul valore aggiunto, sulla casa, sui capannoni, sui rifiuti … su tutto e senza discontinuità, nemmeno nelle fasi cruciali della storia che hanno visto la trasformazione dell’Italia da Regno a Impero e da Impero a Repubblica.

Mai un momento di tregua fiscale.

 

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Ago 28 2019

PICCOLA ERA GLACIALE E CACCIA ALLE STREGHE

 

Europa Centrale, mezzogiorno del 3 agosto 1562. Il cielo improvvisamente comincia a farsi scuro, sembra che la notte sia scesa con ore di anticipo. Poco dopo comincia a soffiare un vento sempre più forte che presto si trasforma in tempesta. Le finestre delle case vanno in frantumi, i tetti vengono spazzati via come se fossero di paglia, gli alberi cadono come piegati da una forza sovrannaturale. Ma il peggio deve ancora venire. L’acqua torrenziale si trasforma in una grandinata di intensità mai vista.

Frutteti e vigneti sono distrutti quasi all’istante, così come il grano nei campi. La gente ha cercato riparo nelle chiese o dentro le mura domestiche ma gli animali sono rimasti privi di protezione. A mezzanotte, quando finirà l’inferno, si conteranno migliaia di capi di bestiame e cavalli uccisi dalla tempesta. Un nobile spostandosi da Vienna a Bruxelles ricorderà di avere visto devastazione ovunque durante il suo viaggio, lasciando intendere che questa perturbazione di proporzioni bibliche ha avuto un fronte di diverse centinaia di chilometri.

Perturbazione che ancora oggi non sappiamo come si sia formata, ma della quale i contemporanei credevano di sapere con certezza l’origine: la stregoneria.

 

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Ago 27 2019

ERANO CALABRESI I LEGIONARI CHE TORTURARONO E CROCIFISSERO GESÙ

Category: Cristiani e Cristianesimo,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 00:16

La passione di Cristo

 

Pilato e i suoi soldati sarebbero stati di origine Bruzia. Tra storia e leggenda questa antica tesi era utilizzata per “spiegare” come un castigo divino le numerose catastrofi naturali che periodicamente flagellano la regione

 

Domenico Luigi Costa, nelle sue “Memorie Storiche Calabresi”, edite nel 1994, di fronte ai continui disastri ed alle immani sciagure di ogni genere cui è stata soggetta la Calabria, si chiedeva quale maledizione potesse gravare su questa terra, peraltro così ricca di bellezze naturali ed artistiche.
Alla luce di quanto i calabresi in ogni tempo siano stati martoriati, soggiogati da invasioni, terremoti, incursioni barbaresche, epidemie, alluvioni, brigantaggio, ndrangheta e malaffare, l’uomo di cultura si domandava se non avesse un fondo di verità la leggenda secondo cui sulla Calabria pesi la maledizione divina per essere stati nostri antenati i soldati romani che materialmente attuarono la passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Nel capitolo dedicato ai Crocifissori di Cristo, Costa si rifà allo storico ed umanista di Francica, Gabriele Barrio, vissuto nel XVI secolo, il quale, nella sua monumentale “De antiquitate et situ Calabriae”, edita nel 1571, smentisce nel modo più categorico quanti in passato hanno largamente riportato tale ipotesi, definendola “ripugnante diceria che i Brettii avessero crocifisso Cristo Nostro Signore”.

 

Luigi Domenico Costa, analizzando la vicenda dal lato storico, ci dice che ai tempi di Gesù i soldati agli ordini del pretore romano Ponzio Pilato, e Pilato stesso, fossero di origine Bruzia.

E, precisamente, ai tempi in cui fu commesso il “più grande delitto della storia”, erano stanziati in Palestina i soldati della “Coorte Italica” proveniente da Reggio, comandata da quel centurione Cornelio, che fu il primo pagano ad essere convertito da San Pietro. Così come, anche “La Legio X Fretensis” (dello Stretto) alla quale apparteneva quel tale Cassio Longino che ferì il costato di Gesù e dal quale fuoriuscì acqua e sangue, era composta da soldati nostri antenati, Bretti o Bruzi.
Molto più recentemente, circa un decennio fa, il quotidiano nazionale La Stampa, tra i più diffusi del Paese, nella sua pagina culturale, così titolava un suo articolo: “È stato un calabrese a trafiggere Gesù”, e proseguiva: “Nella Palestina dell’epoca era di stanza la decima legione Fretensis. L’aveva voluta Ottaviano, i suoi soldati provenivano dalla zona dello Stretto”.
Se così è, allora tutto ci è chiaro!

