Feb 07 2017

LINO MANFROTTO. DOMENICA MATTINA SI È SPENTO A BASSANO DEL GRAPPA UNA DELLE STELLE DEL FIRMAMENTO DELL’IMPRENDITORIA VENETA.

Bassano Del Grappa. Domenica mattina,  5 febbraio 2017,  ci ha lasciato Lino Manfrotto,

 

Lino Manfrotto, l’imprenditore scomparso ieri mattina a 80 anni

 

 

BASSANODEL GRAPPA. Da un garage ad un marchio conosciuto in tutto il mondo. Se ne va uno degli industriali di riferimento del territorio bassanese. Lino Manfrotto, fondatore dell’omonima azienda, si è spento nella prima mattinata di ieri nella villa di via Motton, attorniato dall’affetto dei propri familiari. Aveva 80 anni. Manfrotto ha incarnato l’esempio dell’imprenditore lungimirante che con passione e determinazione riesce a raggiungere i propri obiettivi, riuscendo a gettare lo sguardo oltre l’orizzonte.

 

Ha iniziato la sua carriera sul finire degli anni ’60, in città, come fotoreporter per le testate locali tra le quali il Giornale di Vicenza. A quei tempi le attrezzature di un fotografo erano molto ingombranti, per cui non facilitavano il lavoro dei professionisti.

 

Il mercato offriva una vasta gamma di flash da studio e illuminatori al quarzo, ma trascurava completamente gli accessori di base come gli stativi, i bracci e i morsetti. Così, con l’aiuto del suo assistente, Lino Manfrotto creò i suoi primi prodotti, tra cui un leggero ma robusto supporto per luci.

 

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Feb 06 2017

MAROCCHINATE. GLI ITALIANI ASPETTAVANO I LIBERATORI MA ARRIVÒ L’INFERNO

Category: Storia e dintorni,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:20

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L’Abbazia benedettina di Cassino sotto bombardamento

 

 

di Sergio Sagnotti

 

La riluttanza e la scarsa memoria del nostro paese, dedita soprattutto ad una sorta di invidia esterofila dei miti altrui, ci fa dimenticare che di martiri, ma soprattutto di eroi, lo stivale ne ha avuti e forse anche più di tutti gli altri paesi dai più ammirati ed invidiati.

 

Nella nostra nazione sono avvenuti olocausti annegati nell’indifferenza della storiografia per 60 anni e non ancora approfonditi del tutto come le Foibe, il massacro dei bimbi di Gorla e le famose “marocchinate”,  gente comune, colpevole solamente di trovarsi al momento sbagliato nella propria casa, mentre erano in atto pulizie etniche, saccheggi, violenze e stupri di ogni genere, compiuti sotto bandiere e vessilli di “liberazione”.

 

Nel Febbraio del 1944 gli alleati bombardarono l’abbazia di Montecassino, causando la morte di centinaia di civili; raso al suolo il monastero si passò alle cittadine limitrofe e ciò portò alla completa distruzione delle città sottostanti il monastero, Cassino appunto e altri centri urbani rurali del luogo; la stima delle vittime in questa operazione fu di circa 50.000 militari e 10.000 civili.

 

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Feb 05 2017

BASILICA DI SAN LORENZO. LE FIRME NASCOSTE

Category: Storia e artegiorgio @ 10:29

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Basilica di San Lorenzo fuori le mura

 

 

Nella basilica di San Lorenzo fuori le mura si nasconde un capitello sul quale sono scolpite una lucertola e una ranocchia. Le due piccole sculture sarebbero considerate semplici decorazioni, se uno scritto di Plinio il Vecchio, giunto fino a noi, non avesse fornito una chiave di lettura sorprendente.

 

L’erudito romano parla di due architetti spartani del II secolo a.C., di nome Sauro e Batraco che edificarono, per ordine di Quinto Metello, 2 templi all’interno del grande portico di Ottavia. Si trattava di templi dedicati a Giove Statore e Giunone Regina.

