Mag 04 2019

“GUARITORI E JUSTA O TIRA OSSI” NELLA LESSINIA DEL PASSATO –

 

Le malattie hanno sempre rappresentato per l’uomo un fatto di estrema crisi e soprattutto riproposto problematiche di ordine sociale, individuale, filosofico e religioso. Le malattie mutano, anche profondamente, la quotidianità della vita, il modo di viverla e di rapportarci con gli altri e divengono fonte di insicurezza e pongono spesso l’individuo che ne è colpito nell’afflizione della disperata ricerca della cura e in una diversa ottica di percepire il significato delle cose.

 

Al giorno d’oggi, sebbene molti mali che affliggono l’umanità sono ancora incurabili, i progressi della medicina e della chirurgia sono stati enormi e le probabilità “de salvarse la menega” sono ben più elevate rispetto al passato, ove si dovevano non solo fare i conti con una medicina e pratiche mediche ben più rudimentali e grossolane, ma soprattutto con una povertà dilagante che permetteva solo a pochi di potersi curare. Si ricorreva quindi a metodi tradizionali e naturali, soprattutto quelli fitoterapici, a salassi, polverine, “tira o jùsta ossi”, “praticoni” e guaritori con la speranza della salute.

 

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Mag 03 2019

LE MANIFESTAZIONI DEMONIACHE DELLA CASA DEL BRIGANTE “TOMASIN” DELLA CONTRADA COMERLATI DI VELO VERONESE E LO SBRIGATIVO METODO DI “TITA MARTAREL” PER LIBERARLA DAGLI SPIRITI

Category: Lessinia,Verona cultura variagiorgio @ 00:03

 

I RACCONTI NEI FILO’ DELLA LESSINIA DEL PASSATO.

 

Contrada Comerlati,   casa del brigante  Tomasin

 

 

Nella cultura e nella tradizione popolare di molti paesi una casa stregata (o casa infestata) è un’abitazione che è ritenuta coinvolta in presunti eventi soprannaturali o fenomeni paranormali. Tradizionalmente una casa stregata può essere infestata da fantasmi, da poltergeist o entità malevole come demoni.

 

Si ritiene che le case stregate siano spesso abitate da spiriti di trapassati che si presume fossero i precedenti abitanti o avessero una qualche familiarità con quella data abitazione. La presunta attività soprannaturale all’interno di queste case viene associata principalmente ad eventi violenti o tragici che sarebbero avvenuti al loro interno, come omicidi, morti accidentali o suicidi, nel passato recente o remoto. Talvolta si ritiene però che in quel luogo vi siano manifestazioni demoniache derivanti ad esempio dall’aver “venduto l’anima al Diavolo”.

 

In molte culture e religioni si ritiene che l’essenza di un essere umano, cioè la sua l’anima continui ad esistere anche dopo la morte; taluni sostengono la credenza che gli spiriti dei defunti che non sono passati nell’aldilà, in alcuni casi particolari possano rimanere intrappolati all’interno delle abitazioni in cui i loro ricordi e la loro energia sono forti. Queste entità infesterebbero le abitazioni, manifestando ai vivi la loro presenza con rumori, con apparizioni, oppure con spostamenti o lanci di oggetti fisici, quali pietre o altro. Queste manifestazioni paranormali vengono presentate talvolta come “attività di poltergeist”, cioè di “spiriti rumorosi” o come tradizionalmente vengono definiti nella cultura popolare lessinica i “rensaòrio regninsàori”.

 

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Mag 02 2019

“EL PIGNATON COI SCHEI DE ORO” (IL PENTOLONE CON LE MONETE D’ORO)

Monete d’oro

 

 

I RACCONTI DEI FILO’ NELLA LESSINIA DEL PASSATO 

 

Nel mondo contadino montanaro del passato la vita era estremamente dura e difficile e anche i nostri montanari lessinici dovevano “tribolare” non poco per riuscire a mantenere le proprie famiglie. La situazione economica della maggior parte dei contadini lessinici del passato era infatti spesso piuttosto misera e le loro attività lavorative, spesso poco remunerate, occupavano gran parte della giornata. Tuttavia quando non devono lavorare all’esterno, quando il tempo non lo consentiva o si era in piena stagione invernale ed il mondo circostante era avvolto da una spessa coltre di neve gli abitanti delle nostre contrade a sera più in stalla che in casa, perché la prima non doveva essere riscaldata col fuoco, si radunavano nelle stalle riscaldate dal calore animale. Nella stalla dunque si svolgeva non solo l’attività lavorativa di accudire il bestiame, ma si praticavano anche varie attività artigianali e domestiche ma si svolgeva soprattutto un evento sociale che veniva denominato “il filò”. 