 

Fonte:  srs di Rocco Greco, da NEWS 24.it del 19 aprile 2019

Link: https://lacnews24.it/rocco-greco/erano-calabresi-i-legionari-uccisero-gesu_84463/?fbclid=IwAR3TtfQw00qQ1FaFjXNNWne9IjM1el1ZFrwybpNXekm7G4cEqQKx0i8pNg8

 


Ago 26 2019

ARTIGIANI, MORIA DI IMPRESE: SCOMPARSE 6.500 AZIENDE IN SEI MESI

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:24

 

 

La recessione? Per gli artigiani è già realtà. Nel primo semestre del 2019 il comparto artigiano ha vissuto una netta contrazione, tanto che secondo l’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre sono scomparse 6.500le aziende solo nei primi sei mesi dell’anno. E la tendenza permane pesantemente negativa.

A pesare sugli artigiani, per la Cgia, sono soprattutto lo spettro dei maxi aumenti dell’Iva, il calo dei consumi, le tasse che non scendono, l’impennata degli affitti, l’accesso al credito che rimane difficoltoso.

 

Trentino Alto Adige, unica isola felice

Ad eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le altre regioni italiane il saldo del primo semestre è stato negativo.

I risultati più preoccupanti si sono registrati in Emilia Romagna(-761), in Sicilia (-700) e in Veneto(-629).

Per la Cgia è la «moria» delle aziende artigiane dura ormai da 10 anni.

Tra il 2009 e il 2018, infatti, il numero complessivo è sceso di quasi 165.600 unità

 

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Ago 25 2019

IL LAMENTO DEL CONSUMATORE DI TASSE MERIDIONALE

Adriano Giannola

 

Adriano Giannola, presidente di Svimez e quindi meridionalista per professione,ha nel corso del tempo avversato le richieste di maggiore autonomia avanzate da alcune regioni settentrionali. Dapprima appellandosi alla Costituzione, poi sostenendo che dal residuo fiscale andrebbero dedotti gli interessi sui titoli di Stato posseduti dai residenti in quelle regioni. Adesso si spinge ad affermare che le regioni che chiedono più autonomia andrebbero incontro a una deindustrializzazione e meridionalizzazione.

 

E’ fondamentale chiarire le idee al Nord che si deindustrializza e si meridionalizza quanto più conta di riavere i suoi soldi come dice Zaia, e tanto più quanto punta a instaurare un sovranismo regionale a cui corrisponde la prospettiva di una più forte subalternità nell’Ue. Chi dice dobbiamo far crescere Milano, sottovaluta che il Nord da solo può ambire al massimo a fare il terzista di lusso alla Germania. Se si va avanti così, il Nord ritornerà sui livelli economici pre-crisi nel 2025”.

 

In pratica, pare che per Giannola la richiesta di maggiore autonomia sarebbe autolesionistica.

Posto che, nel fare da fornitori ad aziende tedesche, diverse imprese delle regioni in questione hanno generato ricchezza e posti di lavoro e questo non vedo come possa essere considerato negativamente, non si capisce per quale motivo dovrebbe esserci “una più forte subalternità nell’Ue”.

 

Non sembra che Paesi di dimensioni più piccoli dell’Italia siano subalterni nella Ue più dell’Italia stessa.

Si può forse dire che l’Olanda sia in una situazione di subalternità rispetto all’Italia? A me pare di no.

 

Credo che argomenti come questo non aiutino la causa di chi è contrario alla concessione di maggiore autonomia a talune regioni. Perché magari sarà una sensazione sbagliata, ma sembra moltoil lamento del consumatore di tasse nei confronti del produttore di tasseche cerca di ridurre il fardello che porta sulle spalle.

 

Fonte: srs di di MATTEO CORSINI, da Miglioverde del 22 agosto 2019

Link: https://www.miglioverde.eu/il-lamento-del-consumatore-di-tasse-meridionale/

 

 

 


Ago 24 2019

PAOLO BERNARD. VERSIONE FINALE DI: NON POSSO PIU’ ESSERE GIORNALISTA. MOTIVI.

Category: Media e informazionegiorgio @ 15:53

 

Io ero giornalista quando potevo fare quello che vedete in foto. Era un altro universo, secolo, epoca, oggi scomparsi per me.