 

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Feb 04 2017

VERONA VIA PESCETTI: RINVENUTO L’OSSO CHE PUÒ RISOLVERE IL GIALLO DELLO SCHELETRO

Girava l’anno 2010

 

Verona 11/08/2010 cronaca nera vedute di via Pescetti photo Giorgio Marchiori foto per Pignatti

Uno scorcio di via Pescetti, in Valdonega (FOTO MARCHORI)

 

 

Il  ritrovamento in Borgo Tento. Il ricordo di un ingegnere della Valdonega: negli anni Sessanta, all’epoca ragazzino, giocava tra i resti di guerrieri longobardi Rinvenuto l’osso che può risolvere il giallo. Durante un nuovo sopralluogo rinvenuta un’altra parte dello scheletro. Ora la Sovrintendenza attende l’esame del medico legale

 

Un altro sopralluogo, alla ricerca del famoso osso lungo, che è spuntato ieri dalla cantina di via Pescetti e così ci si può finalmente mettere l’animo in pace e cercare di datare lo scheletro della Valdonega, che resta l’argomento prediletto dell’estate.

 

Il pm Francesco Rombaldoni, titolare dell’inchiesta ha sottolineato al dirigente della squadra Mobile Gian Paolo Trevisi, che il fascicolo resta aperto fino a quando medicina legale non avrà datato il reperto. Ma se si confermasse il sospetto di un osso storico, probabilmente di epoca longobarda, la procura e la squadra mobile uscirebbero dalla vicenda.

 

Il ritrovamento di qualche giorno fa ha riportato alla memoria di un ex abitante della zona un avvenimento che potrebbe essere ricondotto agli anni Sessanta.

 

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Feb 03 2017

VERONA 1909. IL DIRETTORE DE L’ARENA ALFREDO FOSSI DISPERSO CON IL PALLONE AEREOSTATICO

Category: Verona storia e artegiorgio @ 08:34

Girava l’anno 1909

 

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Lombroso era nato a Verona  nel 1835EndFragment

 

 

Anno 1909. Il direttore de L’Arena Alfredo Fossi  disperso con il pallone, sfiorata la tragedia sull’aeromobile atterrato sopra Recoaro. Luigi Messedaglia batte Todeschini nelle elezioni.  Muore Cesare Lombroso e si suicida Riccardo Lotze.

 

Il  1909 è per Verona ricco di avvenimenti. I primi giorni dell’anno sono segnati dalle tragiche notizie che arrivano da Messina, dove negli ultimi giorni del 1908 un terremoto ha raso al suolo la città e provocato 80 mila morti. La città si dà da fare per raccogliere fondi da destinare alla popolazione colpita. Una fabbrica di cera dona mille candele. Il 2 gennaio don Giuseppe Chiot, Giuseppe Cazzarolli e Giulio Canella a nome della Caritas cittadina si recano in Sicilia per consegnare dei fondi.

 

L’8 febbraio L’Arena pubblica il Manifesto del Futurismo di Marinetti.

Anticipa perfino Le Figarò, che pubblicherà il Manifesto «solo» il 20 febbraio, data che secondo gli storici segna il battesimo ufficiale del movimento letterario.

 

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Feb 02 2017

L’ECCEZIONALE FEBBRAIO DEL 1929: EUROPA PARALIZZATA DAL GELO, ITALIA IRRICONOSCIBILE

Category: Geografia e ambiente,Natura e scienzagiorgio @ 00:09

febbraio 1929 fiume po ghiacciato

 

 

13 febbraio 1929:

 

Anticiclone su Europa Settentrionale, si spinge fino alla Penisola Balcanica.

 

 

Livorno: Situazione di ieri: pressione: 747,8 Min e Max: -2°, precipitazioni : 12 mm di neve fusa.

 

Nevicata record, ieri, a Livorno: addirittura 9 ore consecutive!


 

Berlino: Nelle ultime 48 ore il freddo in Germania ha raggiunto proporzioni eccezionali, mai raggiunte dal 1793. La temperatura varia dai -18° della Renania, fino ai -28° (ieri) e -31° (oggi) di Berlino!

 

Nella Slesia si sono avuti fino a -38°; sulle montagne della Slesia Centrale, fino a -45°.