 

Il filò, il cui termine sarebbe fatto derivare dall’attività della filatura della lana che le donne erano solite praticare nel corso di tali occasioni di raduno, costituiva un momento socialmente coinvolgente e culturalmente stimolante; vi confluiscono tutti gli abitanti di una contrada e di quelle vicine. Iniziava solitamente verso le 20 con la recita del Rosario, ma nei giorni lavorativi non si rimaneva inoperosi. Le donne filano la lana, cucivano e rammendavano gli indumenti domestici, sferruzzano; gli uomini invece realizzavano ceste o gerle in paglia o vimini, impagliano le sedie, “scartossano la polenta” (levavano il cartoccio alle pannocchie del mais), costruivano o riparavano attrezzi, ecc. Non si rimaneva mai con le mani in mano e completamente inoperosi, poiché in un mondo dove il mantenimento dipendeva esclusivamente dal proprio lavoro l’inoperosità significava non produrre e quindi non mangiare.

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Mag 01 2019

LA ME AMBRA LA XE VOLА IN PARADISO – LUTTO PER BEGGIATO

Ettore Beggiato e, a destra, l’amata figlia Ambra

 

 

VICENZA. «La me Ambra la xe volà in Paradiso». Grave lutto per Ettore Beggiato, fondatore della Liga Veneta, che con un post su Facebook ha dato l’annuncio della morte della giovane figlia Ambra. Centinaia i messaggi di cordoglio sui social.

Beggiato, vicentino, studioso di storia e di cultura veneta, fondatore della Liga Veneta, nel 1985 è stato uno dei due consiglieri regionali eletti sotto il simbolo del nuovo partito, il Leon di San Marco; nel biennio 1993-95 è stato assessore regionale ai rapporti con i Veneti nel mondo. È presidente onorario dell’associazione Veneti nel Mondo.

 

Fonte: da il Giornale di Vicenza 1 maggio 2019

Link: https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/la-me-ambra-la-xe-volà-in-paradiso-lutto-per-beggiato-1.7300125?fbclid=IwAR2LQBIeXV7Ud6snQPT51rFaJcZmdIXGT__Ft15FjMvEro_gLyqgMaAOFSw

 


Mag 01 2019

25 APRILE 1945: SCOPPIO DEL FORTE DI CORRUBBIO

 

Sulla destra si vede l’entrata di Villa De Stefani, in fondo al centro la chiesa di San Martino scoperchiata e sulla sinistra i resti di Villa Banda: sopravvive solo la torre colombara circolare e ruderi del muro di cinta.

 

A Corrubbio di Negarine, sotto la collina di Sausto, fin dai tempi antichi furono scavate diverse cave in galleria per estrarre roccia calcarea a nummoliti, la cosiddetta “pietra gallina”, di color giallastro, molto utilizzata ai tempi come materiale da costruzione. Una di queste, abbandonata dal primo dopoguerra, venne utilizzata dall’Esercito Italiano, a partire dal 1938, per lo stoccaggio di armi chimiche e come deposito di carburante. Venne chiamata “Forte Cedrare”, dall’omonima villa ubicata poco più a sud, così chiamata per la presenza di tre grandi cedraie settecentesche, oggi non più visibili.

 
Dopo l’8 settembre 1943 la polveriera venne occupata dai tedeschi, che in quei giorni si stanziarono in maniera massiccia in tutta la zona, utilizzando strutture come Villa Amistà, Villa Giona e Villa Betteloni come sede di comandi. Durante la loro presenza, i tedeschi riempirono il “Forte” con munizioni e materiale bellico di ogni tipo.