 

C’è un mio video che è circolato molto e in cui lascio una specie di “testamento“, indicato nel mio recente articolo sui metodi ‘fai-da-te’ di procurarsi eutanasia quando il morire ci riduce il fine-vita a un insulto alla dignità e ad un’agonia per nulla, mentre né medici né familiari sanno o possono aiutarci a spegnerci degnamente. Il video si conclude con un addio ai lettori, nel mio rammarico di non aver potuto fare di più come giornalista (si legga però l’ultimo paragrafo).

 

Per coloro che non si danno pace su come sia possibile che un Paolo Barnard getti la spugna del giornalismo, a prescindere da ciò che mi accade nella vita privata, è mio dovere ripetere, molto più in sintesi, ciò che già scrissi mesi fa. Eccovelo e un abbraccio a tutti.

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Ago 22 2019

8 SETTEMBRE 1943. FUGA DALLE CASERMETTE (CASERMA DUCA) DI MONTORIO VERONESE

Casermette di Montorio

 

 

Carissimi,
come saprete da molti anni mi occupo della ricerca dei parenti di caduti in guerra, deceduti in prigionia e sepolti nei Cimiteri Militari Italiani d’Onore in Germania, Austria e Polonia.
Dalla pubblicazione del mio blog (
Dimenticati di Stato) ricevo decine di richieste di ricerca, che cerco sempre di esaudire nel minor tempo possibile.


Qualche giorno fa’ mi e’ arrivata una mail un po’ particolare.

Mi scrive da Codogno (Lodi), il figlio di un ottantaseienne chiedendomi di aiutarlo in una ricerca per conto del padre.
Il Signor Monai Faustino, classe 1924, si trovava alle Casermette di Montorio (ora Caserma Duca) l’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio e migliaia di militari italiani finirono in ostaggio dei tedeschi. La caserma fu completamente circondata dai soldati della Wermacht e gli occupanti fatti prigionieri per essere deportati in Germania.
Per sua fortuna il signor Monai, e alcuni altri con lui, riuscì a fuggire passando dalle fognature, che, secondo il suo racconto, sbucavano nei pressi di una corte in aperta campagna. Fu accolto, rifocillato e gli vennero dati degli abiti civili, così poté raggiungere la ferrovia, prendere un treno e tornare a casa, evitando la deportazione in Germania.
Ora, dopo 67 anni dagli eventi, questo signore vorrebbe venire a Montorio per rivedere quella cascina e magari le persone che contribuirono a evitargli 20 mesi di internamento, salvandogli probabilmente la vita.
Per questo mi rivolgo a voi, auspicando che possiate pubblicare queste righe e la lettera inviatami dal signor Monai, nella speranza che qualcuno si ricordi di quei ragazzi, permettendo magari di poterli far incontrare.
Sono in contatto con il figlio del signor Monai, che intende venire a Montorio nel mese di aprile o maggio.
Vi terrò informati.
Il Monai parla di un tombino all’interno del cortile delle Casermette che fungeva da fognatura e che scaricava in aperta campagna. Quale poteva essere la corte dove si recarono i tre militari in fuga?

 

Spero di riuscire a trovare delle risposte da poter girare al signor Faustino.

Di seguito la lettera del signor Monai.

Roberto Zamboni

 

Breve storia della fuga dalle Casermette di Montorio Veronese, l’indomani dell’8 settembre 1943

 

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Ago 16 2019

DUCATI E ZECCHINI D’ORO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 00:24

 

REPUBBLICA DI VENEZIA

 

Ducati e Zecchini d’oro 1280 – 1797

 

Ducato d’oro di Giovanni Dandolo

 

Nel 1284, il Maggior Consiglio di Venezia emise un decreto che ordinava le coniazioni di “Ducati d’oro fino del valore di 18 grossi d’argento ciascuno”.
Il grosso d’argento (Matapane) era, fino all’anno del decreto, la moneta veneziana più diffusa e accettata anche oltre i confini dello stato.

 

Il Ducato ebbe un grandissimo successo e fu imitato da numerose zecche dell’Europa orientale, in Grecia ed in Asia.

Si ritiene che la zecca di Venezia poteva coniare ogni anno da 1.500 a 2.000 chili di Ducati (poi chiamati zecchini), e non di rado riusciva a possedere il 15% di tutto l’oro presente sul globo. Sul diritto di queste monete posiamo osservare San Marco nimbato stante a destra mentre è in atto di consegnare un vessillo con la scritta DVX in verticale al Doge inginocchiato verso sinistra, con corno ed abiti dogali.

La leggenda è: SM VENET(I) (in verticale) a sinistra, ed il nome abbreviato del doge a destra.

 

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