Le città sono semideserte, i treni in ritardo, le comunicazioni ferroviarie interrotte, quelle fluviali bloccate per il ghiaccio che ricopre i fiumi.

 

Il Mar Baltico è completamente ghiacciato: per chilometri si può avanzare sul ghiaccio con automobili ed autocarri, e raggiungere il mare senza pericolo.

 

Numerose isole del Mare del Nord sono completamente isolate.

 

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Feb 01 2017

SANT’AMBROGIO DI VERONA. I RESTI DI «DOMUS» ROMANE

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:13
santambrogio valpolicella sito archeologico

I resti dell’antica «domus» venuti alla luce a Sant’Ambrogio e destinati a tornare sotto terra (FOTO AMATO)

 

 

L’importante ritrovamento archeologico in una zona abitata da sempre: e sotto c’erano insediamenti retici dell’età del ferro. Ma ritorneranno sotto terra coperti dalla nuova via Roma Impossibile prelevare i mosaici: intervento troppo caro.

 

Sono venuti alla luce a testimoniare l’antica storia di Sant’Ambrogio e della Valpolicella, ma il loro destino è di ritornare presto sotto terra. I resti di un’ampia domus romana e di un nucleo abitativo dell’età del ferro hanno la “colpa” di trovarsi nel luogo sbagliato: cioè nella lottizzazione Ca’ di Rossi, a fianco della chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio.

 

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Gen 31 2017

LE FLOTTE DELL’ANTICO MEDITERRANEO DISTRUSSERO LE FORESTE CAUSANDO ALLUVIONI E MALARIA

Category: Geografia e ambiente,Storia e dintornigiorgio @ 10:34

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Nave romana

 

 

Mano a mano che le vicende della prima guerra punica (264-241 a. C.) andavano persuadendo i romani che non sarebbero mai riusciti a domare la città rivale, se non infliggendole una decisiva sconfitta sul mare, essi posero mano alla costruzione di alcune gigantesche flotte da guerra, in un tempo straordinariamente breve.

 

Fino a quel momento, i romani non avevano che delle triremi da commercio e da sbarco, mentre i cartaginesi possedevano delle poderose quinqueremi da guerra. Alcuni  storici latini ci informano che Roma riuscì a costruire una intera flotta composta da 100 quinqueremi e 20 triremi, sul modello cartaginese (una nave nemica era stata gettata sulla costa calabrese dalla tempesta), in soli 60 giorni. Se si pensa che una simile flotta richiedeva l’opera di non meno di 30.000 rematori esperti (che, secondo la testimonianza di Polibio, dovettero essere addestrati a terra, dato che le navi erano ancora in allestimento), si può comprendere quale prezzo fu imposto al manto boschivo degli Appennini centro-meridionali per realizzare una simile opera. Migliaia e migliaia di alberi d’alto fusto dovettero essere abbattuti per la costruzione degli scafi, dei ponti, delle alberature e dei remi, oltre che per i corvi, i rostri, le catapulte, ecc.; e un grandissimo numero di pini e di abeti subirono la stessa sorte, per fornire la resina con la quale calafatare gli scafi, in modo da renderli impermeabili all’acqua.

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Gen 30 2017

SIAMO TUTTI UN PO’ NEANDERTHALIANI

Category: Archeologia e paleontologia,Natura e scienzagiorgio @ 00:14

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Lo schema che spiega come (e dove) i geni del Neanderthal sopravvivono in noi ancora oggi 

 

 

Un team internazionale di scienziati ha sequenziato il genoma dell’uomo di Neanderthal e lo ha confrontato con quello di 5 persone provenienti da diverse parti del mondo. Scoprendo così che sapiens e Neanderthal si sono incrociati.

 

L’uomo di Neanderthal, estinto circa 30 mila anni fa, “vive” dentro di noi: tutti gli uomini moderni, a eccezione degli africani, hanno infatti nel proprio Dna dal 1 al 4 % del suo patrimonio genetico. In altre parole, ci furono incroci fra Homo sapiens e uomo di Neanderthal. Grazie ad antiche coppie miste i geni dei Neanderthal hanno potuto così sopravvivere.