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Apr 29 2019

QUANDO TI RENDI CONTO CHE, PER PRODURRE, È NECESSARIO OTTENERE IL CONSENSO DI COLORO CHE NON PRODUCONO NULLA…

Category: Economia e lavoro,Pensieri e parolegiorgio @ 00:20

 

 

AYN RAND.  QUESTA FRASE È DEL 19201

 

Frase della filosofa russo-americana Ayn Rand (ebrea fuggitiva dalla rivoluzione russa, che arrivò negli Stati Uniti nella meta del decennio 1920-30), mostrando un punto di vista con cognizione di causa:

 

Quando ti rendi conto che, per produrre, è necessario ottenere Il consenso di coloro che non producono nulla;

Quando hai la prova che Il denaro fluisce a coloro che non commerciano con merci, ma con favori;

Quando capisci che molti si arricchiscono con la corruzione e l’influenza, più che di lavoro e che le leggi non ci proteggono da loro, ma al contrarlo, essi sono protetti dalle leggi;

Quando ti rendi conto che la corruzione è ricompensata, e l’onestà diventa auto-sacrificio; allora puoi affermare, senza paura di sbagliarti, che la tua società è condannata.

 

 

 


Apr 28 2019

PERCHE’ IL 25 APRILE E’ UNA DATA CHE ANCORA DIVIDE

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 12:27

 

 

di ROMANO BRACALINI

 

– Il 25 aprile doveva costituire un simbolo nazionale,un motivo di orgoglio collettivo,un riferimento forte e condiviso della nuova identità italiana, come il 4 di luglio negli Stati Uniti e il 14 luglio in Francia. Non c’è riuscito.Ogni anno i cortei organizzati dall’ANPI diventano un motivo di polemica e di divisione, come quelli che si annunciano giovedì.

 

Così, con tutti gli apparati della propaganda, e forse a causa di questi, il 25 aprile non è riuscito a diventare la festa nazionale che si voleva perché il suo carattere politico e di parte l’ha resa indigesta ed estranea a gran parte del Paese.

 

Nonostante le mistificazioni e le cifre gonfiate, la Resistenza fu un fenomeno minoritario e non influì sulle sorti della guerra. E tuttavia ho grande rispetto per quelli, pochi, che l’hanno fatta davvero, a confronto di quelli, molti, che dissero di averla fatta.

 

La Resistenza, inoltre, ha interessato solo la metà del paese, ovvero il Centro-Nord, dalla Toscana in su, quello stesso Centro-Nord che ha sempre rappresentato la modernità e il progresso e che darà la vittoria alla Repubblica nel 1946. Il Sud, come tutti i deboli, veniva al rimorchio.

 

Nel periodo clandestino i partigiani si aggiravano sulle centomila unità, forse meno; dopo la Liberazione divennero improvvisamente dai 600.000 ai 700.000, tutti in possesso di certificati più o meno autentici, più o meno compiacentemente rilasciati.

 

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Apr 27 2019

«IO, DISARMATO E NASCOSTO MENTRE SALTAVANO I PONTI DI VERONA»

I resti del  Ponte di Castelvecchio, 1945

 

 

«Il 25 aprile fu una delle giornate più tragiche e più felici della mia vita»: inizia così il racconto di Gianfranco De Bosio, regista e sceneggiatore veronese, classe 1924, che in quella primavera del 1945 era a Verona quale membro del terzo Comitato di liberazione nazionale (il primo si era sciolto dopo le prime retate dei nazifascisti, tutti i componenti del secondo erano poi finiti nei lager nazisti). Nel CLN veronese De Bosio era quale rappresentante della Democrazia Cristiana, «anche se non ne facevo parte, ma la regola voleva che ogni partito antifascista clandestino fosse rappresentato, così per la DC fui designato io». Ci volevano almeno tre partiti per formare un CLN riconosciuto, e tre furono in quello veronese, perché i socialisti non designarono mai il loro rappresentante. Così, oltre De Bosio, c’erano Vittorio Zorzi per il Partito d’Azione (dopo la guerra braccio destro di Adriano Olivetti, scoprirà Primo Levi scrittore) e Idelmo Mercandino per i comunisti (subentrato a Pietro Melloni, arrestato)

 

«Dalle sette di sera del 25 aprile i nazisti in ritirata fecero saltare i ponti», continua De Bosio. «Fu la peggior sconfitta della Resistenza veronese: non riuscimmo a impedirlo. I gruppi cittadini erano disarmati e dal Baldo non scese nessuno. Ricordo la polvere che pioveva dal cielo sul centro. Quel pomeriggio ero nascosto in un appartamento vicino agli Scalzi, reduce da tredici mesi di vita clandestina. Sentite le esplosioni uscii subito in strada, rimasi atterrito: fu un gesto inutile, di rappresaglia». Il commento di De Bosio risente ancora delle polemiche scoppiate nel primo dopoguerra, quando furono incolpati i partigiani per il mancato intervento, piuttosto che i nazifascisti per la devastazione (cariche esplosive enormemente più potenti del necessario, per far danno alla città, come fu) e per l’inganno (al vescovo Cardinale, che si era prestato come mediatore, fu assicurato che i ponti non sarebbero saltati, se i partigiani si fossero astenuti da attacchi. Invece*…). 