 

È uno dei dati più sorprendenti emersi da una ricerca scientifica che per se stessa non ha precedenti: gli studiosi del Max Planck Institute for Evolutionary Antropology di Lipsia hanno annunciato di avere sequenziato per la prima volta il patrimonio genetico dell’uomo di Neandherthal.

 

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Gen 29 2017

PER UNA VITA MIGLIORE. L’IMPEGNO AL QUALE TUTTI SIAMO CHIAMATI

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Marina Perlato, alla sua sinistra Andrea Conti

 

 

Sei anni fa, quando io e altri amici fondammo il GSC GIAMBENINI, non avevamo idee ben chiare su quello che stavamo facendo. Eravamo un gruppo che condivideva un passatempo, un hobby diverso dalla lettura, dalle chiacchiere al bar, e uno sponsor generoso e appassionato come noi di sport e bicicletta.

 

Con l’handbike abbiamo scoperto una disciplina accessibile a tutti, uno sport paritario, bastavano questo mezzo, simile ad una bicicletta, e un po’ di voglia di muoversi, per permetterei di percorrere le strade del nostro paese, poi della città, della nazione e infine dell’Europa, così i nostri orizzonti si sono allargati, e conoscere un sacco di gente di ogni nazionalità… Gente tosta, che non si piange addosso, che non molla mai, fino al traguardo, spalle incassate, gente che non si lamenta di diritti negati, di barriere architettoniche, di servizi inesistenti, di persone maleducate che non ti aiutano abbastanza, di soldi non sufficienti. Gente che ha fede in se stessa e dentro di se trova tutte le risorse per far fronte alle difficoltà della vita, più presenti per chi è in carrozzina, ma fondamentalmente difficoltà che prima o poi tutti incontrano.

 

In questi anni, tutti noi abbiamo imparato a stringere i denti, a non lamentarci e affrontare i problemi di petto, cercando di non deviare e tanto meno abbatterei. Il team, i compagni di viaggio, erano lì, pronti a cogliere il minimo segno di scoraggiamento, di “fatica”, pronti a spronarci e a darei una “spinta” in senso lato. Nessuno di noi è stato lasciato indietro.

 

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Gen 28 2017

VERONA. IL MURO VISCONTEO CHE HA BLOCCATO I GARAGE IN LUNGADIGE CAPULETI

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Il muro visconteo in Lungadige Capuleti

 

 

VERONA, 1 AGOSTO 2010

 

Giunto al termine l’intervento sull’antico reperto emerso oltre due anni fa dopo i primi scavi per realizzare il parcheggio pertinenziale: Oggi sopralluogo delle due Soprintendenze insieme al Comune e ai responsabili dell’impresa: i tempi sono molto stretti

 

Correva l’anno 2008, era l’11 febbraio, quando il cantiere di lungadige Capuleti, per la costruzione di un parcheggio pertinenziale sotterraneo di 250 posti, apriva i battenti. Appena una settimana più tardi, i lavori venivano però stoppati a causa della scoperta delle fondazioni di un muro che delimitava lungo il fiume la cittadella viscontea.

Ora, a distanza di oltre due anni, nel cantiere si procede ancora con scalpello e paletta, anziché con le ruspe. Ma questa situazione ha finalmente e, sembra una volta per tutte, i giorni contati.

 

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Gen 27 2017

ANDREA CONTI: DA UN GIOVANE UNA LEZIONE DI VITA.

Category: Lessinia,Persone e personaggigiorgio @ 00:20

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Andrea  Conti con la figlia Veronica

 

 

Paralizzato da un incidente ma pieno di gioia di vivere.  La bontà da premiare di un atleta mancato

 

Cerro Veronese. Il fisico atletico, una faccia cordiale che invita alla confidenza. Una buona dose  di autoironia e, soprattutto, la capacità di sdrammatizzare sempre.

Sulla sedia a rotelle, che da tre anni è diventata il suo posto di comando, un adesivo spiritoso: “la bestemmia, gira gira, casca in testa a chi la tira”. Un modo per dire che ad arrabbiarsi non si risolve nulla. L’importante è avere delle ragioni e degli ideali con i quali far fronte alle emergenze della vita. E quella di Andrea Conti, come vedremo, è qualcosa di più di un’ emergenza.

Già da bambino, Andrea è nato nel 1970, dimostra doti atletiche non comuni. Si impegna nel podismo e nell’ atletica leggera. A Cerro, il paese dove è nato e dove risiede, lo chiamano il “Cova veronese”.

Il futuro è carico di promesse: primo nei campionati provinciali studenteschi, 4° in quelli assoluti del Veneto, un’azienda veronese che lo sponsorizza e che lo porta in una grande “scuderia”, insieme a Gelindo Bordin.  Lo sport sembra essere la nota emergente della vita di Andrea.

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Gen 26 2017

LA STORICA CORSA AUTOMOBILISTICA STALLAVENA-BOSCO CHIESANUOVA: L’ETERNA CORSA

Category: Lessinia,Sport e tempo liberogiorgio @ 10:12

raduno automobilistico ai Tracchi di Boscochiesanuova

I precursori: raduno automobilistico ai Tracchi di Boscochiesanuova all’inizio

 

 

Dal 1958 al 1968 la corsa Stallavena-Boscochiesanuova rappresentò l’evento motoristico più atteso. L’automobile era privilegio di pochi e non faceva parte del trantràn lavorativo: si andava in auto per il piacere della scoperta. C’era la voglia di riscattarsi da due guerre mondiali, da vite grame e secolari miserie. L’auto allargò gli orizzonti e divenne simbolo di progresso e benessere. I piloti da corsa interpretavano la sfida della velocità e dell’ardimento impiegando minuti e secondi per superare distanze e dislivelli che, fino a pochi anni prima, richiedevano intere giornate. Non è solo questione di strade, ma di gente e passione, testimoniate da un dato inoppugnabile: ancora oggi su oltre 700 piloti veronesi con licenza sportiva, più dell’80% risiede in provincia.

 

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Gen 25 2017

IL CONO GELATO? LA GENIALE INVENZIONE DI UN BELLUNESE EMIGRATO

 

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Italo Marchioni.

 

 

In pieno revanscismo ideologico musulmano anche l’invenzione del cono gelato è stata rivendicata da loro. Dicono che fu un emigrato siriano negli States, a proporlo per primo, negli anni Venti del ‘900, ma non è così. La paternità indubbia va a un veneto di Belluno (Patria indiscussa del gelato artigianale,del resto) che si chiamava Italo Marchioni. Ecco in breve la vicenda, tratta da un articolo di Marco De Biasi, comparso nella bella rivista “Storia veneta” (nr. 39).

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Gen 24 2017

FUMANE DI VERONA, GROTTA SOLINAS: RIVENIMENTO DI UN DENTE DI 40MILA ANNI FA. ERA DELL’UOMO DI NEANDERTHAL

frammento di dente fumane grotta solinas

Il frammento di dente trovato nella grotta Solinas di Fumane

 

 

L’ultimo rinvenimento negli scavi nella grotta è ora allo studio degli esperti delle università di Torino e Ferrara.  È un rarissimo frammento di premolare con una marcata usura dello smalto che fornisce nuove ipotesi per le ricerche

 

Gli scavi alla Grotta di Fumane hanno portato alla scoperta di un dente appartenuto a uno degli ultimi uomini di Neanderthal vissuto tra i 40 e i 50mila anni fa.

 

Si tratta di un rarissimo frammento di dente umano, un premolare, trovato nei cosiddetti livelli Uluzziani, nello strato A3, che presenta una marcata usura dello smalto e dei solchi verticali. Questo dimostra che i neanderthaliani usavano molto la bocca e i denti per rompere e strappare, oltre che per mangiare. Il dente è ora allo studio del professor Giacomo Giacobini dell’Università di Torino e di Marco Peresani dell’Università di Ferrara, che ha proprio in questi giorni aperto la campagna di scavi per l’anno 2010.

 

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