 

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Apr 25 2019

GLI ITALIANI NON ESISTONO. SIAMO UN GRANDE MIX GENETICO. TRANNE I SARDI

Category: Popoli e nazionigiorgio @ 22:27

 

 

La penisola dal punto di vista genetico è divisa da una linea che separa più Est da Ovest che Nord da Sud. L’unica che fa storia a sé è la Sardegna

 

di Luigi Ripamonti

 

La distribuzione genetica in Italia per linea paterna

 

Gli Italiani? Non esistono. «Si tratta solo di un’aggregazione di tipo geografico. Abbiamo identità genetiche differenti, legate a storie e provenienze diverse e non solo a quelle» spiega Davide Pettener, antropologo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, che ha creato una banca di campioni di Dna per tracciare la storia genetica degli Italiani, insieme a Donata Luiselli del Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna e collaboratori. Lo studio rientra in un progetto mondiale finanziato dalla National Geographic Society.

 

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Apr 21 2019

LE COOP E I NUOVI SCHIAVISTI

 

Buongiorno Jobob,
 
colgo l’occasione, fornita da Lidia A., che in una lettera accenna alle cooperative (in teoria) sociali, per raccontarti la mia esperienza e fornire uno spunto di riflessione.
Ho lavorato presso un’azienda di logistica terziaria della provincia Verona. Questa azienda, come la maggior parte dei colossi della logistica terziarizzata si serviva di coop per il personale di facchinaggio e magazzino. 
Le coop assumono soprattutto personale extracomunitario. Il contratto che stipula una coop con un suo futuro dipendente generalmente è assimilabile a quelli previsti dal Ccnl. Nel caso di una coop che opera nel settore logistico, il contratto sarà Ccnl Logistica e Trasporti. Con qualche piccola differenza: le ferie e la malattia non sono pagate (la malattia solo dal 3 giorno in poi e le ferie rientrano nello stipendio giornaliero lordo), il tfr è versato in busta a decimale. Il contratto può essere anche a tempo indeterminato, ma se in un magazzino non c’è da lavorare, perché ad esempio si è in bassa stagione, i dipendenti possono stare a casa senza percepire stipendio; se il contratto tra coop e azienda logistica terziaria termina, la coop ha la facoltà di lasciare a casa i propri lavoratori, ovviamente senza stipendiarli; se l’azienda logistica terziaria sposta il proprio magazzino o deposito, i lavoratori coop si spostano nella nuova sede (nel contratto è esplicitamente richiesto di sottoscrivere la disponibilità al trasferimento), ovviamente senza percepire rimborso spese o usufruire di appartamento aziendale. 

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Apr 19 2019

LA FORMICA, CHE ODIAVA LO SCARAFAGGIO….

Category: Monolandiagiorgio @ 21:48

 

 

 

La Formica, che odiava lo Scarafaggio, votò  per l’Insetticida.

Morirono tutti  quanti….

Anche il Grillo che si era astenuto.

Questa è l’Italia

 

 


Apr 16 2019

DEFINIZIONE DI INTELLIGENZA, GENIALITÀ E CRETINAGGINE TRATTE DA LA STORIA DI GIOVANNI E MARGHERITA.

Category: Cultura e dintorni,Libri e fontigiorgio @ 00:50

 

 

Incredibilmente l’umanità ancora non sa cos’è l’intelligenza (né la genialità e la cretinaggine), di cui riporto succintamente la definizione traendola da La storia di Giovanni e Margherita.

 

Scrive infatti quel compendio della ‘scienza’ di regime che è Wikipedia:

 

«Benché i ricercatori nel campo non ne abbiano ancora dato una definizione ufficiale (considerabile come universalmente condivisa dalla comunità scientifica), si può generalmente identificare l’intelligenza come la capacità di un agente di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti … Tradizionalmente attribuita alle sole specie animali, oggi l’intelligenza viene da alcuni attribuita, in misura minore, anche alle piante..»

 

Tesi tutte grevemente errate anch’esse frutto del rifiuto di capire per non dover cambiare.

 

Perché l’intelligenza, come scrivo più estesamente nel libro, consiste in tutt’altra cosa che la capacità di elaborare concetti o strategie di successo – che hanno anche gli animali – e non può che essere propria esclusivamente dell’uomo per il semplice fatto che è una categoria morale (la massima).

 

Una categoria morale basata sull’altruismo e consistente nella capacità di svilupparsi passando attraverso lo sviluppo degli altri.

 

Ne deriva che la genialità, in quanto massima espressione dell’intelligenza, consiste nel saper comprendere nel proprio raggio di azione numeri elevati o elevatissimi di altri e richiede la positività, per cui non esistono geni del male o del nulla.

 

Di tal che il cane sarà intelligente quando, guardandoti negli occhi, saprà capire se hai fame e decidere se dividere con te la scodella, laddove, nel mentre, potrà essere abile quanto si vuole, ma solo per quello che serve o piace a lui; come del resto gran parte della stessa umanità.

 

Umanità che, scoperta, già dalla notte dei tempi, l’intelligenza, l’ha poi ridotta alle forme più perverse di furberia, cioè capacità di svilupparsi a scapito altrui, e si è così condannata alla cretinaggine, all’inciviltà e alla sofferenza.
Perché la cretinaggine non è un’inguaribile insufficienza o anomalia mentale, ma una guaribilissima, progressiva devianza esito dell’arroccarsi in non veritiere idee di sé, di altri o della realtà, e della difficoltà di difenderle.

  1. 4. 2017

Alfonso Luigi Marra

 

Fonte: facebook. signoraggio.it

 

 


Apr 15 2019

CHIESA E SCANDALI SESSUALI. IL TESTO DI PAPA EMERITO BENEDETTO XVI

Category: Chiesa Cattolicagiorgio @ 08:41

Benedetto XVI

 

 

Di seguito il testo integrale che il papa emerito Benedetto XVI ha scritto a proposito della crisi da abusi sessuali che è scoppiata in maniera dirompente nella Chiesa.

 

 

Dal  21-24 febbraio , su invito di Papa Francesco, i presidenti delle Conferenze episcopali mondiali si sono riuniti in Vaticano per discutere dell’attuale crisi della fede e della Chiesa, crisi vissuta in tutto il mondo dopo le scioccanti rivelazioni di abusi clericali perpetrati contro i minori.

 

La portata e la gravità degli episodi denunciati ha profondamente angosciato sia i sacerdoti che i laici, e ha fatto sì che parecchi abbiano messo in discussione la Fede stessa della Chiesa. Era necessario inviare un messaggio forte, e cercare un nuovo inizio, per rendere la Chiesa di nuovo veramente credibile come luce tra i popoli e come forza al servizio contro le potenze della distruzione.

 

Poiché io stesso avevo servito in una posizione di responsabilità come pastore della Chiesa al momento dello scoppio pubblico della crisi, e durante il periodo precedente, ho dovuto chiedermi – anche se, come emerito, non sono più direttamente responsabile – come avrei potuto contribuire a un nuovo inizio.

 

Così, dopo l’annuncio dell’incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali, ho compilato alcuni appunti con cui poter contribuire con una o due osservazioni per aiutare in questo momento difficile.

 

Dopo aver contattato il segretario di Stato, il cardinale [Pietro] Parolin e lo stesso Santo Padre [Papa Francesco], mi è sembrato opportuno pubblicare questo testo nel Klerusblatt [un periodico mensile per il clero in gran parte delle diocesi bavaresi].

 

Il mio lavoro è diviso in tre parti.

 

Nella prima parte, mi propongo di presentare brevemente il più ampio contesto sociale della questione, senza il quale il problema non può essere compreso. Cerco di dimostrare che negli anni Sessanta si è verificato un evento vergognoso, di dimensioni senza precedenti nella storia. Si potrebbe dire che nei vent’anni dal 1960 al 1980, gli standard normativi precedenti sulla sessualità sono crollati del tutto, e si è creata una nuova normalità che è stata ormai oggetto di laboriosi tentativi di rottura.

 

Nella seconda parte, mi propongo di evidenziare gli effetti di questa situazione sulla formazione dei sacerdoti e sulla loro vita.

 

Infine, nella terza parte, vorrei sviluppare alcune prospettive per una risposta adeguata da parte della Chiesa.

 

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Apr 14 2019

BARNARD: JULIAN ASSANGE VERSO LA MORTE. E VOI CODARDI, ZITTI

 Julian Assange 

 

Ci ha rivelato verità indicibili, rendendoci più consapevoli e quindi più liberi. Ma ora Julian Assange può crepare, nella sua stanzetta-prigione, senza che nessuno muova un dito per salvarlo: giornali, attivisti, intellettuali, politici, governi. Si è immolato per tutti, con le esplosive rivelazioni affidate a WikiLekas. Sperava di suscitare un’ondata di protesta capace di scuotere il potere. E immaginava che l’indignazione lo avrebbe protetto dalla vendetta dell’establishment. Ma si sbagliava: Julian Assange sta morendo giorno per giorno: l’ambasciata ecuadoregna di Londra, che finora l’ha tenuto al riparo dall’estradizione, potrebbe non tutelarlo più. È così forte, la pressione degli Usa – sull’Ecuador, e sulle autorità britanniche – che le teste di cuoio inglesi potrebbero fare irruzione nella sede diplomatica e caricare Assange, il martire dell’informazione libera, sul primo volo per Washington. È sconvolgente il report che Paolo Barnard fornisce da Londra, dove ha trascorso le feste natalizie presidiando il “carcere” di Assange, agitando vistosi cartelli. Desolazione e solitudine. Peggio: i giornalisti del “Guardian”, i primi a presentare Assange come un eroe, ora confessano di essere intimiditi e ricattati. Per questo nessuno rimetterà in prima pagina il direttore di WikiLeaks. Julian Assange è praticamente già morto. Alla faccia dei diritti civili e dei diritti umani di cui l’Occidente si vanta.

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Mar 19 2019

VIA DELLA SETA: MAPPA, INVESTIMENTI, PRO E CONTRO. TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE

 

 

10 domande sulla Nuova Via della Seta: mappa, ruolo dell’Italia, timori sul debito, sviluppo in Africa e… Tutto quello che c’è da sapere sulla Belt and Road

 

di Lorenzo Lamperti

 

Chi ancora pensa che la Nuova Via della Seta sia un nostalgico revival delle antiche avventure eurasiatiche di Marco Polo sarà deluso. La Belt and Road Initiative, di cui si parla da anni nel mondo, è il più colossale piano economico-diplomatico di sempre. Ora anche in Italia, vista la volontà espressa dal governo Lega-M5s di sottoscrivere il memorandum di intesa con la Cina, se ne sta parlando molto. Ecco allora una guida (parziale, non basterebbe un libro a cogliere tutte le sfaccettature e implicazioni) di Affaritaliani.it sugli aspetti principali del progetto che sta (già) cambiando il mondo.

 

Che cos’è la Nuova Via della Seta?

Innanzitutto non si tratta di una sola “via della seta”. Volendo utilizzare il nome del progetto in italiano sarebbe corretto parlare di “Nuove Vie della Seta“, al plurale. Le rotte sono infatti cinque, tre terrestri e due marittime, e potrebbero presto diventare sei. La Belt and Road Initiative (Bri), il nome internazionale del progetto, è un piano annunciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping per migliorare i collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia, sviluppando sulla sua strada non solo binari ma veri e propri centri di connessione economici (e diplomatici). Da un primo stanziamento di 40 miliardi di dollari, durante il forum Bri del 2017 è stato annunciato un ulteriore stanziamento di 100 miliardi. Nell’ottobre del 2017 la Bri è stata inclusa nella costituzione cinese. E’ considerato il più grande progetto infrastrutturale e di investimenti della storia. Coinvolge al momento 68 paesi e circa il 65% della popolazione mondiale.

 

Quali sono le rotte della Belt and Road Initiative?

Esistono tre rotte terrestri che creano sei corridoi della Bri. La prima parte dal nord est della Cina e arriva all’Europa continentale e al Baltico passando dall’Asia centrale e dalla Russia. La seconda parte dal nord ovest della Cina e arriva al Golfo Persico e al Mar Mediterraneo passando per l’Asia centrale e occidentale. La terza parte dal sud ovest dalla Cina e arriva all’oceano Indiano passando per l’Indocina. Ci sono poi due rotte marittime. La prima che dal mar Cinese meridionale arriva nel sud del Pacifico. La seconda che invece si dirige verso l’Africa e l’Europa attraverso lo stretto di Malacca. C’è poi il progetto di creare una terza rotta marittima, quella artica, che potrebbe svilupparsi nei prossimi anni grazie allo scioglimento dei ghiacci.

 

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